ANPI, Associazione Nazionale Parassiti Italiani. Chi sarebbero gli associati se i veri partigiani sono tutti o quasi tutti morti? Sono dei parassiti che usufruiscono di danaro pubblico. E nemmeno questo governo ha il coraggio di chiuderla. Si nutrono di un odio contro tutti coloro che non la pensano come loro. I veri partigiani, checché se ne pensi di essi, combatterono con le armi, non sfilando come nelle pagliacciate odierne. Non hanno mai conosciuto la guerriglia (non guerra) partigiana. A che titolo dunque pretendono di presentarsi come partigiani? A parte il fatto che i veri partigiani causarono solo danni, mentre la "liberazione" (dipende dai punti di vista) fu fatta dagli anglo-americani, anche bombardando sulla popolazione civile (basti ricordare i bombardamenti su Roma nel quartiere di S. Lorenzo, la distruzione dell'Abbazia benedettina di Montecassino del VII secolo, i mille morti del centro storico di Cagliari, che non aveva alcuna importanza militare) nonché sparando vigliaccamente sui tedeschi provocando le rappresaglie o sparando anche sui tedeschi in fuga nell'ultimo mese di guerra per presentarsi poi come liberatori. Queste furono le prodezze dei cosiddetti partigiani. Quelli comunisti per di più spararono anche sui partigiani non comunisti per favorire la perdita dell'Istria a favore del governo comunista del massacratore Tito, quello che fece finire migliaia di italiani nelle foibe.
E oggi chi vogliono rappresentare i parassiti dell'ANPI?
Anche i negri venuti come clandestini dall'Africa. Gli eredi dei partigiani vogliono che il saluto romano sia multato
Testo di Paolo Sensini
I signori dell'ANPI declamano a
parole di essere "per la libertà e contro la dittatura", concetti
piuttosto vaghi e astratti, ma se qualcuno mette una maglietta sbagliata
lo trascinano in tribunale esigendo per il malcapitato un bel po' di
galera e quattrini come "risarcimento danni". Un'associazione alla quale
è stato riconosciuto lo status di ente morale, che conta più di 120mila
iscritti e, in virtù di un protocollo firmato con il MIUR, promuove
anche numerose iniziative nelle scuole. Gli stessi che, senza ravvisarvi
alcuna contraddizione, manifestano per la libertà di satira verso
chiunque, morti compresi, da parte di giornali satirici come il francese
"Charlie Hebdo".
Così, su denuncia dell'ANPI il tribunale di Forlì ha condannato penalmente Selene Ticchi
a quattro mesi di reclusione, convertita in multa di 9.050 euro più il
pagamento d'ingenti spese processuali. Ed ecco che ora i compagni
partigiani vanno a incassare una bella sommetta, oltre ai già lauti
finanziamenti pubblici che prendono
da 74 anni, senza alcuna fatica. Ma non gli basta ancora. "Contro
episodi simili", tuona il presidente della sezione ANPI provinciale di
Forlì-Cesena Gianfranco Miro Gori, "si è tentato un giro di vite con la
Legge Fiano, ma spesso si tende a non intervenire. Quasi sempre si
sottovalutano i saluti romani. Occorre invece condannare gesti come
questi non per essere autoritari, ma perché l'uomo ha una quota di
cattiveria che bisogna fermare e denunciare" prima "che sfoci in
fenomeni di razzismo". E nel frattempo, una volta stabilito il prezzo
per ogni saluto che non è gradito dai compagni partigiani, loro si
apprestano a incassare. Avanti popolo alla riscossa!
Addirittura in alcuni comuni di montagna nel nord Italia la popolazione, esasperata per le razzie dei partigiani imboscati, decisero di denunciarli ai tedeschi di loro iniziativa, poiché sapevano che i commando tedeschi avrebbero fatto piazza pulita dei guerriglieri! Ovviamente si tratta di episodi tramandati solo oralmente e con le labbra serrate, poiché la verità ufficiale è quella che i partigiani erano eroi e che la popolazione era tutta con loro, che li vedeva come liberatori. Oltretutto i gruppi partigiani erano divisi da un odio incredibile, i partigiani comunisti odiavano i partigiani cattolici e filomonarchici, i liberali odiavano a loro volta i comunisti. Molti di loro erano renitenti alla leva e fuorilegge, che vollero mascherare il fatto di essere delinquenti comuni aderendo ad una causa che nemmeno conoscevano a fondo, i partigiani comunisti poi erano i più ignoranti di tutti, semi-analfabeti, ragionavano solo per slogan. Non distinguevano nemmeno il fascismo dal nazismo, altrimenti avrebbero compreso che nella costituzione della Repubblica di Salò vi erano evidenti influenze ideologiche di tipo socialista.
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