mercoledì 25 luglio 2018

MARCHIONNE: UN INTELLIGENTE CHE SI SUICIDO' DA STUPIDO...



...giorno per giorno. Fumatore accanito (si dice da due a tre pacchetti di sigarette al giorno) non apparve tuttavia in pubblico con una sigaretta in mano.Ma pronosticò che sarebbero state la sua morte. E infatti il suo fisico fu debilitato da un cancro ai polmoni. Ma non morì di cancro, bensì per arresto cardiocircolatorio. Un tumore che si era sviluppato in alto sulla spalla destra (detto apicale) che rese difficile, se non impossibile, l'intervento chirurgico perché avrebbe comportato il rischio di recidere l'aorta. Ma il fisico non avrebbe potuto sopportare comunque l'intervento chirurgico. Fu intelligente nonostante le critiche rivoltegli. Di avere sacrificato l'interesse degli operai a quello dell'azienda. Accusa ingiusta perché un'azienda che nel 2004 era in stato prefallimentare non poteva salvarsi se non riducendo alcuni stabilimenti come quelli di Termini Merese e di Avellino. I sindacati nazionali lo accusarono di andare contro la classe operaia. Falso. Mantenendo la stessa mano d'opera la Fiat in Italia avrebbe chiuso perché non era più competitiva. Come ho scritto in un mio libro (Roba da sardi) ogni impresa deve affrontare situazioni e condizioni specifiche e pertanto non possono essere imposti contratti nazionali. Marchionne trattò direttamente con gli operai all'interno delle aziende della Fiat, pur di salvare almeno una parte della mano d'opera piuttosto che chiudere la Fiat in Italia. Egli ereditò una situazione prefallimentare perché la Fiat nel 2004 non aveva più investito in un nuovi progetti e le sue auto non erano più competitive rispetto a quelle straniere, oltre tutto di minor costo. Non  si poteva pretendere la botte piena e la moglie ubriaca. Non potendo più contare su finanziamenti statali si rivolse agli USA dove fece divenire la Fiat padrona della Chrysler ma grazie ai finanziamenti statali dell'allora presidenza Obama. A Marchionne si può rimproverare di avere tardato nel rendere competitiva la Fiat anche in Italia con modelli d'auto ibride ed elettriche, che saranno il futuro dell'auto. Non servirono nemmeno la nuova Panda e la nuova 500. D'altronde dopo i passati finanziamenti statali per salvare la Fiat tali finanziamenti non erano più possibili anche a causa delle sciagurate regole dell'UE. Per questo fu costretto a rivolgersi agli USA. Vi sono soldi per finanziare i centri di accoglienza degli invasori dall'Africa ma non per le aziende italiane in difficoltà. Fiat a parte.         
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6 commenti:

  1. Se il mondo del lavoro fosse come dice lei, all'americana, l'italia diventerebbe istantaneamente come il Messico, un paese di merda, con amplissime sacche di povertà e pochi ricchi padroni.

    L'italia è già un paese di merda, ma almeno ha ancora una (sempre più) flebile speranza di non diventare un cesso totale.

    Purtroppo il mondo diventerà tutto come il Messico, perché sta vincendo in modo plateale il turbocapitalismo apolide mondialista.

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  2. Il problema è che la fiat prese troppi finanziamenti pubblici nel corso degli anni, hanno buttato al cesso milioni di soldi dei contribuenti, e dovrebbero ripagare un minimo. è vero l'azienda è stata salvata, ed è sempre meglio alcuni che lavorino che nessuno, ma la fiat dovrebbe col tempo ripagare un quantum allo stato italiano e ai contribuenti. Invece hanno messo anche la sede legale a bruxelles per non pagare le tasse qui in italia, a me sembra scorretto. Poi è logico che non possano e non devono ripagare tutto in un colpo, e quindi lo stesso stato dovrebbe venirli incontro, però addirittura magnificare l'opera di marchionne mi sembra un po' troppo.

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  3. I soldi furono buttati per salvare gli operai e non il profitto della Fiat. Ma gli aiuti avrebbero dovuto essere intelligenti, nel senso di richiedere ristrutturazioni delle varie aziende della Fiat in modo da reggere alla competizione di march stranieri. Marcionne ha detto giustamente che non doveva farsi carico degli errori fatti da altri. E in quanto alla sede fiscale che poteva fare in una ITALIA CHE STROZZA GLI IMPRENDITORI CON LE TASSE facendoli spesso fallire?

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  4. Non nego che la parte maggiore del deficiente l'ha fatta lo stato italiano rimasta succube di quelle merde degli agnelli che ricattavano con la minaccia dei licenziamenti per avere soldi pubblici a sbafo. E purtroppo quei soldi non sono sono stati usati per salvare i lavoratori ma solo per riempire le tasche di dirigenti incapaci e idioti che non avevano alcuna strategia e senso di marketing. Quello che dico Marchionne non ha fatto niente di che come manager o imprenditore, ha semplicemente delocalizzato e cercato altrove aiuti pubblici, vedi l'america del negro Obama. Per quanto la situazione sia migliore rispetto agli anni 90, le macchine fiat fanno alquanto schifo e non mi sembra che possano reggere la concorrenza né con le macchine asiatiche né con quelle tedesche e francesi. Inoltre hanno un ritardo preoccupante nell'ibrido e nell'elettrico, le nuove frontiere tecnologiche dell'industria automobilistica. Forse mi sbaglio ma non credo non si meriti tutti gli elogi che sta ricevendo. Per la sede legale in Italia credo avrebbe potuto trovare un accordo col governo, visto che era amico del bomba, inoltre neanche lui come persona pagava le tasse in Italia visto che aveva residenza in svizzera. Personalmente per me il vero grande imprenditore italiano era Ferrero, pur io non essendo un estimatore di dolci, lui ha veramente costruito un impresa ed è riuscito a tenerla sempre ai grandi livelli in italia.
    Non le fa rabbia che lei negli anni 80 con le sue tasse ha pagato quelle merde degli agnelli, e nessuno di loro ha mai pagato per i danni che hanno fatto?

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  5. Il Messico è davvero un cesso , ci sono stato. Perciò tanti messicani vengono qui in America illegalmente. Purtroppo anche l'America sta diventando uno schifo con moltissimi poveri e pochi ricchi. Tanta gente che conosco deve lavorare due o tre lavori semplicemente per sbarcare il lunario.

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  6. Signor Melis, se lei davvero è un insegnante ringrazio il cielo di non essere stato un suo alunno. Lei ha una mortale avversione per coloro che la pensano in maniera diversa, per coloro che hanno una origine natale diversa. Una persona simile può essere di qualche utilità nell'esercito dove l'unica cosa che conta è la sacra ubbidienza. Anche se i primi due anni della guerra 1915-18 dimostrarono i limiti evidenti di questa strategia.
    Ho insegnato 37 anni, ho sicuramente commesso degli errori. Sicuramente non ho mai predicato certezze ideologiche e men che meno condito di turpiloquio i miei ragionamenti.
    Quanto ai suoi (ragionamenti) le auguro di ritrovare la smarrita serenità.
    Cordiali saluti
    adriano burattin

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