mercoledì 2 gennaio 2019

RIFLESSIONI SULL' UNIVERSO. PERCHE' L'ESSERE PIUTTOSTO CHE IL NULLA?


Ricevo da un mio affezionato lettore che vive in Svizzera 

Caro prof. Melis,

ho letto con interesse e piacere la Sua esposizione. Interesse perché non si può non interessarsi alla “cosa ultima” ovvero alla verità, al fondamento del tutto, all’evoluzione di questo incredibile universo. Piacere per la Sua chiarezza che permette al lettore medio di capirci qualcosa. Direi che oggi i veri filosofi sono gli scienziati, soprattutto i fisici. Per sapere “was die Welt im Innersten zusammenhält” (Faust) bisogna rivolgersi a loro, non certo ai chiacchieroni (teologi, filosofi, letterati, psicologi ecc.). Contrariamente a Lei io non so praticamente nulla di scienza, come la maggior parte della gente (ho studiato romanistica, cioè lettere). Tuttavia mi sono naturalmente posto le grandi questioni fin da ragazzo. Sono cresciuto in collegio con suore e preti, ma già a diciassette anni ho perso definitivamente la fede. Sono classe 1944, maturità nel 1964. Pensi che nel 1962 facemmo ancora un “pellegrinaggio” ad Einsiedeln per la riuscita del Concilio! Dovevamo invocare la grazia perché quel concilio desse i suoi frutti, ricchi e copiosi. Come se Dio non sapesse ciò di cui i credenti avevano bisogno!

Cinquant’anni dopo la fede, almeno in Europa e in genere in occidente, è morta o moribonda. Io uso dire che stiamo assistendo alla telecronaca diretta della fine del cristianesimo (che però in Asia e in Africa continua a diffondersi). Non è assolutamente più possibile credere in un Dio creatore, divina provvidenza, onnipotente e onnisciente, somma bontà: semplicemente ridicolo. Come le altre verità di fede elencate nel Credo, più i dogmi mariani recenti e l’infallibilità del papa. Eppure la Chiesa contava ancora qualcosa fino a pochi decenni fa (i cattolici s’imposero ancora sulla fecondità assistita, con l’aiuto di Ruini). Ma ormai la Chiesa è al capolinea e il potere, quello vero, la sta mollando, non ha più bisogno di lei. Per tenere a bada il popolo bastano i consumi e lo smartphone, il popolo di autocontrolla da solo per così dire (io non ho e rifiuto lo smartphone, non sopporto gli imbecilli che ovunque hanno questo aggeggio sotto il naso – io sono il solo in treno che legge un libro o il giornale!). Non ho mai posseduto nemmeno un cellulare: semplicemente non ne avevo bisogno, non ne ho bisogno. Ma mi piace il computer, trovo geniale la posta elettronica, faccio persino dell’e-banking (pratico, non devo più andare alla posta per fare i pagamenti – ma è rischioso, dice un bancario, esiste il pericolo di vedersi svuotare il conto, dai delinquenti ma anche dallo Stato che sicuramente prima o poi preleverà quel che gli serve dai nostri conti – l’ha fatto Giuliano Amato trent’anni fa, hanno fatto le prove in grande e riuscitissime a Cipro alcuni anni fa).



Ma torniamo alle grandi questioni, alla “cosa ultima”, cioè all’ultima verità, a quel che resterà (“compiute le sorti, allora dei cieli, nei lucidi porti, la Terra si celi; attenda sull’àncora il cenno divino per nuovo cammino”, Zanella, Sopra una conchiglia fossile).



“La cosa ultima” è il titolo di un libro di Massimo Cacciari, un filosofo-teologo vecchia scuola. Non l’ho letto e mi guardo bene dal leggere le cose di questo scemo che straparla continuamente a ruota libera (ho notato che i filosofi amano intervenire nelle cose pubbliche – da Platone a Cacciari vorrebbero essere ascoltati, loro sì che hanno le ricette della buona vita … Ma fallì Platone, fallì in tempi più recenti Ortega y Gasset che si cacciò anche lui per un paio d’anni nell’agone politico ritirandosene schifato: disse che la politica era un male necessario, ma gli faceva schifo). Per forza, il filosofo ricerca la verità, ama il rigore, mentre i politici intrallazzano, cercano di fregarsi a vicenda.



Dunque: cosa rimarrà alla fine della giostra? Ci sarà davvero un Big Crunch della materia o la materia continuerà a espandersi all’infinito, sempre più diluita? Ma si espande nello “spazio vuoto” o espandendosi crea lo spazio, non essendoci nulla al di fuori della materia?

Il niente assoluto è inimmaginabile, forse per questo il regressum ad infinitum fu ritenuto assurdo già da Aristotele che postula il motore immobile ovvero Dio. Ma c’è stato poi davvero un inizio, può davvero darsi una creazione dal nulla? Ho letto ahimè a lungo Emanuele Severino, un autore illeggibile e ripetitivo fino all’ossessione. La sua filosofia si riassume nel concetto dell’eternità del tutto. Dio, il Dio cristiano, ovviamente non esiste per Severino (che fu cacciato dalla Cattolica la sua filosofia costituendo il più radicale ateismo del nostro tempo). Ma se non esiste Dio esiste sicuramente la materia, l’universo, in continua evoluzione, che significa continua distruzione e creazione di cose nuove, di nuovi enti (ma con la materia degli enti distrutti). In altre parole: esiste qualcosa, l’universo, che dobbiamo presumere eterno. Per Parmenide esiste la sfera perfetta eterna, mentre i singoli enti sono ombre che si dissolvono come constatiamo quotidianamente. Per Severino invece tutto, assolutamente tutto è da sempre e per sempre, dalla cosa più umile a quella più sublime. Per lui la morte (eterna) non esiste, gli enti non vengono distrutti per sempre ma “si eclissano” per ritornare poi un giorno. Credo che anche Tommaso d’Aquino postuli l’indistruttibilità degli enti. Non so se ciò corrisponde all’eterno ritorno di Nietzsche (credo che Severino lo negherebbe, essendo lui il primo vero filosofo che asserisce l’eternità del tutto). Ma Severino non può “provare” – quel che si dice provare – la sua verità. Ha fatto questa “pensata”, ha avuto l’intuizione o l’illuminazione che ha poi cercato di dimostrare nei suoi illeggibili libri. Ma non dimostra un bel niente: la sua eternità è un postulato indimostrabile che oltre tutto non “illumina” la nostra vita. Infatti l’obiezione che la Chiesa o anche una persona normale o d’intelligenza media come il sottoscritto gli fa è: che cosa cambia effettivamente nella nostra vita se postuliamo l’eternità del tutto? I problemi in cui ci dibattiamo restano, almeno a me così sembra. L’eternità del tutto non mi è di nessun aiuto. O forse – potrebbe dire Severino – se mi penso eterno, indistruttibile, avrò una visione diversa della vita. La mia vita non si conclude nel nulla della morte. In effetti i credenti con la loro fede nell’aldilà hanno una consolazione che a noi atei o agnostici manca: la loro vita continua, non esiste per loro la parola “fine”. Anzi, “dopo” comincia la vera vita ovvero l’eternità (di felicità o eterno dolore all’inferno). Fra parentesi: trovo spettacolare, inaudita, la rivelazione fatta da Bergoglio a Scalfari: l’inferno non esiste, non esisterebbe, le anime dannate semplicemente si … squagliano, vengono annientate. I beati invece se la godono, Dio in technicolor per l’eternità … È semplicemente incredibile. Dante ha scritto quel po’ po’ di Commedia con un inferno di sofferenza (“lasciate ogni speranza, voi ch’entrate”) e adesso arriva il gesuita (il primo gesuita papa) che ci fa sapere: tutte balle! E che ne facciamo del Giudizio universale della Sistina? Lo ricopriamo di uno strato di calce? Le confesso che a me il Giudizio universale di Michelangelo fa semplicemente schifo: tutti quei poveri dannati per l’eternità, con quel Cristo maledicente e la stupida Madonna che volge il capo dallo scempio dei dannati …



Se per Severino Dio, il Dio cristiano non esiste, non esiste nemmeno il nulla, è semplicemente impensabile. Il niente non è uno spazio vuoto in cui si espandono le galassie, ma proprio niente-niente, il niente assoluto. Però esiste la materia, l’universo, le galassie, le stelle, la Terra, noi stessi, i fiori, gli animali carissimi, la bellezza, e ahimè anche la bruttezza e lo schifo. Dunque “qualcosa” è indubitabilmente. Secondo la teologia cattolica Dio è “ovunque”. Ciò significherebbe che conosce perfettamente non solo la posizione di tutte le galassie (cento miliardi) e degli eventuali universi paralleli, ma anche la posizione di tutte le particelle subatomiche dell’intero universo, non solo della Terra. Assurdo. Dio, il Dio dei cattolici, semplicemente non esiste, non può esistere (se poi pensiamo alla sua bontà e alla provvidenza vien da ridere: un’onda immensa uccide in pochi istanti un quarto di milione di persone in Indonesia nel 2004 e lui dov’era? Anzi, è stato addirittura lui a provocare il sisma e lo tsunami (a quale scopo?). La Chiesa e i preti mi fanno un po’ pena: sono in effetti in difficoltà a spiegare questi fenomeni così distruttivi e atroci. Si barcamenano come possono, ma è difficile, impossibile spiegare e fare accettare questi fenomeni così dolorosi.



Un’altra domanda è cosa ci fosse prima del Big Bang. Domanda che a Margherita Hack pareva inutile e financo assurda (credo anche a Hawking). Eppure qualcosa c’era, foss’anche un grumo o una pallina di materia (davvero l’intero universo è nato da una sfera non più grande di una palla da tennis?). Come mai questa pallina inerte è esplosa? Non c’è effetto senza causa. Che cosa ha influito sulla palla da tennis?

Che all’interno dei buchi neri spazio e tempo non esistano è immaginabile, anzi logico. Eppure anche i buchi neri secondo Hawking “evaporano” (dopo non so quanti miliardi di anni). Dunque c’è movimento al loro interno, dunque spazio e tempo.



Eccetera eccetera. Scusi le mie chiacchiere. Ma vorremmo tutti qualche certezza, una terra ferma a cui l’uomo vuole approdare, visto che nel vasto mare mobile dell’esistenza si sente insicuro e minacciato.



Le auguro buon anno.



Sergio Pastore (Svizzera)



P.S. Una “bella” immagine di Severino: noi guardiamo le montagne maestose in confronto alle quali noi non siamo davvero nulla. Le montagne durano in un certo senso in eterno, mentre la nostra vita è in confronto brevissima. E invece noi siamo eterni come loro …

La nostra cosiddetta morte o distruzione è solo apparente: ritorneremo …



Ancora una cosa: niente si crea dal nulla, questo è pacifico. E nemmeno Dio può creare qualcosa dal nulla – se diamo al nulla o niente il senso che ha: niente di niente, assolutamente niente. Non per nulla il Dio dei filosofi antichi è un demiurgo che dà forma alla materia coesistente con lui, mentre taluni pensatori cristiani hanno parlato della creazione come di un’emanazione di o da Dio. Dunque Dio non crea dal nulla, ma emana (un’affermazione eretica ovviamente e condannata dalla Chiesa, ferma al dogma della creazione dal nulla).

Caro Sergio
mi sono sempre domandato: perché l'essere piuttosto che il nulla? Parmenide, il terribile Parmenide (come lo chiama Platone nell'omonimo dialogo Parmenide perché colpito dalla sua riflessione sull'essere), aveva affermato una apparente banalità: l'essere è e il non essere non è. Dunque il non essere non può nemmeno essere pensato secondo Parmenide. Ma Platone obietta che il non essere in quanto se ne parla e se ne scrive deve pur avere un'esistenza. E così nel dialogo successivo (Il sofista) riduce il non essere assoluto a un non essere relativo. Ma alla apparente banalità di Parmenide (che in realtà esprimeva  una verità profonda) Platone risponde con una vera banalità senza risolvere la difficoltà dell'impossibilità di pensare il nulla. Il non essere ha significato soltanto nel discorso logico sintattico. Ogni cosa è e allo stesso tempo non è  tutte le altre cose. In sostanza: senza il non essere sarebbe impossibile la logica discorsiva. Conclusione banale che non supera la problematica parmenidea, in cui si afferma che il nulla non può essere nemmeno pensato come alternativa all'essere. Da cui la necessità dell'essere eterno, che esclude qualsiasi inizio nel tempo. Questa eternità dell'essere pone un'ulteriore domanda: vi è anche una materia eterna senza confini nel pluriverso, cioè in una molteplicità di universi paralleli? Qui il pensiero può concludere solo con il Leopardi dell'Infinito:
...interminati 
Spazi di là da quella, e sovrumani 
Silenzi, e profondissima quiete 
Io nel pensier mi fingo; ove per poco 
Il cor non si spaura. E come il vento 
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morti stagioni, e la presente 
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio: 
E il naufragar m'è dolce in questo mare.                      

Ma una certezza rimane: franano tutte le religioni essendo esse fondate antiscientificamente sull'antropocentrismo. D'altronde, se è unica l'origine della vita dalle prime formazioni delle cellule procariotiche che hanno dato origine ai batteri e alle alghe azzurro-verdi e alla simbiosi CASUALE di cellule procariotiche che ha dato origine alle cellule eucariotiche, senza le quali non vi sarebbe stata la formazione e l'evoluzione  di tutte le forme di vita a iniziare da tre miliardi di anni fa, perché mai dovrebbe esistere l'anima immortale solo per la specie umana? Anche questa considerazione rende insostenibile qualsiasi religione che ponga capo all'antropocentrismo. Anche la specie umana è il risultato CASUALE dell'evoluzione biologica.      
Ma dopo circa 2500  anni si può trovare una risposta a Parmenide in Heidegger: il nulla esiste come esserci dell'esistenza umana nella coscienza della morte. Per chi muore è come se il mondo si annientasse. E quell'unico animale, l'uomo, che si crede padrone della Terra, se non anche il centro e il fine dell'universo, è il non senso della vita. Perché gli altri animali non possono porsi la domanda: che senso ha la vita?   

1 commento:

  1. Potrebbe essere che ad un certo punto, per caso, si siano incontrati il negativo ed il positivo e tac la Luce fu...A me capitò che andando in vacanza lasciammo in cucina, delle piante di assenzio che Mia Madre aveva trapiantato da un bosco, dentro un poco d'acqua. Quando tornammo trovammo la cucina piena di "farfalline grige" probabilmente falene. E c'erano i cinque elementi: l'acqua, l'aria, il calore, la pianta, la terra...i famosi cinque elementi. Poi esistono i moscerini della frutta. I miei vengona dalla mela e mi proteggono dalle zanzare.Provare per credere. Senza il vuoto non c'è pieno e viceversa. A Natura manca la Coscienza. Gli Animali dovrebbero essere la sua Coscienza...ma lei come il dio monotesista tre per uno tre ci lascia al cannibalismo più sfrenato...quello u-mano non è libero, è arbitrio e basta. Scomparissimo, sarebbe un bene per tutti. Peccato per i Bambini che finché non s'alzano in piedi sono innocenti come gli altri Animali, ma poi, finisce male, come tutto, anche quello che bene comincia. Auguri di buone feste...feste e basta.

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