Un quasi maggiorenne (mancavano 6 mesi ai 18 anni) dice di essere stato violentato da una donna di
37 anni che gli avrebbe aperto i calzoni ma senza specificare se vi sia
stato un rapporto sessuale. Supponiamo che non vi sia stato. La violenza sarebbe consistita in una provocata e non voluta
erezione. E' il cervello che comanda, e senza partecipazione e
attrazione è difficile che vi possa essere erezione da parte dell'uomo. Ma data l'età è
possibile che anche senza partecipazione vi sia stata erezione e
eiaculazione con relativo orgasmo per semplice stimolazione meccanica manuale. In tutti e due i casi il quasi maggiorenne non si è opposto affatto a
questa asserita violenza. Se non si è opposto non vi è stata violenza e vi è
da credere che gli abbia fatto piacere. Un ragazzo normale avrebbe ringraziato la donna. I fatti successivi danno da
pensare che egli abbia acconsentito per poi ricattare la donna sapendo
che poteva giovarsi della sua età da minorenne (se pur quasi
maggiorenne) per poi accusarla di violenza sessuale e chiedere una forte
somma sotto il ricatto di rendere pubblica la asserita violenza con
relativa condanna. In conclusione, la asserita violenza non può essere
esistita. Essa è stata finalizzata ad un ricatto. Questa è la prima
falsa verità pubblicizzata dal quasi maggiorenne.
La donna dice, al contrario, di essere stata lei violentata dal
quasi maggiorenne, che le sarebbe saltata addosso, le avrebbe strappato i
vestiti e avrebbe subìto un rapporto sessuale completo in due minuti, stando lei sotto di lui.
Anche questa versione manca di logica. Una donna non può essere
violentata se non è costretta con la minaccia fisica (per esempio da uno
stupratore armato che la minaccia di morte) o venga privata comunque di
una reazione psicologica in stato di alterazione mentale (dovuta per esempio ad
ubriachezza o ad assunzione di droga). In uno stato normale che escluda
la violenza fisica prima della violenza sessuale la donna non può essere
violentata perché, stando con le gambe chiuse, le braccia del
violentatore sono impegnate nel tenerle ferme le braccia in modo che non
possa difendersi con esse. Occorrerebbero quattro braccia, cioè almeno
due violentatori, per costringerla a sopportare una violenza sessuale.
Strano che questa donna non abbia reagito nemmeno dopo che le erano stati
strappati i vestiti. Per di più i due si trovavano in un albergo e non
in un domicilio privato. Sarebbe bastato urlare o premere un bottone per
fare accorrere un cameriere dell'albergo. Pertanto anche in questo caso è da
escludere che vi sia stata violenza. La donna ha dichiarato di non
essere stata capace di reagire perché si è trovata in uno stato di
impotenza mentale. Balle. Avrebbe fatto meglio a non cadere in questo
ridicolo. Una donna non si fa ritrarre a letto abbracciata con uno che poco prima le avrebbe usato violenza sessuale e con espressione per niente affatto alterata, e non
va poi a cena con il suo violentatore. Questa falsa verità appare più falsa
della prima. La logica vuole che diventino verosimili entrambe le false verità se si esclude che in tutti e due i casi vi sia stata
violenza e non partecipazione. Ma in tutti e due i casi si aggiunge lo
squallore di un ricattatore che avrebbe utilizzato la donna per poi
estorcerle forti somme con la minaccia che avrebbe reso pubblica una
asserita, quanto, inesistente, violenza.
Ogni riferimento a fatti e a persone è puramente casuale.
La domanda sorge spontanea. Gli alberghi mettono a disposizione dei locali per fare incontri di lavoro.
RispondiEliminaSe vuoi evitare degli incontri impropri, non è opportuno NON incontrarsi nelle camere da letto degli Hotel? Se lo accetti poi non puoi fare la sempreverginemaria.
Questo significherebbe che sia più valida la versione del ricattatore
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