Dio si
umilia di fronte a te e ti chiede perdono.
Perciò
sappi:
Beati
coloro che non credono in Dio se le loro opere saranno giudicate
essere secondo la Legge.
Beati
coloro che secondo la Legge resisteranno alle tentazioni dei
profeti e di chi mi vuole ancor testimoniare sulla Terra annullando
la libertà e il merito.
Beati
coloro che, amici della Legge, nella disperazione della morte
non mi invocheranno, ma si sentiranno soli di fronte al nulla.
Beati
coloro che non troveranno alcuna consolazione se non nel buon
ricordo che di sé lasceranno agli altri, perché
riterranno che sia
questa la forma certa di sopravvivenza.
Beati
coloro che non cercheranno la giustizia nei Cieli, ma la costruiranno
sulla Terra, perché sia giustizia per tutte le forme di vita
animale della mia creazione.
Beati
coloro che non causeranno sofferenze negli uomini e negli altri
animali perché non ripongono alcun premio nei Cieli per chi
soffre.
Beati
coloro che diranno che le parole di Dio nacquero per timore
della Legge dalle miserie umane, ed essi si saranno liberati nella
verità.
Beati
coloro che difenderanno il miracolo della Terra, perché essa
è il maggiore miracolo della mia creazione.
Beati
coloro che mi negheranno se vedono il male nel mondo, perché
testimonieranno meglio il bene.
Beati
coloro che per amore della vita negheranno il mistero della morte,
perché non vi è in essa alcun mistero.
Beati
coloro che si sentiranno partecipi di una stessa Natura, perché
sanno che da essa son venuti e in essa torneranno.
Beati
coloro che irridono alla fede, perché si appellano al coraggio
della ragione.
Beati
coloro che non avrebbero voluto mai nascere, se la morte li
riporta nel nulla; essi amano ancor più la vita.
Beati
coloro che annunceranno queste cose, perché saranno i primi
nel regno dei Cieli.
(Ho riportato la pagina finale del mio libro Addio a Dio. Dialogo con Dio chiedente perdono. Il titolo del presente artitolo è il sottotitolo del libro, che non è un romanzo, come erroneamente scritto nella presentazione dell'editore).
Purtroppo non credo nell'immortalità dell'anima, essendo la vita una realtà fisica. Lo studio dell'anatomia e del corpo umano basta da solo per spiegare il suo funzionamento, senza dover ricorrere a Dio. Preferisco "non cercare (opportunisticamente)la giustizia nel cielo, ma costruirla (disinteressatamente)sulla terra"
RispondiEliminaIncredibile se dio esistesse negherebbe se stesso (!!), per tutto il male che vi è sulla terra, pur di non ammettere di esserne l'artefice. "Beati coloro che mi negheranno se vedono il male nel mondo, perché testimonieranno meglio il bene." Ma un Dio che accetta perfino il suo rifiuto e la sua negazione (!!), non sarebbe un Dio. Preferisco credere che dio non esista.
Il mio libro (di 112 pagine) ha unicamente lo scopo di demolire il senso di superiorità dei credenti dimostrando l'inutilità del proselitismo. Il libro fonda la sua tesi sulle Epistole di S. Paolo, che fa capire che il proselitismo serve solo agli uomini che hanno bisogno di credere in Dio per rispettare la Legge Naturale ("iscritta nei cuori degli uomini"). Essi, dice S. Paolo, sono come dei bambini, che hanno bisogno di un padre per essere guidati. Anzi, aggiunge, debbono essere ancora nutriti con il "latte e non con cibo solido" non essendo ancora adulti. Ma chi è adulto non ha bisogno di credere in Dio per rispettare la Legge Naturale (fondamento della giustizia). Infatti per Paolo anche i pagani non convertiti si sarebbero salvati se avessero rispettato la Legge Naturale. Il mio libro (dopo l'introduzione filosofica scritta nel 2012) contiene un'immaginario dialogo con la trinità scritto nel 1992. Ma sulla base di una nuova lettura sia dei Vangeli che delle Epistole di Paolo.Il male viene spiegato con l'attribuirlo alla materia. Stessa soluzione di Platone, che dice che il Demiurgo non poteva far sì che la materia da lui ordinata, e non creata, fosse perfetta, perché è nella natura stessa della materia d'essere imperfetta. Il Demiurgo ha fatto quello che poteva fare, e non di più, cioè l'impossibile. Dunque egli non è responsabile del male FISICO. Un'altra cosa è il male morale. In conclusione: Dio dice che per avere dei maggiori meriti di fronte a lui bisogna rispettare la giustizia di per sé e non per timore di Dio. Altrimenti si è degli opportunisti, come i credenti, che si salveranno con minori meriti. Bisogna operare con giustizia dimenticandosi che Dio esista. Bisogna preferire il credere che Dio non esista per avere maggiori meriti di fronte a lui. Così l'ateo in ogni caso (sia che Dio esista, sia che non esista) si può trovare in una condizione di superiorità morale di fronte ai credenti. Sembra logicamente paradossale ma non lo è. I credenti in questo modo non possono più condannare l'ateismo e si trovano in uno stato di inferiorità. Dio non nega se stesso ma dice agli uomini adulti di operare con giustizia dimenticandosi della sua esistenza per avere dei veri meriti di fronte a lui. Questo era il mio scopo. Una tesi che nessuno ha mai affacciato perché sembra illogicamente insostenibile. Ma non lo è. Il giusnaturalista olandese Ugo Grozio, pur non mettendo in dubbio l'esistenza di Dio, scrisse (De jure belli ac pacis) che le norme della giustizia sarebbero vere anche se Dio non esistesse, al pari delle verità matematiche, indipendenti dall'esistenza di Dio.
RispondiEliminaDico purtroppo, perché non mi dispiacerebbe affatto l'idea di sopravvivere oltre la morte. Oggi, dacché ho coscienza interiore, non credo più alla chiesa, ai catechisti o, peggio, al papa. La filosofia ha saputo offrire alcuni brillanti esempi di superiorità spirituale e morale. A partire da alcuni poeti e scrittori, cosiddetti pagani, come Lucrezio o Seneca, di fronte ai quali il monoteismo ebraico o cristiano ha certamente rappresentato una notevole involuzione.
RispondiEliminaCordiali saluti, la ringrazio per l'attenzione.
Complimenti prof., lei ha saputo spiegare la superiorità morale dei non credenti anche di fronte all'esistenza di Dio. Essi, infatti, costruiscono il bene disinteressatamente.
RispondiEliminaMa ma stupisce il fatto che nessuno abbia ritenuto blasfemo, per non dire offensivo, il suo libro "Addio a Dio". Diversamente, l'hanno condannata per il suo "Scontro tra culture..." e per cui ne ha subite di tutti i colori.
Questo perché della chiesa si può dire di tutto (per fortuna esiste la libertà di pensiero).
Diversamente guai a parlare male degli ebrei...