giovedì 18 aprile 2019

ECCO L'INDIVIDUO DELLA CUI MORTE PIU' VOLENTIERI GODREI

Che cosa bisogna pensare di un papa che ha detto che da bambino aspirava a fare il macellaio? Ogni volta che lo vedo apparire alla TV mi viene una reazione di schifo e debbo cambiare canale. Da ignorante o impostore ha scritto l'enciclica Laudato si' ispirandosi a un tal Francesco d'Assisi. Cioè a un carnivoro che (secondo la biografia di Tomaso da Celano) a fra Ginepro che gli faceva osservare che il giorno di Natale quell'anno cadeva di venerdì (giorno che allora era proibito mangiare carne), rispose che per festeggiare la nascita del bambinello "anche i muri dovevano mangiare carne". Incredibile. Questo ripugnante individuo ha sbagliato Francesco. Non ha mai fatto l'elogio di un altro Francesco, Francesco da Paola (1416-1507). Come avrebbe potuto farlo se non invitando i cattolici a non festeggiare più la pasqua come strage di agnelli? Infatti Francesco da Paola, pur riconosciunto santo, era vegano ed è ritenuto protettore dei vegani. Visse ben 91 anni, età rara in quel periodo storico. Mentre quello di Assisi visse solo 44 anni. Un papa che incoraggia l'invasione dei musulmani con la sua fissa dei ponti per l'accoglienza. Si occupasse di altro invece di fare politica. E'una vera disgrazia.  I mandanti sono colpevoli quanto gli assassini. Pertanto nel suo silenzio egli è il peggiore mandante della strage di agnelli nel periodo pasquale. E come non poterlo considerare un mandante della strage di agnelli nella maledetta festa di sangue che è la pasqua, in cui si festeggia la menzogna storica dell'odiosa figura dell'ebreo Gesù, cioè di colui che, rimanendo ebreo, considerava il mattatoio (il cosiddetto tempio) di Gerusalemme "casa del Signore"?   L'ultima cena, ho già spiegato in un precedente articolo, fu a base di carne di agnello. Vigliacche tutte le associazioni animalistiche che sanno solo blaterare non avendo il coraggio di organizzare una manifestazione contro questo papa.
Una bambina di 12 anni è stata malamente usata come portavoce di una organizzazione che voleva offrire un milione di dollari a questo papa se avesse scelto una quaresima vegana. Figuariamoci che cosa possa farsene di un milione di dollari uno che è l'individuo più ricco d'Italia e forse il più ricco del mondo perché per statuto del Vaticano il papa è proprietario PERSONALMENTE di tutte le proprietà della Chiesa  cattolica anche all'estero! Risultato. Silenzio. Ha dato il contentino alla bambina e poi se ne ne è fregato. Altro che offrirgli un milione di dollari (che evidentemente non ha accettato per salvare la faccia). Avrebbe meritato un milione di accuse e di insulti per privarlo di quella falsa autorità morale di cui si ammanta. Avrebbe meritato un discorso come questo: lei non può farsi maestro di morale se vi sono stati tanti grandi pensatori sin dall'antichità che hanno rifiutato di cibarsi di cadaveri. Io ho come maestro spirituale, per esempio, il grande storico e filosofo neoplatonico Plutarco che chiamava i cuochi "pasticcieri di cadaveri" (De esu carnium).           
Ha invece ringraziato e incoraggiato una Greta, che ormai tutti chiamano GRETINA, per il suo reclamizzare una difesa a vuoto dell'ambiente, ignorando una delle cause maggiori dell'inquinamento terrestre che è dato dall'allevamento intensivo di morte degli animali destinati ad essere uccisi in una catena di montaggio per lo smontaggio crudele dei loro corpi in un mattatoio. Questa stronzetta, manovrata dai genitori per farsi pubblicità e poi da interessi commerciali paradossalmente contrari al rispetto dell'ambiente (come gli ebrei Rothschild, la cui economia domina la Terra) ha anche ignorato che un'altra causa dell'inquinamento terrestre è la soprappopolazione della Terra. Chi si assomiglia si piglia. Per alcuni secoli l'umanità ha sfruttato il carbone come fonte maggiore di energia e nel XX secolo si è aggiunto il petrolio. Ma né il carbone né il petrolio sono stati causa dell'inquinamento atmosferico sino alla metà del XX secolo, al cui inizio la popolazione umana era di circa un miliardo e mezzo. Nell'arco di mezzo secolo è passata a circa 7 miliardi. E' dunque l'antropizzazione della Terra la causa principale  dei mutamenti climatici, giacché le piante, con la pazzesca deforestazione dell'Amazzonia polmone verde dellaTerra - e sacrificata negli ultimi decenni a vantaggio degli allevamenti di morte delle industrie dell'hamburger degli USA -  non riescono più ad assorbire l'eccesso di anidride carbonica in rispetto dei temi biologici.
 
“Offriamo un milione di dollari a Papa Francesco se sceglie una quaresima vegana ...
  
Leggete. "E se non piangi di che pianger suoli?" (Dante, Inferno XXXIII).  
Sono nato 22 giorni fa. Faceva ancora freddo e mi sono rifugiato nella lana calda di mamma. Ho capito subito, appena nato, che fosse lei dal modo in cui mi ha leccato sulla testa, da come mi ha chiamato e, soprattutto, da come mi ha guardato. I primi giorni li ho passati nel tepore del suo respiro. Era bello chiudere gli occhi e sapere che lei era lì.
Sono nato 22 giorni fa e, tutto attorno a me, altri agnellini. Dall’alto avremmo potuto essere scambiati per nuvolette. Correvamo per i prati, rendendo soffice l’erba che nasceva, rendendo soffice il richiamo di mamma, impigliato fra le fronde degli alberi ed il mio cuore. Qualche giorno fa ho chiesto a mamma se fossi figlio unico. Lei ha sospirato e non ha risposto. È diventata all’improvviso triste e se ne è andata via. Quella sera mi si è avvicinata una vecchia pecora, con il vello tutto stopposo, ma con gli occhi saggi. Mi ha detto che ogni pecora non ha mai un solo figlio. Mi ha detto che ogni pecora è madre ogni anno e che ogni anno… ma poi non ha voluto continuare, gli occhi le si sono inumiditi, ha dato la colpa al freddo della sera e se ne è andata anche lei. Abito in un prato con la mamma, tante altre mamme pecore e tanti altri agnellini. Lo spazio non è enorme, a volte mi chiedo cosa ci sia al di là dello steccato, ma sono troppo impegnato a correre, giocare, mangiare, dormire, sognare per pensare ad altro.
Sono diventato amico di tanti animaletti. Talpe, ricci, galline, un tasso, qualche uccellino. Sono questi ultimi, però, che, ogni volta che parlo del futuro, di come mi cresceranno le corna in testa, di quanto sarà folto il mio vello da grande si lanciano strane occhiate e sospirano. Se chiedo il perché di ciò volano via.
Mi sembra ieri quando ho aperto gli occhi per la prima volta ed ho assaggiato il latte della mamma. La mamma ha lo sguardo pensieroso. Mi guarda come se dovesse non vedermi più. Quando fa così vado da lei e le appoggio il muso sulla pancia. La sento respirare. La mia mamma è una culla. Mi addormento e faccio bei sogni.
Qualche giorno fa sono scomparsi degli agnellini. È tutto talmente strano. Il giorno prima giocavano con me, il giorno dopo non c’erano più. Sono andato a cercarli, ma il prato non è così grande e le sbarre troppo alte perché siano saltati dall’altra parte. Perché non sono venuti a salutarmi? Siamo amici. Le loro mamme piangono in un angolo della stalla. Hanno il muso tutto sporco di fieno e non vogliono mangiare. Incrocio lo sguardo di mamma. Mi sta guardando. Ha gli occhi stanchi. Vorrei chiederle qualcosa di questa situazione, del perché quelle mamme piangano, ma lei se ne va via.
Altri agnellini sono scomparsi. C’è agitazione fra di noi. Tutti bisbigliano, nessuno bela a voce alta. Noi agnellini stiamo in gruppo e cerchiamo di capirci qualcosa, ma nessun adulto sembra volerci dare delle spiegazioni.
Ho ancora gli occhi impastati di sogni quando gli esseri strani a due zampe entrano nella stalla e mi svegliano. Non lo fanno molto delicatamente, mi rovesciano a testa in giù e mi tirano su per le zampe. Mi fanno male, cerco di farglielo capire belando, ma quello che mi ha preso mi scuote, dice delle cose in un linguaggio strano, sembra arrabbiato.
Cerco mamma con lo sguardo, la trovo, lei è sveglia e sta belando forte.
Mi dice che mi vuole bene. Mi dice che sarò sempre il suo bambino. Mi dice che non mi dimenticherà. Mamma piange. Mi portano via. Il mondo a testa in giù è anche divertente da vedere, ma non voglio che mamma sia triste. Le mani che mi tengono le zampe stringono, fanno male. Vedo che stanno portando via anche altri due agnellini.
Dove ci portano? Siamo fuori. Siamo fuori dal prato. Abbiamo superato le sbarre. Forse questo significa diventare grandi. Avere il vello folto. Ma la mamma mi manca. Volto la testa verso il prato dove sono nato, voglio vederla, forse è lei con il muso infilato fra le sbarre che mi chiama, che mi chiama, poi entriamo in una stanza e qui ci sbattono a terra.
Che posto strano. Ci sono dei ganci che pendono dal soffitto e ci sono delle macchie scure sui muri. Mi avvicino, ne annuso una, è un odore pungente che mi ricorda il sangue, ma non può essere sangue, sono macchie troppo grandi, poi quello strano essere che chiamano uomo afferra uno dei miei amici agnellini per le zampe, lo lega al gancio, fa lo stesso anche con l’altro, poi è il mio turno.
Mi divincolo, ho paura, voglio la mamma, ma quelle braccia sono troppo forti e lo vedo, l’uomo, lo vedo mentre belo e piango a testa in giù, lo vedo che prende un oggetto da un tavolino, si avvicina a me, mi prende per la testa, me la solleva e l’ultimissima cosa che ricordo, prima che tutto diventi scuro, è che quando sono nato ed ho cercato di mettermi in piedi sulle zampe il muso di mamma era lì, a sostenermi, ed io ho pensato che ci sarebbe stato tutta la vita.


P.S.: 22 sono in media i giorni che vivono gli agnelli destinati ad essere uccisi per Pasqua

(A. Vettorato)

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