lunedì 23 dicembre 2013

PAPA FRANCESCO E' SOLO UNA BUFALA. COME LA BUFALA DI FRANCESCO D'ASSISI DA CUI HA COERENTEMENTE PRESO IL NOME. CHI SI ASSOMIGLIA SI PIGLIA. NATALE E PASQUA FESTE DI SANGUE

Ho inviato al papa Francesco un lungo telegramma certo tuttavia che non avrei avuto alcuna risposta. Ha inviato 1000 euro ad un artigiano che gli chiedeva un aiuto economico. Diciamo che non si è proprio sprecato con tutti i miliardi in euro e tutti i redditi della Chiesa. E poi questo cretino di papa gli ha inviato 1000 euro in assegno di conto corrente bancario dando per scontato che il ricevente avesse un suo conto corrente dove incassarlo. Avrebbe dovuto inviargli un assegno circolare, riscuotibile in ogni banca. Dunque l'artigiano non potrà incassarlo. Come intelligenza da papa non c'è che dire.
Naturalmente io non chiedevo soldi. Chiedevo solo quanto risulta dal contenuto del telegramma inviato il 20 dicembre. Eccone il contenuto (in corsivo).

Spenda finalmente  delle parole un papa contro le  feste di sangue che sono il Natale e la Pasqua perché non si identifichino più con una strage di agnelli, orrida tradizione. Ha detto lo stesso S. Paolo che è bastato una volta per sempre il sacrificio della croce, nel simbolo dell'agnello sacrificale. Che i cristiani e anche altri (per estensione ai non cristiani o atei) cessino di farmi odiare il Natale e la Pasqua trasformandiole in "feste" di sofferenza. Preferisco S. Francesco da Paola, che era vegano. Vi sono 7 milioni di vegetariani in Italia che non possono riconoscersi nelle feste di Natale e Pasqua.   

Ed ecco quanto ho scritto su tale argomento nel mio libro E giustizia infine fu fatta. In un supposto dialogo tra il protagonista e il cappellano dell'ospedale. Invierò al papa per raccomandata copia del mio libro. Anche se disonestamente chi firmerà ed aprirà il plico certamente non ne farà consegna al destinatario.



Vi è stato un papa, Paolo VI, obiettò il cappellano, che disse ad una bambina, addolorata per la perdita del suo cane, che un giorno l'avrebbe rivisto nell'aldilà.

Pura frase consolatoria per una bambina, disse il prof. Petix. La realtà è che la dottrina cristiana esclude la sopravvivenza delle anime non umane. Altrimenti non si spiegherebbe l'assurdo che ciò che per la legge è (almeno sulla carta) reato, il maltrattamento degli animali, per la Chiesa non è nemmeno peccato di cui sia necessario confessarsi. Come me lo spiega?

In effetti, rispose il cappellano, questa rimane ancora una carenza inspiegabile. Ma si ricordi che vi è stato un grande santo, Francesco d'Assisi, che lei dovrebbe ammirare perché era amante di tutte le creature. E il nuovo papa ha assunto il nome Francesco anche per questo. E gli animalisti lo hanno ringraziato in piazza S. Pietro.

Per carità, rispose irato il prof. Petix. Non si continui a mitizzare questo individuo. Le gente deve sapere chi fosse veramente. Quegli animalisti disonestamente, a cominciare da Michela Vittoria Brambilla, hanno attribuito a questo papa una frase che egli non ha mai pronunciato: " A Pasqua non mangiate carne d'agnello o di capretto". Pura falsità. Non risulta affatto che il papa abbia pronunciato una simile frase. L'hanno voluto strumentalizzare, mentre sarebbe stato meglio se avessero detto la verità su Francesco d'Assisi e su questo papa inducendolo a prendere posizione contro le feste di sangue che sono il Natale e la Pasqua con strage di agnelli.

Ma lei allora fa finta di ignorare il famoso Cantico delle creature di S. Francesco, obiettò il cappellano.

Si vede che anche lei è poco informato su Francesco d'Assisi. Il tanto lodato Francesco d'Assisi, che si dice, mitologicamente, parlasse agli uccellini, pretendeva che nei giorni di festa vi fosse molta carne, come racconta il suo biografo Tommaso Celano. In questa biografia si legge:

"Un giorno i frati discutevano assieme se rimanesse l'obbligo di non mangiare carne, dato che il Natale quell'anno cadeva in venerdì. Francesco rispose a frate Morico: Tu pecchi, fratello, a chiamare venerdì il giorno in cui è nato per noi il Bambino. Voglio che in un giorno come questo anche i muri mangino carne, e se questo non è possibile, almeno ne siano spalmati all'esterno".

Ahimè, questo sarebbe il santo che amava tutte le creature. Si rende conto?

E sa che papa Francesco ha detto che il suo film preferito è il Pranzo di Babette? E che cosa si mangia nel pranzo di Babette? Brodo di tartaruga e quaglie arrosto. E' stato dunque coerente nello scegliere come nome Francesco riferendosi Francesco d'Assisi. Chi si assomiglia si piglia. Ma io non mi faccio imbrogliare da tutti gli ebeti ignoranti che esultano per l'elezione di questo papa, che, oltre tutto, dice solo cose banali, dettate dal buonismo, apparendo per altro un ignorante a confronto del suo predecessore. Ma, si sa, le masse si fanno incantare dalla superficialità. Hanno bisogno prima di tutto di una faccia rassicurante, sorridente, dietro la quale si nasconde un vuoto di pensiero. Hanno bisogno di scemenze come quando il papa dice che "Dio è anche un papà perché ci perdona e ci ama, è un tesoro che non bisogna lasciare in un angolo della vita". Oppure quando dice che “Dio è nostro avvocato”. Presso quale tribunale? Di fronte ai giudici non può essere ascoltato, anche perché non parla. E dunque, se ci affidasse a lui, sarebbe l'avvocato delle cause perse. Inoltre, come può essere Dio un avvocato contraddicendo la sua figura di giudice supremo? Il suo predecessore non avrebbe mai detto simili scemenze. E poi questo papa si avvicina alla gente tendente le mani, accarezza i bambini e, per rendersi ancora più ridicolo, ma più ben voluto dagli scemi, rimette un ciuccio in bocca ad un neonato che stava piangendo per riscuotere applausi. E la notizia fa il giro del mondo. Ma le sembra serio tutto ciò? Questo è solo folklore, non è spiritualità, è teatro. Le masse hanno bisogno di emozioni, non di pensiero.

Il suo predecessore non sarebbe mai caduto così in basso. Per questo non suscitò mai tanti entusiasmi come l'attuale papa.

Dopo un primo turbamento nell'apprendere certe notizie su Francesco d'Assisi il cappellano si sentì tuttavia in dovere di prendere le difese di papa Francesco. Lei mi sconcerta per ciò che ha detto, lo interruppe infatti il cappellano. Il papa vuole annullare la distanza tra la Chiesa e i fedeli anche con questi gesti, grandi di significato, che lei non comprende. E certamente ha voluto fare riferimento a Francesco d'Assisi perché è comunemente ritenuto il difensore dei poveri, un esempio di vita semplice ed emblema di pace.

Ma non mi faccia ridere! disse con espressione di disprezzo il prof. Petix. Prima di tutto glielo raccomando il suo Francesco d'Assisi emblema di pace. Le documenterò dopo il contrario. Se il papa ignora certi racconti su Francesco d'Assisi è uno che non conosce nemmeno la vita di colui a cui si è ispirato assumendone il nome. Se la conosce è un impostore che dà ad intendere ciò che non è. Ciò che sto per aggiungere è stato pubblicato il 25 marzo 2013 anche sul Corriere della sera online nel forum "Animali e dintorni". Anzi, per risparmiarmi la voce, che sento stanca, legga lei stesso l'articolo. Il prof. Petix accese il computer e andò a ripescare nell'archivio del Corriere la sua lettera E il cappellano lesse ciò che segue.



Sono profondamente amareggiato. Questo papa Francesco ha sbagliato Francesco. Tutti esultano per il nuovo papa. Io non esulto affatto. Innanzi tutto proviene da un Paese che ha la maggiore popolazione carnivora sulla Terra. E credo che non si sia sottratto alla tradizione dell'Argentina. Altro che dire che ballava il tango da giovane! Continuerà il silenzio della Chiesa del silenzio. Il predecessore Benedetto XVI prese il nome da S. Benedetto, fondatore di un ordine in cui vigeva il divieto (IV regola) di mangiare carne. Al pari (credo) di tutti i suoi predecessori di nome Benedetto nemmeno lui fu coerente con la regola benedettina.

Ora, il nuovo papa ha scelto il nome Francesco riferendosi a Francesco d'Assisi. Ma si sa che Francesco d'Assisi non era vegetariano. Alcuni confratelli gli proposero che si passasse alla dieta vegetariana. Ma il "poverello" (di spirito, aggiungo io) rispose da autentico cretino che solo i ricchi potevano scegliere di che mangiare.

Risposta veramente stupefacente quando si pensi che proprio i ricchi erano quelli che più mangiavano carne, che i poveri raramente potevano permettersi. Dunque non mi aspetto alcunché di nuovo dal nuovo papa, che ha scelto il nome riferendosi a Francesco d'Assisi, per incantare gli scemi. Il suo Cantico delle creature è una grande mistificazione perché le creature sono intese tutte al servizio dell'uomo secondo la concezione biblica. Leggere su internet il racconto ridicolo del suo confratello frate Ginepro1 che si scusò con un maiale prima di tagliarli una zampa per sfamare un ammalato che aveva espresso il desiderio di mangiare uno zampone. Francesco lo rimproverò solo per il fatto di avere danneggiato il proprietario del maiale. Incredibile. E questo sarebbe stato il santo che amava tutte le creature. Sì, anche per mangiarle. Ho già scritto in precedente articolo che avrei preferito come papa Gianfranco Ravasi, anche se non so se sia vegetariano. Ma la sua ampia cultura, non solo teologica, ne avrebbe fatto un papa certamente migliore perché sensibile al tema dei diritti degli animali, dati i sui precedenti articoli su questo tema2. Sono prevalsi gli interessi geopolitici. L'attuale papa avrebbe dimostrato di essere migliore se avesse fatto riferimento ad un S. Francesco assai migliore di quello di Assisi. Si tratta di S. Francesco da Paola (1416-1507), dell'ordine dei minimi. Fu addirittura vegano rifiutando anche prodotti animali. E visse ben 91 anni (un'età assai rara per quei tempi). Per questo è il santo protettore dei vegani. Quello di Assisi visse solo 44 anni. Né bisogna dimenticare che il "poverello" approvò lo sterminio dei Catari programmato nel 1209 dal papa Innocenzo III perché considerati cristiani eretici. Essi rifiutavano l'Antico Testamento perché ritenevano fosse stato dettato dal demonio ed accettavano solo i Vangeli, ed erano anche vegani perché rifiutavano, non solo di mangiare carne, ma anche tutti i prodotti animali. Molti francescani furono (con i domenicani) i più accaniti sostenitori del tribunale spagnolo dell'Inquisizione e delle migliaia di torture e di condanne al rogo nella caccia alle "streghe" e agli "eretici". Che la gente lo sappia o se lo ricordi al di là di tutta la retorica che si fa sulla scelta del nome Francesco da parte dell'attuale papa. Ora si avvicina la tremenda ricorrenza della Pasqua di sangue di strage di agnelli. E questo papa conserverà il silenzio sul rito orrendo dell'agnello sacrificale.



Vita di Frate Ginepro

www.classicitaliani.it/francesco/vita_frate_Ginepro.htm
I fioretti di san Francesco, e il Cantico del Sole, con introduzione di Adolfo Padovan e 8 tavole, terza edizione annotata, riletta e migliorata, Ulrico Hoepli editore.

Nessun commento:

Posta un commento