sabato 23 gennaio 2016

INUTILE ATTACCO VIGLIACCO ALLA MIA POSTA

Google mi ha avvisato al telefono che qualcuno stava bloccando la mia posta con il cercare di manomettere la mia password. E' risultato che si trattava di due sardacci, uno di Sassari e l'altro di Quartu S.Elena. Certamente perché non avevano digerito il mio articolo a commento di Laika. Essi valgono meno di un cane. Anzi, sono due subanimali.Mi domando allora che capiterà quando uscirà il mio libro ROBA DA SARDI. VE LA DO IO LA SARDEGNA, in corso di stampa. Nella prima metà del libro mi rifugio dietro l'esposizione di Storia di Sardegna e di Storia moderna della Sardegna dal 1773 al 1779 del sardo Giuseppe Manno. Ne esce un quadro terribile della storia dei sardi. Storia di lotte intestine e di odi reciproci. Mi limito a riportare delle frasi. L'italiano del Manno è di lettura difficile perché volutamente arcaico.

“Funeste gare municipali per le quali non solo restarono separati e talvolta ostili interessi di coloro che la natura avea collocato a qualche distanza l’uno dall’altro, ma si vide l’odio e la rivalità trascorrere poche leghe d’intervallo fra le vicine città e giungere perfino ad invertere quelle norme geografiche che doveano dirigere la ripartigione politica dell’isola. Perciò Cagliari e Sassari contesero sempre aspramente...Per lo stesso motivo le città di Sassari ed Alghero, quantunque divise da poca terra, si accesero a mutue competenze; ed intalentate a nuocersi scambievolmente...il governo spagnolo, invece di intromettersi a moderare quei malconcepiti rancori, diede novello fomite alle rivalità profondendo a larga mano a benefizio di ciascuna città le leggi privilegiate. Con la qual cosa e mantenne negli animi la divisione per la varia norma dei diritti e la gelosia per la diversa misura delle grazie. Onde giunse a far sì che la Sardegna avesse meglio l’aspetto d’un corpo politico per lo concentrarsi di tutti i sentimenti nella devozione verso la signoria comune che per lo affratellarsi di tutti i sardi nella carità della patria”. 

MANNO, Giuseppe in Dizionario Biografico – Treccani

Vi fu un poeta sardo, Sebastiano Satta, che scrisse in italiano le opere maggiori e che ebbe il coraggio di dire ciò che si meritava la cultura dei sardi: “Udite morituri... Or voi con l’elce fatele una bara grande profonda, e, morta, ve la chiudete, nei manti neri del secolare suo silenzio ravvolta, e senza pianti sprofondatela nel mare”.

 E tuttavia vi sono tante strade storiche dedicate al Manno e al Satta. 

2 commenti:

  1. Caro professore, io non ho mai avuto modo di conoscere bene i sardi, tranne qualche sardo in terra di Liguria (io sono genovese);
    lei sicuramente ne ha ben donde, poiché, abitando là, conosce bene quella realtà.
    Mi sembra di capire che siano rimasti ad una mentalità arcaica, retriva, obsoleta, frutto di una tradizione che li ha sempre voluti succubi e "servi".
    Guardi che in Friuli dove abito io non sono molto differenti!
    Io da genovese, venendo ad abitare qua mi sono resa conto della grande differenza tra Friuli e Liguria.
    Io non voglio fare un discorso razzista, ma semplicemente oggettivo, come del resto vuol fare lei.
    Anche qua sono rimasti per certe cose "all'età del bronzo" (se non della pietra);
    è purtroppo l'eredità che gli hanno lasciato i loro antenati, così come ai sardi, ai friulani, gente con una mente un po' ottusa; mio nonno (genovese)diceva che i friulani hanno un chiodo arrugginito infilato nel cervello, alludendo con questo ad una mente poco elastica e poco propensa al rinnovamento, ancora imbibita di vecchie tradizioni e retaggi duri a morire, ormai irranciditi.
    Si "consoli", perché come vede non è l'unico a mal digerire certe situazioni.

    Cecilia

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  2. Professore cambi spesso la sua password, e metta protezioni all'accesso. Questi personaggi subdoli avranno vita difficile. Ha fatto bene a raccontare di cosa è capace certa gente finta perbene, quanto sono cattivi con gli animali. Io stessa sto facendo uguale con una tizia che ha maltrattato il suo cane e che io le ho sottratto portandolo a casa mia, dove è felice ed in buona compagnia. Perché proteggere l'identità di questi mostri? Tutti devono sapere.... Che mi quereli pure, quel mostro. Se ci prova la ripulisco e devolvo tutto all' Alf. Auguri a Laika.

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