La poetessa egiziana Fatima Naoot che definisce lo sgozzamento degli agnelli durante la "festa" islamica di EID-AL-AIDHA come "il più grande massacro dell'umanità" è stata condannata a tre anni di carcere per offesa alla religione.
02 ott 2014 - E' polemica per le parole pronunciate dall'attivista egiziana Fatima ... la 'strage' di montoni, ma i per i salafiti è solo una 'chiacchierona' ... RELIGIONE ... In un' intervista ad Aki-Adnkronos International, Metwalli si domanda ...
Eid al-Adha, attivista egiziana condanna la 'strage' di ...
www.adnkronos.com/aki-it/religione/2014/10/02/eid-adha-attivista-egizi...
E' polemica per le parole pronunciate dall'attivista egiziana Fatima Naoot, che in vista delle celebrazionidella Eid al-Adha (Festa del Sacrificio), la più importante festività dell'Islam, ha augurato sul suo profiloTwitter "buona strage a tutti". Il riferimento della famosa attivista e poetessa è all'usanza, in occasione di questa ricorrenza, di consumare carne di montone, un gesto che ricorda il sacrificio del figlio da parte di Abramo, ricordato anche nel Corano.
Sono migliaia i montoni che ogni anno vengono 'sacrificati' durante l'Eid al-Adha, proprio come per la Pasqua cristiana si moltiplica in modo esponenziale il consumo di carne di agnello, pratica contro cui da
tempo si battono gli animalisti. E' così che anche l'attivista egiziana ha preso le parti delle vittime sacrificali,condannando "una strage che si ripete ogni anno da dieci secoli e mezzo".
Il Vangelo dei bugiardi - Naomi Alderman - nottetempo
Rappresentazione della macelleria ebraica secondo l'Antico Testamento.
Avveniva
in questo modo.
E’
fondamentale calmare l’agnello, è la prima cosa. Un giovane, uno
che deve ancora acquisire le competenze del sacerdozio, a volte
affronta l’incarico con un atteggiamento brutale. Invece deve
essere eseguito dolcemente, persino amorevolmente. Gli agnelli sono
creature fiduciose. Toccalo sulla fronte appena sopra la zona in
mezzo agli occhi. Respira piano e in modo regolare, abbastanza vicino
alla creatura da inalare l’odore carnoso della lana. Lei capirà se
sei nervoso. Mantieniti calmo. Sussurra le parole sacre.
Afferra
il coltello così come ti sei esercitato a fare. Affonda svelto la
lama nel collo, appena sotto la mandibola. Non si deve indugiare. Il
coltello deve essere così affilato che quasi non serve esercitar
alcuna pressione. Abbassalo in modo fluido e veloce, recidendo i
tendini e i nervi mentre il sangue prende a sgorgare e i muscoli
dell’agnello sono colti da spasmi. Ritrai il coltello. Nel
complesso il movimento deve durare meno del tempo di un’inspirazione.
Tieni
l’agnello in modo che il sangue defluisca e possa essere raccolto
nella coppa sacra. C’è una grande quantità di sangue; la vita è
nel sangue. E’ appropriato a questo punto meditare sul sangue del
tuo corpo, sulla rapidità e facilità con sui potrebbe essere
liberato, sul fatto che un giorno smetterà di scorrere. Il
sacrificio è una meditazione sulla vulnerabilità. Il tuo sangue non
è più rosso di quello di questa creatura. La tua pelle non è più
resistente. La comprensione che hai degli eventi che porteranno alla
tua stesa morte probabilmente non è più profonda di quella di
questo agnello.
Ha
un odore forte: ferro, sale e acredine. Un sacerdote raccoglie il
sangue nella coppa. La coppa si riempie.
Il
sacerdote sparge il sangue, lo spruzza ai quattro angoli dell’altare.
L’odore si fa più intenso. L’agnello smette di muoversi a
scatti. Le ultime tracce di vita lo hanno abbandonato. Avviene in
questo modo, rapidamente. Quando il sangue è defluito, recidi la
pelle e staccala dalla carcassa Ora la creatura è carne. Ogni essere
vivente è carne per un altro. Credi che la zanzara – una delle più
piccole creature di Dio – ci consideri come qualcosa di diverso da
un cibo? I vermi un giorno ti divoreranno – ritieni che faranno
caso al tuo intelletto, alla tua gentilezza, alle tue ricchezze, alla
tua bellezza? Ogni cosa viene mangiata da qualche altra cosa. Non
pensare che, in quanto possessore di coltelli di bronzo, tu sia
qualcosa di più di questo agnello. Tutti noi siamo agnelli al
cospetto dell’Onnipotente.
Stacca
dalla carne gli organi consacrati. Estraili, separando e recidendo i
tendini che li tengono al loro posto.
Pochi
momenti fa avevano uno scopo: come ogni uomo nel Tempio, avevano
funzioni da eseguire. Adesso sono oggetti da bruciare nei fuochi
sacri. Questo non è un rituale dello spirito, è una materia che
attiene al corpo. Ricorda che anche le tue budella contengono feci,
che la donna che più desideri al mondo è, in questo momento come
ogni altro, piena di muco e feci. Sii umile. Elimina il grasso
proibito che non può essere mangiato: le masse di grasso intorno
all’addome, il grasso dei reni.
Metti
gli organi e il grasso proibito nel fuoco dell’altare. Mentre
bruciano, innalza lodi all’Onnipotente che ci ha affidato questo
sacro dovere, che ci ha concesso l’intelligenza di comprendere la
Sua opera, che ci ha posto al di sopra delle bestie con coscienza e
giudizio. Mentre il grasso brucia e se ne anneriscono le membrane
esterne, e la soffice materia bianca si liquefà e sgocciola tra i
rami ardenti,l’odore sarà dolce e delizioso.
Questi sono i dolci aromi destinati al Signore. La bocca si riempirà
di saliva, lo stomaco, se è un po’ che non mangi, comincerà a
brontolare. Non sei un angelo, uno spirito disincarnato senza
desideri. Sei un corpo, come questo agnello. Vuoi mangiare questa
carne. Sei anche un’anima, la parte migliore per rivolgere lodi al
tuo Creatore. Ricorda quello che sei.
Rendi
grazie. Quando il grasso e gli organi sono consumati, la carcassa
dell’anima le può essere rimossa.
Potrà
essere cucinata per te e per i tuoi compagni sacerdoti. Così
condividerai il pasto con Dio.
Questo
è il sacrificio quotidiano. Ogni giorno, due volte al giorno,mattina
e sera, un agnello di un anno, sano e senza imperfezioni.
Ogni
volta è un evento sacro. Ogni volta l’animale viene ucciso per la
gloria di Dio, non per la mera soddisfazione dei nostri appetiti.
Ogni volta, mentre la vita fuoriesce col sangue, il sacerdote
dovrebbe guardare, e prestare attenzione, e rendere grazie per
l’animale la cui vita è stata restituita al suo Creatore e la cui
carne fornisce dolci profumi al Signore e nutrimento ai Suoi servi.
Rappresentazione della macelleria islamica (e la chiamano religione)
Rappresentazione della macelleria islamica (e la chiamano religione)
ROBERTO
CALASSO. ARDORE
Abdellah
Hammoudi, professore di antropologia a Princeton, marocchino di
famiglia sannita, decise un giorno del 1999, di compiere i
pellegrinaggio alla Mecca, come lo avevano fatto innumerevoli suoi
parenti, conoscenti e connazionali. Voleva capire, da antropologo. E
scoprire che cosa rimaneva della sua educazione di fedele islamico.
Il pellegrinaggio alla Mecca implica vari obblighi, fra i quali il
compito di scegliersi e sgozzare un agnello alla Festa del
Sacrificio. Hammoudi voleva evitarlo. Pagò una “confraternita di
carità” perché compisse l’atto al posto suo. Hammoudi sarebbe
stato soltanto spettatore .
Quando
si avvicinò il giorno, “a Mina gli ovili avevano l’aspetto di un
gigantesco campo di concentramento per animali; due, tre, quattro
milioni di capi e anche più. Un’immensa folla di pellegrini si
accingeva a compiere l’obbligo del sacrificio a titolo di
“offerta”, a cui andavano aggiunti i sacrifici di espiazione o di
elemosina... Eravamo tutti riuniti per salvare le nostre vite, e la
nostra salvezza ci imponeva di uccidere quegli animali. La massa dei
pellegrini, giunti al colmo dell’abnegazione dopo la “stazione”
di Arafa, la preghiera a Muzdalifa e la lapidazione a Mina avrebbe
soppresso milioni di vite... La modernizzazione del pellegrinaggio
aveva certamente il suo peso: aree ottimizzate, superfici recintate,
distribuzione ortogonale dello spazio, infallibili sistemi di
sicurezza e di sorveglianza. A ogni regno della natura era assegnato
un campo: le masse animali nei loro recinti, e, non lontano, le masse
umane nei loro accampamenti, circondati da alte cancellate di ferro,
lungo le strade dai tracciati geometrici... La circolazione delle
macchine della polizia e la ronda incessante degli elicotteri
completavano il quadro. Quell’ordine avrebbe permesso alla massa
umana di annientare la massa animale in nome di Dio”.
Fu
uno strano, sistematico eccidio di singoli animali. E i loro corpi
vennero accostati su una stessa pietra.
Jahvè
apprezzò.
L'odore
di quelle carni bruciate, orribile per gli uomini, fu gradito alle
sue narici. Quando Utnapistim compì gli stessi gesti di Noè in
Mesopotamia, dopo il diluvio, “gli dèi come mosche si raccolsero
intorno all'officiante” . Jahvè invece non si mosse, ma cominciò
a pensare fra sé . Decise che non avrebbe più “maledetto il suolo
a causa dell'uomo”. Era forse cambiato il suo giudizio sull'uomo?
No, allora come già prima del diluvio – pensò che “l'oggetto
del cuore dell'uomo è il male, sin dalla giovinezza”.
Così
l'uomo era fatto. Ma non per questo andava distrutto, lui e la terra,
come era quasi successo poco prima. L'uomo però avrebbe dovuto
subire alcune regole .
Era
un'alta macelleria di cui qui si rendeva ragione . Impossibile
ignorare o omettere ciò che avveniva del sangue. Impossibile
dimenticare le parole di Jahvè a Noè e poi, un giorno , a Mosè :
“Perché l'anima della carne è nel sangue e io l'ho messo per voi
sull'altare, perché operi propiziazione per le vostre anime, poiché
è il sangue che opera propiziazione per l'anima”.
La
salvezza o anche soltanto il riequilibrio dei rapporti, sempre
turbati, con Jahvè vengono dal sangue . E non sono concepibili senza
sangue .
Rappresentazione della macelleria cristiana
Tre agnelli - Il richiamo della Foresta - Blog - Repubblica.it
richiamo-della-foresta.blogautore.repubblica.it/2016/03/07/tre-agnelli/
Margherita d'Amico. di Margherita d'Amico. 7. mar. 2016. Tre agnelli ... Li pregate di chiedere alla donna se sia disponibile a vendervi i tre agnellini. Inciderebbe .
professore,
RispondiEliminain alcuni punti le religioni sono veramente disumane e disgustose, per non dire perfide. come può un dio godere dei profumi di un arrosto di agnello ?
verrebbe da ridere - o da piangere, a seconda dei punti di vista.
allora mi sono fatto un' idea.
il dio di abramo era una eggregora, un falso dio.
https://it.wikipedia.org/wiki/Eggregora
un'entità immonda che si nutre del dolore psichico degli animali e degli uomini. come quello di un agnello che sta per morire, consapevole, al pari di un uomo.
la vedo così, altrimenti dovrei pensare che i testi "sacri" siano una barzelletta o scritti da malati di mente.
saluti,
marco
Professore, sono convinto che Il Dio della Bibbia sia un pazzo furioso sadico che è stato consacrato come Dio da altri soggetti votati al delirio di onnipotenza, molti credenti non conoscono la Bibbia e non sanno in che cosa credono, sono solo disgustosi ignoranti paragonabili a chi assume veleno senza sapere di che cosa si ciba. Il Dio della Bibbia ha benedetto incesti (vedere l'episodio delle figlie di Lot), avrebbe ordinato a Giosuè di massacrare tutta la popolazione dei Cananei in particolare i maschi, un orrore unico.
RispondiEliminaEra un Dio partigiano e razzista che proibiva qualsiasi contatto con altri popoli in quanto tutti gli altri erano inferiori ai santi ebrei, un Dio che nel Talmud avrebbe detto che i gentili sono solo animali in forma umana e che sono stati creati così perché sarebbe stato disdicevole per un ebreo farsi servire da animali.
Gli ebrei, barbari sadici che si sono creati un dio a loro immagine, ecco che cosa sono, e si sentivano superiori in quanto adoratori del sanguinario Jahwè; quanto disprezzo i cattolici che non si informano sulle cose in cui credono, sono solo dei pigri mentali che meritano insulti per la loro cecità intellettuale.
No sig. Alessio i cattolici non sono pigri, credono soltanto in quello che dicono e scrivono i loro sacerdoti e la loro Gerarchia. La quale Gerarchia, io sono convinto che in parte sa già che tutto quello che sta scritto nella Bibbia non sia vero e che sono solo dei racconti. Ma non possono buttare alle ortiche 2000 e passa anni di storia del Cristianesimo sia perché dovrebbero ammettere pubblicamente di essersi sbagliati e anche perché altrimenti tutto il Clero perderebbe tutti i benefici e agevolazioni fiscali che lo Stato gli concede e soprattutto perché ognuno di loro dovrebbe andare a lavorare. Del resto (tranne qualche eccezione) basta andare a vedere chi è che ormai frequenta le chiese: solamente anziani di bassa cultura, particolarmente donne vedove e bambini per prepararsi alla Prima Comunione, dopodiché spariscono.
RispondiEliminaAnton
Vorrei correggere un periodo del mio post precedente. Dove ho scritto: "La quale gerarchia, io sono convinto che in parte sa già che tutto quello che sta scritto nella Bibbia non sia vero ..." lo sostituisco con: "La quale gerarchia, io sono convinto che una parte di loro creda che non tutto quello che sta scritto nella Bibbia sia vero ...".
RispondiEliminaGrazie,
Anton
Ad Anton. Non va bene nemmno così sintatticamente. Riscrivo io la frase. "La quale gerarchia, per una parte di essa, come ne sono convinto, crede che non tutto quello che sta scritto nella Bibbia sia vero.
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