E perché? Che cosa ho da guadagnarci? Io ho chiuso le porte a Cristo perché mi ritengo migliore di Cristo e del suo asserito vicario in terra.
La storia del cristianesimo è fatta di luci e di ombre. Dopo Costantino i cristiani da perseguitati divennero persecutori. Con Teodosio I il cristianesimo divenne unica religione perché religione di Stato. Da allora iniziò il potere temporale della Chiesa. Con tutte le persecuzioni conseguenti nei confronti degli eretici. Roghi furono innalzati sia dai cattolici che dai protestanti. E tuttavia anche i peggiori papi furono promotori dell'arte, della filosofia e della scienza. Della scienza? E' mai possibile? Sto dicendo una falsità storica? No. Bisogna conoscere la storia della scienza per capirlo. Prima della Riforma protestante (per certi aspetti una vera iattura per l'Europa, divisa tra cattolici e protestanti con varie guerre confessionali) la Chiesa cattolica fu sempre una scuola di liberalismo in fatto di scienza. Bastava evitare di negare i dogmi strettamente religiosi (la trinità, la verginità di Maria, la divinità di Gesù). Tutti gli scienziati medievali, quasi tutti appartenti ad ordini religiosi, furono precorritori della scienza moderna (vedere per esempio la scuola di Buridano dell'Univesità di Parigi) e i matematici (calculatores) dell'Università di Oxford. Il vescovo di Parigi Oresme, allievo di Buridano, dimostrò la rotazione dell'asse terrestre. Un altro vescovo di Parigi, Stefano Tempier, dimostrò che l'universo era infinito e nel 1277 affisse le sue proposizioni contro S. Tomaso sul portale della cattedrale di Notre Dame. Il cardinale tedesco matematico Niccolò Cusano (1401-1466), delegato del papa al concilio di Costanza, dimostrò anche con argomenti teologici che l'universo era infinito e che la Terra, che si muoveva anch'essa, non poteva essere pertanto il centro del mondo. Fu il canonico polacco Copernico a rivoluzionare l'astronomia ponendo il sole al centro del sistema solare. E la sua opera De revolutionibus orbium coelestium (1543) fu dedicata al papa Paolo III, che lo ringraziò. Fu il gesuita Orazio Grassi a contrastare la falsa spiegazione di Galileo della causa delle maree. Grassi riprendeva la teoria espressa dal fisico inglese William Gilbert nel De magnete (1600), in cui si diceva che le maree erano dovute all'attrazione lunare. Galileo attribuiva la causa delle maree al movimento rotatorio della Terra. E' più lungo l'elenco delle cose errate scritte da Galileo rispetto all'elenco delle cose giuste. Perché poi la Chiesa cambiò atteggiamento nei riguardi della scienza arrivando a processare Galileo? Per colpa della Riforma, che fu la più grande oppositrice, con Lutero e con Calvino, della scienza moderna. Calvino, da vero idiota, scrisse contro Copernico: "chi può avere l'ardire di porsi contro lo Spirito Santo?" (Institutio religionis christianae). A questo punto la Chiesa cattolica, temendo di essere superata dalla Riforma in fatto di rigore dottrinale, dal liberalismo passò al suo contrario. L'opera di Copernico fu posta all'indice. Ma ormai non si poteva più tornare indietro. Tutti i maggiori scienziati del XVII secolo (in cui avvenne la rivoluzione scientifica, con Cartesio, Keplero, Galileo, che non capì mai e snobbò sempre le ellissi di Keplero, Leibniz, fondatore dell'analisi infinitesimale, Huyghens, fondatore della teoria ondulatoria della luce oltre che della teoria del pendolo e delle leggi di distribuzione dei moti nell'urto dei corpi, Newton, fondatore della meccanica moderna, non falsificata ma precisata dalla relatività generale di Einstein) furono cristiani. Essi si ispiravano all'idea che la natura fosse lo specchio dell'Intelletto divino, secondo una concezione che il cristianesimo, con la trinità, riprese dalla triade neoplatonica Uno-Intelletto-Anima del mondo, tradotta nel cristianesimo in Padre- Intelletto (o Verbo)- Spirito Santo (che aleggia sul mondo come l'Anima neoplatonica). Newton nello Scolio generale dei Principia scrisse che lo spazio assoluto era il sensorium Dei, l'organo della vista di Dio. Il grande storico della scienza Alexandre Koyré (Studi galileiani) ha scritto che la scienza moderna è stata la rivincita di Platone su Aristotele. Fu infatti Platone a concepire la natura in termini di ordine geometrico voluto dal Demiurgo (Timeo). Keplero si ispirò a Platone per cercare nell'astronomia un ordine geometrico di natura divina, sostituendo al Demiurgo di Platone il Dio cristiano.
Senza il cristianesimo dei papi non vi sarebbe stata la grande arte rinascimentale in Italia, sia nella pittura che nella scultura e nell'architettura. I papi furono sempre i maggiori mecenati dei grandi artisti. Basti pensare a Michelangelo e a Raffaello.
Per venire ai giorni nostri, la Chiesa cattolica, al contrario degli islamici, ha accettato nel 1996 (meglio tardi che mai) la verità della teoria dell'evoluzione biologica di Darwin. Paradossalmente in anni recenti in un Convegno su Darwin promosso in Vaticano furono messi alla porta dei disturbatori che volevano contrastare l'evoluzione biologica. Ma Giovanni Paolo II, dalla doppia faccia, in Memoria e identità, libro rivolto al grosso pubblico, ha fatto finta di non avere mai detto nel 1996, intervenendo al Convegno su Darwin, che era vera la teoria dell'evoluzione biologica, certamente per non turbare la fede del popolo cristiano costringendolo a diventare schizofrenico. Infatti in Memoria e identità non sconfessa l'origine dell'uomo dalla prima coppia Adamo ed Eva. Incredible ma vero. Io pongo al papa la domanda: se è vera l'evoluzione biologica da una comune origine di tutte le forme di vita (a cominciare dai batteri) in quale fase dell'evoluzione la specie homo avrebbe assunto l'anima immortale? Già Leibniz, che fu anche un teologo, ma evoluzionista, disse che fu infusa da Dio in un momento preciso dell'evoluzione. E il coscopritore dell'evoluzione biologica fondata sulla selezione naturale, Alfred Russel Wallace, corrispondente epistolare di Darwin (che riconobbe onestamente a Wallace di essere arrivato a concepire l'evoluzione fondata sulla selezione naturale indipendentemente da lui) si era domandato come mai l'evoluzione del cervello umano avesse avuto bisogno di così poco tempo per arrivare allo stadio dell'homo sapiens sapiens. Non sapendosi dare una risposta scientifica si appellò ad un intervento divino che avrebbe abbreviato l'evoluzione del cervello. Dopo di che Wallace si diede allo spiritismo. Darwin ameraggiato gli scrisse: "Tu hai ucciso il nostro comune figlio". Cioè la stessa evoluzione naturale fondata sui mutamenti CASUALI su cui era intervenuta la selezione naturale. Era evidente infatti che la pseudo soluzione di Wallace era contraddittoria, tenendo conto che l'evoluzione fondata su mutamenti casuali non poteva conciliarsi con una evoluzione che introduceva per l'uomo una spiegazione finalistica e soprannaturale. La teologia cattolica ha cercato di salvare capra e cavoli con una interpretazione dell'evoluzione biologica simile a quella di Leibniz e di Wallace (ma con la condanna dello spiritismo). Ma rimane un'ulteriore e insuperabile difficoltà. Una volta trasformata in metafora la favola di Adamo ed Eva, in che cosa sarebbe consistito il peccato originale senza il quale cade tutta la cristologia giacché Dio si sarebbe incarnato in Gesù per togliere il peccato originale con il rito del battesimo? E in quale fase dell'evoluzione biologica sarebbe accaduto il peccato originale? Anche qui qualche teologo ha cercato di arrampicarsi sugli specchi dicendo che il peccato sarebbe stato commesso da una certa comunità di uomini, e che il peccato si sarebbe esteso a tutta l'umanità per partecipazione ad una stessa natura. Ma come è possibile accettare una spiegazione così strampalata se il peccato richiede una coscienza morale? Quando sarebbe comparsa la coscienza morale nell'evoluzione dall'australopithecus al sapiens sapiens? Come si vede, si tratta solo di fantasia che galoppa.
La realtà è che non vi può essere alcun accordo tra fede e scienza. Il cristianesimo ha esaurito il suo compito storico che fu quello di traghettare nell'età moderna il sapere antico tramite il platonismo e l'aristotelismo, purtroppo essendo allo stesso tempo la causa della perdita di tutte le opere dei filosofi presocratici, di cui ci sono rimasti solo frammenti e testimonianze. Infatti i presocratici mal si conciliavano con la dottrina cristiana, al contrario di Platone e di Aristotele. Soprattutto non si potevano conciliare filosofi naturalisti come Anassimadro, Parmenide, Eraclito, Anassagora, Empedocle e Democrito, interpretabili in senso materialistico. E ancor meno conciliabili erano Anassimandro, Eraclito e Democrito, i primi due perché postulavano un universo infinito nella sua evoluzione e il terzo perché all'infinito aggiungeva una spiegazione meccanicistica con il suo atomismo. Per questo furono criticati sia da Platone che da Aristotele, che postulavano un universo finito e non retto da leggi meccanicistiche nel prevalere in tutti e due di una pur diversa concezione finalistica. E per questo il cristianesimo fece sempre una simbiosi dottrinale impiegando solo il pensiero platonico e aristotelico.
Che credibilità può avere dunque la Chiesa se non è capace di affrontare presso i fedeli il contrasto tra scienza e fede?
Ma non erano queste le considerazioni che all'inizio mi proponevo di fare dicendo che non è necessario aprire le porte a Cristo. Cui prodest? Ha più meriti di fronte a Dio (ammesso che esista) uno che rispetti i comandamenti per timor di Dio credendo che sia necessario credere in Dio per salvarsi l'anima, dimostrando così di essere solo un opportunista o non ha forse più meriti uno che si astenga dal fare del male rispettando la norma neminem laedere senza aspettarsi alcun premio nell'aldilà perché non vi crede? A che serve dunque il proselitismo? A niente.
Disse Kant (Critica della ragione pratica) che la prima condizione perché un'azione sia veramente morale è di prescindere dall'esistenza di Dio, perché altrimenti la sua azione non sarà autonoma ma eteronoma, dettata dall'esterno, e dunque non morale perché interessata. L'azione morale deve essere disinteresata. Dal momento in cui si pensa che sia dettata da un Dio essa cesserà di esistere come azione morale. Credere in Dio è necessario per i deboli di spirito che cercano di esorcizzare la paura della morte e con essa il ritorno nel nulla. La più spudorata manifestazione di opportunismo fu la famosa scommessa di Pascal, che disse che era meglio credere perché credendo si guadagnava l'infinito, mentre, nel caso Dio non esistesse, nulla si sarebbe perso. Io ho rovesciato l'argomento di Pascal dicendo che soltanto non credendo, ma rispettando la giustizia, si possono guadagnare maggiori meriti di fronte a Dio, che altrimenti sarebbe un essere veramente miserabile.
In conclusionde, meglio non credere in Dio per avere maggiori meriti di fronte a Dio. Chiudete dunque le porte a Cristo e rispettate le norme della giustizia per amore della giustizia e non per interesse personale.
Ed io considero la giustizia fondata sul diritto naturale, inteso come diritto all'autoconservazione. In questo modo si supera ogni concezione antropocentrica che ancora porta a credere che l'uomo sia padrone della natura, mentre è padrone di un cazzo. Giustizia significa rispettare la vita di tutti gli animali. Il diritto naturale non è contraddetto dalla catena alimentare preda-predatore perché il predatore uccide per il suo diritto naturale all'autoconservazione e il predatore non alleva le prede in allevamenti industriali e crudeli di morte, come fa l'uomo, divenuto carnivoro nella savana per ragioni di sopravvivenza sin da quando divenne homo abilis, che precede l'homo erectus (a partire da circa 800.000 anni fa). Ma prima dell'abilis la specie homo aveva dietro di sé circa tre milioni di evoluzione biologica come animale vegetariano. Egli divenne dunque onnivoro per ragioni culturali di sopravvivenza nella savana ponendosi in competizione con animali carnivori, contro la sua stessa conformazione naturale che si era già formata nei tre milioni di anni precedenti. La savana, con la sua aridità, si formò quando circa 10 milioni di anni fa avvenne un innalzamento della terra secondo una linea verticale sotto l'Africa subsahariana che produsse l'aridità della terra ad est (con la savana) e la conservazione della foresta ad ovest. Nella savana si ebbe l'evoluzione dell'australopithecus africanus, animale erbivoro da cui discese la specie homo.
Chiudere le porte a Cristo significa dunque chiudere le porte anche all'ignoranza, alle stronzaggini del papa che dice "abbiate l'odore delle pecore". Sì, di tutte le pecore che in questi giorni vengono uccise per "santificare" la Pasqua di sangue.
Chiudere le porte a Cristo è la prima condizione richiesta per essere migliori di Cristo, che rimase un ebreo che credeva che il tempio-mattatoio di Gerusalemme fosse la casa del Signore. Il sangue degli innocenti ricada sugli assassini. Pasque di sangue è il titolo di un libro che fece epoca perché scritto dall'ebreo Ariel Toaff (figlio dell'ex rabbino capo di Roma Elio Toaff). In esso si documenta che gli ebrei facevano sacrifici rituali uccidendo dei cristiani. Ecco che cosa è la Pasqua dei cristiani: sono stati sostituiti gli agnelli ai cristiani.
La storia del cristianesimo è fatta di luci e di ombre. Dopo Costantino i cristiani da perseguitati divennero persecutori. Con Teodosio I il cristianesimo divenne unica religione perché religione di Stato. Da allora iniziò il potere temporale della Chiesa. Con tutte le persecuzioni conseguenti nei confronti degli eretici. Roghi furono innalzati sia dai cattolici che dai protestanti. E tuttavia anche i peggiori papi furono promotori dell'arte, della filosofia e della scienza. Della scienza? E' mai possibile? Sto dicendo una falsità storica? No. Bisogna conoscere la storia della scienza per capirlo. Prima della Riforma protestante (per certi aspetti una vera iattura per l'Europa, divisa tra cattolici e protestanti con varie guerre confessionali) la Chiesa cattolica fu sempre una scuola di liberalismo in fatto di scienza. Bastava evitare di negare i dogmi strettamente religiosi (la trinità, la verginità di Maria, la divinità di Gesù). Tutti gli scienziati medievali, quasi tutti appartenti ad ordini religiosi, furono precorritori della scienza moderna (vedere per esempio la scuola di Buridano dell'Univesità di Parigi) e i matematici (calculatores) dell'Università di Oxford. Il vescovo di Parigi Oresme, allievo di Buridano, dimostrò la rotazione dell'asse terrestre. Un altro vescovo di Parigi, Stefano Tempier, dimostrò che l'universo era infinito e nel 1277 affisse le sue proposizioni contro S. Tomaso sul portale della cattedrale di Notre Dame. Il cardinale tedesco matematico Niccolò Cusano (1401-1466), delegato del papa al concilio di Costanza, dimostrò anche con argomenti teologici che l'universo era infinito e che la Terra, che si muoveva anch'essa, non poteva essere pertanto il centro del mondo. Fu il canonico polacco Copernico a rivoluzionare l'astronomia ponendo il sole al centro del sistema solare. E la sua opera De revolutionibus orbium coelestium (1543) fu dedicata al papa Paolo III, che lo ringraziò. Fu il gesuita Orazio Grassi a contrastare la falsa spiegazione di Galileo della causa delle maree. Grassi riprendeva la teoria espressa dal fisico inglese William Gilbert nel De magnete (1600), in cui si diceva che le maree erano dovute all'attrazione lunare. Galileo attribuiva la causa delle maree al movimento rotatorio della Terra. E' più lungo l'elenco delle cose errate scritte da Galileo rispetto all'elenco delle cose giuste. Perché poi la Chiesa cambiò atteggiamento nei riguardi della scienza arrivando a processare Galileo? Per colpa della Riforma, che fu la più grande oppositrice, con Lutero e con Calvino, della scienza moderna. Calvino, da vero idiota, scrisse contro Copernico: "chi può avere l'ardire di porsi contro lo Spirito Santo?" (Institutio religionis christianae). A questo punto la Chiesa cattolica, temendo di essere superata dalla Riforma in fatto di rigore dottrinale, dal liberalismo passò al suo contrario. L'opera di Copernico fu posta all'indice. Ma ormai non si poteva più tornare indietro. Tutti i maggiori scienziati del XVII secolo (in cui avvenne la rivoluzione scientifica, con Cartesio, Keplero, Galileo, che non capì mai e snobbò sempre le ellissi di Keplero, Leibniz, fondatore dell'analisi infinitesimale, Huyghens, fondatore della teoria ondulatoria della luce oltre che della teoria del pendolo e delle leggi di distribuzione dei moti nell'urto dei corpi, Newton, fondatore della meccanica moderna, non falsificata ma precisata dalla relatività generale di Einstein) furono cristiani. Essi si ispiravano all'idea che la natura fosse lo specchio dell'Intelletto divino, secondo una concezione che il cristianesimo, con la trinità, riprese dalla triade neoplatonica Uno-Intelletto-Anima del mondo, tradotta nel cristianesimo in Padre- Intelletto (o Verbo)- Spirito Santo (che aleggia sul mondo come l'Anima neoplatonica). Newton nello Scolio generale dei Principia scrisse che lo spazio assoluto era il sensorium Dei, l'organo della vista di Dio. Il grande storico della scienza Alexandre Koyré (Studi galileiani) ha scritto che la scienza moderna è stata la rivincita di Platone su Aristotele. Fu infatti Platone a concepire la natura in termini di ordine geometrico voluto dal Demiurgo (Timeo). Keplero si ispirò a Platone per cercare nell'astronomia un ordine geometrico di natura divina, sostituendo al Demiurgo di Platone il Dio cristiano.
Senza il cristianesimo dei papi non vi sarebbe stata la grande arte rinascimentale in Italia, sia nella pittura che nella scultura e nell'architettura. I papi furono sempre i maggiori mecenati dei grandi artisti. Basti pensare a Michelangelo e a Raffaello.
Per venire ai giorni nostri, la Chiesa cattolica, al contrario degli islamici, ha accettato nel 1996 (meglio tardi che mai) la verità della teoria dell'evoluzione biologica di Darwin. Paradossalmente in anni recenti in un Convegno su Darwin promosso in Vaticano furono messi alla porta dei disturbatori che volevano contrastare l'evoluzione biologica. Ma Giovanni Paolo II, dalla doppia faccia, in Memoria e identità, libro rivolto al grosso pubblico, ha fatto finta di non avere mai detto nel 1996, intervenendo al Convegno su Darwin, che era vera la teoria dell'evoluzione biologica, certamente per non turbare la fede del popolo cristiano costringendolo a diventare schizofrenico. Infatti in Memoria e identità non sconfessa l'origine dell'uomo dalla prima coppia Adamo ed Eva. Incredible ma vero. Io pongo al papa la domanda: se è vera l'evoluzione biologica da una comune origine di tutte le forme di vita (a cominciare dai batteri) in quale fase dell'evoluzione la specie homo avrebbe assunto l'anima immortale? Già Leibniz, che fu anche un teologo, ma evoluzionista, disse che fu infusa da Dio in un momento preciso dell'evoluzione. E il coscopritore dell'evoluzione biologica fondata sulla selezione naturale, Alfred Russel Wallace, corrispondente epistolare di Darwin (che riconobbe onestamente a Wallace di essere arrivato a concepire l'evoluzione fondata sulla selezione naturale indipendentemente da lui) si era domandato come mai l'evoluzione del cervello umano avesse avuto bisogno di così poco tempo per arrivare allo stadio dell'homo sapiens sapiens. Non sapendosi dare una risposta scientifica si appellò ad un intervento divino che avrebbe abbreviato l'evoluzione del cervello. Dopo di che Wallace si diede allo spiritismo. Darwin ameraggiato gli scrisse: "Tu hai ucciso il nostro comune figlio". Cioè la stessa evoluzione naturale fondata sui mutamenti CASUALI su cui era intervenuta la selezione naturale. Era evidente infatti che la pseudo soluzione di Wallace era contraddittoria, tenendo conto che l'evoluzione fondata su mutamenti casuali non poteva conciliarsi con una evoluzione che introduceva per l'uomo una spiegazione finalistica e soprannaturale. La teologia cattolica ha cercato di salvare capra e cavoli con una interpretazione dell'evoluzione biologica simile a quella di Leibniz e di Wallace (ma con la condanna dello spiritismo). Ma rimane un'ulteriore e insuperabile difficoltà. Una volta trasformata in metafora la favola di Adamo ed Eva, in che cosa sarebbe consistito il peccato originale senza il quale cade tutta la cristologia giacché Dio si sarebbe incarnato in Gesù per togliere il peccato originale con il rito del battesimo? E in quale fase dell'evoluzione biologica sarebbe accaduto il peccato originale? Anche qui qualche teologo ha cercato di arrampicarsi sugli specchi dicendo che il peccato sarebbe stato commesso da una certa comunità di uomini, e che il peccato si sarebbe esteso a tutta l'umanità per partecipazione ad una stessa natura. Ma come è possibile accettare una spiegazione così strampalata se il peccato richiede una coscienza morale? Quando sarebbe comparsa la coscienza morale nell'evoluzione dall'australopithecus al sapiens sapiens? Come si vede, si tratta solo di fantasia che galoppa.
La realtà è che non vi può essere alcun accordo tra fede e scienza. Il cristianesimo ha esaurito il suo compito storico che fu quello di traghettare nell'età moderna il sapere antico tramite il platonismo e l'aristotelismo, purtroppo essendo allo stesso tempo la causa della perdita di tutte le opere dei filosofi presocratici, di cui ci sono rimasti solo frammenti e testimonianze. Infatti i presocratici mal si conciliavano con la dottrina cristiana, al contrario di Platone e di Aristotele. Soprattutto non si potevano conciliare filosofi naturalisti come Anassimadro, Parmenide, Eraclito, Anassagora, Empedocle e Democrito, interpretabili in senso materialistico. E ancor meno conciliabili erano Anassimandro, Eraclito e Democrito, i primi due perché postulavano un universo infinito nella sua evoluzione e il terzo perché all'infinito aggiungeva una spiegazione meccanicistica con il suo atomismo. Per questo furono criticati sia da Platone che da Aristotele, che postulavano un universo finito e non retto da leggi meccanicistiche nel prevalere in tutti e due di una pur diversa concezione finalistica. E per questo il cristianesimo fece sempre una simbiosi dottrinale impiegando solo il pensiero platonico e aristotelico.
Che credibilità può avere dunque la Chiesa se non è capace di affrontare presso i fedeli il contrasto tra scienza e fede?
Ma non erano queste le considerazioni che all'inizio mi proponevo di fare dicendo che non è necessario aprire le porte a Cristo. Cui prodest? Ha più meriti di fronte a Dio (ammesso che esista) uno che rispetti i comandamenti per timor di Dio credendo che sia necessario credere in Dio per salvarsi l'anima, dimostrando così di essere solo un opportunista o non ha forse più meriti uno che si astenga dal fare del male rispettando la norma neminem laedere senza aspettarsi alcun premio nell'aldilà perché non vi crede? A che serve dunque il proselitismo? A niente.
Disse Kant (Critica della ragione pratica) che la prima condizione perché un'azione sia veramente morale è di prescindere dall'esistenza di Dio, perché altrimenti la sua azione non sarà autonoma ma eteronoma, dettata dall'esterno, e dunque non morale perché interessata. L'azione morale deve essere disinteresata. Dal momento in cui si pensa che sia dettata da un Dio essa cesserà di esistere come azione morale. Credere in Dio è necessario per i deboli di spirito che cercano di esorcizzare la paura della morte e con essa il ritorno nel nulla. La più spudorata manifestazione di opportunismo fu la famosa scommessa di Pascal, che disse che era meglio credere perché credendo si guadagnava l'infinito, mentre, nel caso Dio non esistesse, nulla si sarebbe perso. Io ho rovesciato l'argomento di Pascal dicendo che soltanto non credendo, ma rispettando la giustizia, si possono guadagnare maggiori meriti di fronte a Dio, che altrimenti sarebbe un essere veramente miserabile.
In conclusionde, meglio non credere in Dio per avere maggiori meriti di fronte a Dio. Chiudete dunque le porte a Cristo e rispettate le norme della giustizia per amore della giustizia e non per interesse personale.
Ed io considero la giustizia fondata sul diritto naturale, inteso come diritto all'autoconservazione. In questo modo si supera ogni concezione antropocentrica che ancora porta a credere che l'uomo sia padrone della natura, mentre è padrone di un cazzo. Giustizia significa rispettare la vita di tutti gli animali. Il diritto naturale non è contraddetto dalla catena alimentare preda-predatore perché il predatore uccide per il suo diritto naturale all'autoconservazione e il predatore non alleva le prede in allevamenti industriali e crudeli di morte, come fa l'uomo, divenuto carnivoro nella savana per ragioni di sopravvivenza sin da quando divenne homo abilis, che precede l'homo erectus (a partire da circa 800.000 anni fa). Ma prima dell'abilis la specie homo aveva dietro di sé circa tre milioni di evoluzione biologica come animale vegetariano. Egli divenne dunque onnivoro per ragioni culturali di sopravvivenza nella savana ponendosi in competizione con animali carnivori, contro la sua stessa conformazione naturale che si era già formata nei tre milioni di anni precedenti. La savana, con la sua aridità, si formò quando circa 10 milioni di anni fa avvenne un innalzamento della terra secondo una linea verticale sotto l'Africa subsahariana che produsse l'aridità della terra ad est (con la savana) e la conservazione della foresta ad ovest. Nella savana si ebbe l'evoluzione dell'australopithecus africanus, animale erbivoro da cui discese la specie homo.
Chiudere le porte a Cristo significa dunque chiudere le porte anche all'ignoranza, alle stronzaggini del papa che dice "abbiate l'odore delle pecore". Sì, di tutte le pecore che in questi giorni vengono uccise per "santificare" la Pasqua di sangue.
Chiudere le porte a Cristo è la prima condizione richiesta per essere migliori di Cristo, che rimase un ebreo che credeva che il tempio-mattatoio di Gerusalemme fosse la casa del Signore. Il sangue degli innocenti ricada sugli assassini. Pasque di sangue è il titolo di un libro che fece epoca perché scritto dall'ebreo Ariel Toaff (figlio dell'ex rabbino capo di Roma Elio Toaff). In esso si documenta che gli ebrei facevano sacrifici rituali uccidendo dei cristiani. Ecco che cosa è la Pasqua dei cristiani: sono stati sostituiti gli agnelli ai cristiani.
Oggi è il Venerdì Santo, la massima festività dei Protestanti (più ancora della domenica di resurrezione). I giornali non escono, tutto è chiuso.È quindi una giornata di lutto e meditazione.
RispondiEliminaTrovo il commento del professor Melis quanto di più appropriato alla ricorrenza, una bella lezione di storia e scienza nonché di morale.
Sì, il cristianesimo - che ha innegabilmente dei meriti che Melis non nega - ha esaurito la sua funzione. Al punto che un sacerdote italiano invoca l'apertura di una moschea perché in Italia c'è libertà di religione. Incredibile. Nel secolo scorso la Chiesa condannava la libertà di religione, coerentemente con la sua opera missionaria e pretendeva dallo Stato italiano, ad essa sottoposto, che non favorisse la propagazione dell' «errore», cioè di altre religioni. E il cattolicesimo era considerato dal fascismo religione di Stato. Oggi la Chiesa crede e spera di salvarsi alleandosi con i tagliatori di teste islamici. Ma la fede nei dogmi cristiani è morta, niente può resuscitarla (almeno in una testa pensante). Bergoglio si fa pubblicità schierandosi coi poveri. Ma deve spiegarci come sia mai possibile credere ancora nelle storielle di duemila anni fa, arricchite dei suoi dogmi, quasi tutti contenuti nel Credo che i cattolici recitano ogni giorno nella messa da secoli, forse per convincersene essi stessi.
Neminem laedere, non fare del male a nessuno, nemmeno agli esseri più innocenti del creato. Basta e avanza, il resto è contorno.
Mi meraviglio che oggi dopo secoli di scoperte: tecnologiche e scientifiche, di leggi fisiche e corollari parafisici. Sebbene dovrebbe essere più difficile, in teoria, per ogni persona mediamente colta, credere in un'entità superiore di natura spirituale, un dio persona, onnipotente e creatore dell'universo. In pratica, paradossalmente per l'aumento della popolazione mondiale, vi sono più uomini credenti oggi, rispetto al passato dell'uomo privo di conoscenze. Il Cattolicesimo, in particolare, è una religione che si basa molto su tradizioni, in parte modificate, per proprio tornaconto, dalla Gerarchia Cattolica nel corso dei secoli. Se si mette in discussione la Bibbia come libro sacro, ci accorgeremo che c'è
RispondiEliminaben poco di certo su cui poggia, il Cristianesimo, i suoi valori. Lo stesso Gesù Cristo, che io ritengo sia realmente esistito, ci appare oggi come uno dei tanti profeti che si credeva essere il Messia, piuttosto che come supposto figlio di Dio (ammesso che Dio esista). La figura di Gesù Cristo, così come ci viene rappresentata dalla Chiesa Cattolica, ha ormai ben poco da insegnarmi, visto che ci viene presentato come un essere antropocentrico e indifferente alle sofferenze degli animali (almeno da quando si evince nei vangeli sinottici). Anche se c'è da dire che ai tempi di Gesù, data l'esiguità della popolazione mondiale, c'era una minore richiesta di carne ed inoltre stante lo spazio agricolo-forestale sovrabbondante di allora, non c'era la necessità degli allevamenti intensivi di oggi. Poi non esisteva la vivisezione e l'uomo per cacciare non aveva ancora i terribili strumenti di morte attuali e all'epoca cacciava per alimentarsi, non come oggi, per sport. Quindi il problema della sofferenza animale era molto marginale e perciò meno sentito di oggi. Quando fino a qualche tempo fa ero anch'io cattolico, adesso sono ateo-agnostico, mi ero stufato della pedissequa, vana e autoreferenziale ripetizione della liturgia. Inoltre notai che l'argomento delle omelie domenicali e festive dei preti era diventato monotematico. Carità e perdono di chi ti ha fatto del male e nulla più. Però si badi bene, solo fra esseri umani, delle condizioni di vita degli animali non gliene frega niente al clero, ed è putroppo sancito dagli art. 2417 e 2418 del Catechismo. In passato nelle omelie si parlava anche di castità, di purezza sessuale. Adesso se qualcuno ci ha fatto caso, non se ne parla più. Forse perché i sacerdoti temono che qualcuno dei fedeli potrebbe obbiettare, visti i frequenti casi di preti che praticano sesso: "Senti chi parla?!". Avrei ancora molte cose da dire, ma per il momento mi fermo qui.
Grazie,
Anton.