...per usare una famosa frase di Paolo Villaggio riferita al film La corazzata Potemkin. Troppe contraddizioni e nessuna risposta alle domande. Per esempio: come mai i sopravvissuti di oggi,in via di estinzione, allora bambini, sono giunti fino ai nostri giorni? Per sapere la verità bisogna permettere un libero confronto tra tesi opposte. La storia non è una scienza esatta e spesso viene scritta dai vincitori. Non è la maggioranza che possa stabilire se siano veri, per esempio, i tre principi della dinamica di Newton. Invece si pretende che sia la maggioranza a stabilire una verità storica. E chi non l'accetta passivamente limitandosi a sollevare dei dubbi ponendo delle domande queste non ricevono risposta e viene accusato di avere commesso un reato. Ma la storia non può essere portata in tribunale. E sino a quando si perseguiteranno i dubitazionisti rimarranno sempre dei dubbi.
Si direbbe che ogni comunità, ogni società abbia dei dogmi che non possono essere messi in discussione, pena la condanna o persino la morte (nei paesi islamici). Galileo, che sembra essere stato un credente, non negò l'esistenza di Dio o la verginità di Maria: sarebbe stato rosolato a fuoco lento e fatto a pezzi dagli inquisitori. Affermò solo qualcosa che strideva con una frase della Bibbia. Apriti cielo, finì quasi sul rogo. Ciò avvenne appena quattro secoli fa. Oggi possiamo tutti farci beffa dei dogmi, negare l'esistenza di Dio tutte le altre cosddette verità rivelate. Ma si rischia la condanna e il carcere se si nega l'olocausto o il numero "ufficiale" delle vittime (sono state sei milioni, non si tollerano altre cifre). È un dogma della modernità in occidente: puoi dire che Dio non esiste, che la Bibbia è un cumulo di sciocchezze, ma guai a te se dubiti della verità storica dell'olocausto. Ma la storia non è una scienza esatta come la fisica o la matematica. La storia è un racconto che viene costantemente riscritto dagli storici (se sono davvero studiosi seri, se no copiano, riscrivono quello che già si sa). Si considera storicamente vero ciò che gli storici considerano tale: la verità storica si basa sull'accordo degli storici su certi fatti, è dunque una convenzione, seppur fondata. Nessuno storico mette in dubbio che Cesare sia stato ucciso nel 44 a. C. e che Napoleone morì a St. Elena, tutti gli storici sono d'accordo in base ai documenti o alle relazioni.
RispondiEliminaLa storia, anche la grande Storia, non è che un racconto più o meno fededegno, un racconto con tante, a volte immense lacune. Un racconto del resto non può contenere tutti i particolari di una vicenda e alcuni particolari possono essere importanti, decisivi per capire. L'esistenza storica di Gesù è riconosciuta da quasi tutti gli storici, anche da storici atei (questi storici "convengono" che Gesù è un personaggio storico), ma restano dei dubbi. La prova matematica, scientifica, come nelle scienze esatte, non è possibile, nonostante tutte le reliquie di Gesù sparse per il mondo (non tutti sanno per es. che esistono ben quattordici sindoni di Gesù, la più famosa è quella venerata a Torino che fece la sua comparsa nel XIII secolo).
Vi sono anche degli ottimi professori di storia assai preparati che sono stati accusati di negazionismo solo perché hanno messo in discussione i numeri dell'Olocausto o l'esistenza delle camere a gas, ad esempio sostenendo che in un'epoca in cui era forte la contrapposizione ideologica tra nazifascismo e comunismo era molto facile inventare menzogne per screditare l'avversario. Apriti cielo, questi professori hanno avuto sanzioni disciplinari, interdizioni dall'insegnamento, accuse penali di negazionismo, tuttavia io sono solidale con loro poiché hanno avuto il coraggio di sfidare i pregiudizi del loro tempo.
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