mercoledì 17 dicembre 2014

ROBERTO BENIGNI: ALTRE GRAVI FALSITA' NEL SUO SPROLOQUIO. 4 MILIONI DI EURO DALLA RAI PER DIRE ANCHE STRONZATE

7° NON RUBARE. Ma questo individuo ha rubato 4 milioni di euro. Perché chi si fa dare dalla RAI 4 milioni di euro per due serate di circa un'ora è un ladro che ruba danaro da una RAI complice del ladro. Alla faccia della recessione e di quelli che non hanno soldi per pagare le tasse ad uno Stato di ladroni della politica.   
Nella seconda ed ultima trasmissione sui dieci comandamenti Benigni ha commentato come al suo solito i restanti comandamenti, dal IV all'ultimo. Non è necessario questa volta analizzare ciò che ha detto relativamente a ciascun comandamento, anche perché alcune cose che ha detto non saprei ora collegarle ad uno specifico comandamento.
Noto solo alcune grosse falsità. 
La prima consiste nell'avere affermato spudoratamente che il comandamento "non uccidere" esprime una norma di rispetto della vita. Il secondo nell'avere affermato che l'ebraismo escludeva la schiavitù. FALSO. Esso escludeva solo la schiavitù tra ebrei, ma giustificava la riduzione in schivitù dei non ebrei. 
E per incantare gli ignoranti Benigni si è ben guardato dal dire che secondo le norme mosaiche doveva essere offerto a Jahweh (cioè ucciso in suo onore) ogni primogenito, sia degli uomini che degli animali.    
Riporto quanto scritto nel mio libro Scontro tra culture e metacultura scientifica.

Si può dire che il diritto israelitico sta tra il diritto assiro “noto per la sua durezza” in quanto “le pene inflitte ai rei sono di una crudeltà estrema (mutilazioni fisiche per delitti che oggi sembrerebbero di scarsa gravità) e il codice di Hammurapi “notevolmente progredito, in genere più delle collezioni legali israelitiche”.1Mentre l’Esodo (21,1-11) e il Deuteronomio (15, 12-18) prevedono la schiavitù per debito, il codice di Hammurapi prevede il soggiorno forzato in casa per tre anni. Particolarmente mite era il codice degli Ittiti, a tal punto da essere ingiusto nei confronti della vittima, perché bastava all’assassino pagare un’ammenda, se si trattava di uomini liberi e non schiavi. “Israele non si distingue dai propri vicini per carattere progredito del proprio diritto, che, anzi, è spesso arretrato giuridicamente nei loro confronti”.2 Sebbene siano assenti pene corporali, mutilazioni e tortuvi è “una maggiore severità intrinseca: la pena di morte per reati in campo religioso e morale che presso altri popoli possono essere espiati con un’ammenda”.3 Si può soltanto riconoscere che pur nell’accoglimento della distinzione tra liberi e schiavi, il padrone non può disporre a suo piacimento di essi (Esodo, 21, 20-26).
1 J. Alberto Soggin, op. cit. p. 207.
2 Ibid.
3 Ibid.


Il redattore dell’Esodo non omise nemmeno - scrivendo, nel VI secolo a. C., molti secoli dopo il supposto Mosè (XIII secolo) - la norma attribuita a Mosè che prescriveva, secondo una tradizione ancora più antica, pagana, di offrire in olocausto a Jahweh il primogenito, come i primogeniti degli animali: “Mi darai il primogenito dei tuoi figli. Allo stesso modo farai al tuo bue e alla tua pecora: sette giorni sarà con sua madre, e all’ottavo giorno lo darai (cioè sacrificherai) a me” (Esodo, 22, 28-29). Tale norma, ampiamente documentata (2Re, 16,3; 21,6; 23,10; Isaia, 30,33; Geremia, 7,31; 19,5-6; 32,35; Ezechiele, 16, 21) fu poi considerata abominevole nel libro dei Re (1Re 16, 34; 2Re, 16,3; 21,6) perché condannata secoli dopo dai “profeti”, e gli esempi di tali pratiche riportati dal libro dei Re furono furbescamente attribuiti al culto di qualche altra divinità pagana per salvare la faccia al dio ebraico Jahweh, anch’esso di origine pagana. Ma rimane incontestabile il fatto che la norma si trova tra quelle dettate dal dio mosaico, anche se in altra parte (Numeri, 3,12; 8,17) il sacrificio dei primogeniti viene sostituito con il riscatto da pagare alla classe dei cosiddetti sacerdoti (Leviti), in realtà macellatori.


In un episodio raccontato da Numeri 31,13 sgg.), riguardante la conquista della città di Madian, Mosè, arrabbiandosi contro i capi dell’esercito, dice: “Avete lasciato in vita tutte le femmine…E ora uccidete ogni maschio tra i bambini e uccidete tutte le donne… Tutte le ragazze che non hanno conosciuto il letto di un maschio le farete vivere per voi…vi purificherete nel terzo e nel settimo giorno”. Le ragazze vergini potevano essere risparmiate perché, non ancora contaminate sessualmente da altro popolo, potevano servire come schiave o come fattrici per avere degli schiavi (da trasformare in eunuchi) , ma le altre donne e tutti i bambini dovevano essere passati a fil di spada. E così fu fatto. Bastava la “purificazione” consistente nell’uccidere poi degli animali per avere la coscienza a posto.
Si tratta solo di un esempio tra tanti, che citeremo. E’ stato commentato da uno studioso: “Il nemico dev’essere sterminato anche nel suo seme, perché non si rigeneri più. Solo le vergini possono essere impiegate come serve e concubine (non mogli) per generare figli al vincitore (Deuteronomio, 20,10-15; 21, 10-14). Qui la motivazione è anche religiosa e con una più spiccata venatura di xenofobia, dove subentra l’orrore del contatto con l’impuro”.1 La paranoia della falsa ed ipocrita purezza della razza arrivava a far dire a Mosè che “chi ha i testicoli contusi e il membro virile mutilato non entrerà nell’adunanza di Jahweh” (Deuteronomio, 23,1).
Peggio dei nazisti!
1 Numeri, Versione-introduzione-notre di Bernardo G. Boschi, Ed. San Paolo1995, p. 229.
Che sin dalla fuga dall’Egitto gli ebrei abbiano rafforzato con Mosè le basi di una concezione razzistica è documentato da quanto si legge nell’Esodo (12,43-49): “Questa è la notte della Pasqua. Nessuno straniero ne mangi; ma qualunque servo, comprato a prezzo di danaro, dopo che l’avrai circonciso, potrà mangiarne. L’avventizio e il mercenario non ne mangino…
 
Da notare che il redattore finale non ebbe vergogna (viva la sincerità!) di tralasciare, prima di scrivere sul Decalogo e sulle leggi, una precedente norma che il buon Jahweh aveva copiato da certe popolazioni (di origine fenicia) di sacrificare alla divinità il primo figlio: “Jahweh parlò a Mosè dicendo: “Consacrami ogni primogenito, tutto ciò che nasce primo tra i figlioli d’Israele, tanto degli uomini quanto degli animali: esso mi appartiene” (Esodo, 13,1-3).Ancora una volta vi è da domandarsi come possa essere considerato sacro un testo simile, anche dai cristiani. 
E quanto alla norma “non ti vendicherai”, poco dopo (24, 17 sgg.) si legge, sempre nel Levitico: “Quando uno avrà fatto una lesione al suo prossimo, gli sarà fatto come egli ha fatto: frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente; gli si farà la stessa lesione ch’egli ha fatta all’altro”. E il Deuteronomio è più preciso: “L’occhio tuo non avrà pietà: vita per vita, occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede” (8,19). E’ la famosa legge del taglione. Siamo di fronte ad un chiaro esempio di schizofrenia. Non basta. A parte la considerazione che chi bestemmia deve essere lapidato da quelli che l’hanno sentito (20,14), come ordinato da Mosè, sono ritenuti reati comportamenti che nemmeno nell’antichità greca e romana saranno tali. “Se uno commette adulterio con la moglie di un altro, se commette adulterio con la moglie del suo prossimo, l’adultero e l’adultera dovranno essere messi a morte”. Più preciso è il Deuteronomio sulla modalità di condanna a morte per adulterio: Se, dopo il matrimonio, “la giovane non è stata trovata vergine, la gente della sua città la lapiderà perché ha commesso un atto infame in Israele…Quando una fanciulla vergine è fidanzata e un uomo, trovandola in città, si giace con lei, condurrete ambedue alla porta di questa città e li lapiderete…Così torrai il male di mezzo a te”. Se la fanciulla non è fidanzata “l’uomo darà al padre di lei cinquanta sicli d’argento ed ella sarà sua moglie perché l’ha disonorata e non potrà mandarla via per tutto il tempo della sua vita” (22, 20-29)......
 
“Se uno ha con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna, ambedue hanno commesso cosa abominevole; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su loro”. Pertanto anche l’omosessualità viene punita con la condanna a morte. “Se uno si giace con una donna che ha i suoi corsi, e scopre la nudità di lei (ma quale altra nudità dovrebbe scoprire?), quel tale ha scoperto il flusso di quella donna, ed ella ha scoperto il flusso del proprio sangue; perciò ambedue saranno sterminati fra il loro popolo” (Levitico, 20,18). Quest’ultima condanna appare veramente incredibile. Sorvoliamo pure sui peccati di incesto. E’ importante la successiva prescrizione: “Non adotterete i costumi delle nazioni che io sto per cacciare d’innanzi a voi; esse hanno fatto tutte quelle cose, e perciò le ho avute in abominio: sarete voi quelli che possederete il loro paese; ve lo darò come proprietà; è un paese dove scorre il latte e il miele. Io sono l’Eterno, l’Iddio vostro, che vi ho separato dagli altri popoli” (20, 23). ............

E che dire delle norme giuridiche e cultuali, sempre attribuite a Mosè, che prevedono la lapidazione degli ebrei che non rispettino la festività del sabato (Esodo, 35, 1; Numeri, 15, 36), la lapidazione delle donne ebree scoperte non vergini dal marito (Deuteronomio, 22, 21) e degli ebrei adulteri (Levitico, 20,10; Deuteronomio, 22,22 sgg.), lo sterminio degli omosessuali (Levitico, 20, 13), il citato sacrificio in onore di Jahweh del primogenito, sia di uomini che di animali, l’obbligo fatto alla donna ebrea di “purificarsi” dopo le mestruazioni sacrificando almeno due tortore o due piccioni (Levitico, 15, 29)? Sono ancora valide queste norme per i rabbini? E se oggi non hanno il coraggio di chiederne l’applicazione nemmeno in Israele, perché continuano a pretendere il rispetto della “macellazione rituale” approfittando vigliaccamente di animali che non possono da sé far valere almeno il diritto a non soffrire più di quanto già soffrano in un mattatoio?

2 commenti:

  1. Che tristezza questo guitto di regime! È un pezzo che non mi fa più ridere. Esalta la costituzione italiana come la più bella del mondo, ma non dice che è ormai cartastraccia perché l'Italia ha perso la sua sovranità. E che faccia tosta incassare tutti quei soldi per le sue pagliacciate.

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  2. Benigni ha colto l'occasione per ribadire la sua condanna della pena di morte, accusata di "mantenere nella società un fondo di crudeltà".
    Costui ignora il diritto naturale che giustifica la pena di morte.
    Persino Platone, giustificando la pena di morte, ritenne opportuno distinguere tra soggetti curabili ed incurabili (forse anche presupponendo un funzione educativa della giustizia dovuta principalmente all'insegnamento di Socrate, suo maestro, ma estranea alla concezione di diritto naturale), prescrivendo la pena di morte per questi ultimi.
    I maggiori esempi, nella filosofia e nella letteratura, ci insegnano la pena di morte. Oggi è in atto una grande mistificazione e benigni non poteva sottrarsi alla vulgata comune. Ha dovuto per forza condannare la pena di morte ritenendola contraria a qualunque principio di giustizia (!!).

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