Bisogna obbedire alla propria coscienza o alle direttive di un partito? La domanda è mal posta. Chi si iscrive ad un partito o è da esso eletto deve sapere che cosa accetta. Infatti io ho continuato a non votare nemmeno per Grillo perché voglio sapere prima se manterrà la parola soprattutto circa il referendum propositivo senza quorum che è il punto veramente rivoluzionario del suo programma, perché con tale referendum si salta la palude del parlamento dei partiti. L'obiezione di coscienza può valere solo per le questioni che stanno fuori dei punti del programma di un partito. Vi sono venti punti del programma di Grillo. O si sta dentro esso o se ne sta fuori. Esiste anche un regolamento interno che vieta, per esempio, di partecipare a quelle trasmissioni che appaiono un mercato dove le voci si sovrappongono ed ognuno dà addosso all'altro. Rimpiango le vecchie tribune elettorali (con Ugo Zatterin o Vittorio Orefice) dove i contendenti parlavano uno alla volta senza che fosse permesso di interromperlo essendogli permesso di replicare alla fine. Chi viola il divieto di partecipare a queste ormai squallide trasmissioni viola il regolamento interno. Qui non si tratta di essere servitori di Grillo, ma servitori di un programma. Chi lo viola VENGA ESPULSO E BASTA. Mi è giunta la voce da un amico indiretto di Roma che i traditori che hanno votato Grasso hanno ricevuto 500 mila euro quale ricompensa del loro tradimento. Ecco perché il voto segreto deve sparire. Il voto segreto, come l'art. 67, è stato concepito per favorire i tradimenti. Ognuno deve assumersi pubblicamente la responsabilità delle sue scelte. Altrimenti continueranno ad esistere i vari Scilipoti, Razzi, De Gregorio e via dicendo. E si badi che il tradimento non è un reato. Lo prevede tacitamente lo stesso art. 67. Infatti i giudici di Napoli hanno riconosciuto l'infondatezza dell'accusa di corruzione per il fatto che i sopranominati si siano fatti comprare da Berlusconi. L'art.67 prevede tacitamente anche questo. Ed è per questo motivo che deve essere abolito introducendo il vincolo di mandato perché nessun parlamentare possa più fare il transfuga da un partito all'altro tradendo il mandato dell'elettore.
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