La cosiddetta Festa del ringraziamento (il quarto giovedì di novembre) coincide con una strage di milioni di tacchini. Che vinca la Rodham (che per motivi politici usa il cognome del marito Clinton che la fece pluricornuta) o Trump per i tacchini la sorte è già segnata. Le feste quasi sempre coincidono con un ringraziamento religioso. Maledette tutte le religioni, che non hanno fatto progredire in meglio l'umanità, aggiungendo anzi guerre di religione e alimentando una concezione antropocentica della natura.
Rendiamo grazie a Dio
Il giorno del Ringraziamento negli Stati Uniti. Quarantacinque
milioni di tacchini sono stati macellati per questo rito collettivo in
cui si sacrificano creature viventi al Dio Ventre, vagamente chiamato
Dio dell’universo.
La
sua origine sembra vada ricercata in Canada nel 1578, per opera di un
certo Martin Frobisher, che indisse un giorno di ringraziamento per
esser riuscito, lui e il suo gruppo, ad attraversare l’Atlantico. Ma
anche i più famosi Padri Pellegrini, nel 1621, ebbero la stessa idea.
Arrivati in una terra ostile e con l’inverno incipiente, sarebbero morti
tutti e centodue di fame se non fossero giunti in loro soccorso i
nativi consigliando loro di coltivare il mais e allevare i tacchini.
Grazie a questo aiuto, gl’impropriamente chiamati pellegrini invitarono i
nativi a mangiare con loro, anche se la storia dell’amicizia è stata un
po’ gonfiata poiché in realtà gli invasori non si fecero scrupoli a
saccheggiare alcuni depositi di granaglie degli indiani e già l’anno
successivo ci furono scaramucce per motivi di territorio.
La
realtà è sempre più prosaica di come ci viene raccontata. Tanto vero
che, a dimostrazione dell’umana ingratitudine, nel 1676 il primo
funzionario che, a differenza dei suoi predecessori che erano solo
uomini del popolo, ebbe l’idea d’istituire una giornata di
ringraziamento a Dio, fu Edward Rawson. Uno dei motivi per cui i coloni
avrebbero dovuto ringraziare il Signore fu la vittoria contro i “nativi
pagani”, cioè proprio coloro che cinquantacinque anni prima li avevano
aiutati a sopravvivere ai duri inverni. Come sarebbero andate le cose
per i pellerossa se li avessero lasciati morire di fame?
Contando
alcuni periodi in cui venne sospesa (Thomas Jefferson non ne volle
sapere), fu Abramo Lincoln a farla diventare una festa nazionale e a
fissarla al quarto giovedì di novembre. Alcuni storici affermano che fu
Truman, dopo il periodo bellico, a ripristinarla, ma, non essendoci
prove, è più probabile che sia stato John Kennedy a riprenderla nel
1963. Ad ogni modo, la National Turkey Federation,
a partire dal 1947 prese l’abitudine di regalare due tacchini ai
presidenti. Non si sa chi ebbe per primo l’idea di “graziarli”: c’è chi
dice Kennedy e chi George Bush padre. Ad ogni modo, l’ipocrita
sceneggiata si ripete ogni anno. E per aggiungere un tocco di demagogia,
i vari presidenti non si lasciano sfuggire l’occasione di proclamare il
loro impegno affinché i cinquanta milioni di americani poveri abbiano
anche loro la loro porzione di tacchino.
Da noi i politici promettevano un pollo in ogni pentola. Poca fantasia ‘sta gente!
Il motivo per cui si dovrebbe ringraziare il Creatore, come ebbe a dire George Washington nel 1789, è “per
le molte e segnate mercedi e le interposizioni favorevoli della sua
provvidenza, di cui abbiamo fatto esperienza nel corso e nella
conclusione dell'ultima guerra”. Anche James Madison, nel 1814, non si fece scrupolo ad affermare che si dovrebbe essere riconoscenti “a Dio Onnipotente per la sicurezza e il benessere di questi Stati, e per la sua Benedizioni sulle loro armi”.
In
altri termini, oltre ai frutti della terra, Dio concede il suo favore
sui campi di battaglia, schierandosi dalla parte dei suoi fedeli
prediletti. E gli altri, naturalmente, sono i figli della serva! E’ un
vezzo molto antico, quello di schierare Dio dalla propria parte, basti
pensare al Carroccio di Alberto da Giussano, ma anche Hitler aveva fatto
incidere sui cinturoni dei suoi soldati la scritta “Gott mit huns”,
Dio è con noi, e la stirpe dei Bush, padre e figlio, non ha mai avuto
pudore a chiedere la protezione divina contro le forze del male e di
Al-Qaeda.
Se,
con un minimo di raziocinio, arriviamo a rifiutare l’uso strumentale
della divinità per scopi bellici, dovremmo altrettanto facilmente
arrivare a respingere anche la strumentalizzazione degli animali come
doni di Dio e manifestazione della sua generosità. E’ solo una questione
di logica. Non si può rifiutare l’idea che Dio combatta a fianco di un
determinato esercito e accettare quella che conceda agli uomini gli
animali come cibo. Sa troppo di Vecchio Testamento e di Geova degli
Eserciti. Troppi danni sono derivati all’umanità da tale mistificazione.
E li stiamo pagando tuttora.
Non vorrei mai che, al pari di Halloween, anche il Thanksgiving Day venisse importato in Italia: ci bastano già le stragi pasquali di agnelli e capretti, oltre alle abbuffate natalizie.
Gli animali da carne muoiono. Macellai e Big Pharma gongolano. Rendiamo grazie a Dio per aver creato questo strano mammifero bipede, spietato e crapulone.
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