domenica 6 luglio 2014

GIORGIO FALETTI: FU VERA GLORIA? AI POSTERI LA NON ARDUA SENTENZA

Oggi sembra che il merito (non dico il successo) dipenda dall'apparire e non dall'essere. Dipende il merito di uno scrittore dall'aver venduto milioni di copie? Allora bisognerebbe sapere quante copie abbia venduto Italo Calvino ogni volta che pubblicava un libro. Io non lo so. Ma penso che abbia venduto molto meno di Faletti. Passerà Faletti alla storia della letteratura italiana? Non lo so. Ma lo escluderei. Bisognerebbe prima di tutto sapere di che livello sia il suo italiano. Io non posso giudicarlo. Infatti non leggo romanzi perché non mi danno conoscenze. Chi legge romanzi rimane ignorante se lo era già. Vi è tuttavia da nutrire sempre il sospetto che il merito non esista quando è accompagnato da un successo dovuto all'apparire. Faletti è stato un factotum, comico da cabaret, attore, cantante, compositore di musica leggera, etc., etc. E allora mi viene in mente una frase di Hegel: "Chi vuol qualcosa di grande si limiti. Chi vuol troppo vuol niente e si riduce al niente" (Scienza della logica). Il tempo è giustiziere. Che Faletti sia ridotto al niente? Ai posteri (e anche ai non posteri) la non ardua sentenza.   Però sono d'accordo con il commento di Debora Billi (M5S): "Se n'è andato Giorgio, quello sbagliato" 
Lascerà Faletti memoria di sé nel tempo? Mah! Ne dubito. Comunque, male non ha fatto. Chi invece ne ha fatto anche tanto e lascerà purtroppo memoria di sé è l'altro Giorgio. Ma solo per meritarsi la damnatio memoriae.     

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