Ricevo dal mio corrispondente in Svizzera Sergio Pastore
Perché
Bergoglio?
Chi ha eletto Jorge Bergoglio
papa? Lo Spirito Santo, i cardinali in conclave, la massoneria o altri poteri
che agiscono nell’ombra? Probabilmente tutti insieme questi protagonisti (ma il
meno decisivoè stato sicuramente lo Spirito Santo). In altre parole: Bergoglio
non è stato eletto per caso, la sua elezione rispondeva ai desiderata di
personaggi noti e meno noti. Che il suo pontificato rappresenti una rottura
l’abbiamo capito fin dalle prime parole che ha rivolto ai fedeli in piazza San
Pietro. Mentre Wojtyla aveva salutato i fedeli con un plumbeo “Sia lodato Gesù
Cristo” stile anni Cinquanta, l’argentino ha pronunciato un cordiale “buona
sera” che non poteva non sorprendere e piacere: si chiama captatiobenevolentiae.
Una vera autorità non ha bisogno di ricorrere a questi trucchi. Con quelle due
parole il papa annunciò un radicale cambiamento. Il tradizionalista Wojtyla
voleva riportate la Chiesa all’ordine antico. Cercò di far rimettere la talare
ai preti a cui ormai andava stretta.Ma non ci riuscì, i preti erano stufi
d’indossare l’abito ecclesiastico e femmineo. Oggi essi schifano persino il
clergyman, si presentano in maglione, uomini fra gli uomini (come del resto
erano gli apostoli che non si vestivano da pagliacci per marcare la distanza
tra sé e gli altri: inizialmente i credenti erano tutti più o meno alla pari,
anche se riconoscevano l’autorità dei pastori.)
La rivoluzione bergogliana
Un’autorità vera non può essere
popolare. L’autorità emana sempre un po’ di mistero per essere tale ed è per
questo che incute rispetto e riverenza. L’ultimo vero papa, forse o probabilmente
l’ultimo papa della Chiesa cattolica, è stato lo ieratico Pio XII.Qualunque
cosa si pensi di lui, specie in relazione al nazismo e alla persecuzione degli
ebrei, indubbiamente fu una figura che incuteva rispetto persino ai non
credenti. Già il successore invece familiarizzò un po’ troppo con le sue
pecorelle. Il papa buono, Giovanni Roncalli, in arte Giovanni XXIII, piaceva
alle persone semplici, un po’ meno a chi conosce gli arcani del potere. Non
doveva essere una persona davvero intelligente. Convocò infatti un concilio, il
Vaticano II, con cui diede il primo colpo di piccone all’edificio bimillenario
della Chiesa. Il suo intento dichiarato era un «aggiornamento» che si sarebbe
concluso con la canonizzazione del papa reazionario per eccellenza, Pio IX. Ma
il concilio prese una piega inaspettata: invece di un modesto aggiornamento,
una piccola cosmesi, fu l’inizio di una rivoluzione. Alcuni dicono che la
grandezza di Roncalli consisté proprio nel non opporsi alla drammatica
evoluzione dell’assise. In realtà lasciò correre sia perché non aveva
l’autorità per impedire lo sfascio, sia perché forse non aveva nemmeno più le
forze, era ormai malato. Morì infatti un anno dopo l’apertura del concilio, nel
1963, lasciando la patata bollente al suo successore, il povero Amleto Montini,
che non potè far altro che chiudere l’assemblea del rinnovo, in realtà dello
sfascio, anche se cercò d’impuntarsi con l’Humanae vitae che suscitò rammarico
e disappunto sia all’interno della Chiesa che nel mondo laico. A Montini
successe il reazionario polacco che s’illuse di porre un freno allo sfacelo
causato dal concilio (preti e suore si spretavano e smonacavano, i conventi si
vuotavano, i religiosi rimasti si liberarono persino dell’abito). Wojtyla non
mancava di carisma e di vigore e parve inizialmente poter arrestare l’emorragia
dell’istituzione. Fu anche tra i protagonisti dell’abbattimento del comunismo
in Europa occidentale (Reagan ringraziò). Ma il suo lunghissimo e
apparentemente trionfale pontificato, uno dei più lunghi della storia, si
concluse in tono minore: nella sua amata Polonia al comunismo successe il
consumismo, invece del trionfo della religione; il suo regno si concluse con
l’esibizione ostentata della sua malattia che gli impediva persino di parlare,
alla fine farfugliava parole incomprensibili, uno spettacolo penoso. Ma non mollò,
un po’ per attaccamento al suo ruolo, un po’ identificandosi col Cristo
sofferente. Penso che avrebbe dovuto dimettersi o che si sarebbe dovuto
obbligarlo a dimettersi (se il papa non può più esercitare le sue funzioni per
manifesti impedimenti – per es. malattia o pazzia –deve essere sostituito come
prevede il diritto canonico: l’istituzione non lascia niente al caso).
A Wojtyla è succeduto uno strano
personaggio, il mite Joseph Ratzinger, che assunse il nome di Benedetto XVI,
appellativo già assunto da un altro pontefice nel XX secolo: Giacomo della
Chiesa ovvero Benedetto XV. Indubbiamente Ratzinger intendeva continuare
l’opera di restaurazione di Wojtyla, essendo anche lui un tradizionalista. Ma
non poteva cadere nel ridicolo assumendo il nome di Giovanni Paolo III.
Assumendo il nome di Giovanni Paolo II Wojtyla aveva voluto insistere sul
concetto di continuità con la tradizione e il Vaticano II dopo l’«incidente» di
papa Luciani che aveva assunto per primo il doppio nome di Giovanni Paolo per
far intendere o credere che i predecessori – Roncalli e Montini – erano le sue
guide spirituali e intellettuali. È caratteristico della Chiesaribadire la continuità
del magistero: nessun papa può abolire un dogma, la Chiesa si
autodistruggerebbe considerato che il dogma è controfirmato nientemeno che dal
Padre Eterno in persona (così asserisce la Chiesa: un dogma è un dogma, non si
scherza, molti sono stati gli eretici torturati e uccisi, non per avere
esplicitamente messo in dubbio un dogma, ma per aver fatto affermazioni
azzardate che potevano mettere in discussione l’autorità, il potere). Galileo,
che era un buon cattolico, passò i suoi guai per aver negato il geocentrismo,
ciò che contrastava con una frase del Vecchio Testamento. Ammettiamo pure che a
quell’epoca l’affermazione di Galileo turbasse l’ordine costituito: come si
poteva contraddirein effetti una frase della Bibbia?Nel libro sacro si
sosteneva che era il sole che girava intorno alla Terra e non viceversa. Ciò avvenne
appena quattro secoli fa (Galileo muore nel 1642), cioè l’altro ieri. Ma poi
l’universo è esploso, come conferma anche la specola di Castel Gandolfo. Il
sistema solare non è che uno dei tanti sistemi di una galassia, la Via Lattea,
che contiene trecento miliardi di stelle e un numero sterminato di pianeti. La
Terra si è rivelata non il centro dell’universo, ma un “granel di sabbia”
(Leopardi) nell’immensità dell’universo, un quasi-niente. Eppure stranamente la
Chiesa cattolica non si è dissolta nel ridicolo, esiste ancora anche se
moribonda o persino morta in occidente (l’ateismo e/o l’agnosticismo dilagano
ormai in Europa, specie in alcuni paesi come Svezia, Danimarca, Cechia,
Svizzera – e ormai anche in Italia). Non è semplicemente più possibile credere
nei dogmi del cristianesimo, in cosiddette verità rivelate che a ben vedere
sono solo antiche credenze: il peccato originale, il piano di redenzione del
Padre Eterno, la nascita verginale di Cristo, la sua passione morte e
risurrezione e tutte le altre verità rivelate aggiunte, fino al dogma
dell’Assunzione di Maria in pieno secolo ventesimo sotto Pio XII (1950).
Perché la Chiesa è sopravvissuta
all’Illuminismo ed esiste ancora? Chiaramente perché il binomio trono-altare
serviva e serve ancora per tenere a freno il popolo. Il potere, quello vero,
aveva ed ha ancora oggi in parte bisogno del sostegno della Chiesa. Perciò le
scappellate tra atei professi come Napolitano-Bonino-Scalfari e il papa
regnante che arriva a dire di preferire gli atei ai credenti tiepidi o pieni di
odio verso gli altri, verso gli immigrati. Ancor oggi un rappresentante del governo,
magari lo stesso presidente della repubblica, accoglie all’aeroporto il papa al
ritorno da uno dei suoi viaggi. Tutti vedono, devono vedere che il potere
civile e quello religioso vanno d’amore e d’accordo. In tutti gli incontri
importanti delle alte cariche statali non manca la presenza di un alto prelato
ben visibile in prima fila: ciò che si vede conta, è indubitabile, è vero. Perciò
le processioni, le funzioni religiose magnifiche e suggestive, le solenni
esequie in mondovisione dei pontefici a cui assiste tutto l’establishment
mondiale (ai funerali di Wojtyla in piazza San Pietro abbiamo visto Bush e
l’anima nera del suo governo, l’orrenda strega Condoleeza Rice che spinse Bush
alla guerra in Iraq).
Ciò che si vede esiste davvero, è
appunto evidente, non deve essere spiegato. E non è un caso che le processioni
stiano oggi scomparendo salvo in qualche paese dove sono forme di folklore. La
religione è in declino e lo sono anche le funzioni e i riti religiosi. La
processione del Corpus Domini non si fa più nel paese svizzero in cui ho
vissuto. Ai miei tempi era un evento a cui tutto il paese, addobbato con fiori,
partecipava.La benedizione con l’ostensorio era il clou della manifestazione
religiosa: tutti s’inginocchiavano nella piazza del paese, gli occhi rivolti
all’ostia consacrata (quanta energia psichica in quello sguardo!). Un momento altamente
suggestivo. Non si fa più, siamo ormai nel XXI secolo e la fede – in Dio,
nell’aldilà, nel paradiso e nell’inferno – è tramontata per sempre (ci sono ancora
sacche di resistenza, ma ormai isolate e destinate all’estinzione).
E venne un uomo dalla fine del mondo
Il pontificato era appannaggio
degli Italiani fino a qualche decennio fa, era roba loro (pochissimi i papi
stranieri, l’ultimo prima di Wojtyla fu eletto mezzo millennio fa (papa Adriano).
È finita, gli Italiani se lo possono scordare il soglio pontificio. Wojtyla,
Ratzinger, Bergoglio – il prossimo sarà quasi sicuramente un negro perché il
mondo intero veda che la Chiesa di Cristo si è evoluta ed è davvero cattolica,
cioè universale. Un papa negro nel 1950 non era nemmeno concepibile. Joseph de
Maistre, il grande reazionario dell’Ottocento (“Dupape”), sosteneva
l’eurocentrismo della Chiesa anche a causa dell’espansione mondiale del
cristianesimo: non era ormai più possibile convocare a Roma tutti i grandi
prelati della Terra in un’epoca in cui i viaggi duravano settimane e mesi. De
Maistre non poteva ovviamente immaginare aerei, telefonia, informatica,
interconnessione globale.È così diventato papa un oriundo italiano che non ama
l’Italia e la vuole anzi distrutta, papa Buona Sera. Bergoglio figurava già da
molto tempo fra i papabili, non sappiamo perché. Ma come dice qualcuno [per
esempio tal Lorenzo Cesi] niente avviene per caso: papa Buona Sera è il papa
giusto al momento giusto per la rivoluzione globale voluta dalle élite mondiali
e a cui l’italo-argentino partecipa da coprotagonista, sperando che così
sopravviva anche la sua istituzione, la Chiesa cattolica, protagonista della
storia da ben due millenni, ma che ha ormai esaurito la sua funzione: è ormai
solo tollerata dalle élite mondiali, a cui comunque fa ancora comodo. Il
cristianesimo è ormai morto, nessuno più crede nella resurrezione di Cristo,
nella propria resurrezione e la vita eterna. Il cristianesimo sarà
verosimilmente soppiantato da una religione più pratica, non imbevuta di
teologia, persino più razionale del cristianesimo, con un sodo
dogma: Allah è Dio e Maometto il suo profeta. Chi negherà questo dogma sarà
annientato, come faceva la Chiesa una volta (vedi Bruno e Galileo o Vanini).
potrebbe anche essere una negra lesbica maomettana sposata con una "ammiraglia" bianca. Di tutto, di più !
RispondiEliminaSi spieghi. Che c'entra con il contenuto dell'articolo? A chi si riferisce?
RispondiElimina