domenica 5 marzo 2017

IL PAPA: LA BIBBIA DA PORTARE DIETRO COME IL CELLULARE

Meglio non portarsela dietro. Oppure mettersela di dietro. Leggerla e tenersela in casa come documento di un libro tremendo pieno di racconti di stragi (anche se in molta parte inventate). Almeno se il papa intende per Bibbia anche l'Antico Testamento. Questo fu scritto solo per gli ebrei con l'unico scopo di giustificare di fronte a se se stessi, prima che di fronte agli altri, che  la terra di Palestina era stata assegnata da Jahweh sin dall'origine dei tempi al popolo eletto. Tutto l'Antico Testamento si fonda su questa falsità. Dunque il papa incoraggia i cristiani a portarsi dietro una menzogna storica. Ma questa menzogna è il fondamento di tutte le falsità storiche comprese nell'Antico Testamento. Ho dedicato due anni (2004-2006) unicamente allo studio dei libri degli odierni maggiori studiosi mondiali dell'Antico Testamento. Ho esposto i risultati a cui sono pervenuti tali studiosi in Scontro tra culture e metacultura scientifica. Dall'esegesi biblica (di cui fu il primo promotore il grande filosofo ebreo ateo Spinoza, demolitore nel suo Tractatus theologico-politicus di tutte le patenti contraddizioni dell'Antico Testamento) risulta un cumulo di falsità storiche, ridotte a puri racconti romanzeschi, quando non si tratti di mitologie tratte da vecchi miti mesopotamici. Faccio l'elenco delle maggiori invenzioni, tralasciando la favola di Adamo ed Eva.
1) I tre patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe non sono mai esistiti. Si tratta di personaggi tratti da tre diversi racconti mesopotamici senza alcun collegamento tra essi. Gli antichi ebrei li cucirono insieme trasformando Abramo in padre di Isacco e Isacco in padre di Giacobbe. Giacobbe sarebbe entrato in Egitto con tutto il suo parentado (70 individui) e dopo 400 anni (Genesi) (ma in Esodo gli anni sono 430) i discendenti dei 70 sarebbero diventati 600.000. Evidentemente i primi rapporti sessuali furono incestuosi. Ma lasciamo perdere questo aspetto. Nemmeno se avessero copulato continuamente tra loro gli ebrei avrebbero potuto raggiungere in 400 anni il numero di  600.000. 
2) La fuga dall'Egitto degli ebrei guidati da Mosè è un'altra grande falsità. Mai avvenuta. E per un motivo semplice: dall'esegesi risulta che anche Mosè è un personaggio romanzesco. Mai esistito. Su questo punto vedere soprattutto di Alberto Soggin Introduzione all'Antico Testamento. Esso è stato tratto da un racconto egizio, come dimostrato anche dal suo nome, che non è ebraico ma egizio. Mosè è una forma abbreviata di nomi appartenenti a vari faraoni (Kamose, Ahmose, Thutmois, Ramses). Inoltre Mosè, posto romanzescamente nel 1200, è ignorato da tutti i (falsi) profeti, a cominciare da Isaia (VIII secolo). E'evidente che l'invenzione della figura di Mosè è successiva all'VIII secolo. E se cade Mosè cade tutto l'Antico Testamento. Non solo: cade anche il Nuovo Testamento perché si racconta che Gesù abbia conversato con le anime di Mosè e del "profeta" Elia, anche questo personaggio inventato. Nei due libri dei Re si racconta che Elia, mentre camminava e parlava con il discepolo Eliseo fu trasportato in cielo da un carro di fuoco trascinato da due cavalli di fuoco alati. Elia fu quello che comandò di fare a pezzi 450 seguaci del dio Baal, avversario di Jahweh. Certamente Gesù non si trovò in buona compagnia conversando con le anime di Mosè e di Elia. E questo fa capire quante falsità furono ereditate dai Vangeli, che ne aggiunsero altre. Notare poi la contraddizione derivante dal fatto che gli antichi ebrei non credevano nell'immortalità dell'anima. Solo con i farisei venne accettata l'immortalità dell'anima per influenze della filosofia ellenistica di radice neoplatonica, come nel tardo libro di Daniele, mentre i sadducei, che si ritenevano eredi della più rigorosa tradizione, continuarono a negare l'immortalità dell'anima.     
3) Ma diamo per vera una falsità, cioè che Mosè sia esistito. Ne risulta un personaggio tremendo, una figura da macellatore di uomini, donne, bambini e "bestiame". Ispiratore di tutte le stragi (se pur inventate) commesse dagli ebrei prima dell'occupazione della Palestina. Infatti si racconta che Mosè visse sempre nel deserto del Sinai per 40 anni e non entrò mai in Palestina, di cui vide da lontano solo i confini dal deserto del Sinai. Tremende le norme di culto attribuite a Mosè: lapidazione degli adulteri, pena di morte per chi avesse violato il riposo del sabato, sterminio degli omosessuali, pena di morte per la donna che fosse stata scoperta non vergine dal marito, obbligo di purificazione per chi avesse toccato una donna durante le mestruazioni, obbligo della donna di purificarsi dopo le mestruazioni uccidendo due tortore o due piccioni, regole di macellazione (con la tuttora vigente regola della macellazione kasher che vieta che il povero animale sia reso prima privo della coscienza, regola poi fatta propria dagli islamici con la corrispondente macellazione halal). Le altre norme sono state superate ma quella della macellazione è stata vigliaccamente conservata non trattandosi di uomini. Si aggiunga il terribile ordine di sacrificare in onore di Jahweh il primo genito sia degli uomini che degli animali (Esodo, 22,28). Peggio del paganesimo. Vedere sulle altre citate norme Esodo (35,1), Numeri  (15,36), Levitico (20,10-13), Deuteronomio (22,21-22). Nel Numeri si racconta di uno che fu messo a morte per ordine di Mosè perché fu colto mentre raccoglieva della legna, violando così la norma del riposo del sabato. Si racconta anche di un tale che per lo stesso motivo fu messo a morte perché un sabato aveva cercato di salvare il suo asino che era caduto in un burrone.  
4)Da notare il racconto comico e palesemente falso e contraddittorio delle tavole della legge attribuite a Mosè. I comandamenti in essi contenuti (che nel cristianesimo vengono ridotti a dieci nel cosiddetto decalogo) sono copiati in parte dal codice babilonese di Hamurrapi per la parte delle norme giuridiche e non religiose. Prima si dice che le tavole furono consegnate direttamente a Mosè da Jahweh che vi scrisse sopra "con il suo dito" (Esodo, 31,18). Comico: un dio che ha le mani e che scrive su una pietra con un suo dito scolpendovi sopra. Poi si racconta che Mosè spezzò queste tavole dopo che discese dal Sinai avendo scoperto che nel frattempo i suoi si erano costruiti come divinità dei vitelli d'oro massiccio. Anche il riferimento a questi vitelli tradisce la falsità del racconto in quanto gli anonimi redattori vollero includervi il riferimento al fatto che questi due vitelli erano due statue presenti nel tempio-mattatoio costruito da Salomone. Fatto sta è che Mosè ordinò una strage di tutti i colpevoli delle due sculture. Come poi fossero riusciti a trovare tanto oro nel deserto del Sinai anche questo aumenta la falsità del racconto. Mosè viene quindi richiamato da Jahweh sul monte e questa volta vuole che sia Mosè a ricavarsi due tavole di pietra e a scrivervi sopra, sotto dettatura di Jahweh, le stesse parole che prima Jahweh aveva scritto "con il suo dito"(Esodo, 34, 1-27). Ciò è assolutamente impossibile perché all'epoca del romanzesco Mosè (posto nel XIII secolo) gli ebrei non conoscevano ancora la scrittura. E' il caso di dire che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.           
5)Dopo il Deuteronomio (quinto libro del Pentateuco, considerato come insieme dei libri fondamentali, definiti la Legge) si arriva al libro di Giosuè, che secondo una certa tradizione ebraica viene compreso anch'esso tra i libri fondamentali, tanto da avere coniato il termine "Esateuco". Ebbene, gli eccidi commessi dall'esercito comandato da Giosuè nella concquista della Palestina fanno impallidire quelli commessi da Mosè e dalla sua truppa. In conformità al Deuteronomio, quinto ed ultimo libro del Pentateuco (o Torah, la Legge), sacro a tre religioni  (sic!), dove si legge: "Sterminerai dunque tutti i popoli che Jahweh, l'Iddio tuo, sta per dare in tuo potere; l'occhio tuo non abbia pietà; e non servire agli dèi loro...Il tuo Dio, Jahweh, darà queste nazioni in tuo potere e le metterà interamente in rotta finché siano distrutte. Ti darà nelle mani i loro re, e tu farai scomparire i loro nomi di sotto ai cieli; nessuno potrà starti a fronte finché le abbia distrutte. Darai alle fiamme le immagini scolpite dei loro dèi; non agognerai e non prenderai per te l'argento che è su quelle, onde non abbia ad esserne preso perché sono un'abominazione per Jahweh" (7, 16-25).  Peggio dei nazisti.
6) Soltanto con il libro di Samuele inizia la storia del regno ebraico incominciando da Saul e poi da Davide che fu il fondatore del regno ebraico, che originariamente si estendeva sino ai limiti del fiume Eufrate. Ma il popolo ebraico continuò ad essere un popolo pagano, adorante varie divinità, anche se i tardi redattori dell'Antico Testamento (V-IV secolo a.C.) cercarono di nascondere tale verità. A Davide succedette il figlio Salomone, che realizzò il progetto del padre di un grande tempio (in realtà un grande mattatoio) e si racconta che Salomone, che si fece costruire una lussuosa reggia, avesse 300 mogli e 700 concubine anche straniere. E per compiacere alle mogli e concubine straniere riconobbe valido anche il culto delle divinità pagane, cioè di quelle regioni da cui provenivano le mogli e le concubine straniere. Dedito al lusso e alle sue manie di grandezza Salomone provocò la scissione del regno ereditato dal padre, con la formazione di due regni separati, lo Stato di Giuda a sud con capitale Gerusalemme e lo Stato di Israele a nord con capitale Samaria, giacché i samaritani non sopportavano più le forti tassazioni che imponeva il megalomane Salomone, passato poi ingiustamente alla tradizione come re saggio. Il libro dei Proverbi, notoriamente attribuito a Salomone, non è affatto di Salomone, come ha dimostrato l'esegesi biblica. Gli ingenui redattori dell'Antico Testamento vollero far capire che la politica di Salomone avvenne in trasgressione del volere dell'unico vero dio Jahweh. Falso. Tanto è vero che nel VI secolo (come si racconta nei libri dei Re) il re Giosia impedì il culto delle divinità pagane perseguitando ed uccidendo coloro che opponevano a Jahweh il dio concorrente Baal. Ma attenzione. Non disse che non esistevano altre divinità. Disse solo che gli ebrei dovevano adorare un solo dio, Jahweh, che da allora divenne dio nazionale, nonostante i perduranti contrasti con i seguaci di altre divinità. In effetti anche Jahweh faceva originariamente parte del pantheon delle divinità pagane ebraiche e aveva come maggiore competitore il dio Baal. Dunque il popolo ebraico divenne monolatrico, e non monoteistico. Divenne monoteistico dopo la distruzione del tempio-mattatoio di Gerusalemme nel 587 (a.C.) ad opera del re babilonese Nabuconosar (o Nabucodonosor) giacché gli ebrei avevano rotto il patto di alleanza con la Babilonia e si erano alleati con l'Egitto, sconfitto dal re babilonese. Allora gli ebrei deportati in Babilonia e i loro discendenti incominciarono a pensare che la catastrofe avvenuta fosse dovuta ad una punizione di Jahweh, per il fatto che gli ebrei avessero riconosciuto l'esistenza di altre divinità. I discendenti dei deportati in Babilonia furono poi liberati nel 539 dall'imperatore persiano Ciro il grande, che aveva assorbito nell'impero persiano il regno babilonese senza colpo ferire. Ecco l'origine del monoteismo ebraico. 
7) Il (e non la, come dicono  gli ignoranti) Genesi nella sua prima parte fu redatto dopo tutti gli altri libri dell'Antico Testamento. Come mai? Ecco la spiegazione secondo l'esegesi biblica. Dopo la tarda conversione al monoteismo  gli ebrei si accorsero che dovevano aggiungere una spiegazione della creazione del mondo attribuendola ad un solo dio.  Ma i redattori, sempre ingenui, nel loro ispirarsi a varie e contrastanti tradizioni sia scritte che orali, non rinunciarono alle varie, se pur contrastanti, tradizioni,  e usarono più spesso il termine Elohim invece di Jahweh. Ma il termine Elohim in ebraico è un termine  plurale e non singolare: esso significa "Dèi" o non "Dio". Dunque i redattori tradirono il fatto che in verità gli ebrei erano stati sempre politeisti sino alla conversione al monoteismo. Dunque è falso che il Genesi  sia il primo libro della Bibbia. Al contrario, esso è l'ultimo almeno per quanto riguarda  il racconto mitico della "creazione" del mondo. E attenzione anche qui. In verità non si tratta di "creazione" intesa come creazione dal nulla. Il termine ebraico corrisponde a "fece" o "ordinò". Infatti il racconto biblico è anche in questo caso una trasposizione di miti mesopotamici, in cui era impensabile una creazione dal nulla. Dunque il dio, (meglio: gli dei ebraici, Elohim) ordinarono la materia coeterna e non creata dal nulla. La creazione dal nulla appare soltanto con il filosofo ebreo Filone Alessandrino (ritenuto già allora un eretico dalla religione ebraica) e fu recepita dal cristianesimo.    Potrei continuare nella lista di tutte le falsità storiche ed invenzioni che sono  comprese nell'Antico Testamento.  
Che va dicendo dunque questo papa Francesco? Che cosa ha da insegnare la Bibbia se comprende anche l'Antico Testamento? Come può credere che tutti siano imbecilli se riescono a trarre qualcosa di buono dalla Bibbia? E' un papa che non si rende conto di ciò che dice. O lo è o ci fa.                       

Il Papa: "Usiamo la Bibbia come il cellulare: sia sempre ... - Il Giornale

www.ilgiornale.it/news/.../papa-usiamo-bibbia-cellulare-sia-sempre-noi-1371615.html
9 ore fa - Il Papa: "Usiamo la Bibbia come il cellulare: sia sempre con noi" ... però, ricordare che non è la Bibbia che i cristiani dovrebbero portare con sé ...

Nessun commento:

Posta un commento