mercoledì 12 novembre 2014

AUMENTARE LE TASSE DOPO IL SECONDO FIGLIO

La proposta può sembrare assurda solo per coloro che non sappiano usare la logica. Più figli si hanno e maggiori dovrebbero essere le condizioni economiche per mantenerli. Due figli sostituiscono nel futuro i genitori e la popolazione non aumenta. L'Italia ha un territorio di 301.000 kmq con una popolazione di residenti (compresi gli stranieri) pari a circa 60 milioni. Dunque è un Paese sovraffollato. E in un Paese sovraffollato maggiore è la disoccupazione e maggiori sono i contrasti sociali con conseguente aumento della delinquenza comune. Purtroppo soprattutto la falsa sinistra è responsabile dell'aumento della popolazione residente in Italia, non avendo voluto contrastare le invasioni dall'Africa e dall'Asia. E sono soprattutto i cosiddetti immigrati (specie se islamici, ulteriore disgrazia) coloro che fanno più figli. Dunque anche da un altro punto vista, quello della responsabilità dell'aumento della popolazione, dovrebbero essere puniti coloro che facciano più di due figli. Invece, contro ogni logica, si è preteso di fornire sussidi maggiori e maggiori detrazioni fiscali alle famiglie numerose. Il solito buonismo morale che uccide la ragione.        
Nel 1989 costituii una lista elettorale sotto il titolo “Difesa del lavoro contro le immigrazioni clandestine”. Riprendeva il titolo di una legge del governo Craxi sulle immigrazioni. Il simbolo era una quercia, che divenne poi, guarda caso, il simbolo del PDS, il partito fondato da Occhetto dopo la sparizione del P.C.I. Fu uno scandalo. Alle televisioni locali e sulla stampa (anche nazionale) fui accusato di razzismo. Incredibile. Fu un insuccesso. Raccolsi lo 0,4. Ma non mi arresi. L’anno successivo fondai la Lega Sarda. Chiesi ed ottenni il collegamento elettorale con la Lega Lombarda di Bossi, che poi divenne Lega Nord. Il simbolo era un albero d’ulivo stilizzato che era l’emblema del giudicato d’Arborea. Avevo preso i contatti con lo stesso Bossi, partecipando alle adunate di Pontida e a vari convegni della Lega Nord. Allo stesso Bossi, che in quel periodo aveva progettato di estendere la Lega nel resto d’Italia, dissi che il simbolo del guerriero non sarebbe stato visto di buon occhio in Sardegna. Bisognava dunque che nelle liste elettorali apparisse il simbolo della Lega Sarda con un occhiello che riproducesse il simbolo della Lega Nord per evitare di raccogliere firme per la presentazione delle liste elettorali alla Camera e al Senato. Nelle varie riunioni che Bossi organizzava nell’aula del gruppo parlamentare della Lega per sentire i rappresentanti delle varie Leghe, che si erano costituite nel centro-sud, gli dissi che saremmo andati ad un insuccesso presentandoci con il simbolo del guerriero della Lega Nord, che avrebbe dato l’impressione che il Nord volesse colonizzare il resto dell’Italia. Non mi ascoltò. E i fatti mi diedero ragione. Il tentativo di Bossi di estendersi nel centro-sud fallì. Il maggiore “successo” della Lega Sarda-Lega Nord lo colsi a Villasor, dove colsi il 3,3% dei voti. Alle elezioni comunali di Quartu S. Elena colsi l’1,1%.

Alle elezioni politiche del 1992, essendo candidato al Senato nella provincia di Cagliari, ebbi 500 voti. 

Poiché era nel programma della Lega Nord di quegli anni la divisione dell’Italia in tre macroregioni, secondo il progetto dell'allora teorico della Lega Gianfranco Miglio, io avevo cercato, inutilmente, di far capire che in tale progetto la Sardegna poteva essere portata nel circuito economico del Nord, anche considerando la vecchia appartenenza della Sardegna al regno sardo-piemontese. E questa mia idea aveva riscosso ampi consensi ed applausi in un convegno della Lega Nord a Bologna, dove intervenni con un breve discorso dal palco. La TV nazionale mi ritrasse, in tale occasione, mentre dalla platea facevo il gestaccio della mano sinistra sul braccio destro (il gesto dell’ombrello) indirizzato al sindaco di Bologna (comunista) che era venuto al convegno per porgere il saluto della città. Ma non per questo riuscì a sottrarsi ad una bordata di fischi da tutta la platea del teatro.

Comunque, già nel 1989 avevo previsto che l’immigrazione clandestina (con le varie sanatorie) avrebbe causato un maggiore dissesto sociale. Io feci quel potevo fare. Avevo incluso nel programma l’idea di una immigrazione rotatoria, nel senso che, dopo un certo numero di anni, l’immigrato, tutelato nei suoi diritti di lavoratore, e non discriminato, avrebbe dovuto far fagotto e tornare al suo Paese. E per due motivi: 1) perché non ponesse per sempre radici in un territorio già sovraffollato, annullando i benefici di una diminuzione delle nascite; 2) per non privilegiare coloro che erano arrivati per primi illegalmente, escludendo poi coloro che fossero arrivati successivamente e non avessero goduto di una sanatoria. In questo modo vi sarebbe stato un reciproco vantaggio. Si sarebbe aiutato un maggior numero di immigrati (temporanei) e si sarebbe impedito che questi potessero un giorno, mettendo radici, avere dei figli che non si sarebbero accontentati di fare i lavori socialmente non qualificati dei padri, ed avrebbero pertanto causato una maggiore concorrenza, con una maggiore disoccupazione, anche nei settori di lavoro più qualificati.

Circa vent'anni fa scrissi una lettera al Corriere della sera (e ricevetti lettere di adesione) immaginando che la popolazione che la popolazione dell'Italia si riducesse con il tempo alla metà di quella attuale. Quali sarebbero le conseguenze? Solo positive. 1) Non sarebbe più necessario continuare a costruire alimentando la speculazione edilizia e continuando a sottrarre spazi naturali (compresi quelli dedicati all'agricoltura); 2) Sparirebbero le orride periferie e si recupererebbero i centri storici; 3) L'inquinamento atmosferico verrebbe dimezzato e la viabilità non sarebbe più intasata; 4) Sparirebbe (o quasi) la disoccupazione perché non vi sarebbe l'attuale enorme concorrenza per un posto di lavoro; 5) La proprietà privata verrebbe raddoppiata insieme con il reddito. D'altronde, la ferrea legge di Vilfredo Pareto dice che la ricchezza di uno Stato è proporzionale al reddito e inversamente proporzionale alla popolazione. Dunque una delle due: o si produce continuamente di più (con conseguente aumento dell'inquinamento) per inseguire l'aumento della popolazione, oppure bisogna far diminuire la popolazione senza che sia necessario produrre ed inquinare di più per aumentare la ricchezza di un popolo Ecco perché come Paesi come la Finlandia e la Svezia, avendo un rapporto ottimale tra estensione del territorio e popolazione, hanno uno sviluppo economico avanzato che permette un'assistenza sanitaria e sociale delle migliori. Ed è scientificamente dimostrato che la criminalità è proporzionale all'affollamento.

Palesavo anche il pericolo di una immigrazione dai Paesi islamici (da me definita come quarta invasione islamica dell’Europa, dopo quella araba e dei Turchi, selgiuchidi e ottomani). Anche qui i fatti mi hanno dato ragione. L’Europa vive oggi sotto il ricatto del terrorismo islamico.1

Non fui ascoltato, anche perché non riuscii a raggiungere una notorietà che mi consentisse di essere ascoltato. Coloro che hanno avuto successo in politica sono i veri falliti, responsabili della situazione di caos in cui ora versiamo anche a causa di una folle politica dell’accoglienza. Dal 1994 ho smesso di votare non riconoscendomi né a destra né a sinistra.

Aveva scritto Platone nelle Leggi a proposito dell’immigrazione: “Dopo vent’anni” - troppi – “gli immigrati prendano la loro roba e se ne vadano”. Già Platone aveva capito il pericolo di una immigrazione permanente, che avrebbe potuto espropriare gli ateniesi della loro politica e della loro identità se fosse stata concessa agli immigrati la cittadinanza.

La morale ideologica, che propaganda la società multirazziale, come se fosse un destino, e non il disegno di una follia politica, alimenta nuove malattie derivanti dall'incrocio di genomi che da sempre erano rimasti isolati In una società multirazziale aumenta la variabilità genetica, e conseguentemente l'incidenza delle mutazioni, con la corrispondente possibilità di aumento del numero di nuove malattie ereditarie, che non comparirebbero se i genomi rimanessero isolati. Una popolazione chiusa, come quella dell'Islanda, si troverà avvantaggiata quando si arriverà alla terapia genica delle malattie.

Le generazioni future, se continuerà la follia ideologica della società multiculturale e multirazziale, dovranno maledire le conseguenze di tale follia. Se ne accorgeranno nel mingere. Soprattutto se verrà attribuita la cittadinanza agli stranieri nati in Italia e a coloro che siano residenti da un certo numero in Italia. Non sono capaci questi folli della politica di capire – oppure lo capiscono ma antepongono la morale del buonismo alla politica se non sono dei disonesti che vogliono prepararsi un pacco di voti a sinistra sperando che gli ex clandestini diventino cittadini – che essi stanno mettendo in essere la teoria di Marx dell'“esercito di riserva” di disoccupati che serve a tenere bassi i salari per aumentare il profitto delle imprese. E oggi questo “esercito di riserva” è già costituito dagli ex clandestini regolarizzati, pronti a prendere il posto di lavoro dei licenziati perché disposti ad avere salari più bassi. Se gli immigrati avranno la cittadinanza la situazione peggiorerà perché la disoccupazione si estenderà anche per i posti di lavoro socialmente più qualificati. E' evidente, infatti, che i figli degli ex clandestini non si adatterebbero a fare i lavori che – si dice – gli italiani disoccupati non vogliano fare , e aumenterebbero la concorrenza per i lavori socialmente qualificati. Non sapendo resistere alla coalizione cattocomunista, anche la cosiddetta destra vorrebbe estendere la cittadinanza agli ex clandestini. In tal modo gli ultimi arrivati, divenuti cittadini, avrebbero gli stessi diritti degli italiani che hanno avuto come antenati coloro che, nell'arco di secoli, per una lunga serie di generazioni, combatterono per l'Italia, anche con sacrificio della vita, sino alle due guerre mondiali. Ognuno eredita anche le benemerenze dei suoi avi, che verrebbero vanificate se si concedessero eguali diritti agli ultimi arrivati, anche se non abbiano particolari benemerenze.

Purtroppo la classe operaia è stata sostituita dalla falsa sinistra con la classe degli sbandati, dei drogati, degli omosessuali, dei frichettoni dei centri sociali, degli immigrati con o senza lavoro, complice di una politica che va a danno della classe operaia. Una sinistra traditrice di Marx. E' un paradosso.




1 V. l'articolo della sociologa Ida Magli pubblicato su Il Giornale del 9 agosto 2009, riportato nel mio blog (pietromelis.blogspot.com) in data 19 marzo 2010 sotto il titolo “Il fenomeno devastante dell'immigrazione”.


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