domenica 13 gennaio 2019

L'AFFAIRE CESARE BATTISTI. MA IL VERO CRIMINALE E' BOLSONARO

Suona la grancassa di tutti i partiti per avere ottenuto l'estradizione di Cesare Battisti, come se fosse una grande vittoria. Ottenuta grazie al nuovo presidente del Brasile Bolsonaro, che dovrebbe essere accusato di essere un criminale a danno di tutta la Terra a causa del suo progetto di voler deforestare ulteriormente l'Amazzonia per ricavarne terreni da tramutare scelleratamente in terreni agricoli a favore degli allevamenti di morte per produzione di hamburger, nonostante la natura di tali terreni non si presti all'agricoltura ma alla desertificazione. Ma contro questo criminale nulla hanno da dire i fottuti politici italiani, che usano Battisti come unico capro espiatorio facendo finta che non esistano almeno altri (e veri) ex brigatisti rossi tuttora latitanti. Persino in Svizzera. 
Io accuso Battisti di essere stato un imbecille rimanendo in Brasile dopo che il precedente presidente Lula aveva negato l'estradizione lasciandolo libero perché aveva giustamente ritenuto che non fossero pienamente documentati i reati attribuiti a Battisti. Che si sarebbe dovuto rifugiare in uno Stato sicuro. Perché non ha pensato di rifugiarsi, per esempio, a Cuba? Anche in Cina, al limite nella Corea del nord. I partiti nostrani si dovrebbero vergognare di avere ricevuto questo regalo da un criminale in cambio del loro silenzio sui crimini a danno dell'Amazzonia e delle popolazioni indigene che vi abitano secondo un programma di continuazione di distruzione etnica. Non è stato merito dell'interpol (con la partecipazione della polizia italiana) l'arresto di Battisti, ma è stata l'ulteriore imbecillità di Battisti a favorirne l'arresto perché è stato rintracciato sulla base del luogo dove si trovava il suo telefonino, che veniva da tempo seguito. Bastava tenerlo spento (anche senza togliere la scheda sim) per rendersi non rintracciabile. Oppure doveva farsi prestare da una fidata conoscenza il telefonino. Si è fatto arrestare per una fesseria.           
Non sono mai stati chiariti i capi di accusa nei riguardi di Cesare Battisti, che, pur avendo dichiarato di aver fatto parte dei PAC (Proletari Armati per il Comunismo) ha sempre dichiarato che gli omicidi a lui attribuiti erano stati compiuti dopo che egli aveva già lasciato i PAC. La condanna a due ergastoli fu il risultato di un processo farsa fondato su dichiarazioni di pentiti che, per salvarsi, scaricarono le colpe su Battisti in cambio della promessa di forti riduzioni di pena. Inoltre è accertato che molte dichiarazioni dei "pentiti" furono estorte con la tortura. Anche per questo il processo dovrebbe essere rifatto.
Amnesty International criticò le modalità dei processi per terrorismo e associazione sovversiva  tenuti negli anni '80, sia quello ai PAC, sia altri (omicidio Tobagi eprocesso 7 aprile), tenuti dai pubblici ministeri Pietro Calogero e Armando Spataro.[53]
Giuseppe Memeo, dei PAC, il 16 febbraio 1979, assieme a Gabriele Grimaldi e Sebastiano Masala, uccide il gioielliere Pierluigi Torregiani, colpevole di aver reagito, il mese precedente, assieme ad altri avventori a due rapinatori che tentarono di derubare i clienti del ristorante Il Transatlantico, dove Torregiani si era recato a cenare assieme ad amici e parenti dopo una promozione di gioielli presso una TV privata, provocando la morte di uno dei delinquenti; nella sparatoria morirono anche un commerciante di Catania, avventore del ristorante[6]. I PAC accusano il gioielliere di essere un «agente del capitalismo sul territorio»[7] ed esprimono, nelle loro rivendicazioni, solidarietà per la piccola malavita, la quale «con le rapine porta avanti il bisogno di giusta riappropriazione del reddito e di rifiuto del lavoro»[8].
Queste frasi hanno come fonti Wikipedia, che, avendo il contributo di più autori per una stessa voce, ho scelto perché  certamente non ha la faziosità che i giornali italiani, nessuno escluso, hanno trattando il caso Battisti. Uno dei tre figli adottivi del gioielliere Pierluigi Torregiani, Alberto, va oggi vomitando parole di odio contro Battisti dicendo che finalmente è stata fatta giustizia. Questo vomitevole individuo evita di anteporre i fatti che precedettero l'uccisione del padre adottivo. Il quale si trovava in un ristorante per promuovere una vendita di gioielli. Entrarono dei rapinatori e un rapinatore ed uno sfortunato cliente rimasero uccisi. Il figlio addossò le colpe ai rapinatori e i giudici gli credettero. Nonostante alla sparatoria avesse  partecipato lo stesso Torregiani che era arrivato armato e sparò anch'egli per difendere la merce  e non la vita. Successivamente alcuni componenti dei PAC, per vendicare i due uccisi, uccisero Torregiani padre mentre apriva il negozio, mentre rimase ferito alla colonna vertebrale il figlio adottivo Alberto, che finì, ed è tuttora, in carrozzina. Ma è accertato che Battisti era del tutto assente e perciò non responsabile della morte del padre e del ferimento del figlio Alberto, il quale, non sapendo con chi prendersela, vomita il suo odio contro Battisti, pur sapendo che non era egli l'omicida del padre. Ma i giudici hanno condannato Battisti anche per responsabilità dell'uccissione di Torregiani almeno per partecipazione morale alla sua uccisione. Battisti ha sempre dichiarato che all'epoca aveva già lasciato i PAC e che comunque non aveva mai partecipato ai fatti di sangue. Da questa storia chi ne esce peggio e schifosamente è proprio Alberto Torregiani, addittando ancora Battisti come se fosse lui l'omicida del padre adottivo.           

Cesare Battisti (1954) - Wikipedia

Da qui l'uccisione di uno dei torturatori voluta dai PAC, senza che si sia dimostrato che in essa fosse coinvolto Battisti. E' certo, inoltre, che l'omicidio Torreggiani non è attribuibile a Battisti. Ma gli omicidi attribuiti a Battisti sono meno gravi rispetto al programma criminale del nuovo presidente del Brasile Bolsonaro. Egli vuole attuare un grande crimine contro l'umanità, anzi, contro la Terra, di cui l'uomo non deve considerarsi padrone perché appartiene a tutte le specie viventi. Ma i politici nulla hanno da dire contro questo criminale per poterlo ringraziare di aver concesso l'estradizione di Battisti. Fanno schifo tutti i politici italiani che hanno ringraziato il criminale Bolsonaro. Scrivo fuori dal coro, ma non sono solo. Se in Francia molti intellettuali hanno protetto Battisti e il presidente Mitterand ne proibì l'estradizione vuol dire che vi erano delle buone ragioni per diffidare della cloaca della giustizia in Italia. Ecco una voce fuori dal coro come quella di Massimo Fini, che già nel lontano 2011 si augurava che non fosse concessa l'estradizione di Battisti.

In difesa del Brasile - Il Fatto Quotidiano

4 gen 2011 - IlFattoQuotidiano.it / BLOG di Massimo Fini. In difesa del Brasile ... Che garanzie di giustizia può dare un Paese il cui presidente del Consiglio ...

4 gen 2011 - Se io fossi nei panni delle autorità brasiliane non consegnerei Cesare Battisti all'Italia. Questo l'incipit di un articolo a firma Massimo Fini su Il ...
 


29 ott 2018 - Il Brasile è in mano a Jair Bolsonaro. Ora a rischio c'è l'Amazzonia e a catena il pianeta. Almeno se il neo eletto Capo di Stato vorrà mantenere ...

31 ott 2018 - Il nuovo presidente del Brasile Bolsonaro preoccupa gli scienziati e dovrebbe preoccupare anche noi: le sue posizioni in merito alla questione ...

 DA WIKIPEDIA 

La solidarietà a Cesare Battisti

Un movimento di solidarietà a Cesare Battisti si è sviluppato in Francia in occasione della seconda richiesta di estradizione accettata dalle autorità francesi. Vari intellettuali e personalità del mondo della cultura e della politica francese vi hanno aderito, tra i quali Bernard-Henri Lévy, che ha curato la prefazione all'ultimo suo libro (Ma Cavale, "La mia fuga"), lo scrittore Serge Quadruppani, Philippe Sollers[194], Tahar Ben Jelloun[194] e Daniel Pennac.[195][196]
Cesare Battisti a un incontro con alcuni deputati del Partito dei Lavoratori, durante lo sciopero della fame nel carcere di Papuda, Brasilia, 2009.
In particolare Cesare Battisti ha ricevuto il supporto della scrittrice francese Fred Vargas, che in questi anni lo ha sostenuto economicamente fino ai giorni dell'arresto in Brasile (dovuto a una telefonata rintracciata dalle autorità brasiliane fatta dal Battisti proprio all'abitazione parigina della Vargas).[197] Suo il libro La Vérité sur Cesare Battisti, inedito in Italia.
Altre manifestazioni di solidarietà sono venute dallo scrittore Premio Nobel colombiano Gabriel García Márquez e da 500 tra scrittori[12][198], intellettuali e rappresentanti di organizzazioni non governative per i diritti umani brasiliani, tra cui (a titolo personale) anche esponenti di Amnesty International[11], firmatari di un documento per la concessione dello status di rifugiato politico a Cesare Battisti.[199][200]
Solidarietà a Cesare Battisti è arrivata anche dall'Italia. Il sito internet Carmilla Online nel 2004 ha organizzato una raccolta di firme di solidarietà per Cesare Battisti coinvolgendo oltre 1 500 firmatari nel panorama politico-culturale di Francia e Italia, tra cui Valerio Evangelisti (suo amico personale[37][201] e principale sostenitore in Italia[37]), Wu Ming, Vauro Senesi, Giuseppe Genna, Davide Ferrario, Guido Chiesa, Paolo Cento, Giovanni Russo Spena, Luca Conti, Nanni Balestrini, Gianfranco Manfredi, Mauro Bulgarelli, Sante Notarnicola, Sandrone Dazieri, Alex Cremonesi del gruppo La Crus, Sandro Provvisionato, Graziella Mascia, Marco Rovelli, Paola Staccioli, Pino Cacucci, Christian Raimo[202], Gianni Biondillo, Tiziano Scarpa, Yves Pagès, Massimo Carlotto[203] e anche esponenti del mondo cattolico (tra cui alcuni frati francescani) e un poliziotto francese (a capo di un sindacato di polizia).[202]

3 commenti:

  1. Piroso segnalava la lettura del libro di John Leake: “Jack all’inferno”.

    Io l’ho fatto e lo consiglio a mia volta.

    E’ la storia di un tizio austriaco che ha commesso una decina di delitti di prostitute, che è riuscito a far fessi gli intellettuali di sinistra del suo paese, che evidentemente non erano dei fessi ma gli erano affini come forma mentale sotto diversi aspetti.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Jack_Unterweger

    RispondiElimina
  2. Concordo al 100% con il suo scritto professore.

    RispondiElimina
  3. Gentile professor Melis,
    anche in questo caso concordo con lei.
    La spettacolarizzazione del caso Battisti, fatta per ottenere consenso elettorale da parte di alcuni esponenti dell'attuale governo, è una cosa che mi ha disgustato.
    Si festeggia per l'arresto di Battisti, le cui responsabilità negli omicidi attribuitigli sono, come giustamente lei ha osservato, tutte da accertare e da chiarire, mentre, a dispetto di tutti i festeggiamenti che si stanno facendo, c'è poco da essere soddisfatti della giustizia italiana.
    La giustizia italiana consente a ex brigatisti rossi, come Barbara Balzerani (responsabile della Strage di via Fani e del delitto Moro), di essere lasciati i libertà, dopo aver scontato pene ridicole nonostante la gravità dei reati che hanno commesso (uccisione di uomini politici e di appartenenti alle forze di polizia).
    Cioè, non solo queste persone non hanno scontato le pene esemplari che si sarebbero meritati (per il delitto Moro ci fu chi, giustamente, invocò la pena di morte per i responsabili), ma adesso molti di questi ex brigatisti si trovano in libertà, e possono perfino permettersi di parlare liberamente e di intervenire nella politica attuale, in spregio non solo ai familiari delle vittime, ma anche allo Stato italiano, che ha sempre dimostrato di essere debole di fronte alla criminalità.
    Gli assassini di Abramo Lincoln furono tutti impiccati con una cerimonia pubblica...
    Così fa uno Stato serio per combattere la criminalità.
    Peccato che non non abbiamo a che fare con uno Stato serio e degno di questo nome, ma con la Repubblica delle banane...

    RispondiElimina