Ricevo da Franco Libero Manco
IL
DILEMMA RELIGIOSO DI FRONTE ALL’ETICA ANIMALISTA
Franco
Libero Manco
Lo
sviluppo del pensiero positivo, unito alla sensibilità della coscienza umana,
procede in modo inarrestabile secondo l’eterna legge della natura che attua
l’evoluzione di tutte le cose. Ed è
inevitabile che ciò accada. La compassione (che caratterizza la nuova coscienza
universalista/vegan/animalista e viene estesa a tutti gli esseri viventi) in
passato è stata sfiorata solo dai grandi dello spirito. In questa evoluzione integrale
l’umano è destinato ad allontanarsi sempre più dalla primordiale violenza verso
gli animali e verso il suo stesso simile.
Ma
questa grande innovazione esistenziale trova refrattario e impreparato il mondo
religioso cristiano, e specialmente la religione cattolica che più di ogni
altra giustifica lo sfruttamento e l’uccisione degli animali: quale posizione
adotterà quando l’umanità, per amore e senso di giustizia, approderà al regime
vegano? Dirà che erano tempi in cui non era possibile ampliare i codici del
diritto anche agli animali? Oppure rispolvererà testi antichi (per es. vangeli apocrifi) in cui
emerge la figura di Gesù in difesa degli animali e a condanna al consumo di
carne? Questo sarebbe sufficiente a far desistere coloro che non intendono
rinunciare alla bistecca? Sarebbe sufficiente dimostrare che i vangeli sono
stati alterati, che gli originali manoscritti riportano in vero pensiero di
Gesù? Che testi originali sono esenti da interpretazioni personali dello
scrittore nell’intento di far emergere una figura di Gesù più conforme alle proprie aspettative?
Certo
non si favorisce lo sviluppo di un futuro migliore restando ancorati al
passato. E’ necessario lasciar parlare
il cuore non le pergamene. A mio avviso dibattere sui molteplici i punti di
vista delle varie comunità, movimenti religiosi e chiese è sicuramente
improduttivo. Ciò che serve è aprirsi
alle esigenze dello Spirito in cammino che non può più essere quello dei
profeti di 5000 anni fa.
Che
senso ha arrampicarsi sugli specchi per cercare di dimostrare che Gesù,
contrariamente a quanto riportato nei vangeli canonici, fosse vegetariano? Se
realmente lo fosse stato sarebbe emerso negli scritti di alcuni storici del
tempo, o dal pensiero dei discepoli e seguaci o nei documenti che appartengono
ad altre culture religiose e che invece
ricalcano i contenuti dei vangeli ufficiali, cioè quelli in cui in nessuna
circostanza vi è una prescrizione a favore del rispetto per gli animali e il
non mangiare carne.
Nel
tentativo di giustificare l’amore di Gesù per gli animali, alcuni affermano che
i vangeli siano stati alterati. Molto probabilmente tra traduzioni amanuensi,
trascrizioni arbitrarie ed errori inconsapevoli nelle migliaia di trascrizioni
dal greco e dall’ebraico, molte cose hanno subito delle varianti, anche se, io
credo, il significato del pensiero sia rimasto fondamentalmente inalterato. Se
così non fosse come spiegare che anche le Chiese d’Oriente, considerate
eretiche dalla chiesa di Roma riportino lo stesso pensiero e gli stessi
contenuti dei vangeli canonici?
Ritengo
improbabile che sia stata messa in moto una macchina gigantesca per eliminare dall’enorme mole di scritti ogni
riferimento al vegetarismo di Gesù da parte della Chiesa e da Costantino che
forse non vedeva di buon occhio la rinuncia ad uno dei piaceri fondamentali
della vita. Ma questa è solo un’ipotesi. Il clero e l’imperatore, presa in mano
la situazione, non avevano bisogno di conferme ufficiali scritte per
giustificare il loro comportamento. Non solo. Nella manomissione dei Testi
avrebbero eliminato anche le profezie di Gesù che non si sono avverate, come il
Matteo 16,28: “In verità vi dico,: vi
sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio
dell’uomo venire nel suo regno”.
La
chiesa d’Oriente è giunta alle stesse conclusioni adottando i vangeli canonici
senza alcuna coercizione da parte della chiesa d’Occidente (cattolica) o da
parte di Costantino. Anche le altre chiese ortodosse e protestanti, scelsero i
vangeli sinottici e rifiutarono gli altri. Gli stessi Padri della Chiesa, che
invitano ad astenersi dalla carne, citano migliaia di volte i Vangeli canonici
ma mai quelli apocrifi (Origene, Tertulliano, Eusebio di Cesarea, Clemente
Alessandrino, Ireneo, Ippolito, Giustino di Nablus).
Ma
come spiegare che molto tempo prima altri grandi iniziati si siano espressi in
favore degli animali e contro il consumo di carne? (Krisnha, Pitagora, Buddha,
Zoroastro, Teofrasto, Empedocle ecc.) Questo ci fa capire che la Verità non è
mai prerogativa di una sola dottrina ma serve invece a spingerci ad integrare
le verità relative al fine di avvicinarci alla Verità assoluta.
E
se l’amore è il vessillo del messaggio di Gesù, in cui nella visione
scatologica tutto dovrebbe essere incluso, anche il rispetto per gli
animali, non doveva per primo dare
l’esempio o se non altro esprimere un pensiero, dire una sola frase in tal
senso?
In
sostanza sembra che Gesù avesse principalmente a cuore la salvezza del popolo
ebraico come si evince nel vangelo di
Matteo 15,4: “Non sono stato inviato che
alle pecore perdute della casa d’Israele”; e sempre in Matteo 10,6: “Non andate fra i pagani e non entrate
nelle città dei samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della
casa d’Israele. E se il Suo Messaggio non includeva
neppure tutto il genere umano pensare al
mondo animale forse era chiedere troppo in quel contesto storico sociale.
Diversamente è difficile accettare l’ipotesi che i seguenti episodi
siano stati costruiti di sana pianta per eclissare qualunque pensiero di Gesù in difesa degli animali e far emergere
una visione completamente diversa:
-
“Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la legge di Mosè,
portarono il Bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore … e per offrire in
sacrificio una coppia di tortore e di giovani colombi come
prescrive la legge del Signore” (Lc:
2, 22).
- “Non date le vostre cose sante ai cani
e non gettatele vostre perle avanti ai porci perché non le calpestino
con le loro zampe e poi si rivoltino per sbranarvi” ( Mtt: 7, 6).
.-
“Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini” (Mtt:
15,26).
- Due indemoniati
uscendo dai sepolcri, gli vennero incontro…”Che
cosa abbiamo noi con te, figlio di Dio?” A qualche distanza da loro c’era
una numerosa mandria di porci a pascolare. E i demoni presero a seguirlo
e a scongiurarlo dicendo: “Se ci scacci
mandaci in quella mandria”. Egli disse loro: “Andate”! Ed essi usciti dai corpi degli uomini entrarono in quelli
dei porci: ed ecco tutta la mandria si precipitò dal dirupo nel mare e perirono
nei flutti (Mtt: 8, 32).
-
“Due passeri non si vendono forse per un soldo?...Non abbiate dunque
timore, voi valete più di molti passeri” (Mtt: 10, 29)
Mentre
non è riportato chiaramente che Gesù
in qualche circostanza abbia mangiato della carne, il pesce è stato da Gesù
sicuramente consumato:
-
“Avete qui qualcosa da mangiare”? Gli offrirono una
porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro
(Lc: 24, 41).
- “Il regno dei cieli è simile anche ad una rete gettata nel mare che
raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena i pescatori la tirano a
riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e gettano via i
cattivi” (Mtt: 13, 47).
-“…Non
abbiamo che 5 pani e 2 pesci… Ed egli disse: “Portateli qua”. E
dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i 5 pani e i 2 pesci
e alzati gli occhi al cielo pronunciò la benedizione, spezzò i pani i li diete
ai discepoli e i discepoli li distribuirono alla folla (Mtt: 14, 17).
-
“…Va al mare, getta l’amo e il primo pesce che viene prendilo, aprigli
la bocca e vi troverai una moneta d’argento”
(Mtt: 17, 27).
- “Gettate le reti dalla parte destra della barca e troverete”, la
gettarono e non potevano tirarla su per la gran quantità di pesci (Gv
21, 4).
- Appena scesi a terra
videro un fuoco di brace con del pesce sopra e del pane: “Portate un pò del pesce che avete preso or
ora”. Allora Simon Pietro salì sulla barca e trasse a terra la rete piena di
135 grossi pesci…Gesù disse loro: “Venite
a mangiare”…Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro e così
pure il pesce (Gv: 21, 9).
Nel
prossimo episodio si rimarca la poca importanza di ciò che l’uomo usa
mangiare e si trascura l’azione cruenta necessaria ad utilizzare prodotti
animali.
Gesù dice: “Non quello che entra dalla bocca
rende l’uomo impuro ma quello che esce dalla bocca rende impuro l’uomo” (Mtt:
15, 11). Ma poi evidenzia l’importanza di un singolo animale, anche se è
difficile pensare che l’atteggiamento del pastore sia di amore verso la
pecorella smarrita e non per il suo valore venale.
-
“Se un uomo ha cento pecore e ne
smarrisce una, non lascerà forse le 99 sui monti per andare in cerca di quella
perduta”? (Mtt: 18, 12).
La poca considerazione di Gesù anche verso il regno
vegetale è manifesta nell’episodio dell’albero di fico che tra
l’altro, pare, verificatosi in un periodo in cui non potevano esserci frutti:
Vedendo un fico sulla strada, gli si avvicinò, ma no vi trovò altro che foglie
e gli disse: “Non nasca mai più frutto da
te”, e subito il fico seccò (Mtt:
21, 19).
Dopo
aver guarito il lebbroso, Gesù gli
dice: …”Va, mostrati al sacerdote e fa l’offerta che Mosè ha
prescritto”, cioè sacrifica un
animale (Mtt. 8,4).
La
chiara indicazione che per Gesù gli animali non sono che un bene di utilizzo a
vantaggio dell’uomo viene dalla parabola del figliol prodigo:
-
Ma il padre disse ai servi: “Presto,
portate il vestito più bello, portate il vitello grasso, ammazzatelo,
mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in
vita, era perduto ed è stato ritrovato” (Lc: 15, 22).
E’ difficile dire che la reazione di Gesù verso i venditori
di animali a scopo sacrificale sia dovuta al rispetto per gli animali e
non al Tempio trasformato in una sorta di mercato.
-
Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e i cambiavalute
seduti al banco. Fatta allora una sferza di cordicelle scacciò tutti fuori dal
tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne
rovesciò i banchi e ai venditori di colombe disse: “Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo
di mercato” ( Gv: 2,14).
Il
Vangelo Esseno della Pace scritto Edmond Bordeaux Szekely (che pare
fosse un pluri- falsario-plagiatore), tradotto poi negli Usa come il Nuovo
Testamento da una fantomatica essene chiamata Crist Church.
Poi
c’è il cosiddetto Vangelo dei Dodici Apostoli, scritto all’inizi del 900
dal reverendo Gideon Ousely (a seguito di una rivelazione onirica), conforme,
pare, all’originale in aramaico trovato nella comunità di Qumran nel 1947,
conservato in Tibet e propagato come il vero vangelo dalla profetessa
Gabriele, capo di un gruppo noto come “I cristiani delle origini”. Questo
vangelo fa riferimento ad un Maestro di Giustizia che viene identificato come
Gesù. In sostanza questo vangelo non è altro che una sinossi dei quattro
vangeli canonici a cui sono stati aggiunti dei passi riguardanti gli animali e
l’astinenza dal consumo di carne.
Conclusione.
Per le religioni antropocentriche l’etica laica animalista/vegan/universalista
probabilmente sarà la prova del fuoco con cui confrontarsi in un futuro non
troppo lontano. Quando l’umanità laica incarnerà una coscienza più giusta e
sensibile verso la condizione degli animali, la Chiesa continuerà a proporre la
frase del sogno di Pietro che gli comanda “ammazza e mangia” o riconoscerà
l’evoluzione dello spirito umano superando la profetica frase del gesuita
teologo Teilhard de Chardin che
diceva;”Quando l’etica sociale è
superiore alla morale religiosa quella religione è perduta”?
Eccellente Professor Melis,
RispondiElimina1) che Gesù -sempre se sia esistito- fosse in sostanza un pio ebreo, è noto da secoli alla esegesi paleo-cristiana degli a-cattolici. Il vero "teoreta" cioè il fondatore della nuova religione poi chiamata "cristianesimo" fu Paolo di Tarso;
2) quanto alla osservazione di Teilhard de Chardin riportata, fermo restando come gli studi di Teologia finiscano per essere prevalentemente in sostanza una fabbrica di Atei (o quanto meno di Agnostici), essa osservazione esprime in lodevole sintesi il percorso evolutivo del pensiero antropologico : dagli “dei” agli “umani” = l’ETICA [ RAZIONALE ] supera ed elimina la “morale” ( religiosa ) la quale, pure, ne fu una delle sue radici.
Rispettosi saluti da Torino. Giancarlo Matta