(Dal film Tolgo il disturbo, protagonista Vittorio Gassman, ma la frase è di un altro personaggio).
Questa frase la vorrei rivolgere al papa essendo curioso di conoscere le ulteriori stronzate con cui risponderebbe.
E' attribuita ad un anonimo fiorentino del '400 una dimostrazione dell'esistenza di Dio: "Infatti, se non vi fusse vi dovria essere, porco Dio".
Dimostrazione sbagliata. Bisogna finirla di prendersela sempre con i poveri maiali, che nascono sfortunati (Io sono vegetariano). I maiali sono animali innocenti (come tutti, anche i predatori, che uccidono per motivi di sopravvivenza). La natura è così mal fatta che solo un Dio malefico poteva crearla.
Riprendiamo la favola dei demoni che sarebbero stati in origine degli angeli ribellatisi a Dio. Io interpreto la ribellione come avversione ad un Dio malefico. Gli angeli ribelli avevano capito che il vero demonio era Dio e non volevano essere coinvolti nelle sue malefatte. "Se un Dio ha creato il mondo non vorrei essere io quel Dio. Le miserie del mondo mi strazierebbero l'animo"( A. Schopenhauer, Pensieri e frammenti).
Io aggiungo una mia vecchia dimostrazione della non esistenza di Dio: "Io concepisco un mondo migliore di quello esistente, e se fossi Dio l'avrei creato migliore. Dunque io sono migliore di Dio. Ma poiché non sono Dio, Dio non esiste".
Canta Jago nell'Otello di Verdi: "Credo in un dio crudel...E con la morte il nulla"
Quasi tutta l'umanità deriva da un dio crudele. Quelli che, come me, non gli assomigliano si sono ribellati a lui.
Mi ricordo che avevo al massimo 30 anni quando lessi di Kierkegaard (uomo dalla profonda fede cristiana, ma non aderente ad alcuna chiesa, nemmeno protestante) La malattia mortale, che è la disperazione (dalla quale secondo Kierkegaard ci si può salvare solo con un "disperato salto nell'assurdo", che è la fede nell'esistenza del Dio cristiano.
Ne trassi questa tragica barzelletta.
Nel mondo della non esistenza si incontrano due non enti. Il primo domanda al secondo: Hai saputo? E' stata scoperta una terribile malattia.
Davvero? E come si chiama? domanda il secondo non ente.
VITA. E dicono che sia mortale.
Morale.
Meglio non nascere per non contrarre questa terribile malattia.
E' attribuita ad un anonimo fiorentino del '400 una dimostrazione dell'esistenza di Dio: "Infatti, se non vi fusse vi dovria essere, porco Dio".
Dimostrazione sbagliata. Bisogna finirla di prendersela sempre con i poveri maiali, che nascono sfortunati (Io sono vegetariano). I maiali sono animali innocenti (come tutti, anche i predatori, che uccidono per motivi di sopravvivenza). La natura è così mal fatta che solo un Dio malefico poteva crearla.
Riprendiamo la favola dei demoni che sarebbero stati in origine degli angeli ribellatisi a Dio. Io interpreto la ribellione come avversione ad un Dio malefico. Gli angeli ribelli avevano capito che il vero demonio era Dio e non volevano essere coinvolti nelle sue malefatte. "Se un Dio ha creato il mondo non vorrei essere io quel Dio. Le miserie del mondo mi strazierebbero l'animo"( A. Schopenhauer, Pensieri e frammenti).
Io aggiungo una mia vecchia dimostrazione della non esistenza di Dio: "Io concepisco un mondo migliore di quello esistente, e se fossi Dio l'avrei creato migliore. Dunque io sono migliore di Dio. Ma poiché non sono Dio, Dio non esiste".
Canta Jago nell'Otello di Verdi: "Credo in un dio crudel...E con la morte il nulla"
Otello Libretto: Atto Secondo
opera.stanford.edu/iu/libretti/verotel2.html
14/feb/1997 - Credo in un Dio crudel che m'ha creato simile a sè e che nell'ira io nomo. Dalla viltà d'un germe o d'un atòmo vile son nato. Son scelleratoMi ricordo che avevo al massimo 30 anni quando lessi di Kierkegaard (uomo dalla profonda fede cristiana, ma non aderente ad alcuna chiesa, nemmeno protestante) La malattia mortale, che è la disperazione (dalla quale secondo Kierkegaard ci si può salvare solo con un "disperato salto nell'assurdo", che è la fede nell'esistenza del Dio cristiano.
Ne trassi questa tragica barzelletta.
Nel mondo della non esistenza si incontrano due non enti. Il primo domanda al secondo: Hai saputo? E' stata scoperta una terribile malattia.
Davvero? E come si chiama? domanda il secondo non ente.
VITA. E dicono che sia mortale.
Morale.
Meglio non nascere per non contrarre questa terribile malattia.
Voglio dire pubblicamente al dott.Pietro Melis che della sua figura ed il suo pensiero non conformisticamente allineabili a qualsivoglia etichetta, faccio monumentale esempio di libertà intellettuale. Con grande stima. Francesco
RispondiEliminaGrazie. Infatti sono stato sempre un libertino. "Libertini" venivano chiamati in Francia i liberi pensatori (come Helvetius, La Mettrie, D'Holbach,materialisti). Poi il termine ebbe un altro significato. Ma io sono stato libertino in tutti e due i significati.La fedeltà del maschio è contro natura. Lo disse implicitamente anche Aristotele quando scrisse (Metafisica, I, 6) una apparente ovvietà, che il maschio può fecondare più femmine, mentre la femmina può essere fecondata da un solo maschio. Ma io ho cercato sempre di evitare di fecondare le donne per non avere rottura di coglioni in più in questa vita.Mi sono preso da esse solo il piacere evitando complicazioni di vita. La gente fa figli per cercare di dare un senso alla vita, che scientificamente non ne ha alcuno. E così si crea delle responsabilità per darsi l'illusione di avere uno scopo nella vita. Ma così continua la staffetta della morte. I genitori consegnano ai figli il testimone della morte. Solo per gli animali non umani la vita ha un senso perché non possono porsi la domanda "che senso ha la vita?" L'uomo è una aberrazione della natura.Tranne pochi come me (presunzione a parte).
RispondiEliminaSono d'accordo con lei professore,è inverosimile che un Dio abbia potuto concepire un mondo con tanta sofferenza,pertanto io non mi ritengo credente, ma dal momento che viviamo, secondo me è inutile piangersi addosso, meglio seguire l'istinto di sopravvivenza con serenità.
RispondiEliminaBelle le citazioni dei filosofi, io condivido il pensiero di Schopenhauer, meno la sua personalità.
"La gente fa figli per cercare di dare un senso alla vita ..."
RispondiEliminaMi permetto di dissentire. I figli non si fanno per dare un senso alla propria vita ma per istinto, perché i figli sono carucci, perché così è sempre stato ecc. Insomma, non proprio per dare un senso. I figli si sono sempre fatti perché lo dettava la natura o l'istinto e perché effettivamente danno anche (ovviamente non solo) soddisfazioni. E poi, suvvia, una bella ragazza fa sempre piacere, dobbiamo ringraziare i genitori di averla messa al mondo e di avercela procurata.
Il mondo è quello che è, fa schifo ma è anche bello (pensi ai suoi cani e gatti, ma ci sono anche paesaggi da favola e versi sublimi - L'infinito, per esempio, che a Lei piace tanto).
Veniamo al mondo non per nostra volontà, ma una volta che ci siamo ... non vogliamo più andarcene, nonostante tutto. Anche Leopardi e Schopenhauer, personaggi non troppo allegri, non volevano levare il disturbo anzitempo.
P.S. Ciao Francesco, piacere di trovarti da queste parti, "in partibus infidelium".
Io mi piango addosso anche perché esistono giudici corrotti che in una vicenda civile che sta durando da 16 anni stanno continuando a dare ragione ad un farabutto di liquidatore che mi ha venduto la proprietà (in una società in cui avevo il 66%) per un errore materiale (nemmeno giuridico) della sua nomina dove risulto consenziente mentre dagli atti del giudizio risultavo nettamente contrario. E trovo "giudici" incapaci di porre rimedio a questo terribile errore. Giudici ammanigliati con questo ex liquidatore che continua ad essere curatore fallimentare e perciò in grande confidenza con tutti i giudici che passano per la sezione fallimentare del Tribunale. Ma proprio questa vicenda mi dà energia per non darmi vinto. Andrò in Cassazione, anche se quelli che provengono dalla Cassazione provengono dalla Corte d'Appello senza concorsi e senza esami, cosicché vi è un guazzabuglio di sentenze contrastanti tra una sezione e l'altra della Cassazione, sino a quando con grande comodità dopo tanti anni interviene la Cassazione a Sezioni Unite per risolvere gli orientamenti contrastanti nella giurisprudenza. Un casino di giustizia. E non si vuole introdurre la responsabilità civile DIRETTA dei "giudici" quando facciano sentenze dettate non solo da dolo (praticamente indimostrabile) ma anche "da ignoranza o vizi logici inescusabili" (art. 1 Provvedimenti disciplinari). Vi sono più pazzi tra i giudici che fuori dei loro palazzacci. Meriterebbero una visita psichitrica dopo certe sentenze. Ho tradotto la mia vicenda in un romanzo thriller: "E GIUSTIZIA INFINE FU FATTA. Sette giudici uccisi in sette giorni". Forse ce l'hanno con me anche per questo. Li avevo già sputtanati in un precedente libro: "IO NON VOLEVO NASCERE. Un mondo senza certezze e senza giustizia".
RispondiEliminaSe i figli si fanno perché li detta la natura allora quelli che li fanno sono al livello della pura animalità. Questo non contraddice ciò che ho scritto. Molti nascono per sbaglio o per istinto animale di accoppiamento. Per chi li vuole vale il mio ragionamento. Infatti sono "carucci" (il che è da dimostrare) e servono a riempire la vita senza senso. E come mai io sono riuscito a sottrarmi all'animalità? In un mio libro autobiografico ("Io non volevo nascere" ho raccontato di un "incidente sul lavoro" che lasciò incinta una ragazza non per colpa mia. Volle insistere lei contro la mia volontà dopo essersi procurata lei stessa un preservativo. Che si ruppe. Mi dovetti arrampicare sugli specchi per convincerla ad abortire in una clinica privata quando l'aborto era ancora illegale. Il pensiero di avere un figlio non voluto mi terrorizzava. Ad uno che gli aveva domandato perché non avesse voluto figli Indro Montanelli rispose: Sa, non si sa mai chi ci si mette in casa. Nessuno ha chiesto di nascere. E consolarsi con bei paesaggi per me è una sciocchezza. Io mi consolavo solo con una scopata con una bella figa. Gli animali non umani non si suicidano perché rispettano la legge naturale che vuole che ogni organismo vivente tenda alla sua autoconservazione. E' una trasposizione del primo principio della dinamica. Il suicidio è un fatto culturale e non naturale. Avviene quando interviene un corto circuito nell'esistenza che prende i sopravvento culturale sulla legge naturale. Il corto circuito impedisce di continuare a conseguire quei beni che avevamo e che abbiamo perso o che non abbiamo mai avuto. "Non è un bene la vita ma il vivere bene" (Seneca, La dottrina morale).
RispondiEliminaP.S. Non è vero che i mie cani e gatti mi abbiano reso bella l'esistenza. Al contrario: me l'hanno resa più triste perché prima o dopo mi hanno fatto tutti soffrire nella loro malattia ed agonia. Non ci si abitua mai di fronte alla morte. E peggio della morte è l'agonia per malattia. Vi è sempre una scusa per morire, anche di vecchiaia. Tutti i bei ricordi che ne ho sono cancellati irrimediabilmente dal ricordo della loro fine, che cerco di rimuovere.Non ho mai voluto né cani né gatti. Sono stati sempre essi a cercare me perché abbandonati e salvati dalla strada.
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