Una insegnate di religione si è trovata di fronte ad una rivolta di studenti ignoranti e plagiati dall'ideologia della lobby mondiale degli omosessuali perché ha detto che l'omosessualità si può curare con la terapia psicologica. Ormai non si può avere nemmeno libertà di pensiero qualunque cosa si dica giusta o sbagliata. Forse l'insegnante ha sbagliato non tenendo conto che l'omosessualità non è una malattia né fisica né mentale. E' assai peggio. E' un errore della natura. Se fosse una malattia potrebbe essere curata. In realtà omosessuali si nasce e non si diventa. Riporto quanto già nel 2005 avevo scritto in Scontro tra culture e metacultura scientifica.
Dopo
la formazione della cellula eucariotica la natura ha realizzato per
selezione naturale un meccanismo di riproduzione sessuale molto
imperfetto.1
Infatti il cromosoma maschile Y (che fa parte del gene SRY ) genera
un abbozzo di gonadi sotto l’azione dell’ormone MIS, che permette
la contemporanea regressione dell’abbozzo dell’apparato
femminile, anch’esso presente in ogni feto. Il sesso femminile (con
le ovaie) si forma in assenza del gene SRY. Ma non basta la sola
presenza del gene SRY a determinare il sesso maschile. Questo gene
interviene sul cromosoma maschile X tramite i geni
SOX3 e
SOX9. La femmina si
forma quando SOX3
inibisce SOX9,
mentre il maschio si forma quando SRY inibisce SOX3
permettendo la
formazione delle gonadi.2
Dato questo complesso meccanismo, si capisce come sia facilmente
possibile che accadano delle ambiguità e delle confusioni
sessuali. Ma non basta che il sesso sia fisicamente precisato.
Bisogna anche che le funzioni sessuali si manifestino in
comportamenti distinti, maschile e femminile, che dipendono dalla
costruzione dei circuiti cerebrali, su cui agiscono gli ormoni del
feto e della madre. Perché si manifesti un comportamento
maschile è necessario che il testosterone (ormone maschile)
sia convertito in estradiolo (ormone femminile) nel cervello. Il
comportamento femminile, a sua volta, è garantito dal
progesterone (ormone femminile), che invece ha un effetto inibitore
sul comportamento maschile. Da tutto ciò consegue che
l’omosessualità è il risultato degli errori dovuti al
complesso meccanismo della differenziazione sessuale, che non ha
funzionato come normalmente
avrebbe dovuto funzionare.3
Vi è stato anche uno studio che ha evidenziato l’esistenza
di un legame tra una specifica sequenza di geni e l’omosessualità.
Un’altra ricerca che studia le caratteristiche di una particolare
area del cervello sembra avvalorare la tesi secondo cui determinati
fattori prenatali potrebbero influenzare le preferenze sessuali. Lo
studio condotto nel 1991 negli Stati Uniti è ritenuto la
ricerca più importante sino ad oggi sugli orientamenti
sessuali. Lewis ha esaminato il cervello di alcuni uomini omosessuali
e eterosessuali e quello di alcune donne eterosessuali. Ha analizzato
una parte del cervello che è nota perché negli uomini e
nelle donne presentano caratteristiche differenti. Tale area si trova
nell’ipotalamo. Lewis l’ha chiamata INH3. L’INH3 degli uomini
omosessuali sembra simile a quello delle donne e l’INH3 di entrambi
i gruppi risulta essere più piccolo di quello degli uomini
eterosessuali. Dal punto di vista scientifico è dunque
innegabile che gli omosessuali sono degli anormali,
incolpevoli risultati di errori del sistema riproduttivo o di un’area
del cervello.4
Una
certa morale, ignorando le conoscenze scientifiche sull’argomento,
vorrebbe ignorare la natura, sostituendola con la cultura
dell’eguaglianza, che, cancellando la differenza tra normale e
anormale, vuole riconoscere agli omosessuali diritti che sono contro
natura, come la pretesa del riconoscimento legale di coppia o il
diritto all’adozione, producendo dei seri danni psicologici nello
sfortunato che venisse adottato, che crescerebbe sopportando
innocentemente l’egoismo di chi pretende di essere considerato
normale, nella paradossale affermazione che il comportamento sessuale
sia soltanto frutto di una preferenza soggettiva, o che, comunque,
l’omosessualità sia un fatto normale, mentre,
contraddittoriamente, gli omosessuali debbono presupporre come
normale solo l’eterosessualità per realizzare la loro folle
pretesa di adozione. Gli omosessuali hanno soltanto il diritto di
vivere liberamente la loro anormalità, riguardando unicamente
la loro vita privata, ma non possono pretendere di essere considerati
normali e di essere equiparati agli eterosessuali, per avere
riconosciuti gli stessi diritti di coppia degli eterosessuali, che
sarebbero costretti a farsi carico con le tasse di una pretesa
normalità e dei pretesi diritti di coppia degli omosessuali, i
quali possono sostituire l’istituzione pubblica della pensione di
reversibilità con il sistema dei contributi versati ad una
società di assicurazioni, nonché fare testamento l’uno
a favore dell’altro, sapendo che il testamento esclude qualsiasi
altro erede che non siano il coniuge e i figli (che nella fattispecie
non esistono) o i genitori (che normalmente sono già morti),
che hanno diritto solo alla legittima (artt. 542 e 544 C. C.). Quanto
alle coppie di fatto normali, cioè eterosessuali, non si
capisce che cosa pretendano. Esse, rifiutando di ufficializzare la
loro posizione di fronte allo Stato, pretenderebbero da quest’ultimo
la botte piena e la moglie ubriaca, cioè solo diritti,
compresa la pensione di reversibilità, e niente doveri,
conservando i vantaggi, evidentemente economici, che derivano loro,
per esempio, da un precedente matrimonio, terminato con separazione,
divorzio o vedovanza.
La
diffusa tendenza a considerare gli omosessuali soggetti normali
aventi, in quanto tali, parità di diritti in fatto di coppia è
soltanto indice di una grave decadenza giuridica dell’Occidente,
alimentata dalla cultura del relativismo, di cui si fa propagatrice
la filosofia contemporanea. Le loro manifestazioni per le strade
dovrebbero essere proibite, non perché immorali, ma a causa
del senso di repulsione fisica che possono generare imponendo con
arroganza ed intolleranza l’anormalità sessuale come
spettacolo. Essi, disonestamente, hanno inventato un’altra
espressione (“patto civile di solidarietà”) in
sostituzione del termine “matrimonio” per mascherare la stessa
sostanza, cambiando l’etichetta ma non il contenuto, pretendendo
oneri finanziari a carico dello Stato, e perciò di tutti i
contribuenti, in funzione anche di una loro pensione di
reversibilità. Gli omosessuali, prima di pretendere da uno
Stato il riconoscimento giuridico di coppia, dovrebbero dimostrare
che la natura ci ha dato l’ano anche per altro, oltre che per
defecare. E i parlamenti, come quelli canadese, belga, olandese e
spagnolo, che non hanno preteso che venisse dimostrato ciò,
prima di accordare il riconoscimento giuridico alle coppie
omosessuali, hanno dimostrato soltanto di essere costituiti da una
maggioranza di pederasti mentali, se non carnali, che non vogliono
perdere i voti di quelli carnali, e che, non avendo voluto
distinguere la funzione della defecazione da quella della
riproduzione, sostengono la richiesta del riconoscimento giuridico di
una mancanza di distinzione naturale tra l’ano e la vagina,
con cui, in sostanza, si identificherebbe un asserito diritto
all’affettività, secondo una massa di disonesti che vuole
contrabbandare per discriminazione la suddetta distinzione. Parafrasando Aristotele, si può dire che un popolo ha in tal
caso il governo di pederasti (o sodomiti) che si merita: si usino
nuovamente per l’omosessualtà maschile i classici termini
che il relativismo culturale ha voluto portare in disuso - invertiti, sodomiti, pederasti - se lo stesso Dante si sentì
in dovere di porre nel cerchio dei sodomiti il suo maestro Brunetto
Latini. Così gli omosessuali dovranno accampare, invece del
cosiddetto “orgoglio omosessuale”, l’orgoglio dell’inversione
sessuale, l’orgoglio sodomitico o pederastico, che anche
nell’etimologia ha dei confini non ben definiti con la pedofilia,
mentre il linguaggio popolare continuerà a definirli con i
suoi ben noti termini. Il Canada crede di essere civile
riconoscendo diritti ai pederasti ma non ai cuccioli di foca di cui
annualmente organizza tremende stragi - nel solo 2005 ne sono stati
uccisi 330.000 con colpi di bastone in testa - per venderne le
pellicce, mentre la Spagna si crede civile per lo stesso motivo,
mentre conserva la barbarie della corrida. Siamo alla follia come
aberrazione della democrazia.
1
Se un genitore ha due geni A
e a,
in una riproduzione assessuata si avrà un figlio Aa,
mentre in una riproduzione sessuata si possono avere anche AA
e aa.
E questi ultimi potrebbero risultare più adattabili
all’ambiente (Edwuard O. Wilson, Sulla
natura umana (1978),
Zanichelli 1989, p.87. Secondo Wilson i geni dell’omosessualità
possono diffondersi attraverso gli eterosessuali in linee di
discendenza collaterali (ibid., p. 102). Secondo Dawkins (Il
gene egoista, 1976,
Zanichelli 1982, pp. 119 sgg.) l’originaria cellula sessuale
(gamete) si sarebbe differenziata in base alla selezione naturale,
che avrebbe eliminato le cellule sessuali di medie dimensioni,
privilegiando, da una parte, le più piccole, che, divenendo
sempre più piccole, avrebbero acquisito il vantaggio di
raggiungere, per una maggiore motilità, quelle più
grandi, dall’altra quelle più grandi, che, divenendo sempre
più grandi, avrebbero offerto il vantaggio complementare di
essere più ricche di sostanze nutritive per quelle più
piccole. Così si sarebbero formati, da una parte, gli spermi
e, dall’altra, le uova.
2
Abbiamo tratto queste informazioni da Jean-Didier Vincent (con Luc
Ferry), Che cos’è
l’uomo (2000),
Garzanti 2002, p. 252. Si può aggiungere che un altro studio
ha cercato di individuare una correlazione tra la lunghezza
dell’indice della mano e l’anulare, che negli eterosessuali è
più lungo dell’indice. Nelle donne eterosessuali l’indice
e l’anulare hanno in genere la stessa lunghezza. Ciò non
vale tuttavia nelle donne omosessuali, per cui il rapporto
indice-anulare è risultato esattamente intermedio tra quello
osservato negli uomini eterosessuali e quello osservato nelle donne
eterosessuali. Il che significa che alcune delle donne che
manifestano tendenze omosessuali sono state esposte a livello più
elevato di testosterone (ormone maschile) nell’utero rispetto alla
gran parte delle donne eterosessuali.
3
Da notare come Aristotele considerasse l’omosessualità
una malattia (Etica
nicomachea, VII, 5),
da considerare “fuori dei confini del vizio, come anche lo è
la bestialità”. Anche Platone considerò innaturale
l’omosessualità nelle
Leggi, dove (836e)
scrive: “Non so chi non disprezzerà l’uomo che, prendendo
il posto della donna, si assimila alla natura femminile. Quale uomo
vorrà introdurre nelle leggi queste abitudini? Nessuno, io
penso, purché abbia idea di che cosa è la legge. In un
passo successivo (841d-842a) Platone prescrive “che uomo non ami
sterilmente altri uomini”, per cui deve essere “bandita
completamente l’omosessualità fra maschi” e richiede che
il trasgressore, privato della cittadinanza, “sia considerato
straniero”. Platone fa riferimento alla stessa “legge naturale”
(839b) che vieta il matrimonio tra consanguinei.
Nella
perdita del riferimento alla natura l’Organizzazione mondiale
della sanità, sotto la pressione degli omosessuali, ha
dichiarato che l’omosessualità non è una malattia.
Se non lo è fisicamente lo è, tuttavia, psichicamente.
4
Si sono presentati casi anormali di uomini che presentavano il
doppio cromosoma XX e di donne che presentavano i cromosomi
maschili XY. Ma è stato verificato che sia i primi che le
seconde erano sterili. Evidentemente tali errori non venivano
accettati dal resto dei geni. E’ stato verificato che il cromosoma
X ha in comune con quello Y il 98, 8% dei geni. E’ dunque il
restante segmento dei geni che fa la differenza sessuale.
commenti
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11:0001 Nov
Torino, la docente di religione:
"L'omosessualità è curabile"
La
prof: "È un problema psicologico da cui è dimostrato scientificamente
che si può guarire". Allievi in rivolta all'istituto Pininfarina di
Moncalieri
Lo studio che pretende di giustificare l'omosessualità su base genetica è stato sconfessato da tempo. Perché non ti aggiorni?
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