giovedì 8 agosto 2013

UN CASINO TREMENDO! MA NESSUNO CI HA ANCORA PENSATO

La sentenza della Cassazione è stata stesa da giudici ignoranti. Vi erano infatti tanti vizi di illogicità, che la Cassazione avrebbe dovuto cogliere a colpo d’occhio. Ma sono ciechi o si sono voluti mettere una benda agli occhi. Ora la situazione rimane giuridicamente confusa e paradossale, senza via di uscita. Infatti se tre anni sono stati condonati il rimanente anno dei quattro anni non dovrebbe cadere sotto la legge Severino (che prevede la decadenza da parlamentare per una condanna superiore ai due anni). Oltre al fatto che tale legge non può avere effetto retroattivo. Ho saputo oggi alla TV che la Corte Costituzionale deciderà solo il 3 dicembre se la legge elettorale sia o non anticostituzionale. INCREDIBILE. Hanno avuto tanta fretta in Cassazione e la Consulta se la prende con comodo per complicare ancor più le cose. Infatti questo parlamento non può essere sciolto prima della decisione della Consulta perché potrebbe risultare anticostituzionale se è anticostituzionale il "porcellum" con cui è stato eletto. E dunque il parlamento dovrebbe aspettare sino alla decisione della Consulta per dichiarare decaduto Berlusconi. Ma allora sarebbe anticostituzionale anche l’elezione di Napolitano, eletto da un parlamento anticostituzionale. E non soltanto la sua seconda elezione, ma anche la prima, giacché il "il porcellum" fu approvato nel dicembre del 2005 e la prima elezione di Napolitano avvenne il 10 maggio del 2006 dopo le elezioni parlamentari del 2006, con cui fu eletto il parlamento che durò sino al 2008 con la caduta del governo Prodi. Poi vinse nuovamente Berlusconi (che volle il "porcellum" di Calderoli del 2005). Sono dunque anticostituzionali tutti i parlamenti eletti dopo il dicembre 2005. E come può un presidente della Repubblica sciogliere un parlamento se egli stesso risulta privo di poteri perché eletto illegittimamente da un parlamento illegittimo? Può il parlamento autosciogliersi senza l’intervento del presidente della Repubblica nonostante la Costituzione preveda che sia lui a sciogliere le Camere dopo avere sentito i rispettivi presidenti (art. 88)? L’art. 86 dice che in caso di impedimento permanente o di morte o di dimissioni il presidente della Camera indice nuove elezioni per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Ma anche il presidente della Camera risulterebbe ricoprire illegittimamente la sua carica se è stato eletto da un parlamento illegittimo. Non basta. L’art. 135 dice che un terzo della Corte Costituzionale è eletto dal presidente della Repubblica, un altro terzo dal parlamento. Dunque sarebbe illegittima anche la Corte Costituzionale, che a questo punto, per salvarsi, dovrebbe dichiarare costituzionale il "porcellum". Paradossale. Non solo. Sarebbero illegittimi anche il presidente del CSM (il presidente della Repubblica) e un terzo dei suoi componenti, eletto da un parlamento illegittimo. Insomma: un bel casino grazie al “porcellum”, senza offendere i poveri maiali che non combinano tanti guai. Qualsiasi soluzione si trovi sarà sempre una soluzione illegale perché anticostituzionale. Ci sarà bisogno di una illegalità per fondare una nuova legalità. Ma questo avviene solo nelle rivoluzioni. Dunque vi dovrà esserci una rivoluzione pacifica (antidemocratica) sotto le false apparenze della legalità per uscire da un tremendo circolo vizioso. La logica non ammette scampo. E nel frattempo si vorrebbe far decadere Berlusconi dalla carica di senatore con un voto parlamentare mentre è tutto il parlamento illegittimo. Ma è illegittimo per colpa di Berlusconi, che volle il "porcellum". E conseguentemente sono illegittime anche le tre cariche più alte dello Stato. Nessuno ha mai affacciato questo aspetto dell’illegalità del parlamento e della stessa Corte Costituzionale. Questi politici non hanno studiato la logica di Aristotele.
La causa principale di questa paradossale situazione è dovuta alla stessa Costituzione, che, in conformità con l'art. 1 (la sovranità appartiene al popolo), avrebbe dovuto introdurre, evitando di attribuirla ad una legge specifica, anche la legge elettorale, fondata su un sistema proporzionale con liste di candidati scelti dallo stesso elettorato e non dalle segreterie dei partiti, che hanno espropriato il popolo della sua sovranità. Ma lo stesso popolo, poi, in ben tre referendum, non ha eliminato il "porcellum" non essendo stata mai raggiunta la maggioranza del 50% più uno degli aventi diritto al voto. E' proprio il caso di dire, sempre con Aristotele, che "ogni popolo ha il governo che si merita" (Politica, VIII). La Costituzione è carente anche nell'art. 67, dove si dice che il parlamentare "esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato". In questo modo si ammette che l'elettore possa essere tradito, come spesso è avvenuto, con il passaggio dell'eletto da un partito ad un altro, e persino con la compravendita dei parlamentari. L'eletto che non si trovi più d'accordo con il partito che l'ha eletto deve dare le dimissioni. Oppure rimanere nel partito ed avere la libertà di votare contro le direttive del suo partito. Il quale, quasi certamente, non lo ricandiderà. Ma questo è un altro discorso. La sua mancata ricanditatura dipenderebbe dalla segreteria del partito e non, come dovrebbe essere, dalla base del partito nel collegio elettorale.  
Ora si dice che si vorrebbe tornare al "Mattarellum". Ma anche questa legge elettorale è anticostituzionale (e nessuno lo dice). Infatti i candidati, sempre nominati dai partiti e non dal popolo, per 3/4 sono eletti con il sistema maggioritario e per 1/3 con il sistema proporzionale, ma sempre con candidati a liste bloccate e nominati dai partiti. 
E in tutti questi anni che hanno fatto i presidenti della Repubblica e la Corte Costituzionale? Niente. Se ne sono fregati sempre. E adesso con calma la Corte ha deciso di decidere solo il 3 dicembre. Non si capisce perché. Napolitano sta chiedendo da tempo la riforma della legge elettorale. A parte il fatto che non ha mai detto che l'unica legge elettorale conforme alla Costituzione sarebbe quella fondata sul sistema proporzionale (che era nella mente dei costituenti, che tuttavia, da deficienti, non l'hanno introdotta nella Costituzione) Napolitano dovrebbe prendere atto che anche la sua elezione è avvenuta anticostituzionalmente. Ma non avrà mai il coraggio di dirlo per non ammettere che ha sempre rivestito anticostituzionalmente la carica di presidente della Repubblica. 
Insomma, questo è un Paese in cui la politica è lo specchio di un popolo che si merita quel che ha e che non ha.        
P.S. E’ in corso di stampa un mio libro (424 pagine) in cui una mia allucinante vicenda giudiziaria civile che sta durando da 16 anni (16!), in Corte d’Appello da 4 anni, è stata trasformata in un romanzo thriller. Titolo. E giustizia infine fu fatta. Sottotitolo: Sette giudici uccisi in sette giorni. E' il più duro e documentato attacco che sia stato mai portato contro l'attuale ordinamento giudiziario, che analizzo in vari punti. Esso consente ai giudici di fare carriera per sola anzianità senza alcun controllo superiore, che deve dipendere, non dalla stessa magistratura, ma da un'Alta Corte di giustizia formata da giuristi (studiosi del diritto) e non da magistrati (manovali del diritto). Di fronte a questa Corte dovrebbero rispondere i giudici con responsabilità personale (assicurandosi) quando facciano sentenze palesemente aberranti dettate da "ignoranza o vizi logici inescusabili (art. 1 Provvedimenti disciplinari). Debbono inoltre essere introdotti dei concorsi per arrivare ad un grado superiore della magistratura con commissioni formate da giuristi. Cesserebbe l'arroganza dei magistrati, che si sentono padroni, invece che servitori, della giustizia dopo avere superato (magari fortunosamente o per accozzi) un concorso di ingresso nella magistratura. Dopo di che per legge possono anche evitare di aprire un libro di diritto per il resto della vita, ignorando completamente la dottrina (dei giuristi) che hanno imparato solo da studenti nelle Facoltà di giurisprudenza e che poi possono benissimo porsi sotto i piedi. Si attaccano al computer limitandosi a citare la giurisprudenza che essi stessi si sono fatti in casa loro. Perché, essi pensano, la giurisprudenza è "cosa nostra". La dottrina è cosa d'altri. 

Esistono più pazzi nei palazzi di giustizia che fuori.

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