Nella sua pur benemerita (in tutte le altre occasioni) trasmissione ULISSE ha dato a bere contraddizioni a tutti quelli che sono incapaci di coglierle. Questa volta ha toppato gravemente. Innanzi tutto è stata intervistata l'attuale senatrice Liliana Segre (testimone parte in causa e dunque non attendibile in quanto accusatrice). Costei, allora di 14 anni, racconta che si trovava nella stessa fila in cui si trovava una signora, di nome Marais, con due figli bambini . Alla Segre il padre aveva suggerito di seguire sempre la Marais. La Segre dunque cerca di seguire la Marais con i suoi figli. Il capo del campo le domanda se fosse sola. Risponde di sì. Allora la Segre viene staccata dalla fila e inviata a destra, mentre la Marais con i due figli viene inviata a sinistra. Dunque la fila fu divisa in due file. La fila di sinistra non sopravvive mentre sopravvive la Segre. Ci si domanda: che fine fece la fila destra? Solo la Segre si salvò? E come mai si sarebbe salvata solo la Segre? Questo avrebbe dovuto domandarle Alberto Angela. Ma la domanda sulla fine della fila destra e sui motivi per cui si sarebbe salvata la Segre non è stata fatta. Né la Segre di sua iniziativa ha mai spiegato, dopo decenni di silenzio, come avrebbe fatto a sopravvivere. Ma ciò che è più stupefacente è il racconto di Angela su come morivano quelli che venivano fatti entrare nelle camere a gas. Ha detto che insieme allo Zyclon B veniva immesso anche del cianuro. E' la prima volta che ho sentito parlare di cianuro. Fatto molto importante. Infatti anche gli assertori dell'esistenza delle camere a gas, per quanto mi consta in base alle mie conoscenze assunte sull'argomento in vari anni, hanno sempre fatto riferimento solo allo Zyclon B, che non è un veleno (come il cianuro) ma un disinfettante. Ha raccontato Angela che coloro che si trovavano nelle camere cercavano di respirare di più di fronte a difficoltà respiratorie, e che la morte avveniva lentamente tra spasmi che iniziavano con il blocco della muscolatura. Ha precisato che adAuschwitz vi era una sola camera agas, mentre a Birkenau ve ne erano quattro. Ciascuna camera a gas riusciva a contenere anche 800 condannati e che in questo modo in una sola giornata venivano uccisi anche 8000 mila condannati (quasi tutti ebrei). Ma chi gli ha raccontato queste cose se i morti non possono testimoniare? E invece tutti i particolari sembrano dettati da uno che fosse morto in una camera a gas e che dunque non poteva più testimoniare. Angela, che, pure, non è un fesso, non potendo, come al solito avere testimonianze se non da parte delle vittime sovravvissute, ma solo di quelle che gli facevano comodo per portare avanti la versione ufficiale che ha la pretesa di essere storia documentata, che ha fatto? Per commuovere lo spettatore incapace di cogliere criticamente le contraddizioni, cade persino nel ridicolo facendo valere le immagini di un film intitolato Il figlio di Saul.
Orbene, io per spirito di verità mi astengo dal negare che siano esistite le camere agas. Dunque non sono un negazionista. Mi sono sempre definito DUBITAZIONISTA. Perché? Perché la verità non può essere tratta da una sola fonte. Nell'antichità la figura di Nerone subì una damnatio memoriae a causa di tutti gli storici, tra cui il grande storico Tacito, che lo descrissero come una figura assolutamente negativa. Tacito dopo la morte di Nerone scrisse: "nunc redit animus" (ora si torna a respirare). Tacquero del fatto che sotto Nerone, che non amava le guerre, l'Impero romano attraversò un periodo di pace e di prosperità economica ponendosi direttamente dalla parte del popolo in contrasto con il Senato che rappresentava il potentato nobiliare. Infatti Nerone fu vittima di una congiura ordita dai potentati proprietari di latifondi che si trovavano rappresentati dal Senato. Nerone intaccò i loro interessi economici. Tra questi ricchi latifondisti vi era il filosofo Seneca, che, tutore e consigliere di Nerone per 10 anni, pur resosi famoso verso la fine della sua vita con opere di filosofia morale (principalmente con le bellissime Lettere a Lucilio, capolavoro di ogni tempo della filosofia morale), non si sottrasse tuttavia alla contraddizione tra il suo sistema di vita da grande ricco che prestava soldi ad usura e il suo pensiero filosofico. Quando seppe che si stava preparando una congiura contro Nerone, pur non partecipandovi attivamente tuttavia non vi si oppose e, anzi, fu ad essa favorevole. Da qui l'ordine datogli da Nerone di suicidarsi, invece di comandarne l'uccisione, perché il suicidio era ritenuto una morte nobile. Su Nerone lo scrittore storico Massimo Fini ha scritto un libro di riabilitazione di Nerone intitolato Duemila anni di calunnie. Come si vede, la storia si ripete. Oggi gli antieuropei vengono definiti con disprezzo populisti e sovranisti. Guai a mettersi contro i potentati della finanza. Ma torniamo all'asserito olocausto.
La verità, dicevo, non può venire da una sola fonte, quella che ha interesse a propagandare la sua versione della verità. Questa versione deve avere il coraggio di confrontarsi con una verità opposta. E se rifiuta il confronto, per di più con la pretesa assurda di portare in tribunale la storia con il reato di negazionismo, essa ha già perso la sua credibilità. Vi sono molti storici negazionisti che hanno speso la loro vita per negare l'esistenza delle camere a gas. Vi sono argomenti seducenti contro cui bisognerebbe misurarsi invece di demonizzarli con il confermare il detto che la verità è sempre quella dei vincitori. Tra questi cito Robert Faurisson e Paul Rassinier, che, non ebreo, e avendo fatto parte della Resistenza contro il nazismo in Francia fu internato nel campo di concentramento di Buchenwald, torturato sino a renderlo fisicamente disabile in tutto il corpo, si batté sempre contro l'asserita esistenza delle camere a gas dicendo che nei campi di concentramento si moriva solo di fame e di epidemie, anche perché, secondo le proteste della Croce Rossa internazionale, gli alleati bombardavano strade e ferrovie impedendo rifornimento nei lager nazisti. Vedere di Rassinier soprattutto La menzogna di Ulisse. Inotre Rassinier vuole dimostrare che era impossibile che in meno di due anni potessero essere uccisi sei milioni di ebrei, e che questa cifra è stata inventata dagli stessi ebrei dopo il tribunale di Norimberga per avere dalla Germania un maggiore risarcimento per tutti i parenti delle vittime. Così nacque anche la giustificazione dello Stato di Israele, che io giustifico ma per altre e ben diverse ragioni, avendo considerato gli arabi della Palestina alla stregua di invasori. In Italia il maggiore rappresentante del negazionismo è Carlo Mattogno, che, nonostante gli attacchi subiti, ebbe riconosciuta la serietà dei suoi studi dal celebre storico tedesco antinazista Ernst Nolte. La cosa prima da fare è rinunciare alle asserite testimonianze della parte in causa quali sono gli ebrei sostenitori della religione dell'olocausto.
Orbene, io per spirito di verità mi astengo dal negare che siano esistite le camere agas. Dunque non sono un negazionista. Mi sono sempre definito DUBITAZIONISTA. Perché? Perché la verità non può essere tratta da una sola fonte. Nell'antichità la figura di Nerone subì una damnatio memoriae a causa di tutti gli storici, tra cui il grande storico Tacito, che lo descrissero come una figura assolutamente negativa. Tacito dopo la morte di Nerone scrisse: "nunc redit animus" (ora si torna a respirare). Tacquero del fatto che sotto Nerone, che non amava le guerre, l'Impero romano attraversò un periodo di pace e di prosperità economica ponendosi direttamente dalla parte del popolo in contrasto con il Senato che rappresentava il potentato nobiliare. Infatti Nerone fu vittima di una congiura ordita dai potentati proprietari di latifondi che si trovavano rappresentati dal Senato. Nerone intaccò i loro interessi economici. Tra questi ricchi latifondisti vi era il filosofo Seneca, che, tutore e consigliere di Nerone per 10 anni, pur resosi famoso verso la fine della sua vita con opere di filosofia morale (principalmente con le bellissime Lettere a Lucilio, capolavoro di ogni tempo della filosofia morale), non si sottrasse tuttavia alla contraddizione tra il suo sistema di vita da grande ricco che prestava soldi ad usura e il suo pensiero filosofico. Quando seppe che si stava preparando una congiura contro Nerone, pur non partecipandovi attivamente tuttavia non vi si oppose e, anzi, fu ad essa favorevole. Da qui l'ordine datogli da Nerone di suicidarsi, invece di comandarne l'uccisione, perché il suicidio era ritenuto una morte nobile. Su Nerone lo scrittore storico Massimo Fini ha scritto un libro di riabilitazione di Nerone intitolato Duemila anni di calunnie. Come si vede, la storia si ripete. Oggi gli antieuropei vengono definiti con disprezzo populisti e sovranisti. Guai a mettersi contro i potentati della finanza. Ma torniamo all'asserito olocausto.
La verità, dicevo, non può venire da una sola fonte, quella che ha interesse a propagandare la sua versione della verità. Questa versione deve avere il coraggio di confrontarsi con una verità opposta. E se rifiuta il confronto, per di più con la pretesa assurda di portare in tribunale la storia con il reato di negazionismo, essa ha già perso la sua credibilità. Vi sono molti storici negazionisti che hanno speso la loro vita per negare l'esistenza delle camere a gas. Vi sono argomenti seducenti contro cui bisognerebbe misurarsi invece di demonizzarli con il confermare il detto che la verità è sempre quella dei vincitori. Tra questi cito Robert Faurisson e Paul Rassinier, che, non ebreo, e avendo fatto parte della Resistenza contro il nazismo in Francia fu internato nel campo di concentramento di Buchenwald, torturato sino a renderlo fisicamente disabile in tutto il corpo, si batté sempre contro l'asserita esistenza delle camere a gas dicendo che nei campi di concentramento si moriva solo di fame e di epidemie, anche perché, secondo le proteste della Croce Rossa internazionale, gli alleati bombardavano strade e ferrovie impedendo rifornimento nei lager nazisti. Vedere di Rassinier soprattutto La menzogna di Ulisse. Inotre Rassinier vuole dimostrare che era impossibile che in meno di due anni potessero essere uccisi sei milioni di ebrei, e che questa cifra è stata inventata dagli stessi ebrei dopo il tribunale di Norimberga per avere dalla Germania un maggiore risarcimento per tutti i parenti delle vittime. Così nacque anche la giustificazione dello Stato di Israele, che io giustifico ma per altre e ben diverse ragioni, avendo considerato gli arabi della Palestina alla stregua di invasori. In Italia il maggiore rappresentante del negazionismo è Carlo Mattogno, che, nonostante gli attacchi subiti, ebbe riconosciuta la serietà dei suoi studi dal celebre storico tedesco antinazista Ernst Nolte. La cosa prima da fare è rinunciare alle asserite testimonianze della parte in causa quali sono gli ebrei sostenitori della religione dell'olocausto.
Forse Alberto Angela,come può darsi altri intervistatori negli anni, ha avuto la sensibilità ed il buon gusto di non mettere in difficoltà la signora Segre “costringendola” a spiegare come abbia potuto salvarsi, magari accettando di sottoporsi a pratiche umilianti che non sembra il caso siano poste a disposizione di milioni di spettatori.
RispondiEliminaIo non credo che la Germania sia stata così incompetente da accettare il numero delle vittime delle sue intemperanze senza che sia stata ritrovata e/o ricostruita la relativa documentazione. La macelleria praticata non è stata tutta peculiarità dei lager. Ci sono chilometri di scaffali pieni di documentazione negli archivi della Germania.
A mio avviso, inoltre, ritengo più crudele far morire di fame e per epidemie degli internati piuttosto che sopprimerli in fretta, evitandogli lunghe sofferenze. Certo è molto “comprovante” dare la responsabilità ai bombardamenti degli alleati, come se fosse stato legittimo avere internato nei campi cittadini “regolari” dei vari paesi occupati e della stessa Germania.
Bene hanno fatto gli ebrei a fargliela pagare cara e mi sembra del tutto ozioso e capzioso dissertare sulle modalità delle eliminazioni. Hanno massacrato milioni di esseri umani senza la minima esitazione e rimorso ed è giusto che se ne accollino la responsabilità.
È anche piuttosto curioso pensare che sia più corretto ricorrere alla testimonianza del “ladro” piuttosto che a quella del “derubato”.
Continuala reticenza dei sopravvissuti che non spiegano come mai siano sopravvissuti. Per non ripetermi rinvio ad alcuni miei preedenti articoli
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