Quel 14 luglio del 1789 ebbe luogo l'assalto al vecchio carcere semivuoto della Bastiglia. Fu l'inizio di una tragica storia che finì nel terrore di Robespierre. Poi iniziò il tragico periodo napoleonico che fu una sciagura anche per l'Italia, che fu invasa e depredata anche in tesori artistici da Napoleone. L'Europa fu teatro di guerra per circa 20 anni, dal 1797 al 1815. Mi ricordo che, prendendo la linea principale per andare in via de Richelieu, dove allora si trovava la Biblioteca Nazionale, vi era una stazione della Metro dedicata a Austelitz. Quando andai a Londra scoprii che una stazione della Metro era dedicata a Waterloo. La fine di Napoleone iniziò nel 1812 con la sciagurata spedizione in Russia con una armata di 700.000 soldati, di cui meno della metà francesi. Ne morirono 400.000 e altri 100.000 furono fatti prigionieri. Tornò in Francia con soli 20.000 sopravvissuti. Una strage enorme, considerando la popolazione di allora. Tutti gli altri finirono morti, o in battaglia o sconfitti dal generale Inverno. Il Manzoni si domandò nel 5 maggio: "fu vera gloria? Ai posteri l'ardua sentenza". La sentenza dei posteri può essere solo una: fu in tiranno che da impostore si presentò come liberatore portando solo a parole libertà, eguaglianza e fratellanza. Perché la rivoluzione francese nei suoi eccessi fu soltanto odio insensato anche contro persone illustri come il padre della chimica moderna Lavoisier e il poeta Andrea Chenier. Il suo odio iconoclastico arrivò a cambiare persinio i nomi dei mesi. I francesi considerano la rivoluzione come liberazione. Se si fosse fermata al 1789 non ci sarebbero stati gli eccessi. E non vi sarebbe stata la lunga fila di battaglie che coprirono di morti tutta l'Europa. Napoleone non ebbe alcun vero ideale di libertà assoggettando gli Stati Europei. Se non fosse stato imbecille avrebbe dovuto prevedere la disastrosa campagna di Russia, date le distanze. L'inno nazionale francese, la marsigliese, fa schifo nelle sue parole. Sono parole che invitano alla gloria ottenuta con stragi finalizzate soltanto a soddisfare l'amor proprio nella sua sete di potere. Rimase un marchio indelebile della sua vita l'uccisone senza processo del duca di Enghien, accusato di avere cospirato contro Napoleone pur essendo innocente. Napoleone si attribuì il potere di vita e di morte anche fuori della Francia. La vera gloria della Francia non è Napoleone ma una lunga lista di scienziati, matematici e fisici, che rappresentano la maggiore ricchezza che la Francia lasciò ai posteri. Nella sua perpetua mania di grandezza si illuse di lasciare come erede al trono di Francia il figlio Napoleone II, che, figlio della madre austriaca Maria Luisa, pare che abbia avuto una vita abbreviata voluta dalla Corte di Vienna perché non rimanessero tracce biologiche di Napoleone, a parte due figli illegittimi che non potevano accampare alcuna eredità.
Riporto un interessante articolo di Antonio Socci
Riporto un interessante articolo di Antonio Socci
I populisti sono la gioventù di Dio
Fonte: Libero
Segnalo, solo come curiosità e, se fosse vero, come beffa al pari della vittoria dei mondiali ad opera di non francesi: "Ascoltando il "Tema e variazioni" in do maggiore del compositore Giovan Battista Viotti, ci sono pochi dubbi: la celebre melodia della 'Marsigliese' è un plagio musicale."
RispondiEliminaSegnalo, come curiosità e, se fosse vero, sarebbe una beffa al pari della vittoria dei mondiali da parte di numerosi non francesi: "Ascoltando il "Tema e variazioni" in do maggiore del compositore Giovan Battista Viotti, ci sono pochi dubbi: la celebre melodia della 'Marsigliese' è un plagio musicale."
RispondiEliminaCordiali saluti
La questione è controversa. Pare che lo stesso Viotti abbia negato di essere l'autore del "Tema con varizioni". Cfr. Wikipedia scrivendo su Google "Marsigliese"
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