martedì 24 ottobre 2017

I CONTI NON TORNANO



Gli imbecilli hanno usato l'immagine di Anna Frank con i colori della Roma. Non ho mai capito l'odio intestino tra i cosiddetti (fanatici) della Lazio contro la squadra concittadina Roma. Si dovrebbero sentire uniti nel nome della stessa città. Ma ho sentito una donna interpellata in strada dire che Anna Frank finì nei forni crematori. Questa è una grossa falsità soprattutto se intendeva dire che Anna Frank morì ad Auschwitz, come se fosse morta in una camera a gas. FALSO. Ecco quanto scrissi in un mio libro. 
     
Bisognerebbe spiegare perché Anna Frank e la sorella, dopo una lunga permanenza ad Auschwitz (in Polonia), dove arrivarono il 3 settembre 1944 con il padre e la madre, siano state trasferite il 28 ottobre 1944 nel campo di Bergen-Belsen (Germania occ.), che non è mai stato riconosciuto come campo di sterminio, giacché, come in tanti altri campi, come è stato riconosciuto, non esistevano camere a gas. Dunque non vi fu nemmeno all’inizio il disegno di eliminarle. Entrambe le sorelle morirono a Bergen-Belsen per un’epidemia di tifo. Non si capisce come mai la madre, rimasta ad Auschwitz, sia morta solo il 6 gennaio 1945, e di malattia, né si capisce come mai il padre Otto sia rimasto vivo ad Auschwitz sino all’arrivo dei Russi. Nemmeno in questo caso si può dire vi sia stato il disegno di applicare la “soluzione finale”. E se, come si racconta, Himmler diede l’ordine di sospendere le esecuzioni il 2 novembre 1944, ne risulterebbe, comunque, che i nazisti non ebbero mai alcuna fretta nell’eliminare i coniugi Frank, che non risulta siano stati utilizzati per lavori.[1] Anche ciò contrasterebbe con la “soluzione finale”. Con tutto ciò contrasta quanto scritto recentemente in un articolo[2] che riporta una asserita confessione al processo di Norimberga di un colonello nazista del campo di Auschwitz, secondo cui “gli ebrei giungevano con treni provenienti da ogni parte d’Europa. Quelli in grado di lavorare erano inviati alle diverse officine e i restanti, compresa la maggior parte delle donne e tutti i bambini piccoli, erano inviati immediatamente alle camere a gas". Come mai, al contrario, le sorelle Frank e la madre non finirono in camere a gas nonostante non fossero in grado di lavorare, date le loro condizioni fisiche, soprattutto della madre,  e, addirittura, ci si preoccupò, dopo circa due anni, di trasferire le due sorelle a Bergen-Belsen e la madre morì di malattia nel gennaio del 1945? I filmati su Auschwitz proiettati a Norimberga erano tutti sovietici: dunque non potevano essere imparziali. Inoltre, se, come si sostiene, il campo di sterminio di Auschwitz sarebbe stato attrezzato nel marzo del 1942, come è possibile che da quella data sino all’ottobre 1944 siano stati eliminati solo ad Auschwitz 3 milioni di ebrei?[3] Come mai Simon Wiesenthal, il noto ebreo “cacciatore” di nazisti, fu trovato vivo alla fine della guerra nel campo di Mauthausen (Austria), che non è compreso tra gli asseriti campi di sterminio? Tornando ai Frank, sembra che sia stato un certo Mayer-Levin a scrivere il famoso Diario sulla base di poche annotazioni di Anna e che il padre Otto, trasferitosi negli Stati Uniti, lodasse il lavoro di trasformazione delle poche note scritte dalla figlia in Diario, di cui si accaparrò i diritti d’autore facendo una fortuna. I forni crematori di Dachau risultarono costruiti dagli americani subito dopo la guerra, perché nella fretta si erano dimenticati di costruire i camini. Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi. Cose che appaiono come documentate e lette. Vi sarebbe da riferire di alcuni asseriti falsi fotografici (fotomontaggi) e di molte incongruenze. Ci siamo limitati a riportare solo poche cose, senza prendere posizione e senza riprendere l’argomento in questo libro. La verità verrà fuori soltanto quando si permetterà alla ampia storiografia condannata alla clandestinità, anche con minacce di morte per gli autori, di emergere per un libero confronto-scontro tra tesi opposte. Consigliamo ai cinque autori di una recente opera in cinque tomi sull’“Olocausto antiretorico”[4] di confrontarsi con questa storiografia prima di continuare ad offrire verità a senso unico, con il sospetto che siano ideologiche.Vi è da sperare soltanto che l’asserito olocausto sia vero come è vera la Bibbia.
     “Amicus Plato, sed magis amica veritas”, disse Aristotele.  

La matematica non è un’opinione sionista

Fonte: Termometro politico

Il Prof. Roger Dommergue: un ebreo "scomodo" - Termometro Politico ...

https://forum.termometropolitico.it/625410-il-prof-roger-dommergue-un-ebreo-scom...
Abbiamo notizia, nel corso della storia, di un gruppo etnico che nonsarebbe felice nell'apprendere che in una guerra finita cinquant'anniprima ha sofferto molte ..

Una donna che ha il coraggio di dire la verità

Fonte: Lettera 43 

Negazionismo, “Nonna Nazi” condannata a sei mesi di ... - Lettera43

www.lettera43.it/it/articoli/mondo/2017/10/17/negazionismo...nazi.../214704/
17 ott 2017 - Ma dietro il rassicurante aspetto senile si nasconde una delle più accanite negazioniste di Germania, ben nota ai tribunali tedeschi e ...


[1] Cfr. Appendice di Frediano Sessi al Diario (pref. di Natalia Ginzburg), Einaudi 1992. Si sa che molti internati di Auschwitz, sovraffollato, come altri campi di prigionia polacchi,  dopo l’avanzata sovietica, furono trasferiti a Bergen-Belsen e a Buchenwald. Ma questi trasferimenti contrastano con l’asserita “soluzione finale”.  

[2]  G. M. Gilbert, Nella psiche dello sterminatore, Il Sole-24 Ore, 13 novembre 2005.

[3]  Esiste uno scritto intitolato La menzogna di Auschwitz (Kritik Verlag, Mohrkirch 1973) di Thies Christophersen, che era distaccato ad Auschwitz per per la produzione di gomma sintetica per conto del Kauser-Wilhelm-Insitut. L’autore scrive:”Non ho notato il più piccolo indizio che potesse far pensare a gassazioni di massa…Mi dispiace, ma quando abbandonai Auschwitz nel dicembre 1944 non vidi questa costruzione “ (con gli enormi camini di un presunto forno crematorio). Oggi ad Auschwitz viene mostrato solo un piccolo forno che sarebbe servito a incenerire milioni di internati. Ma per eliminare 3 milioni di ebrei in 32 mesi è stato calcolato che se ne sarebbero dovuti eliminare 3.350 al giorno 24 ore su 24.  S. Wiesenthal pretese con arroganza che a causa di questo scritto l’editore avv. Roeder comparisse di fronte ad una commissione disciplinare, provocando le reazioni della stampa, che si domandava se Wiesenthal fosse un governatore della Germania. Il numero di 6 milioni di ebrei proviene soprattutto dalla Commissione Centrale di Storia Ebraica della Polonia. Paul Rassiner, che fu docente di Storia alla  Academie di Besançon e che, combattente nella resistenza, fu catturato dalla Gestapo e internato a Buchenwlld, smentì coloro che affermavano che in detto campo esistessero camere a gas. Nel suo libro La menzogna di Ulisse(Le Rune, Milano 1966) negò l’esistenza di un progetto di sterminio degli ebrei sulla base di interrogatori di coloro che lo affermavano. Risultò che nessuno degli interrogati era stato testimone. Rassinier è anche autore di Le Veritable Procès Eichmann (1962) e di Il Dramma degli Ebrei in Europa (Roma 1968). Rassinier vuol far emergere la “menzogna” , secondo lui, delle camere a gas. Rassinier è la punta di un iceberg  di un’ampia letteratura negazionista costretta alla clandestinità anche sotto minacce.        


[4]  Storia della Shoah. La crisi dell’Europa, lo sterminio degli ebrei e la memoria del XX secolo, Utet 2005. 

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