LE CAPRE
DI SENOFONTE
Senofonte nell’Anabasi appare come un uomo religiosissimo.
Nel mondo pagano la religiosità è definita dallo sventramento di animali.
Se vuoi sapere se tua moglie ti tradisce sventri un capra e dalle budella
l’aruspice capisce la verità.
Sventri una pecora e sai se hai le corna.
Più sei religioso più apri ventri di animali per vedere quello che gli Dei
decretano.
E Senofonte apre pance a profusione.
Ma quello colpisce è quello che si legge nel libro III 2, 11-14
Senofonte spiega che quando gli ateniesi affrontarono i persiani promisero
ad Artemide che se avesse concesso la vittoria avrebbero sacrificato una capra
per ogni soldato morto. E le promesse agli dei vanno mantenute. Nel 490, dopo
Maratona, i persiani sono sconfitti. E i persiani morti sono un’infinità.
Gli ateniesi si chiedono: dove troviamo tutte queste capre?
Impossibile. E allora si rimangiano parzialmente la promessa. E dicono ad
Artemide:
“Nume venerato… te ne sacrifichiamo 500 all’anno così sei contenta… tu capisci…
di più non ne troviamo…”
E Senofonte, nel 401 a. C, - cioè 90 anni dopo - ci informa che gli
ateniesi stanno massacrando ogni anno le 500 capre promesse con grande
regolarità.
Non è un cosa puramente ebrea la profusione dei sacrifici; è un cosa occidentale,
mediorientale e anche indiana (basta leggere “L’ardore” di Cafasso)
Cento anni prima della promessa fatta ad Artemide, Mahavira predicava il
rispetto verso gli esseri viventi non umani. Il Jainismo sorge intorno al 600
a.C., 300 anni prima di Aristotele che giustifica la schiavitù.
E prima di Mahavira – che a differenza di Buddha non muore per
un’indigestione di carne di cinghiale – c’erano stati i “Costruttori del
ponte”, i Tirthamkara che avevano predicato da millenni la compassione verso
gli animali. I jainisti costruivano ospedali nel 600 a.C mentre a
Ratzinger, con le sue babbucce rosse,
deve nascondere – per suggerimento dei saggi cardinali - la simpatia che nutre
verso i gatti affinché non desti l’attenzione degli animalisti.
Perché Rấtzinger deve nascondere che gli piacciono i gatti?
RispondiEliminaPer non andare contro quell'ignorante che è il suo successore, insensibile alle sofferenze degli animali non umani. Avrei voluto come papa il cardinale Gianfranco Ravasi, che mi rispose anni fa sul quotidiano il sole24ore della domenica sui diritti degli animali. Questo papa è una vera disgrazia, fautore dell'accoglienza degli invasori (per di più musulmani) dall'Africa. A questo papa Benedetto XVI aveva contrapposto il diritto di NON emigrare.
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