E' bastato che una suora nel 2005 fosse risultata guarita dal parkinson per far dichiarare beato Giovanni Paolo II. Poi è bastato che una donna nel 2011 avesse dichiarato di essere guarita da un aneurisma dopo avere pregato Giovanni Paolo II per promuoverlo di grado facendolo passare da beato a santo. Ma dal 2005 ad oggi non avrebbe potuto fare qualche miracolo maggiore? Pare che Giovanni Paolo II, sapendo di essere già prossimo alla canonizzazione (santificazione) se ne sia fregato di un ragazzo di 20 anni morto qualche giorno fa per essergli caduta addosso una croce innalzata in onore di Giovanni Paolo II...se non era distratto guardando dal cielo sul Vaticano. Ma non era distratto come papa perché taceva per coprire una Chiesa piena di pedofili. Due miracolucci se si considera che ben altro avrebbe potuto fare considerando casi più gravi, come di malati di cancro. Ma poi come funzionano questi miracoli se è dato come accertato che sono centinaia le persone che si sono rivolte a Giovanni Paolo II per ottenere una guarigione da malattie mortali? Si ha l'impressione che si tratti di una lotteria. Si pensi che sono solo 64 i miracoli riconosciuti dalla Chiesa e attribuiti alla madonna di Lourdes. Vi è qualcosa che non funziona.
Lo canonizzano, ma anche dal cielo Woytila non sembra essere uno stinco di santo
Notizia di 2 ore fa da Apocalisse Laica
Ma se
esistesse solo la sopravvivenza dell'anima umana e non anche quella
degli animali non umani, almeno di quelli dotati di coscienza, che me
ne farei? Dovrei rinunciare per sempre a rivedere i miei unici grandi
affetti che sono stati i cani e i gatti? Dovrei stare per l'eternità
in compagnia unicamente di un'umanità, di cui non me ne è
importato mai alcunché?
Perché, lo interruppe il cappellano, non le
farebbe piacere rivedere i suoi genitori?
Il prof. Petix ebbe una smorfia di fastidio. Di che li
dovrei ringraziare? Di avermi fatto nascere per condannarmi a morte
in questo mondo privo di certezze e pieno di crudeltà e di
ingiustizie ed essere privato in un aldilà dei miei affetti
veri, non umani, avuti in vita? Ma chi se frega dei genitori! Un
aldilà popolato solo da anime umane mi sarebbe tremendamente
insopportabile. Anzi, mi farebbe schifo. Sarebbe un mondo assai
povero, perché privato di altre forme di vita, e non
renderebbe giustizia a tutte le sofferenze degli animali vittime
della crudeltà umana, a incominciare da quelli uccisi nei
mattatoi. Sarebbe un mondo che premierebbe ancor di più
l'ingiustizia. Ma lei tutto questo non lo può capire a causa
del suo cristianesimo
................
E
ora le faccio un'altra domanda, aggiunse il prof. Petix. Ha mai
sentito parlare della grande anima di Albert Schweitzer, purtroppo
dimenticato? Fu un grande organista, curatore ed esecutore
soprattutto della musica organistica del sommo Bach. Ma fu anche
filosofo, teologo, medico chirurgo, nonché grande benefattore
dell'umanità per avere dedicato la sua opera di medico alle
cure dei malati nell'ospedale da lui stesso fatto costruire nel
Gabon, a Lambaréné, dove curava i lebbrosi e i malati
di malattie tropicali, e per questo ebbe anche il premio della pace
nel 1952, con il cui ricavato portò a termine il nuovo
"Ospedale della luce"? Lessi a 20 anni il suo libro
Rispetto per la vita.
Mi ricordo a memoria di una sua frase, che rispecchia tutto il suo
pensiero: «Ti sentirai solidale con ogni forma di vita e la
rispetterai in ogni condizione: ecco il più grande
comandamento nella sua formula più semplice». Egli
aveva capito che il suo prossimo non era solo l'essere umano, ma ogni
forma di vita, e piangeva se doveva sfamare, per esempio, dei
gabbiani malati dando loro del pesce. Capiva che purtroppo in questo
caso era necessario farlo. Si addolorava anche quando doveva uccidere
le zanzare malarigene per salvare vite umane. Ma era capace di
salvare un insetto che stava per affogare nell'acqua. Capì che
bisognava superare il concetto di etica perché ogni popolo ha
una sua morale che porta al relativismo, che superò facendo
riferimento alla necessità di convivere pacificamente con
tutte le forme di vita, sapendo che in natura il rispetto della vita
di uno ha come limite solo la sopravvivenza di un altro. Pertanto era
contrario agli esperimenti fatti sugli animali, certo che non fosse
la sofferenza dell’animale che potesse dare servizio all’uomo, ma
l’osservazione della sua guarigione. Egli non fece mai riferimento
espressamente ad un diritto naturale, anche se esso può
ricavarsi da una concezione non antropocentrica della natura, per un
sentimento di coappartenenza di uomini e animali non umani ad una
comune natura. Perché tutti gli esseri che hanno conosciuto
l’angoscia e il dolore fisico sono uniti nel mondo intero da un
legame misterioso. Si rendeva conto che era difficile
trovare un senso della vita e solo per questo forse, per evitare uno
smarrimento, vide nel cristianesimo dei Vangeli, non in quello delle
sue istituzioni, una via di salvezza dal nichilismo. Ed è
per questo che egli, pur cristiano, ma luterano, benché sin da
giovane frequentasse una chiesa ove si ufficiavano riti sia cattolici
che protestanti, trovò molta incoerenza e debolezza nel
cristianesimo ricco di esteriorità e di ritualità ma
povero di spiritualità. Egli cercava un senso della vita, e
cercava di trovare la sua fonte in essa stessa ogni volta che si fa
sentire in noi la più grande idea che può generare la
nostra voglia di vivere: il rispetto della vita. Ma certamente capiva
che non bastava trovare tautologicamente un senso della vita nella
stessa vita. Da qui il suo attingere al cristianesimo non ufficiale
per trovare un senso della vita che andasse oltre la vita e per
estendere l'amore fraterno evangelico per il prossimo oltre il mondo
umano, nei confronti di tutte le forme di vita.1
Ora mi dica lei, concluse il prof. Petix rivolgendosi al cappellano,
chi sia migliore: Francesco d'Assisi o Schweitzer, definito nel 1954
dalla rivista Time "l'uomo più grande del mondo" e
da Einstein, suo amico, "uno dei più grandi uomini dei
tempi moderni, se non il più grande"?
Il cappellano, che aveva ascoltato in assorto silenzio,
fece fatica a rompere il suo imbarazzo dicendo: certamente non posso
non condividere la sua ammirazione per Schweitzer. Quasi mi ero
dimenticato anch'io che fosse esistito. E questa è una grande
ingiustizia. Tutti sanno chi è Francesco d'Assisi ma pochi
sanno, non dico chi sia stato, ma che sia esistito Schweitzer.
Riconosco che la sua vita ha anche un'aurea di santità. E
tuttavia non è un santo che possa essere venerato e pregato.
Non gli si può infatti attribuire alcun miracolo, quale
condizione di santità. Bisogna anche ricordarsi che egli non
fu un cristiano cattolico.
Qui la volevo disse il prof. Petix. Allora per essere migliori di Schweitzer bisogna essere santi, cioè appartenere alla parrocchia cattolica? Non si rende conto che tutto ciò non ha senso? Dio preferirebbe comunque uno che appartiene al cattolicesimo e per questo gli permette dopo la morte di fare dei miracoli quale testimonianza della sua preferenza? Se esiste un paradiso certamente Schweitzer vi abita. Ma poiché non ha fatto miracoli deve essere ritenuto inferiore a qualsiasi santo?
A questo punto il cappellano credette di poter rispondere facilmente osservando: ma nessuno si è mai rivolto a Schweitzer per avere da lui un miracolo.
Anche qui lei non si è accorto di mancare di logica, ribatté subito il prof. Petix. Come si può chiedere un miracolo a Schweitzer se ciò gli è precluso, non da Dio, ma dal papa che ha stabilito, al posto di Dio, che solo i santi, in quanto cattolici, possono fare miracoli? Si accorge che lei si trova in un circolo vizioso? Si è santi perché cattolici, e se non si è cattolici Dio non può permettere che si sia santi. A parte il fatto che anche i cristiani ortodossi nominano i loro santi, anche se con diverse procedure. Ma sono vere quelle dei cattolici o quelle degli ortodossi? E come mai i protestanti non hanno santi? Forse non hanno persone degne di santità?
Qui la risposta è semplice, osservò il cappellano. I protestanti non hanno santi perché rifiutano il culto dei santi.
E chi mi assicura che abbiano ragione i cattolici e non i protestanti? ribatté ancora il prof. Petix.
Hanno ragione i cattolici se i miracoli sono provati e certificati anche da medici. Lo sa bene. La Chiesa è molto severa nelle sue procedure, rimarcò il cappellano.
Torniamo da capo, rispose il prof. Petix. I miracoli avverrebbero solo in campo cattolico perché Dio avrebbe riconosciuto la patente di dichiarazione di santità solo al capo della Chiesa cattolica? Io non voglio discutere sulla veridicità o non dei miracoli. Sto cercando di farle osservare che mi riesce impossibile capire perché Dio permetta che avvengano dei miracoli solo in terre cattoliche e a beneficio di cattolici. Chi non è cattolico non è degno di ottenere un miracolo? Prevengo subito la sua obiezione: per ottenere un miracolo bisogna pur pregare Dio o uno dei suoi intermediari, che sarebbero la madonna o i santi, e solo i cattolici chiedono dei miracoli. Se è questa la sua risposta, e non può non essere questa, allora ne deduco che Dio - che sarebbe solo quello cattolico in quanto è il solo Dio che fa miracoli - non tiene in alcun conto colui che, pur degno di essere beneficiato per le sue grandi virtù, che potrebbero essere considerate anche cristiane, tuttavia non appartiene all'area cattolica. Il suo Dio ha bisogno di essere pregato. Ma non le sembra tutto ciò molto antropomorfico? Come se Dio non sapesse che cosa sia giusto fare e dovesse essere pregato per farlo. E infine: perché anche le rivelazioni delle varie madonne avvengono sempre in aree cattoliche? Non sarebbe meglio che una buona volta si rivelasse in aree non cattoliche? Prima di tutto in aree protestanti, che non hanno il culto della madonna, perché così cesserebbe la separazione tra confessioni cristiane. E quale opera di conversione sarebbe quella dell'apparizione della madonna in Paesi non cristiani? Io mi sono immaginato l'apparizione della madonna durante la seduta plenaria del partito comunista cinese.
Ne avrebbero negato l'apparizione, lo interruppe subito il cappellano. L'ideologia, con la menzogna politica, è più forte di qualsiasi evidenza miracolosa. Si sarebbe attribuita l'apparizione ad una sorta di allucinazione collettiva.
Non sono d'accordo, rispose il prof. Petix. Qualcuno in buonafede ci sarebbe comunque. E la verità si espanderebbe. La stessa considerazione si potrebbe fare per i Paesi islamici.
Qui l'apparizione della madonna, obiettò il cappellano, non cambierebbe di granché le cose, perché lei sa bene che gli islamici onorano la madonna come madre del profeta Gesù, a cui riconoscono la verità dei miracoli raccontati nei Vangeli, anche se ne negano la morte per crocifissione e la resurrezione. E, contraddittoriamente, riconoscono come ultimo e maggiore profeta Maometto, anche se a lui non viene riconosciuto alcun miracolo. Questo è vero, ma solo in parte, lo corresse il prof. Petix. Infatti in tutta la loro storia gli islamici non hanno mai riconosciuto i miracoli riconosciuti dai cristiani cattolici. E l'apparizione della madonna, appartenente alla tradizione cristiana, sarebbe un fatto così nuovo che certamente li metterebbe in crisi. E sarebbe ancora più fortemente convincente l'apparizione di Gesù, magari con il simbolo della croce, che gli islamici odiano, perché non venga confuso con altri. Che ne dice?
Che vuole che le dica? rispose il cappellano. A tutte queste sue domande non vi è risposta. Vuol dire che vi è un disegno divino che noi non possiamo conoscere. D'altronde, che merito avrebbero coloro che si convertissero di fronte ad un miracolo talmente evidente? Non vi sarebbe più il merito della fede.
E che merito allora hanno coloro che hanno la fede? replicò il prof. Petix. Se uno la fede non ce l'ha non se la può dare, volendo parafrasare don Abbondio. E poi, chi avesse il privilegio di una apparizione miracolosa da quel momento perderebbe la fede perché non avrebbe più bisogno di averla per credere in Dio. La fede, inoltre, come insegna S. Paolo, è una grazia che viene concessa gratuitamente da Dio. E qui sorge un'altra difficoltà all'interno del cristianesimo, che ha origine da S. Paolo. Il quale predicava per fare proselitismo non accorgendosi che si contraddiceva aggiungendo che la fede in Cristo era una grazia concessa per iniziativa di Dio stesso, e non dell'uomo. Dice Paolo che Dio "usa misericordia con chi vuole e indurisce nel peccato chi vuole".2 "Coloro che predeterminò anche chiamò; quelli che chiamò anche giustificò; quelli che giustificò anche glorificò".3 Dunque, se Dio non mi ha dato la fede, che colpa ne ho? A che serve che lei cerchi di convertirmi se Dio ha già stabilito di negarmela perché tutto è già predeterminato? Preso di sprovvista di fronte a quest'ultima domanda il cappellano si sentì disarmato.
E così proseguì il prof. Petix.
Qui la volevo disse il prof. Petix. Allora per essere migliori di Schweitzer bisogna essere santi, cioè appartenere alla parrocchia cattolica? Non si rende conto che tutto ciò non ha senso? Dio preferirebbe comunque uno che appartiene al cattolicesimo e per questo gli permette dopo la morte di fare dei miracoli quale testimonianza della sua preferenza? Se esiste un paradiso certamente Schweitzer vi abita. Ma poiché non ha fatto miracoli deve essere ritenuto inferiore a qualsiasi santo?
A questo punto il cappellano credette di poter rispondere facilmente osservando: ma nessuno si è mai rivolto a Schweitzer per avere da lui un miracolo.
Anche qui lei non si è accorto di mancare di logica, ribatté subito il prof. Petix. Come si può chiedere un miracolo a Schweitzer se ciò gli è precluso, non da Dio, ma dal papa che ha stabilito, al posto di Dio, che solo i santi, in quanto cattolici, possono fare miracoli? Si accorge che lei si trova in un circolo vizioso? Si è santi perché cattolici, e se non si è cattolici Dio non può permettere che si sia santi. A parte il fatto che anche i cristiani ortodossi nominano i loro santi, anche se con diverse procedure. Ma sono vere quelle dei cattolici o quelle degli ortodossi? E come mai i protestanti non hanno santi? Forse non hanno persone degne di santità?
Qui la risposta è semplice, osservò il cappellano. I protestanti non hanno santi perché rifiutano il culto dei santi.
E chi mi assicura che abbiano ragione i cattolici e non i protestanti? ribatté ancora il prof. Petix.
Hanno ragione i cattolici se i miracoli sono provati e certificati anche da medici. Lo sa bene. La Chiesa è molto severa nelle sue procedure, rimarcò il cappellano.
Torniamo da capo, rispose il prof. Petix. I miracoli avverrebbero solo in campo cattolico perché Dio avrebbe riconosciuto la patente di dichiarazione di santità solo al capo della Chiesa cattolica? Io non voglio discutere sulla veridicità o non dei miracoli. Sto cercando di farle osservare che mi riesce impossibile capire perché Dio permetta che avvengano dei miracoli solo in terre cattoliche e a beneficio di cattolici. Chi non è cattolico non è degno di ottenere un miracolo? Prevengo subito la sua obiezione: per ottenere un miracolo bisogna pur pregare Dio o uno dei suoi intermediari, che sarebbero la madonna o i santi, e solo i cattolici chiedono dei miracoli. Se è questa la sua risposta, e non può non essere questa, allora ne deduco che Dio - che sarebbe solo quello cattolico in quanto è il solo Dio che fa miracoli - non tiene in alcun conto colui che, pur degno di essere beneficiato per le sue grandi virtù, che potrebbero essere considerate anche cristiane, tuttavia non appartiene all'area cattolica. Il suo Dio ha bisogno di essere pregato. Ma non le sembra tutto ciò molto antropomorfico? Come se Dio non sapesse che cosa sia giusto fare e dovesse essere pregato per farlo. E infine: perché anche le rivelazioni delle varie madonne avvengono sempre in aree cattoliche? Non sarebbe meglio che una buona volta si rivelasse in aree non cattoliche? Prima di tutto in aree protestanti, che non hanno il culto della madonna, perché così cesserebbe la separazione tra confessioni cristiane. E quale opera di conversione sarebbe quella dell'apparizione della madonna in Paesi non cristiani? Io mi sono immaginato l'apparizione della madonna durante la seduta plenaria del partito comunista cinese.
Ne avrebbero negato l'apparizione, lo interruppe subito il cappellano. L'ideologia, con la menzogna politica, è più forte di qualsiasi evidenza miracolosa. Si sarebbe attribuita l'apparizione ad una sorta di allucinazione collettiva.
Non sono d'accordo, rispose il prof. Petix. Qualcuno in buonafede ci sarebbe comunque. E la verità si espanderebbe. La stessa considerazione si potrebbe fare per i Paesi islamici.
Qui l'apparizione della madonna, obiettò il cappellano, non cambierebbe di granché le cose, perché lei sa bene che gli islamici onorano la madonna come madre del profeta Gesù, a cui riconoscono la verità dei miracoli raccontati nei Vangeli, anche se ne negano la morte per crocifissione e la resurrezione. E, contraddittoriamente, riconoscono come ultimo e maggiore profeta Maometto, anche se a lui non viene riconosciuto alcun miracolo. Questo è vero, ma solo in parte, lo corresse il prof. Petix. Infatti in tutta la loro storia gli islamici non hanno mai riconosciuto i miracoli riconosciuti dai cristiani cattolici. E l'apparizione della madonna, appartenente alla tradizione cristiana, sarebbe un fatto così nuovo che certamente li metterebbe in crisi. E sarebbe ancora più fortemente convincente l'apparizione di Gesù, magari con il simbolo della croce, che gli islamici odiano, perché non venga confuso con altri. Che ne dice?
Che vuole che le dica? rispose il cappellano. A tutte queste sue domande non vi è risposta. Vuol dire che vi è un disegno divino che noi non possiamo conoscere. D'altronde, che merito avrebbero coloro che si convertissero di fronte ad un miracolo talmente evidente? Non vi sarebbe più il merito della fede.
E che merito allora hanno coloro che hanno la fede? replicò il prof. Petix. Se uno la fede non ce l'ha non se la può dare, volendo parafrasare don Abbondio. E poi, chi avesse il privilegio di una apparizione miracolosa da quel momento perderebbe la fede perché non avrebbe più bisogno di averla per credere in Dio. La fede, inoltre, come insegna S. Paolo, è una grazia che viene concessa gratuitamente da Dio. E qui sorge un'altra difficoltà all'interno del cristianesimo, che ha origine da S. Paolo. Il quale predicava per fare proselitismo non accorgendosi che si contraddiceva aggiungendo che la fede in Cristo era una grazia concessa per iniziativa di Dio stesso, e non dell'uomo. Dice Paolo che Dio "usa misericordia con chi vuole e indurisce nel peccato chi vuole".2 "Coloro che predeterminò anche chiamò; quelli che chiamò anche giustificò; quelli che giustificò anche glorificò".3 Dunque, se Dio non mi ha dato la fede, che colpa ne ho? A che serve che lei cerchi di convertirmi se Dio ha già stabilito di negarmela perché tutto è già predeterminato? Preso di sprovvista di fronte a quest'ultima domanda il cappellano si sentì disarmato.
E così proseguì il prof. Petix.
Nessun
senso della vita ho potuto trarre dal cristianesimo, nonostante la
sua pretesa di assegnarne uno solo agli uomini. E nessun senso della
vita si può trarre dalla conoscenza scientifica. Anzi, essa
congiura contro di esso. Bisogna percorrere altre vie, diverse da
quelle delle religioni cosiddette rivelate.
E quali
vie lei crede che esistano oltre la fede religiosa? Lei non crede
nemmeno nei miracoli, disse il cappellano.
E
infatti è così, disse il prof. Petix. Ma mi sono
lasciato una porta socchiusa verso l'aldilà. Ho letto racconti
di fenomeni paranormali. A causa della mia educazione scientifica
sono costretto a credere solo in ciò che obiettivamente appare
e che non si possa negare nella sua obiettività pur non
potendo essere spiegato sulla base di leggi fisiche. Non nego a
priori che esista qualcosa che la scienza non possa spiegare. So, per
esempio, di noti psichiatri che con l'uso dell'ipnosi riescono a far
regredire nel tempo un soggetto sino a fargli ricordare e descrivere
fatti ed episodi, poi verificati, che sarebbero stati vissuti in vite
precedenti. Ed in tale stato il soggetto è capace di parlare
lingue a lui sconosciute in stato di veglia. Da cui si trarrebbe la
prova della reincarnazione. Allora avevano ragione Pitagora e
Platone? Non lo so. Ma da tutti questi racconti, come da racconti di
voci di defunti registrate su nastri, si trae l'impressione che vi
sia un aldilà senza Dio, senza un supremo giudice creatore
dell'universo. Tranne che qualcuno chiami Dio un'energia a noi
sconosciuta che sarebbe il serbatoio di vite oltre la morte del
corpo. Come vede, se tutto ciò avesse una parvenza di verità,
anche per questo il cristianesimo sarebbe una grossa falsità
in quanto esclude la reincarnazione e prevede la fine del mondo.
Debbo confessare che questi racconti mi hanno sempre affascinato. Sin
da bambino immaginavo di vivere in un vecchio castello tenebroso
frequentato da fantasmi.
Mi
sembra che lei, senza volerlo ammettere, cammini su due diversi
binari, disse il cappellano. Lei pone la fede in contrasto con la
scienza e poi non esclude che esista qualcosa che la scienza non
possa spiegare.
Non è
così, disse il prof. Petix. Non non vuole o non può
intendermi perché a causa del suo cristianesimo non riesce a
capire un possibile aldilà diverso da quello a cui lei è
costretto a credere. Io non ho mai creduto in un aldilà per
fede religiosa. E' impossibile. Ma non escludo che certi fenomeni,
come raccontati da sperimentatori seri, non da ciarlatani, possano
essere la porta, che io chiamo socchiusa, verso un mondo che le leggi
fisiche non possono spiegare. E in ciò non trovo alcun
contrasto con la scienza, se determinati fenomeni, pur inspiegabili
scientifica-mente, appaiono nella loro fisicità. Perché
è la fisicità, controllabile empiricamente, ciò
che conta. I miracoli, invece, non sono verificabili fisicamente,
come le apparizioni di madonne, di santi, che sarebbero ristrette
solo a pochi, che fanno nascere il sospetto fondato che siano degli
allucinati in stato di misticismo.
E
certe guarigioni che la scienza medica non può spiegare a lei
dicono nulla? osservò il cappellano.
Non mi
parli di miracoli in fatto di guarigioni. La medicina non è
una scienza esatta. Crederei in un miracolo se finalmente uno
resuscitasse dopo morte accertata, magari bussando da dentro la bara
mentre in chiesa gli stanno facendo il funerale. E perché
tutti gli asseriti miracoli avvengono sempre in regioni cattoliche?
Come mai i cristiani protestanti non beneficiano mai di miracoli?
Perché
non vi credono e non ne chiedono, disse il cappellano.
Ma si
rende conto di ciò che ha detto? replicò stizzosamente
il prof. Petix. Il suo Dio è così antropomorfico da
fare ridere. Un Dio che ha bisogno di essere pregato. Ma la smetta
per favore. Io credo che nella mia vita più di ogni altro
soggetto avrei meritato di assistere ad un miracolo. Anche senza
trarne per me alcun beneficio. Ma almeno come testimonianza di un
aldilà. Sono vissuto sempre nei dubbi, nella mancanza di
certezze, negli scoramenti, e perciò nel sentimento oscuro di
una mancanza di senso della vita non avendo mai avuto prove dirette
che essa avesse un senso oltre la morte.
Che il
suo sia un Dio, oltre che antropomorfico, anche contraddittorio, si
deduce anche dal famoso e irrisolvibile dilemma teologico: se Dio è
onnipotente allora è autore anche del male; se non è
autore del male allora non è onnipotente. E lei sa bene che la
Chiesa non rinuncia a tutti e due gli attributi: l'onnipotenza, sino
alla capacità di prevedere anche tutto il futuro, e la bontà,
senza la quale Dio sarebbe o autore del male o impotente di fronte al
male. Dilemma che fu chiaramente affacciato dal filosofo positivista
John Stuart Mill.4
1
Per la lettura di vari brani tratti dagli scritti di Schweitzer
cfr.
http://cinerepublic.filmtv.it/albert-schweitzer-rispetto-per-la-vita/758/
Per la biografia cfr.
http://www.siaecm.org/medici_famosi/schweitzer/SIAECM_Documenti_A_SCHWEITZER.htm
2Epistola
ai Romani (9,14).
3Ibid.
(8,30).
4
"Non può esistere un Dio che sia nel contempo
infinitamente buono e infinitamente potente. Se è stato
infinitamente buono non era infinitamente potente, se è stato
infinitamente potente non era infinitamente buono. Per affermare
questo basta esaminare la realtà dell'universo" (Saggi
sulla religione,
I).
,
Nessun commento:
Posta un commento