sabato 31 dicembre 2016

IL 2017 PER ME NON SARA' PEGGIORE DEL 2016...

...ma solo per questo. Perché non soffrirò più per un cane. Mai più cani nella mia vita. L'11 gennaio Laika alle tre di notte ebbe improvvisamente delle terribili convulsioni da epilessia. Fu subito ricoverata in un ambulatorio dove rimase cinque giorni. Andavo a trovarla ogni mattina e ogni sera. Per prevenire altri attacchi di epilessia fu prescritto il gardenale. Eppure dai ripetituti esami del sangue dopo l'ictus i valori risultavano tutti normali. Ma non fu più lei stessa sebbene apparentemente avesse superato l'ictus (secondo una diagnosi che però non escludeva un tumore al cervello).  Il suo passo, tranne in alcuni momenti, non era più quello di prima. Si aggravò improvvisamente ai primi di aprile con la febbre a 41 nonostante i valori del sangue continuassero a risultare normali in relazione alle funzioni fondamentali (glicemia, creatinina, transaminasi, globuli rossi e bianchi). Dopo due giorni passò la febbre ma aveva difficoltà a mettersi in piedi.  Bisognava sostenerla con due tutori, per le gambe anteriori e per quelle posteriori con l'aiuto di un dog sitter. La mattina del 20 aprile fece capire che voleva uscire dopo avere mangiato una intera scatoletta. Fu subito portata fuori di casa nella piazza sottostante, riuscì ad arrivare in una aiuola della piazza sempe sostenuta sulle gambe, ma improvvisamente si accasciò per terra. Non fu più capace di riprendere a camminare sebbene sostenuta. Nel suo peso di 20 kg fu riportata a braccio in casa dove dopo pochi minuti il cuore cedette. Aveva 14 anni. Il dolore della sua perdita è rimasto. Nessun cane la potrà sostituire. Meglio la sua presenza pur nell'assenza. Non voglio più soffrire. La natura è mal fatta. Un cane a 10 anni incomincia a diventare anziano. Non voglio più avere a che fare con i veterinari, uno più ignorante dell'altro. Ho già scritto vari articoli  su Laika. Con la sua storia. Basta aggiungere su Google il mio nome e cognome seguito da Laika. Ne riporto uno. 

Blog del prof. Pietro Melis: LAIKA

pietromelis.blogspot.it/2016/04/laika.html
20 apr 2016 - Alle ore 13,30 Laika, il mio amore, mi ha lasciato. Il cuore ha ceduto. Negli ultimi giorni si lamentenva spesso ma sembrava che volesse far ..

10 commenti:

  1. professore,
    non ho mai avuto cani, ma posso capire il suo dolore.
    un cane, specie se il proprio, riesce a dare anche di più di un essere umano.
    si dice che il cane sia il miglior amico dell'uomo : molte volte è l'uomo che non merita la sua amicizia. la natura è mal fatta, è vero, ma forse è meglio vivere 14 anni che 90 o 100, in vite magari prive di senso e scopo. l'animale non deve fingere, non tradisce, è sincero e non conosce l' ipocrisia come fa l'uomo. le formiche e le api costruiscono società perfette, dove l'uomo invece, a distanza di millenni, non riesce. la natura è mal fatta. specie per l'uomo, aggiungo io.
    saluti e buon anno,
    marco

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  2. Buon anno anche da parte mia, professore. Per quanto riguarda il commento sopra di Marco, avrei una precisazione: è vero che gli insetti sociali come le api costruiscono delle società perfette, ma sempre nell'ambito di un determinismo che esclude libertà e autoconsapevolezza: un'ape operaia lo sarà per tutta la vita, non si chiede il perché del suo agire, le sue azioni saranno prevedibili e non potrà mai ad esempio acquisire il ruolo di regina, quindi l'applicazione del modello dell'alveare alla società umana mi sembra un'utopia pericolosa e condurrebbe a forme di società totalitarie e rigide, simili a quelle ideate dal socialismo reale. Ovviamente man mano che la natura si evolve aumenta il livello di consapevolezza (anche negli animali) e quindi i comportamenti sono assai meno prevedibili.
    Per il resto, le auguro di cuore un ottimo anno 2017.

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  3. Odio la parola auguri. L'ho cancallata dal mio vocabolario. Un veterinario che si rifiutò di visitare Laika per avere una ultima diagnosi mi ha fatto una causa civile per diffamazione per averlo messo sul mio blog. Ma non sa che cosa lo aspetta. Laika non sarebbe vissuta un giorno in più ma costui, che mi ha fatto oscurare l'articolo, me la dovrà pagare cara perché finirà al momento opportuno nel mio blog con un esposto all'Ordine dei veterinari per grave violazione del Codice deontologico professionale quando capirà che nulla può pignorarmi. E non spiego perché. L'esposto servirà a nulla perché si sa che ogni Ordine serve solo a tutelare i suoi iscritti ma rimarrà marchiato nuovamente, e anche peggio, quando accanto al suo sito apparirà il mio esposto. Il migliore perdono è la vendetta.

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  4. La capisco, ho avuto quattro cani l'ultimo morto nell'ottobre 2014 a dodici anni.
    Ci vuole tempo ma non passerà mai, i veterinai non tutti cattivi ma ignoranti sicuro o meglio al servizio del sistema.Anche io per ora ho detto basta ma chissà!

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  5. Questo post mi ricorda l'ultima severinata (indiretta, ma lui ha citato approvando).

    Nel suo "Sull'embrione" cita un monsignor Sgreccia, intervenuto sul Corriere (inserendosi in dibattito col Severino medesimo -- siamo nel periodo del referendum sulla fecondazione assistita).

    Il monsignore dice che il significato di morale è: se hai anche il minimo dubbio che dietro la siepe ci sia un bambino e non una lepre, non spari.

    ...

    Che gente (ma Severino, se si toglie l'insensibilità e il delirio antropocentrico, è un monumento. Però che delusione quando il filosofo si prende una pausa e lascia parlare l'uomo).

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  6. "è vero che gli insetti sociali come le api costruiscono delle società perfette, ma sempre nell'ambito di un determinismo che esclude libertà e autoconsapevolezza: un'ape operaia lo sarà per tutta la vita, non si chiede il perché del suo agire, le sue azioni saranno prevedibili e non potrà mai ad esempio acquisire il ruolo di regina, quindi l'applicazione del modello dell'alveare alla società umana mi sembra un'utopia pericolosa"

    Un'utopia pericolosissima, alla quale accade di essere anche la realtà umana (che non ce ne si accorga è naturalissimo anch'esso, e anch'esso non diverso dalle altre specie).

    Che gli umani a differenza di tutti gli altri viventi necessitino non solo di ossigeno, ma di polvere di vanità nell'aria per respirare a volte mi fa sorridere; altre mi indigna.



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  7. Chi vuol essere amato, prenda un cane con sé, scrisse giustamente l'autore del Mondo come Volontà e Rappresentazione.

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  8. Ne adotti uno da un canile.

    Mike Buongiorno consigliava ad una persona a cui era morto il cane di prenderne subito un altro, cucciolo.

    Il Buongiorno non è stato mai un campione di sensibilità, come fai a dire una cosa del genere a uno che è ancora affranto dal dolore per la morte del suo cane.

    Tuttavia credo avesse ragione, chi è che nella sua vita non si è innamorato più di una volta.

    Finito un amore ne ricomincia un altro.

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  9. Io non ho mai cercato cani. Sono essi che hanno cercato me. Salva questo e salva quest'altro mi sono reso la vita difficile anche perché dovevo sempre, vivendo allora solo, sino al 2000,rivolgermi ad altri perché venisse portato fuori casa essendo contrario alle pensioni,dove il cane non può capire di trovarsi lì provvisoriamente e di non essere stato abbandonato. Ora basta. Un cucciolo potrebbe ormai sopravvivere. E poi perché priviegiare sempre un cucciolo e non dare una vita migliore negli ultimi anni ad un cane adulto che ha avuto una vita difficile da randagio? Ma questo significa prepararsi prima alla sua perdita. Comunque io con i cani, i più grandi affetti della mia vita, ho chiuso.

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  10. Provare affetto anche per un animale è una cosa che ci arricchisce nell'animo.

    Certo i problemi ci sono, ma non si può prevedere tutto.

    Il mio quando era piccolo si era fatto male ad una zampa che l'ha infilata dentro ad un tombino.

    Poi si è fatto male ad un altra zampa quando voleva giocare con un cane molto più grosso di lui.

    E si è fatto male anche a una terza zampa quando è saltato giù da una catasta di legna.

    Ora, penserà Lei, è infermo e non può più muoversi.

    Macchè, le zampine dopo un po' sono guarite da sole, corre ancora come un matto in mezzo ai campi.

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