E' dal 2009 che vado scrivendo (anche in una lettera del Corriere cartaceo del giugno 2009 indirizzata e pubblicata da Sergio Romano: scrivere su Google Partito dei non votanti) che una legge dovrebbe istituire il Partito dei non votanti. Io ho smesso di votare dal 1994. Bisognerebbe fa scendere il numero degli eletti (delle poltrone) in proporzione al numero dei non votanti o votanti scheda bianca. Fatta salva una soglia fisiologica del 20% di non votanti. Sotto l'80% il numero degli eletti dovebbe calare proporzionalmente. Vi sarebbe una corsa al non voto. In questo modo questi arroganti del potere non avrebbero più la poltrona assicurata anche se andasse a votare solo il 20% e verrebbero squalificati perché non avrebbero più la pretesa di rappresentare la volontà popolare. Ma per questo bisogna cambiare la Costituzione e purtroppo nessuno di questi arroganti sarebbe disposto a cambiarla. Bisogna riconoscere che solo Grillo, chiedendo il referendum propositivo senza quorum, darebbe un'arma potente e micidiale per fare franare questa maledetta falsa democrazia rapresentativa in cui l'eletto è libero da vincolo di mandato. Chi non ha capito questo poi non si lamenti se rifiuta i partiti senza l'alternativa della democrazia diretta con una legge di iniziativa popolare (art. 71 Costituzione) che serva a modificare la Costituzione introducendo il referendum propositivo senza quorum. Nessuna legge di iniziativa popolare è stata mai discussa da questa CLOACA di parlamento. Su questo si sarebbe dovuto battere Grillo invece che su tante altre cose (per esempio restituzione della diaria) che hanno meno importanza. Avrebbe dovuto dirlo chiaramente anche affacciandosi alla TV invece di pretendere di essere ascoltato solo da quelli che usano il computer. I parassiti della CLOACA dovrebbero sapere che i loro sporchi interessi di bottega dei partiti sarebbero scavalcati con il referendum propositivo senza quorum. E bisogna anche cancellare l'art. della Costituzione che vieta di sottopporre a referendum i trattati internazionali. In questo modo ci hanno imposto quella disgrazia dell'euro senza prima avere consultato il popolo, e nonostante molti economisti, in ritardo rispetto a me, si stiano accorgendo che bisogna trovare una via di uscita dall'euro.
A Roma ha vinto per ora Marino con il 40% dei voti ma sulla base del 52% di votanti. Il che significa che per ora ha vinto con circa il 20% degli aventi diritto al voto. Vedremo quanti saranno quelli che andranno a votare tra due settimane. Quasi sicuramente, se vincesse al ballottaggio, vincerebbe rappresentando una minoranza. Ma il numero di poltrone in Campidoglio rimarrebbe lo stesso.
A Roma ha vinto per ora Marino con il 40% dei voti ma sulla base del 52% di votanti. Il che significa che per ora ha vinto con circa il 20% degli aventi diritto al voto. Vedremo quanti saranno quelli che andranno a votare tra due settimane. Quasi sicuramente, se vincesse al ballottaggio, vincerebbe rappresentando una minoranza. Ma il numero di poltrone in Campidoglio rimarrebbe lo stesso.
Il partito dei non votanti avrebbe efficacia se gli astensionisti votassero scheda bianca, invece di disertare i seggi. Tutti a votare, ma scheda bianca. Allora sì che questi stronzi accuserebbero il colpo.
RispondiEliminaAlessandro Tessari ed Etser Tanasso hanno scritto (dopo di me) su questo argomento scrivendo il libro "Ascoltare il dissenso". Va bene anche la scheda bianca. Ma i disonesti dei seggi elettorali potrebbero usare le schede bianche per apporvi una croce su un simbolo. Meglio allora presentarsi al seggio, iscriversi e rifiutare le schede, che in base alla legge elettorale debbono essere chiuse in una busta sigillata e con messa a verbale anche dei motivi di rifiuto. L'elettore, come io ho fatto, ho consegnato un foglio, allegato al verbale, in cui spiegavo i motivi per cui non mi sentivo rappresentato da alcun partito. Però precedentemente in cabina ho annullato le due schede (Camera e Senato) con dei segnacci su tutti i simbili. In modo che non potessero essere utilizzate come schede bianche per porvi una X sul simbolo di un partito.
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