Non uccidete il mare,
la libellula, il vento.
Non soffocate il lamento
(il canto!) del lamantino.
Il galagone, il pino:
anche di questo è fatto
l’uomo. E chi per profitto vile
fulmina un pesce, un fiume,
non fatelo cavaliere
del lavoro. L’amore
finisce dove finisce l’erba
e l’acqua muore. Dove
sparendo la foresta
e l’aria verde, chi resta
sospira nel sempre più vasto
paese guasto: Come
potrebbe tornare a essere bella,
scomparso l’uomo, la terra.
Ho sempre coltivato il pensiero che la maggiore disgrazia è nascere. Già nell'Antico Testamento Giobbe maledice il giorno in cui è nato: “Perisca il giorno in cui nacqui e la notte in cui si disse: “E’ stato
concepito un uomo!”. E Geremia nel libro omonimo dice: "maledetto il giorno in cui nacqui; il giorno in cui mia madre mi diede alla luce non sia mai benedetto". Così pure il poeta greco Teognide scrisse: "Meglio non essere mai nati, o appena nati varcare al più presto le soglie dell'Ade". Lo stesso pensiero fu espresso da Sofocle nell'Edipo a Colono.
Nessuno ha mai chiesto di nascere per essere messo subito in lista nell'attesa della condanna a morte. Non si nasce dall'amore ma per sbaglio o per egoismo dei genitori, che credono in questo modo di dare un senso alla vita creandosi delle responsabilità nei riguardi dei figli, così continuando nella staffetta della morte, mentre non si rendono conto che il dono della vita è un non senso linguistico. Infatti non esiste alcun dono se manca il ricevente. Chi sarebbe il ricevente? Uno dei milioni di spermatozoi che corrono verso l'ovulo per poi suicidarsi tranne uno o due (in caso di parto gemellare)? Solo per gli animali non umani la vita ha un senso perché non possono porsi la domanda: che senso ha la vita? Il maggiore filosofo del XX secolo, Martin Heidegger in Essere e tempo ha definito la vita umana un esserci per la morte. Gli animali non umani, dice Heidegger, non muoino ma periscono perché la loro vita è un per-ire, un andare per, senza meta, senza progettualità nella vita. L'uomo è l'unico animale in cui ogni progettualità si accompagna alla coscienza della morte e dunque alla mancanza di senso di ogni progettualità. Solo gli uomini autentici vivono progettando la vita nella coscienza della morte. Gli altri vivono una vita inautentica, nell'anonimato del "si dice", "si fa". Aggiungo da parte mia che sono inautentici tutti coloro che vivono per il danaro, per il potere, per tutto ciò che è effimero ed è privo di significato per una migliore comprensione dell'esistenza umana. La vita sembra un bene solo perché, una volta nati, la morte appare il maggiore dei mali (Hobbes, De cive, pref.). Io sarò coerente perché cercherò in ogni modo di evitare di avere un figlio, il cui pensiero è per me fonte di terrore. Qualcuno mi dirà che in questo modo vado contro natura. E' vero. Ma quelli che fanno figli stanno al livello dell'animalità, e non possono pretendere di essere superiori agli animali non umani. Mi sono iscritto al Movimento per l'estinzione umana volontaria. Non voglio lasciare traccia genetica di me. Concordo dunque con il Caproni dicendo che la Terra sarebbe migliore se sparisse il non senso della vita con la scomparsa da essa della specie umana, l'unica specie che crede di essere padrona della Terra, mentre scientificamente è padrona di nulla. E tuttavia è l'uomo che è causa dei cambiamenti climatici che sta portando all'estinzione di molte specie animali. L'uomo è l'animale che è apparso per l'ultimo sulla Terra. Se si racchiude in un anno solare tutta l'evoluzione biologica di circa quattro miliardi di anni, a iniziare dalla comparsa dei batteri e delle alghe azzurro-verdi, cellule monocariotidi, dalla cui casuale simbiosi è nata la cellula eucariotica che ha dato inizio a tutta l'evoluzione, l'uomo apparirebbe negli ultimi secondi dell'anno solare. E questo animale, arrivato per ultimo ha la prosopopea, anche religiosa, che la vita sulla Terra avesse come ultimo fine la comparsa dell'uomo, cioè del non senso della vita. Scomparso l'uomo sulla Terra scomparirebbe il non senso della sua vita. Questo avrebbe dovuto aggiungere Caproni. Non vi arrivò perché non accompagnò alla sua poesia la coscienza filosofica del non senso della vita umana. Maledetti quei due che mi hanno fatto nascere per condannarmi a morte.
Fine del tema.
Avrei aggiunto altre considerazioni scientifiche circa la casuale origine dell'universo visibile con la casuale prevalenza della materia sull'antimateia nelle prime frazioni del Big Bang, che non è l'origine di tutto l'universo ma solo di quello visibile, oltre il quale esistono altri universi nel pluriverso, dove ogni universo nasce da una casuale concentrazione o bolla di energia che esplode dando ad una espansione dei vari universi. Avrei aggiunto anche le considerazioni scientifiche circa la formazione CASUALE del sistema solare e dunque della casualità delle condizioni che hanno favorito la nascita della vita sulla Terra. Perché la casualità demolisce qualsiasi concezione antropocentrica della vita. La Terra solo casualmente si è trovata ad una giusta distanza dal sole in modo che la temperatura non fosse né troppo fredda (comenei pianeti più lontani dalsole, né troppo alta, come nei pianeti Mercurio e Venere, e la sua massa non fosse né troppo piccola né troppo grande, perché nel primo caso la sua forza di gravità non sarebbe stata sufficiente per trattenere l'atmosfera intorno alla Terra, mentre nel secondo caso la forza di gravità avrebbe schiacciato sulla superficie della Terra l'atmosfera.
Oggi posso dire di essere stato coerente. Non ho voluto rottura di coglioni di figli, e ancora non capisco come la gente non sappia vivere senza far figli. Ma in fondo l'ho spiegato prima.
Fine del tema.
Avrei aggiunto altre considerazioni scientifiche circa la casuale origine dell'universo visibile con la casuale prevalenza della materia sull'antimateia nelle prime frazioni del Big Bang, che non è l'origine di tutto l'universo ma solo di quello visibile, oltre il quale esistono altri universi nel pluriverso, dove ogni universo nasce da una casuale concentrazione o bolla di energia che esplode dando ad una espansione dei vari universi. Avrei aggiunto anche le considerazioni scientifiche circa la formazione CASUALE del sistema solare e dunque della casualità delle condizioni che hanno favorito la nascita della vita sulla Terra. Perché la casualità demolisce qualsiasi concezione antropocentrica della vita. La Terra solo casualmente si è trovata ad una giusta distanza dal sole in modo che la temperatura non fosse né troppo fredda (comenei pianeti più lontani dalsole, né troppo alta, come nei pianeti Mercurio e Venere, e la sua massa non fosse né troppo piccola né troppo grande, perché nel primo caso la sua forza di gravità non sarebbe stata sufficiente per trattenere l'atmosfera intorno alla Terra, mentre nel secondo caso la forza di gravità avrebbe schiacciato sulla superficie della Terra l'atmosfera.
Oggi posso dire di essere stato coerente. Non ho voluto rottura di coglioni di figli, e ancora non capisco come la gente non sappia vivere senza far figli. Ma in fondo l'ho spiegato prima.
professore,
RispondiEliminase esiste un movimento per l'estinzione umana volontaria è la prova che l'uomo ha coscienza di quanto brutto esso sia. sa di essere pericoloso ( per il pianeta ) e cattivo ( per la sua specie ) questo è un paradosso, perché nessun animale ha coscienza del "male" che fa. pensiamo al leone che uccide la gazzella. sarebbe stupido dargli un giudizio basato su un metro di misura umano.
un mio amico cattolico dice che capiremo tutto una volta morti. sarà. certo è che una volta nati bisogna raccogliere la sfida. anche se non abbiamo chiesto noi di nascere. si entra nel ballo e bisogna ballare. chi non balla rischia un'esistenza anche peggiore. per "chi non balla" intendo chi ha buttato via la sua vita magari con la droga o con l'alcol, e poi non ha il coraggio di farla finita.
saluti,
marco
Inoltre professore, secondo me i difetti dell'essere umano si vedono anche nel bambino, che non è affatto quell'essere ideale e innocente privo di difetti descritto da molti pedagogisti e psicologi. Spesso i bambini sanno essere crudeli (anche verso gli animali) e perfino sadici come i casi di bullismo dimostrano, egoisti,conformisti, a loro modo manipolatori, oppure mostrano assoluta mancanza di senso critico credendo a tutto ciò che viene loro detto, quindi sono anche piuttosto stupidi e pigri mentalmente, non vogliono fare la fatica di valutare i messaggi. Mi ritengo piuttosto pedofobo, il mio modo di pensare ovviamente è considerato sbagliato dalla stragrande maggioranza delle persone, ma la massa spesso tutto fa fuorché riflettere.
RispondiEliminaCome non essere d'accordo? La prima volta che ho avuto la fortuna di riflettere sulla morte e sulla vita, è stato al funerale di una mia carissima zia. Un suo nipote ci disse: appena nati, già siamo condannati a morte. E non era un Filosofo, il ragazzo, era un ragazzo, che faceva l'idraulico mi pare, un mestiere ora sommamente interessante, richiesto e redditizio. Per dire che non era certo un esponente dell'IA intelligenza artificiosa degli osannati leccakubisti di regime demoNIO cristiano di ora. Solo per "caso" io non ho avuto figli. Ne sono sommamente contenta, specialmente per loro, che non nati non devono morire. E' il più bel regalo che ho fatto loro. Gli u-mani coscienti dovrebbero aiutare Natura ad esserlo, con l'esempio, visto che anche lei, pur essendo una grandissima chimica con miliardi d'anni d'esperienza è un Animale Bello come lo sono gli animali non u-mani, Gatti che sono quelli che ho vicino, Cani, e tutti gli altri. Gli u-mani sono graziosi finché gattonano. Quando si alzano in piedi, nella quasi totalità, diventano bruti come gli adulti, competitivi e quindi pericolosi per sé e per gli altri. Lo sono stata anch'io in parte. Ma poi ho studiato. Complimenti, Amici e Maestri. Buona Vita. Veg Anna
RispondiElimina
RispondiElimina"Solo gli uomini autentici vivono progettando la vita nella coscienza della morte. Gli altri vivono una vita inautentica, nell'anonimato del "si dice", "si fa". Aggiungo da parte mia che sono inautentici tutti coloro che vivono per il danaro, per il potere, per tutto ciò che è effimero ed è privo di significato per una migliore comprensione dell'esistenza umana. "
Ma così, professore, lei è intollerante quanto lor signori.
Perché le nostre menti non sono capaci di rinunciare all'istinto dell'identificazione del diverso col peggiore (o brutto, o pericoloso, o inimico)?
Noi siamo animali, con lo spazio tra i due lobi "abnormalmente sviluppato".
Scopo degli animali non è chiedersi "perché", ma, proprio per gli animali sociali, selezionare un capo (il più potente, cioè colui che meglio sembra incarnare l'ideale, al centro del cervello profondo umano, di potenza), e seguirlo... attraverso l'imitazione.
Come si fa negli alveari, nei branchi, oveunque negli animali sociali.
Poi, si capisce, nel caso di questo tipo di ominide dai troppi neuroni, intervengono orgoglio e vanità.
Sicché coesiste il cervello antico (che ama il capobranco, e desidera sottomettervisi, e trova nell'ubbidienza cieca e felice ad esso la condizione più vicina all'agnognato essere-come-quello) e quello nuovo (fatto delle idee allucinatorie di "parità", "libertà")... e buona madre natura ha dato la soluzione: inconscio, e conscio, divisi tra di loro.
Si fa una cosa, si realizza uno scopo. Non si sa cosa si fa, ma si sa che si sta facendo qualcosa di molto diverso, per motivi molto diversi da quelli reali, e si realizzano altri scopi (si tengono a bada orgoglio e vanità).
È gente che campa felice, io li invidio.
Ha mai letto cosa dice Pessoa nel Libro del Genio su folli e genî?
"Il genio è la peggiore maledizione con cui Dio può benedire un uomo. Deve essere sopportata con il minimo possibile di gemiti e lamenti, e con la maggiore coscienza possibile della propria divina tristezza.
Il genio si distingue dal folle per il fatto che quest'ultimo perde il contatto con l'ambiente. Il folle e il genio sono entrambi dei disadattati, ma mentre il folle è totalmente disadattato, il genio lo è solo rispetto all'ambiente contiguo."
Il genio è quello che contrattacca con un "perché" ad ogni "si fa", "si dice", "si deve", "è così", ... poi se ha un'intelligenza sufficiente, usa la sua mente per produrre cose tangibili, che si vedono nel tempo e nello spazio, e che per ciò i normali possono valutare di un qualche rilievo (se SERVONO, ah!...), altrimenti no, posta commenti come il mio su un blog come il suo.
Io di nascere senza i circuiti mentali che alterano percezione (anche sensoriale!) memoria e giudizio e fanno vivere ciascun umano, costantemente, in una realtà allucinatoria prodotta dalla sua mente che tra tutte quelle possibili è quella che lo fa stare più tranquillo (o andare più in alto nella scala della società), con la malattia del perché e della verità, come è capitato a me, non mi basterebbe l'animo di augurarlo nemmeno ai miei pochi nemici.
Quando lei vuole "liberare" le "masse" dagli "imbroglioni" che le manovrano dall'alto, Lei non è cosciente di come la odierebbero le masse, se sapessero dei suoi sogni, e di come soffrirebbero se questi venissero mai ad effetto.
Gli "imbroglioni", all'opposto di ciò che sembra, sono SUPPLICATI dalle masse di ingannarle, e guidarle, e riempirgli la mente di ciò che è giusto, sbagliato, è, non è.
Gli "imbroglioni" internazionali sollevano l'individuo-massa dal tormento pieno di enigmi per lui senza possibile soluzione del dover essere qualcos'altro da un ingranaggio, che segue le forze attorno a lui e ne è mosso, e riceve di tanto in tanto i complimenti da una mano grande che azione le leve.
RispondiEliminaNon esiste per l'uomo normale sopruso peggiore che imporgli la sua propria libertà, e lasciarlo da solo con essa.
Complimenti per questa eccellente riflessione.
RispondiEliminaLa gente non sa vivere senza far figli perché la trasmissione del proprio materiale genetico dà loro una parvenza di immortalità.
Poi, come ha detto lei, si illudono di dare uno scopo alla propria esistenza, quando invece lo scopo dovrebbe essere quella di vincere ogni attaccamento e sparire da questo universo.
Victoria