Questo deficiente sindaco di Roma ha detto che è giusto premiare l'amore. E dunque, in violazione della legge, per cui dovrebbe essere dichiarato decaduto da sindaco e cacciato via, si è inventato un registro senza alcun valore legale per formalizzare un'unione civile tra pederasti e tra lesbiche. Avrebbe dovuto dire esplicitamente che è giusto premiare l'inculamento.
Pezzo di merda di sindaco! Sai bene che negli articoli del Codice Civile che debbono essere letti dal sindaco o dal suo sostituto (artt. 143,144,147) non appare affatto la parola "amore", che appare invece nel matrimonio religioso ma solo come preambolo agli articoli suddetti. Infatti due possono sposarsi anche senza amore, per puro interesse. E i matrimoni fondati sull'interesse sono i più sicuri. Molti si sposano confondendo la fase dell'innamoramento con l'amore. E che cos'è l'innamoramento? Giù la maschera ipocriti. E' attrazione fisica. L'ha ben spiegato Schopenhauer (che non si sposò) in Metafisica dell'amore. Schopenhauer inviò alle sue poche conoscenze un biglietto di lutto in cui annunciava la perdita del suo unico vero amore: un cane barbone. L'innamoramento può durare al massimo un anno. Può durare anche di più se i due non convivono. La convivenza porta alla fine dell'innamoramento. Subentra l'abitudine e il cosiddetto amore diventa "dovere coniugale". E i figli, al contrario di quanto avveniva in passato, non sono più motivo di salvezza del matrimonio. Anzi, più spesso sono la causa della fine di esso. Subentra infatti un interesse principale per il figlio piuttosto che per il coniuge, che (come diceva Gassman in un film di cui non ricordo il titolo) in fondo non ti è parente. Questo interesse è più forte nella donna che può convincersi anche che il figlio sia solo suo per avere impiegato nove mesi per farlo, mentre l'uomo può averlo fatto anche in pochi minuti. Al limite anche in pochi secondi. Una botta e via. Nel mondo animale solo tra gli uccelli può esistere, ma non sempre, la convivenza, e solo per il periodo necessario per nutrire la prole dandosi il cambio tra maschio e femmina anche nella custodia del nido. Tra i mammiferi non esiste convivenza tra maschio e femmina, la quale viene abbandonata dopo essere rimasta incinta. Con i figli se la sbriga da sola perché il maschio sparisce non sapendo nemmeno di essere diventato padre. Ha fatto il suo dovere per la riproduzione della specie, e poi bata. Passa ad altre femmine. Dunque il matrimonio (in genere la convivenza) è contro natura. Ma allora perché ci si sposa se la donna non ha bisogno dell'uomo dopo essere rimasta incinta? Intervengono altri fattori che nel tempo non hanno più a che fare con l'amore (se vi è stato all'inizio). Subentra (se subentra) un rapporto di affezione e di buone abitudini se continua la compatibilità di caratteri, senza la quale interviene la separazione con conseguente possibile divorzio. E' la fase dell'innamoramento che frega soprattutto le donne. In tale fase tutti e due, ma più l'uomo che la donna, cercano di nascondere i loro veri caratteri per farsi accettare o mettono ciecamente da parte la divergenza di caratteri. Quando da fidanzati ognuno torna a casa sua tutto appare più semplice. Il contrasto di caratteri non affiora. Può continuare la finzione reciproca. Ma quando poi si arriva alla convivenza allora nascono i guai. La vita in comune fa affiorare le divergenze. Si aggiungano le miserie quotidiane del dover dare priorità a tante cose materiali di radice economica che possono portare all'indifferenza sessuale o al rapporto sessuale privo ormai di entusiasmo. Ci si sposa all'inizio per innamoramento ma con l'inconscia paura della vita in solitudine. La paura della solitudine è la molla più forte che spinge al matrimonio e che più lo fa durare...finché dura. "Credevo fosse amore e invece era un calesse" (film di Massimo Troisi). Si pensa alla vecchiaia e ad una reciproca assistenza. Ma si noti come l'art. 143 imponga qualcosa che è contro natura: la fedeltà. Che gliene deve importare allo Stato della fedeltà tra i coniugi? Nulla. Sono affari dei coniugi (che brutta parola! dà il senso di essere legati con una fune) e lo Stato non deve intromettersi in questioni che debbono essere lasciate alla volontà della coppia. Infatti due potrebbero anche sposarsi per interesse e promettersi infedeltà reciproca con un matrimonio aperto. La noia di un matrimonio può portare, si sa e non si faccia finta di non saperlo, ad uno scambio di coppie. E se l'infedeltà non è reato mi domando perché lo Stato debba richiedere la fedeltà a chi si sposa. Lo Stato può intromettersi solo negli aspetti materiali del matrimonio (tutto ciò che riguarda l'aspetto economico) e finché il matrimonio dura. Come può lo Stato richiedere la fedeltà se allo stesso tempo ammette il divorzio? E' una contraddizione. Può intromettersi nelle conseguenze del divorzio sempre in relazione agli aspetti economici soprattutto se vi sono figli. Perciò la parola "fedeltà" deve essere cancellata nell'art. 143.
A chi conviene il matrimonio? Per il Codice Civile e la successiva legge sul diritto di famiglia conviene alla donna, quasi sempre la parte più debole economicamente. Infatti anche per questo i divorzi sono richiesti per l'80% dalle donne. Per esse il matrimonio è un affare economico anche dopo il matrimonio. Soprattutto in relazione ad una pensione di reversibilità anche in caso di divorzio. Infatti alla donna divorziata spetta una pensione di reversibilità che sia proporzionale agli anni di convivenza se l'ex marito si risposa (con altra). Dunque la seconda moglie potrebbe ricevere una pensione di reversibilità inferiore rispetto a quella della prima moglie. E ciò vale anche per quanto riguarda l'eredità perchè anche la prima moglie può pretendere, dividendola con la seconda moglie e con i figli, di avere una parte della cosiddetta legittima, che vale solo per coniugi e figli. Molti uomini si sono rovinati con il matrimonio dopo la separazione perché hanno dovuto lasciare la casa alla ex moglie soprattutto se vi sono figli. Sono stati costretti ad andare a vivere in affitto e a pagare un assegno di mantenimento per la ex moglie e il figlio. Alcuni si sono rovinati a tal punto da non poter nemmeno permettersi una seconda casa.
Ma torniamo all'amore, la grossa trappola che è all'origine della fine di molti matrimoni. Mi sono sempre domandato in che cosa consista l'amore in una coppia. Si tratta di un termine improprio perché maschera il suo contrario, il più grande egoismo che si esprime nel senso di possesso di uno da parte dell'altra e viceversa. Quando viene a mancare per vari motivi (tra cui la noia con la fine dell'attrazione sessuale) l'interesse al possesso cessa con esso il matrimonio, che può continuare formalmente, cioè per pura facciata, solo per acquisita abitudine o reciproca convenienza, che inducono ad evitare le complicazioni materiali in caso di divorzio, soprattutto se alla donna non convenga economicamente il divorzio. In altri casi il matrimonio può durare anche dopo il cosiddetto amore perché può rimanere un rapporto d'affetto e di stima, pur accompagnato da noia. Ma l'amore non esiste più. Non vi è più passione. "Tutto il resto è noia. Non ho detto gioia. Ho detto noia, noia. Maledetta noia".
L'amore è tale solo fuori del rapporto di coppia. Anche quello tra genitori e figli è un amore interessato e perciò egoistico. Interessato da parte dei genitori perché vedono nei figli una illusione di sopravvivenza, e interessato da parte dei figli perché dipendono materialmente dai genitori sino a quando diventino economicamente indipendenti. Ma allora non esiste l'amore? Sì, ma se è disinteressato. In famiglia non può esistere amore. Vale per l'amore quanto Aristotele scrisse sull'amicizia in due libri dell'Etica nicomachea ponendo come condizione di essa il disinteresse. Non vi può essere amicizia tra genitori e figli, tra superiore e inferiore, tra ricco e povero. Ma l'amore, disinteressato, si distingue dall'amicizia, anch'essa disinteressata, perché si può avere amore per essere inferiori, almeno da parte di coloro che nutrono un sentimento d'amore per persone bisognose d'aiuto. Ma questo sentimento non può essere imposto per legge. Pertanto non si può imporre per legge amore per gli esseri umani confondendo la morale (basata sul sentimento) con il diritto (basato sulla ragione). Ma il sentimento d'amore, parafrasando don Abbondio, se uno non ce l'ha non se lo può dare.
Ma esiste un vero amore che possa essere considerato come amore familiare al di là di quel vago sentimento d'amore che la morale indirizza verso le persone soprattutto se bisognose, trattandosì in tal caso più che di amore di carità? Esiste, e lo posso documentare sulla base della mia esperienza. L'amore che ho nutrito disinteressatamente per i miei familiari non umani. Amore che superava le sofferenze che in cambio essi mi davano sempre lasciandomi lasciando la vita. Perché non ci si abitua mai alla morte di chi si ama. Io non avrei mai voluto avere simili familiari non umani sapendo che mi avrebbero intristito la vita lasciandomi. Avrei potuto farne a meno e la mia vita sarebbe stata migliore anche perché libera e non legata ad essi. Ma sono stati essi a cercare me ogni volta non potendo sottrarmi in determinate circostanze ad accoglierli nella mia vita. Dovrei odiarli per avermi reso la vita peggiore, e invece li amo tuttora nel mio ricordo. Questo è amore. Il resto è solo impostura d'amore. E per chi non ama gli animali non umani vale tuttavia, oltre il sentimento, la norma razionale del rispetto della vita degli innocenti, perché solo tutti gli animali non umani sono innocenti. Anche i predatori sono innocenti perché uccidono solo per motivi di sopravvivenza e non per crudeltà come fa l'uomo, corrotto nella natura dalla cultura. Colpevoli sono soltanto gli uomini. Per questo non ho avuto mai amore per gli esseri umani ma solo per quelli non umani.
@gasparri@tin.itPezzo di merda di sindaco! Sai bene che negli articoli del Codice Civile che debbono essere letti dal sindaco o dal suo sostituto (artt. 143,144,147) non appare affatto la parola "amore", che appare invece nel matrimonio religioso ma solo come preambolo agli articoli suddetti. Infatti due possono sposarsi anche senza amore, per puro interesse. E i matrimoni fondati sull'interesse sono i più sicuri. Molti si sposano confondendo la fase dell'innamoramento con l'amore. E che cos'è l'innamoramento? Giù la maschera ipocriti. E' attrazione fisica. L'ha ben spiegato Schopenhauer (che non si sposò) in Metafisica dell'amore. Schopenhauer inviò alle sue poche conoscenze un biglietto di lutto in cui annunciava la perdita del suo unico vero amore: un cane barbone. L'innamoramento può durare al massimo un anno. Può durare anche di più se i due non convivono. La convivenza porta alla fine dell'innamoramento. Subentra l'abitudine e il cosiddetto amore diventa "dovere coniugale". E i figli, al contrario di quanto avveniva in passato, non sono più motivo di salvezza del matrimonio. Anzi, più spesso sono la causa della fine di esso. Subentra infatti un interesse principale per il figlio piuttosto che per il coniuge, che (come diceva Gassman in un film di cui non ricordo il titolo) in fondo non ti è parente. Questo interesse è più forte nella donna che può convincersi anche che il figlio sia solo suo per avere impiegato nove mesi per farlo, mentre l'uomo può averlo fatto anche in pochi minuti. Al limite anche in pochi secondi. Una botta e via. Nel mondo animale solo tra gli uccelli può esistere, ma non sempre, la convivenza, e solo per il periodo necessario per nutrire la prole dandosi il cambio tra maschio e femmina anche nella custodia del nido. Tra i mammiferi non esiste convivenza tra maschio e femmina, la quale viene abbandonata dopo essere rimasta incinta. Con i figli se la sbriga da sola perché il maschio sparisce non sapendo nemmeno di essere diventato padre. Ha fatto il suo dovere per la riproduzione della specie, e poi bata. Passa ad altre femmine. Dunque il matrimonio (in genere la convivenza) è contro natura. Ma allora perché ci si sposa se la donna non ha bisogno dell'uomo dopo essere rimasta incinta? Intervengono altri fattori che nel tempo non hanno più a che fare con l'amore (se vi è stato all'inizio). Subentra (se subentra) un rapporto di affezione e di buone abitudini se continua la compatibilità di caratteri, senza la quale interviene la separazione con conseguente possibile divorzio. E' la fase dell'innamoramento che frega soprattutto le donne. In tale fase tutti e due, ma più l'uomo che la donna, cercano di nascondere i loro veri caratteri per farsi accettare o mettono ciecamente da parte la divergenza di caratteri. Quando da fidanzati ognuno torna a casa sua tutto appare più semplice. Il contrasto di caratteri non affiora. Può continuare la finzione reciproca. Ma quando poi si arriva alla convivenza allora nascono i guai. La vita in comune fa affiorare le divergenze. Si aggiungano le miserie quotidiane del dover dare priorità a tante cose materiali di radice economica che possono portare all'indifferenza sessuale o al rapporto sessuale privo ormai di entusiasmo. Ci si sposa all'inizio per innamoramento ma con l'inconscia paura della vita in solitudine. La paura della solitudine è la molla più forte che spinge al matrimonio e che più lo fa durare...finché dura. "Credevo fosse amore e invece era un calesse" (film di Massimo Troisi). Si pensa alla vecchiaia e ad una reciproca assistenza. Ma si noti come l'art. 143 imponga qualcosa che è contro natura: la fedeltà. Che gliene deve importare allo Stato della fedeltà tra i coniugi? Nulla. Sono affari dei coniugi (che brutta parola! dà il senso di essere legati con una fune) e lo Stato non deve intromettersi in questioni che debbono essere lasciate alla volontà della coppia. Infatti due potrebbero anche sposarsi per interesse e promettersi infedeltà reciproca con un matrimonio aperto. La noia di un matrimonio può portare, si sa e non si faccia finta di non saperlo, ad uno scambio di coppie. E se l'infedeltà non è reato mi domando perché lo Stato debba richiedere la fedeltà a chi si sposa. Lo Stato può intromettersi solo negli aspetti materiali del matrimonio (tutto ciò che riguarda l'aspetto economico) e finché il matrimonio dura. Come può lo Stato richiedere la fedeltà se allo stesso tempo ammette il divorzio? E' una contraddizione. Può intromettersi nelle conseguenze del divorzio sempre in relazione agli aspetti economici soprattutto se vi sono figli. Perciò la parola "fedeltà" deve essere cancellata nell'art. 143.
A chi conviene il matrimonio? Per il Codice Civile e la successiva legge sul diritto di famiglia conviene alla donna, quasi sempre la parte più debole economicamente. Infatti anche per questo i divorzi sono richiesti per l'80% dalle donne. Per esse il matrimonio è un affare economico anche dopo il matrimonio. Soprattutto in relazione ad una pensione di reversibilità anche in caso di divorzio. Infatti alla donna divorziata spetta una pensione di reversibilità che sia proporzionale agli anni di convivenza se l'ex marito si risposa (con altra). Dunque la seconda moglie potrebbe ricevere una pensione di reversibilità inferiore rispetto a quella della prima moglie. E ciò vale anche per quanto riguarda l'eredità perchè anche la prima moglie può pretendere, dividendola con la seconda moglie e con i figli, di avere una parte della cosiddetta legittima, che vale solo per coniugi e figli. Molti uomini si sono rovinati con il matrimonio dopo la separazione perché hanno dovuto lasciare la casa alla ex moglie soprattutto se vi sono figli. Sono stati costretti ad andare a vivere in affitto e a pagare un assegno di mantenimento per la ex moglie e il figlio. Alcuni si sono rovinati a tal punto da non poter nemmeno permettersi una seconda casa.
Ma torniamo all'amore, la grossa trappola che è all'origine della fine di molti matrimoni. Mi sono sempre domandato in che cosa consista l'amore in una coppia. Si tratta di un termine improprio perché maschera il suo contrario, il più grande egoismo che si esprime nel senso di possesso di uno da parte dell'altra e viceversa. Quando viene a mancare per vari motivi (tra cui la noia con la fine dell'attrazione sessuale) l'interesse al possesso cessa con esso il matrimonio, che può continuare formalmente, cioè per pura facciata, solo per acquisita abitudine o reciproca convenienza, che inducono ad evitare le complicazioni materiali in caso di divorzio, soprattutto se alla donna non convenga economicamente il divorzio. In altri casi il matrimonio può durare anche dopo il cosiddetto amore perché può rimanere un rapporto d'affetto e di stima, pur accompagnato da noia. Ma l'amore non esiste più. Non vi è più passione. "Tutto il resto è noia. Non ho detto gioia. Ho detto noia, noia. Maledetta noia".
Franco Califano - tutto il resto è noia - (HD) - YouTube
Io consiglio a tutti quelli che si vogliono sposare di non essere degli incoscienti decidendosi a questo pericoloso passo sulla base dell'innamoramento. Uomo e donna dovrebbero prima convivere per un certo numero di anni prima di sposarsi, e ciò al fine di stabilire se, passata la fase della trappola dell'innamoramento, vi sia qualcosa di più importante dell'amore quale fondamento del rapporto a due. E la cosa più importante è la compatibilità di caratteri. Non si cerchi il sesso nel matrimonio quale fattore principale. Meglio non sposarsi. Tranne che non si voglia lasciare allo Stato la pensione di reversibilità. Per il sesso meglio andare a puttane. Sono quasi tutte belle e giovani e costano meno di una moglie. Per questo ho sempre considerato le puttane delle assistenti sociali. Esse non discriminano tra uomini belli e brutti, tra intelligenti e cretini, tra ricchi e poveri. E offrono molto più di quanto possa dare una moglie, con cui normalmente si hanno delle inibizioni sessuali in fatto di fantasie erotiche, che, se vi sono state prima del matrimonio, sono destinate a sparire con esso.L'amore è tale solo fuori del rapporto di coppia. Anche quello tra genitori e figli è un amore interessato e perciò egoistico. Interessato da parte dei genitori perché vedono nei figli una illusione di sopravvivenza, e interessato da parte dei figli perché dipendono materialmente dai genitori sino a quando diventino economicamente indipendenti. Ma allora non esiste l'amore? Sì, ma se è disinteressato. In famiglia non può esistere amore. Vale per l'amore quanto Aristotele scrisse sull'amicizia in due libri dell'Etica nicomachea ponendo come condizione di essa il disinteresse. Non vi può essere amicizia tra genitori e figli, tra superiore e inferiore, tra ricco e povero. Ma l'amore, disinteressato, si distingue dall'amicizia, anch'essa disinteressata, perché si può avere amore per essere inferiori, almeno da parte di coloro che nutrono un sentimento d'amore per persone bisognose d'aiuto. Ma questo sentimento non può essere imposto per legge. Pertanto non si può imporre per legge amore per gli esseri umani confondendo la morale (basata sul sentimento) con il diritto (basato sulla ragione). Ma il sentimento d'amore, parafrasando don Abbondio, se uno non ce l'ha non se lo può dare.
Ma esiste un vero amore che possa essere considerato come amore familiare al di là di quel vago sentimento d'amore che la morale indirizza verso le persone soprattutto se bisognose, trattandosì in tal caso più che di amore di carità? Esiste, e lo posso documentare sulla base della mia esperienza. L'amore che ho nutrito disinteressatamente per i miei familiari non umani. Amore che superava le sofferenze che in cambio essi mi davano sempre lasciandomi lasciando la vita. Perché non ci si abitua mai alla morte di chi si ama. Io non avrei mai voluto avere simili familiari non umani sapendo che mi avrebbero intristito la vita lasciandomi. Avrei potuto farne a meno e la mia vita sarebbe stata migliore anche perché libera e non legata ad essi. Ma sono stati essi a cercare me ogni volta non potendo sottrarmi in determinate circostanze ad accoglierli nella mia vita. Dovrei odiarli per avermi reso la vita peggiore, e invece li amo tuttora nel mio ricordo. Questo è amore. Il resto è solo impostura d'amore. E per chi non ama gli animali non umani vale tuttavia, oltre il sentimento, la norma razionale del rispetto della vita degli innocenti, perché solo tutti gli animali non umani sono innocenti. Anche i predatori sono innocenti perché uccidono solo per motivi di sopravvivenza e non per crudeltà come fa l'uomo, corrotto nella natura dalla cultura. Colpevoli sono soltanto gli uomini. Per questo non ho avuto mai amore per gli esseri umani ma solo per quelli non umani.
sindaco@comune.roma.it
a Wladimiro Guadagno (detto Luxuria) nel suo blog
a Mentana (nel suo blog dentro il settimanale OGGI)
A Maurizio Gasparri
lei si è fatto mettere in mezzo da uno stronzo come Mentana (trasmissione bersaglio mobile) e da un individuo che pretende di essere donna pur avendo il cazzo. Pretendeva di andare a pisciare nei gabinetti per donna quando era deputato, nonostante le proteste giuste di Elisabetta Gardini. Stronzo Mentana anche per il solo fatto di avere abusato della solita stronzata (non senso linguistico) del dire che si nasce dall'amore e che dunque la vita è un dono. Amore per chi? Per chi non esiste e non ha chiesto di nascere? Dono a chi? A chi non esiste e dunque non ha chiesto e non può ricevere il dono? Manca il ricevente. E dunque non vi può essere dono. Bastava questa considerazione per distruggere tutte le schifezze sostenute da questi due individui. E poi, come al solito, non si ha il coraggio di dire che i pederasti pretendono che sia naturale incularsi e cancellare la distinzione naturale tra il culo e la vagina. Ma non hanno il coraggio di dirlo nascondendosi ipocritamente dietro eufemismi. E invece sono proprio questi eufemisimi che bisogna demolire usando termini come "incularsi", di fronte ai quali verrebbero messi alle corde e smascherati. Il Mentana ha detto un'altra stronzata. Di fronte alla sua giusta obiezione "se il padre biologico rivendicasse la paternità che cosa si dovrebbe fare?" il Mentana ha risposto follemente: bisognerebbe per legge fargli mettere per iscritto che rinuncia a far valere la sua paternità. Siamo veramene all'assurdo. Non si tiene conto da parte di questi pazzi che in questo modo si vuole precostituire la negazione del diritto del futuro figlio di conoscere il suo padre biologico anche se lo volesse sapere. Ognuno ha il diritto di conoscere la sua vera ascendenza, diritto che non può essere negato dall'egoismo di pazzi anormali anche fisicamente che pretendono ad ogni costo un figlio, quando questo diritto in natura non esiste. E' solo un'invenzione umana. E poi come la mettiamo quando sia necessaria una anamnesi medica al fine di conoscere quali malattie uno possa avere ereditato? Se un medico domanda: quali malattie hanno avuto i suoi genitori? Che si risponde a proposito di un genitore biologico che manca perché sconosciuto? Non aggiungo altro perché ho trattato varie volte questo schifoso e pazzesco argomento.
lei si è fatto mettere in mezzo da uno stronzo come Mentana (trasmissione bersaglio mobile) e da un individuo che pretende di essere donna pur avendo il cazzo. Pretendeva di andare a pisciare nei gabinetti per donna quando era deputato, nonostante le proteste giuste di Elisabetta Gardini. Stronzo Mentana anche per il solo fatto di avere abusato della solita stronzata (non senso linguistico) del dire che si nasce dall'amore e che dunque la vita è un dono. Amore per chi? Per chi non esiste e non ha chiesto di nascere? Dono a chi? A chi non esiste e dunque non ha chiesto e non può ricevere il dono? Manca il ricevente. E dunque non vi può essere dono. Bastava questa considerazione per distruggere tutte le schifezze sostenute da questi due individui. E poi, come al solito, non si ha il coraggio di dire che i pederasti pretendono che sia naturale incularsi e cancellare la distinzione naturale tra il culo e la vagina. Ma non hanno il coraggio di dirlo nascondendosi ipocritamente dietro eufemismi. E invece sono proprio questi eufemisimi che bisogna demolire usando termini come "incularsi", di fronte ai quali verrebbero messi alle corde e smascherati. Il Mentana ha detto un'altra stronzata. Di fronte alla sua giusta obiezione "se il padre biologico rivendicasse la paternità che cosa si dovrebbe fare?" il Mentana ha risposto follemente: bisognerebbe per legge fargli mettere per iscritto che rinuncia a far valere la sua paternità. Siamo veramene all'assurdo. Non si tiene conto da parte di questi pazzi che in questo modo si vuole precostituire la negazione del diritto del futuro figlio di conoscere il suo padre biologico anche se lo volesse sapere. Ognuno ha il diritto di conoscere la sua vera ascendenza, diritto che non può essere negato dall'egoismo di pazzi anormali anche fisicamente che pretendono ad ogni costo un figlio, quando questo diritto in natura non esiste. E' solo un'invenzione umana. E poi come la mettiamo quando sia necessaria una anamnesi medica al fine di conoscere quali malattie uno possa avere ereditato? Se un medico domanda: quali malattie hanno avuto i suoi genitori? Che si risponde a proposito di un genitore biologico che manca perché sconosciuto? Non aggiungo altro perché ho trattato varie volte questo schifoso e pazzesco argomento.
Blog del prof. Pietro Melis: LA PAZZIA DELLL ...
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Una bella - perché corretta - meditazione sull'amore. Ma anche un po' spoetizzante (e senza poesia, senza illusioni, che vita è? Lo diceva una delle menti più razionali che abbiamo avuto, Leopardi: la ragione, per quanto utilissima, acceca e fa strage delle illusioni - che invece sono importantissime per sopportare la vita: un contrasto o una contraddizione nel pensiero di Giacomino?).
RispondiEliminaUn'etimologia probabilmente non corretta di coniuge, coniugio fa derivare il termine da "giogo": dunque i coniugi sono "aggiogati".
Però si può sempre dire (o illudersi) che questo "giogo è dolce" (lo diceva anche Gesù).
Mi diceva qualcuno, un filosofo, che l'amore è in fondo sempre amore di se stessi: chi mi ama mi dimostra apprezzamento, mi rivaluta ai miei occhi, quindi mi rafforza, mi fa sentire più grande di quanto credessi. Tuttavia penso che il matrimonio abbia una sua ragione d'essere (oltre ai figli). Ci sono unioni che durano non solo per mero utilitarismo. L'affetto è pur sempre qualcosa di positivo.
Non so se possa esistere un amore disinteressato. Gli animali, specie i cani, ci vogliono bene perché la natura li lega a noi in modo assoluto e crea così dipendenza. Il cane vede solo il padrone (che brutta parola!).
Sono d'accordo prof., l'amore è anche odio, perché presuppone un legame effimero, e quindi una sofferenza quando questo venisse a mancare. E' quindi il mio amore per la vita terrena che mi porta ad odiare la vita stessa (che presuppone la morte e quindi la fine del mio legame terreno)perché effimera. Nei momenti più intensi e felici della mia giovane vita penso sempre alla caducità ed alla provvisorietà del nostro legame terreno. Per questo schivo la morte e la respingo: per la paura di lasciare ciò che più mi sta a cuore: la vita. La mancanza di una persona o di un animale caro è la fine di un legame, che ci fa soffrire. Quando soffriamo la morte di un animale caro, viviamo la morte di noi stessi, perché sempre la fine di una legame con qualcosa che ci sta a cuore.
RispondiEliminacaro Markus
RispondiEliminarilasciami nuovamente il tuo numero di telefono che non ritrovo o scrivimi.Se non hai il mio indirizzo di posta dimmelo
E' tutto un'illusione nel cercare ciò che non c'è e mai ci sarà. Questo è il calvario umano.
RispondiElimina