Blog del prof. Pietro Melis: NON SI ESPORTA LA DEMOCRAZIA NEI PAESI ISLAMICI. SOLO UNA DITTATURA LAICA PUO' SALVARE DALL'ISLAMISMO

Gli imbecilli, compresi tutti i governi occidentali, parlavano di primavera araba. Gli U.S.A. credevano di esportare la democrazia in Iraq facendo fuori la dittatura laica di Saddam Hussein, e poi vorrebbero oggi far fuori il laico Assad in Siria. Pazzia dilagante. Se Assad sparisce in Siria vanno al potere i fanatici di Al Qaeda. Ma gli stronzi utopisti non lo capiscono. Perché l'Algeria si è tenuta fuori della cosidetta primavera araba e in Algeria è tutto tranquillo? Perché vi è una dittatura di militari. Che aspettano i militari in Turchia a far fuori Erdogan, che rappresenta un partito islamico in contrasto con la Costituzione laica di Kemal Ataturk?

Come si vede, in Egitto la "democrazia" è servita per mandare al governo i fanatici del partito dei "Fratelli musulmani", che aspettavano da più di mezzo secolo di andare al governo. I diritti dei laici in un Paese islamico possono essere garantiti solo da una dittatura militare.Solo un governo antidemocratico può garantire una pace religiosa e salvaguardare il 10% della popolazioe egiziana che è cristiano-copta. D'altronde la storia dell'Egitto ha conosciuto dopo la II guerra mondiale solo governi militari: Nasser, Sadat, Mubarak, che, affiliati all'internazionale socialista, hanno impedito che l'islamismo divenisse fondamento delle leggi dello Stato egiziano.
Dante pone Maometto nell'Inferno (XXVIII, 30-31) tra i seminatori di odio raffigurandolo con il ventre tutto squarciato.

Ecco quanto si legge a proposito in Wikipedia:

Il 19 marzo 2007 il Parlamento approvò 34 emendamenti alla Costituzione, ma l'opposizione non partecipò al voto; gli emendamenti miravano a:

proibire che i partiti usino la religione come fondamento dell'attività politica;
consentire una nuova legge anti-terrorismo, sostitutiva dello stato di emergenza vigente dal 1981, concedendo alla polizia ampi poteri di arresto e sorveglianza;
attribuire al presidente il potere di sciogliere il parlamento;
terminare il controllo giudiziario sulle elezioni.^[12]