giovedì 21 dicembre 2017

PERCHE' PER ME IL NATALE NON E' MAI BUONO

Riporto, senza violare la riservatezza della posta privata, una mia lettera ad un professore di filosofia mio collega nella Facoltà, che, anche lui in pensione, fu sempre un mio estimatore, nonostante egli sia un cattolico praticante e io agnostico. Mi ha inviato con la moglie gli auguri di Buon Natale a conclusione di una breve lettera in cui si legge:
Circa la possibile o impossibile compatibilità tra scienza e fede, direi piuttosto compatibilità tra fede e ragione, compatibili qualora si conceda che l'universo mondo, in sé bellissimo, ha troppi tratti di imperfezione per poter venir dichiarato l' "assoluto" autosufficiente. Si avvalorerebbe, allora sì, la contraddizione estrema, insopportabile per la ragione.

Buon Natale a te e alle persone che ti sono care!
     
Caro ...
io mi sono sempre domandato se possa il Dio cristiano condannare i non credenti. Impossibile. Altrimenti quasi tutta l'umanità dovrebbe essere condannata. S. Agostino (per cui non ho avuto mai simpatia, al contrario ne ho avuto sempre per S. Tomaso, che disse che la creazione dal nulla è un atto di fede che non si accorda con la ragione) disse che fuori della Chiesa l'umanità era "massa dannata".  In un mio piccolo libro (in manoscritto nel 1992 e pubblicato nel 2011) ho fatto l'analisi delle Epistole di S.Paolo e dei Vangeli, dandone una interpretazione esoterica e non essoterica (quale quella ufficiale proposta ai credenti dalla Chiesa). Ne ho ricavato che Dio non può non tenere in maggiore considerazione i non credenti che si siano astenuti dal fare del male perché hanno rispettato disinteressatamente la norma della giustizia (neminem laedere) senza aspettarsi alcun premio nell'aldilà, come fanno invece i credenti. Perciò nell'immaginario dialogo con Dio vengo indotto a continuare a vivere come se Dio non esistesse. E poi non riesco ad immaginarmi un aldilà senza tutti gli animali che hanno fatto parte della mia vita e che spesso vengono a trovarmi nel sogno. Non accetto un aldilà composto solo di anime umane. Il Natale e la Pasqua sono per me feste di sofferenza pensando a tutti i poveri agnelli  sottratti alle madri che li cercano mentre i loro figli disperatamente belanti chiusi nei camion della morte cercano ancora le madri che li stavano allattando non sapendo che da lì a poco i loro disperati lamenti cesseranno con un coltello infilato nella loro gola. Io soffro per tutto questo. Per me un agnello non è diverso da un cane. E se fossi vissuto in una casa con giardino avrei portato a spasso un agnello come se fosse un cane. Mai un papa che dalla finestra su piazza S. Pietro abbia condannato il Natale e la Pasqua trasformati in strage di agnelli, gli animali più mansueti della Terra. Solo Benedetto XVI nell'udienza generale del 9 gennaio 2009 disse che dopo il sacrificio della croce non era più necessaria la tradizione ebraica (che sa di paganesimo) del sacrificio degli animali. Ma non lo disse dalla finestra su piazza S. Pietro invitando i cristiani a non mangiare carne di agnello per Natale e Pasqua. E tuttavia S. Paolo (Lettera ai Romani, 8,21) scrisse che tutte le creature, non solo gli uomini,  "saranno liberate dalla schiavitù della corruzione umana per ottenere la libertà dei figli di Dio.Esse contaminate dall'insulsaggine peccatrice dell'uomo saranno restituite alla loro essenzialità, ripagate di tutte le sofferenze causate dallo stato di sottomissione forzata" così da estendere la salvezza al mondo infraumano. Né bisogna dimenticare che si dice che i primi apologeti, come S.Girolamo e i padri della Cappadocia fossero vegetariani. Benedetto XVI nel suo libro Gesù di Nazareth ha affacciato la tesi di un Gesù vegetariano in quanto proveniente dalla setta degli Esseni, notoriamente vegetariani. Ma questa tesi è storicamente infondata. Gli stessi Vangeli dimostrano il contrario. Vedi la parabola del figliol prodigo ove si fa festa uccidendo  il vitello più grasso. E poi Gesù non prese mai le distanze dal tempio di Gerusalemme (in realtà un grande mattatoio) che egli chiamò "Casa del Signore". 
Infine non riesco a capire come la natura sia stata fatta così male. Ho studiato e ho scritto sull'evoluzione biologica  (Biologia e filosofia. Origine della vita ed evoluzione biologica. Casualità e necessità, 518 pagine sepolte nel quaderno n. 43 degli Annali della Facoltà, 1999). Il DNA è frutto dell'incidenza determinante della casualità, che è all'origine di tutte le imperfezioni dell'organismo, comprese le cellule cancerogene, cellule impazzite. Anche se influiscono  gli stili di vita, tra cui le tradizioni alimentari. Gli animali erbivori  non sono soggetti a tumori, al contrario di quelli carnivori, come cani e gatti. Lo disse sempre anche il vegetariano Umberto Veronesi. Io ho  cessato di mangiare carne all'età di 10 anni (e sono ancora vivo) quando rimasi choccato vedendo dei buoi correre impazziti per la via Sonnino dopo essere fuggiti dal mattatoio, che allora si trovava in quella strada. Poi l'ipocrisia umana ha allontanato i mattatoi dalla città. Io ho inventato una norma di vita: non accettare i frutti di ciò che per ragione o per sentimento non saresti capace di fare.  Se non sei disposto mentalmente a ricavarti una volta nella vita la bistecca in un mattatoio uccidendo, dissanguando, spellando e squartando l'animale sei un ipocrita mandante dei macellatori che si sporcano per te le mani di sangue mentre tu credi di avere le mani monde di sangue. Già Rousseau in due note del Discorso sull'origine e i fondamenti della diseguaglianza tra gli uomini faceva notare come l'organismo umano sia quello di un animale erbivoro, considerando, tra le altre cose, la dentatura, la grande lunghezza dell'intestino (che può arrivare a 12 metri), il numero dei capezzoli. Quello dei carnivori è assai corto perché debbono espellere presto le sostanze azotate della carne perché non permangano a lungo nell'intestino. Conclusione: Il Natale (come la Pasqua) per me non è mai buono. E' causa di sofferenza.

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