giovedì 5 gennaio 2017

PERCHE' NON E' POSSIBILE L'INTEGRAZIONE. BARRIERE PSICOLOGICHE E CULTURALI


Gentiloni ha detto che non vi è identificazione tra immigrazione e terrorismo. Ma non ha tenuto conto che, se è vero che non tutti gli islamici sono terroristi, è anche vero che tutti i terroristi sono islamici. Perché? Perché non esiste un Corano moderato. La cosiddetta radicalizzazione è la vera espressione del Corano. Solo coloro che non l'abbiano letto possono dire che esistono gli islamici moderati. Moderati in che senso? Può essere un moderato colui che è costretto dal Corano stesso a ritenere dettate da Allah le frasi che spesso ho riportato del Corano? Per comodità del lettore riporto qui il mio florilegio del Corano.

Blog del prof. Pietro Melis: Il terrorismo nel Corano

pietromelis.blogspot.com/2009/10/il-terrorismo-nel-corano.html
20 ott 2009 - Florilegio della propaganda terroristica nel Corano a fronte degli utopisti ... un falso Islam, per cui il terrorismo è conforme al dettato del Corano.

Dalla lettura del Corano si ricava la conclusione che non è possibile per un vero islamico concepire uno Stato laico che prescinda dalle norme del Corano. Vi è una barriera culturale e psicologica insormontabile con la tradizione occidentale. 
Le moschee solo apparentemente sono luoghi di preghiera. Sono luoghi di predicazione di violenza. Perciò i governi occidentali non continuino a nascondere la verità dicendo che gli islamici hanno diritto ai loro luoghi di preghiera. La nascondono solo per paura di ritorsioni da parte degli islamici. Il Corano deve essere ritenuto, secondo il suo stesso contenuto, un libro ETERNO, nessuna frase può essere cancellata o modificata. Alla luce del contenuto del Corano non vi può essere distinzione tra islamici moderati ed islamici radicalizzati, cioè terroristi. Quelli che vengono definiti moderati sono dei falsi islamici che non seguono in tutto il Corano oppure degli impostori che mettono in atto la legge coranica della TAQYYA, cioè della dissimulazione, come dimostrato dal fatto che non vi è stata mai una protesta islamica di massa contro i terroristi. E tutto ciò a parte le considerazioni sull'aumento della delinquenza, quasi non bastasse la delinquenza indigena. Ormai vi sono proteste ogni giorno contro queste continue invasioni. Ma sapete qual'è la causa di tutto ciò? Quella che da sempre vado affacciando: la confusione tra morale (dell'accoglienza) e diritto. Non è possibile alcuna integrazione con chi crede nel Corano.

Per ignoranza della Convenzione Internazionale di Ginevra si pensa che uno Stato abbia l'obbligo di dare asilo ai rifugiati di guerra. FALSO. La suddetta Convenzione esclude dal diritto d'asilo i rifugiati di guerra (e tanto più quelli economici). Essa riconosce il diritto d'asilo solo ai rifugiati politici. Chi sono costoro? Sono coloro che SINGOLARMENTE sono riusciti a fuggire dal loro Paese NON in stato di guerra perché singolarmente perseguitati per manifesta dissidenza politica e non possano rientrarvi perché finirebbero in carcere. Orbene, fatta questa premessa, si smetta di parlare e di scrivere di corridoi umanitari per rifugiati di guerra. Non possono esistere corridoi umanitari per gente che fugga in massa da Paesi in stato di guerra, e tanto meno possono esistere per migranti economici. Se uno Stato avesse l'obbligo di riconoscere un diritto d'asilo a tutti quelli che non accettino di vivere nel loroPaese perché non vi è democrazia allora l'Europa dovrebbe riempirsi, per esempio, di milioni di cinesi e di quasi tutti gli Stati africani, sebbene non in stato di guerra.  In conclusione: non esiste diritto d'asilo per i rifugiati di guerra e tanto meno per quelli economici. Esiste il diritto d'asilo solo per i rifugiati politici, come sopra spiegato in base alla Convenzione di Ginevra.    

L'opinione

Un'invasione senza fine,
adesso gli italiani sono al limite
 

mercoledì 4 gennaio 2017

Le perplessità del cittadino medio sull’immigrazione

Il fenomeno della massiccia immigrazione che, provenendo dall’Africa e dall’oriente, ma soprattutto dall’Africa sta invadendo in modo insostenibile l’Italia è sotto gli occhi di tutti e non ha bisogno di certificazioni. Sono oramai milioni i migranti che nel corso degli anni si sono riversati sulle nostre coste sbarcando dai barconi che attraversano ogni giorno i nostri mari e non lo abbiamo solamente visto dalle cronache delle Tv, ma lo constatiamo quotidianamente girando per i nostri paesi e le nostre città oramai invase da una pletora di sfaccendati di colore, mantenuti a spese dei cittadini ed in un contesto di assurda preferenza rispetto agli italiani bisognosi che a volte sono assurdamente sfrattati per morosità dalle loro case per fare posto agli immigrati!

Quanto poi al comportamento sociale di questi immigrati i numeri dei dati ufficiali forniti dall’amministrazione penitenziaria parlano chiaro certificando che gli immigrati costituiscono il 55% della popolazione carceraria contro una percentuale del 6% sulla popolazione italiana a dimostrazione che gli immigrati delinquono circa 10 volte di più degli italiani.

Quali che siano le cause di tale comportamento, disorientamento, mancanza di lavoro (ma moltissimi sono mantenuti dallo stato), mancanza di educazione civile, aggressività culturale, sta di fatto che questi reati sono commessi e non si tratta di reati leggeri ma di stupri, furti, rapine, aggressioni, omicidi e lo stato non riesce a prevenirli né a ridurli mentre i cittadini onesti debbono continuare a subirli con in più la prospettiva che essi aumentino con l’aumento del numero dei migranti.

Inoltre, i centri di accoglienza, oltre a creare notevoli disagi ai cittadini che si vedono a volte costretti in casa alla sera per motivi di sicurezza che le forze dell’ordine non sono più in grado di garantire, sono spesso teatro di immotivate rivolte di natura teppistica che provocano danni, anche questi a carico della comunità.

Da sfatare anche la leggenda che questi migranti siano spinti dalla miseria posto che un passaggio su uno dei barconi costa dai 3.000 ai 5.000 Euro, cifra che in quei Paesi è di tutto rispetto e che pone chi li possiede al di fuori dello stato di miseria di cui si fanno scudo per spiegare i motivi della migrazione!

Con questo NON vogliamo certamente dire che in Africa se la passino tutti bene, ma certissimamente non sono i migranti quelli che stanno peggio.

La politica nazionale e quella mondiale assistono attonite, impreparate ed inadeguate a questo fenomeno biblico senza mai chiedersi cosa si possa fare CONCRETAMENTE ed al di lá delle solite sterili e stupide chiacchiere per governare il fenomeno.

Chiaramente per modificare l’effetto e cioè la migrazione, si dovrebbe intervenire sulle cause e questo si può fare solamente agendo in loco e cioè cercando di attuare politiche internazionali che risollevino le sorti di quelle economie, ma sino ad oggi non abbiamo visto mai un intervento operativo che agisca in tale senso !

Paradossalmente ha fatto di più per l’Africa la Cina che sta investendo in quel continente, dell’Europa che ne avrebbe più diretto interesse.

Infrastrutture, investimenti, scuole, ospedali, insomma quello che pochi eroici missionari fanno da sempre su scala minimale, sarebbero le cose da fare per dare un abbrivio alla società africana e diminuire le motivazioni della migrazione!

Certamente il discorso non vale per la MINORANZA che scappa dalle guerre e dalle persecuzioni, ma essa è appunto una minoranza per la quale il fenomeno sarebbe governabile sia per il numero che per la natura dei migranti.

Quanto poi ai respingimenti di coloro che non hanno diritto all’accoglienza, la cosa rappresenta il ridicolo dato che essi, sino ad oggi, hanno riguardato una infima percentuale di coloro che si sarebbe dovuto respingere.

Ignavia di chi era preposto, mancanza di organizzazione, buonismo interessato della politica che ha paura di passare per cattiva e di perdere voti?

Forse tutto quanto ed altro ancora, ma sta di fatto che la cosa NON FUNZIONA!
Come quasi sempre accade, anche in questa situazione l’unica cosa evidente appare l’inadeguatezza, il menefreghismo, la disonestà di fondo di coloro che dovrebbero, per mandato popolare, amministrare la cosa pubblica nell’interesse dei cittadini ed invece pensano solamente agli affaracci propri.

6 commenti:

  1. Il Corano è un libro intriso di violenza, non ci sono dubbi. Ho sempre guardato con sospetto le religioni, in particolare l'islam perché professa la completa sottomissione alla volontà divina.

    Lei mi perdonerà un'osservazione di carattere grammaticale. La grafia qual'è, anche se diffusa, è scorretta. Si tratta di un troncamento. La mia fonte di riferimento è
    http://www.treccani.it/enciclopedia/qual-e-o-qual-e_(La-grammatica-italiana)/
    Chiedo scusa per questa puntualizzazione.

    Per il resto concordo su tutto.

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  2. E' lei che sbaglia perché, trattandosi di femminile ho scritto "qual'è la causa...". Trattandosi di femminile (causa) si ha elisione e non troncatura. Avrei sbagliato se avessi scritto "qual'è il motivo". Infatti, trattandosi di maschile (motivo) avrei dovuto scrivere "qual è il motivo" trattandosi in questo caso di troncatura e non di elisione. La stessa cosa per l'articolo "uno". Al maschile si scrive, per esempio, "un evento" (con troncatura). Ma al femminile si scrive, per esempio, "un'escursione" (con elisione).Molti sbagliano non conoscendo la differenza tra troncatura ed (d eufonica)elisione.

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  3. L'esempio che Lei ha fatto circa l'articolo "uno" è ineccepibile, ma sono rimasto a casa bloccato da una bufera di neve e ho approfondito l'argomento.

    Ho trovato la risposta del professor Lorenzo Enriques (Zanichelli).
    Qual è va sempre scritto senza apostrofo. E' un troncamento. http://dizionaripiu.zanichelli.it/la-posta-del-professore/2012/05/18/qual-e-o-quale/).

    Poi ho consultato l'Accademia della Crusca (Raffaella Setti, consulente Accademia della Crusca).
    "L'esatta grafia di qual è non prevede l'apostrofo in quanto si tratta di un'apocope vocalica, che si produce anche davanti a consonante (qual buon vento vi porta?) e non di un'elisione che invece si produce soltanto prima di una vocale"(http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/lesatta-grafia-qual).

    Idem con patate per Massimo Birattari (Autore di Italiano. Corso di sopravvivenza. Tea).
    "Qual è è troncamento o elisione? La risposta breve è: troncamento" (http://www.illibraio.it/apostrofo-grammatica-369439/).

    Ed eccoci al celebre Luca Serianni (Luca Serianni, con la collaborazione di Alberto Castelvecchi, Italiano, Garzanti 1997).
    "Qual è/qual’è: la forma corretta è la prima, senza apostrofo (e indipendentemente dal genere maschile o femminile a cui quale si riferisce: “qual è la verità?”, “qual è il trucco?”. Infatti l’omissione di "e" in "quale" rappresenta un troncamento (o apocope), non un’elisione. La differenza ortografica tra i due fenomeni (simili quanto alla loro sostanza fonetica) consiste in ciò: il troncamento crea forme autonome, che potrebbero essere adoperate davanti a parole comincianti vuoi per vocale vuoi per consonante (qual era, ma anche – sia pure, oggi, solo in tono scherzoso – qual meraviglia!), l’elisione crea invece forme condizionate dall’iniziale vocalica della parola seguente (un condizionamento espresso dall’apostrofo)".

    Chiudiamo con Giuseppe Patota (Grammatica di riferimento dell’italiano contemporaneo, Garzanti Linguistica, 2006).
    Si deve scrivere qual è (non qual’è!) sia se qual è maschile sia se è femminile: “Qual è il problema?”, “Qual è la questione?”. Qual, infatti, non è una forma elisa (che richiede l’apostrofo), ma una forma apocopata,
    che non richiede l’apostrofo e può essere usata davanti a consonante: “Qual buon vento ti porta?”.

    Professore, l'ho tediata abbastanza.




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  4. Una poesia per lei professore:
    _Siamo invasi
    da negri
    di merda,
    e viene pure la notte.

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  5. Non si usino certi termini. Poi ci passo anch'io di mezzo per avere concesso spazio.

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  6. Anche questa concione su troncamento ed elisione (si usa persino il termine "apocope") ha connotati nostalgici.

    Facile prevedere che il Suo interlocutore abbia almeno 50 anni.

    Mentre il sole tramonta per sempre sull'Occidente e la sua civiltà, la grammatica è avvinta dall'ombra: nessuno la vede più.

    Buona parte di laureati under 40 non avranno mai sentiti termini come "apocope", "troncamento", ... inclusi docenti di lettere/italiano.

    Qualche mese fa circa la metà dei docenti italiani non ha superato la prova di scrittura (che presentava difficoltà assai minori dell'oggetto della vostra discussione.

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