domenica 17 aprile 2016

COME DISTRUGGERE LA CAMORRA IN POCO TEMPO

Questo sgoverno si vanta di avere arrestato uno dei cento capi camorristi latitanti. Stava in casa della sua "donna" a guardarsi pacificamente la partita del Napoli. Sono occorsi lunghi appostamenti per seguirne gli spostamenti. E allora mi domando: come mai non è stato arrestato durante gli spostamenti? Perché non sono stati costretti i familiari a confessare con le buone o con le cattive dove si trovassero? I familiari debbono essere considerati complici.
La realtà è che la camorra (ma ciò vale anche per la 'ndrangheta e la mafia) può essere distrutta solo sospendendo le garanzie costituzionali ed abolendo anche i Consigli regionali in queste tre regioni perché queste organizzazioni a delinquere dirigono il voto, cosa che si sa ma che si fa ancora finta di non sapere. Innanzi tutto bisogna applicare un metodo che potrà sembrare antidemocratico e violatore dei diritti umani. Ma il rispetto dei diritti umani deve valere per gli umani. Questi criminali sono solo biologicamente appartenenti alla specie umana. Sono dei subanimali e come tali debbono essere trattati. Si è continuato a credere che l'uso della tortura sia inammissibile. Ma perché si parte da un errore iniziale, dal considerare questi criminali come animali, non dico uomini. Perché se fossero anche soltanto animali non meriterebbero di essere torturati. Se si parte dal giusto presupposto che sono dei subanimali viene a cadere ogni remora riguardo all'applicazione della tortura. Il famoso libretto Osservazioni sulla tortura di Pietro Verri (di cui si dice sia stato in verità il vero autore di Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria, e se non ne fu l'autore materiale ne fu certamente l'ispiratore) partiva dal giusto presupposto che la tortura non si dovesse applicare per estorcere una confessione di colpevolezza. Approvo. Infatti sotto la tortura uno potrebbe confessare di essere colpevole di un delitto pur di non continuare ad essere torturato. Ma impariamo dai nazisti (che scandalo! dirà subito qualcuno) i quali applicavano la tortura non per costringere alla confessione di colpevolezza, di cui se ne facevano nulla, ma per costringere il torturato a fare i nomi di tutti i suoi complici. Sotto tortura  il torturato sarà costretto a segnalare i luoghi di latitanza dei complici. Perché certamente ognuno che appartenga ad un particolare clan conosce  il nascondiglio dei suoi complici. A questo punto bisogna fare una verifica incrociata. Se il torturato fa il nome  di uno che non c'entri niente (come è capitato spesso con l'uso dei pentiti, che il Beccaria condannò aspramente dicendo che il suo uso era solo manifestazione di uno Stato debole che si arrende, mentre giustificava la pena di morte, e nessuno mai lo dice, per tutte le organizzazioni a delinquere che mettono a repentaglio la pace sociale) allora si renda più forte la tortura per punizione. Scapperanno fuori i nomi dei complici dello stesso clan. Una volta che si arrestino i rappresentanti, piccoli o grandi, dei diversi clan camorristici, che non hanno una organizzazione piramidale (come la mafia), essendo divisi e in guerra tra loro, sarà facile farli fuori arrestandoli. Ma questo non basta. Bisogna usare le loro stesse armi. Essi usano la pena di morte. Pertanto bisogna usare la pena di morte nei confronti di quelli i cui nomi siano stati fatti dal torturato. Promettendo salva la vita (ma in galera) al torturato che abbia fatto i nomi dei complici. Sono certo che con questo premio più facilmente il torturato farebbe i nomi dei suoi complici, da cui non avrebbe alcunché da temere perché verrebbero condannati a morte. Anche perché questi criminali continuerebbero a comandare dal carcere ricattando guardie carcerarie, direttori delle carceri e persino qualche giudice minacciandoli di morte o minacciando rappresaglie sulle famiglie. Altrimenti è come pretendere di sconfiggere un esercito dotato di artiglieria pesante  usando solo dei fucili. La guerra sarebbe persa a priori. E sempre sarà persa con questa fogna di democrazia dei partiti corrotti. Che guerra si può vincere contro la camorra con un ministro dell''interno quale è l'idiota Alfano, che va vantandosi dell'arresto di un latitante tra i cento latitanti? Più idiota di così è impossibile. Occorrerebbe un prefetto  di ferro quale fu Cesare Mori, nominato da Mussolini per combattere la mafia. Che però non fu sconfitta perché il prefetto Mori scoprì che anche alcuni fascisti avevano collegamenti con la mafia. A questo punto Mussolini lo rimosse premiandolo. Il solito promoveatur ut amoveatur. Durante il fascismo la mafia fu solo addormentata persino venendo a patti con i suoi maggiori rappresentanti. Oggi dunque occorrerebbe un prefetto Mori rinforzato dandogli carta bianca con l'uso della tortura. Altrimenti si rimarrà alla professione della ridicola retorica anticamorra dell'inutile libro Gomorra di Saviano, costretto a vivere sotto scorta.  O tortura e pena di morte o camorra per sempre. Scegliere.   
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