venerdì 9 maggio 2014

UCRAINA E KOSOVO: DUE PESI E DUE MISURE

I confini di uno Stato, si sa, sono stati stabiliti dalle guerre, che spesso non hanno rispettato gli originari insediamenti etnico-linguistici. Il Kosovo fu originariamente la culla storica dell'antico regno di Serbia (cristiano ortodosso). Poi avvenne una immigrazione dalle confinanti regioni dove la disgraziata dominazione musulmana lasciò, nel suo ritirarsi a iniziare dal 1683, popolazioni che si erano convertite all'islamismo, che fu presente soprattutto nell'odierna Bosnia-Erzegovina e in Albania. Dall'Albania vi fu una immigrazione di albanesi islamici nella regione cristiana del Kosovo, che pertanto diventò una regione a maggioranza musulmana. Ora, vi è da domandarsi, può una immigrazione da diverse regioni costituire un valido motivo storico perché un'altra regione, in questo caso il Kosovo, pretendere di diventare indipendente perché si è formata nel tempo una maggioranza di diversa etnia (albanese) e di diversa religione (musulmana)? Se così fosse lo Stato di cui questa regione aveva sempre fatto parte dovrebbe rinunciare a questa regione. Il che è del tutto assurdo. Perché un flusso immigratorio in una particolare regione diventerebbe il fondamento dell'indipendenza di questa regione. Eppure è avvenuto proprio ciò nel Kosovo a causa dell'insipienza dell'Unione Europea che si fece serva degli Stati Uniti, che usarono le basi americane in Italia per andare a bombardare la Serbia e costringerla a rinunciare al Kosovo. Ci si ricordi che allora vi era in Italia il governo del baffino D'Alema, uno squallido personaggio che, quand'era comunista, lanciava bombe molotov contro la polizia. Evidentemente in Italia bisogna riciclarsi e cambiare colore di pelle come i camaleonti per continuare a fare carriera politica cercando di far dimenticare il proprio passato. 
Ora questa stessa sciagurata Unione Europea, sempre serva degli Stati Uniti, vuole usare due pesi e due misure riguardo all'Ucraina. Non ammette che quel territorio orientale che fu sempre etnicamente e linguistamente russo possa decidere di staccarsi dal resto dell'Ucraina e minaccia ritorsioni nei confronti della Russia, facendo la voce grossa. Ma quali ritorsioni? Di quelle economiche annunciate la Russia di Putin se ne può fare un baffo. E' l'Europa che dipende dalla Russia per quanto riguarda l'importazione di gaz dell'industria di Stato russa Gazsprom. Putin sinora è stato molto equilibrato, e apparentemente rinnciatario. Ma Putin è troppo intelligente per farsi intimorire da questi cani che abbaiano ma non possono mordere perché sanno di avere la museruola che Putin ha posto a tutta l'Europa occidentale. La Russia può fare a meno di tutta l'Europa occidentale, mentre questa non può fare a meno della Russia. L'Ucraina russa si trova in una posizione ancor più vantaggiosa rispetto a quella del Kosovo, dove la maggioranza, per mancanza di preveggenza storica da parte dell'antico regno di Serbia, è di etnia albanese e di religione musulmana, mentre l'Ucraina orientale ha una popolazione russa non a causa di un fenomeno di immigrazione, ma per lontana e originaria appartenenza a quella regione. Non si vede dunque perché, a maggior ragione rispetto al Kosovo, l'Ucraina orientale non possa rivendicare il diritto all'autodeterminazione per rendersi indipendente e confederarsi con la Russia. 
Si sa che la regione che in Italia si chiama Alto Adige, in realtà in Austria, e giustamente per ragioni storiche, è chiamata Sudtirolo, dove la popolazione, sebbene nominalmente di cittadinanza italiana, si sente in realtà austriaca etnicamente e linguistamente. Solo a causa della sconfitta dell'Austria e della Germania nella prima guerra mondiale il Sudtirolo divenne Alto Adige e passò dentro i confini dell'Italia. Qualche decennio fa vi fu un rappresentante della Sudtiroler Volkspatei, Silvius Magnago, che si batteva per il ritorno del Sudtitolo all'Austria, prima chiedendo la secessione da Trento (Los von Trient) e poi la secessione da Roma (Los von Rom). E vi furono anche attentati. Poi l'Italia concesse agli austriaci del Sudtirolo tanti benefici economici e tanta autonomia (a tal punto che i sudtirolesi si sentono ormai uno Stato a parte dentro i confini politici dell'Italia) da far sì che i sudtirolesi finissero con il preferire di rimanere nominalmente dentro l'Italia  per non rinunciare a tali benefici, che sarebbero stati inferiori se si fossero riuniti all'Austria. E nel Sudtirolo gli austriaci non accettano la presenza stabile di italiani, sopportando per convenienza solo quelli che siano di passaggio come turisti.
Ma immaginiamo che gli austriaci del Sudtirolo rivendichino nuovamente l'indipendenza. Che farebbe il governo italiano? Accetterebbe forse un referendum nell'asserito Alto Adige per riconoscerne l'indipendenza e la successiva integrazione nell'Austria? Non credo proprio. E allora perché ha prestato le basi americane da cui partivano gli aerei per bombardare vigliaccamente il Kosovo con il complice governo D'Alema? Non aveva forse la Serbia il diritto di difendere i suoi confini storici? Tanto più che la Serbia ebbe sempre il Kosovo come originaria regione del suo antico regno e non lo conquistò con le armi come fece l'Italia conquistando il Sudtirolo dopo la prima guerra mondiale. 
Diversa è la condizione dell'Ucraina orientale, dove la popolazione russa è popolazione originariamente autoctona, inclusa nell'Ucraina solo per una ingiusta imposizione dei confini dall'allora Unione Sovietica che non faceva differenza tra la Russia propriamente detta e gli Stati che ne fecevano parte. Per questo motivo non vi furono difficoltà nel riconoscere gli attuali confini dell'Ucraina quando in essa furono comprese la Crimea di popolazione e l'Ucraina orientale. Questo avvenne nel 1954 sotto il governo di Kruscev, che non poteva prevedere che 35 anni dopo sarebbe sparita l'Unione Sovietica con la caduta del muro di Berlino. Fu dunque nel 1954 che malamente furono stabiliti i confini dell'Ucraina, di cui ora l'Ucraina deve pagare le conseguenze. 
Ma se i confini di uno Stato dovessero rispettare quelli che per lunga tradizione storica appartennero ad una determinata etnia, senza che questa ne abbia  preso possesso con la guerra, allora all'Italia dovrebbe essere restituita quasi tutta l'Istria e anche la Dalmazia, che, abitata da una popolazione di maggioranza italiana, fu quasi sempre sotto l'influenza della Repubblica Veneta sin dal Medievo, anche se riuscì in vari periodi a rendersi con Ragusa come Repubblica indipendente.               

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