mercoledì 22 maggio 2019

LA SCUOLA DEVE ISTRUIRE NON EDUCARE

Se la scuola dovesse educare a che cosa dovrebbe educare? Qui entrebbe subito in ballo la morale, oppure una concezione politica di parte. Cioè di partito. In tutti e due i casi la scuola deve prescindere dall'educazione. La storia mi sembra sia l'unica materia che si presti al pericolo di usare la scuola come scuola di educazone. Non vi è bisogno di educazione per sapere che determinate azioni sono reati. La conoscenza del reato fa parte della conoscenza comune. Nell'insegnamento della storia bisogna evitare la partigianeria per evitare la propaganda di parte, cioè di partito. Come nella fisica si ricerca il rapporto di causa ed effetto nella ricerca della causa di un determinato fenomeno fisico, così lo storico deve limitarsi a spiegare la causa che ha determinato un certo periodo storico. Per esempio, dovranno spiegarsi le cause che hanno generato la fine dell'impero romano. Se saltiamo al XX secolo si dovranno spiegare le cause che hanno generato il fascismo e il nazismo. Pertanto l'insegnante deve prescindere dal fatto di essere filofascista o antifascista. Altrimenti trasformerà la storia in partigianeria. Purtroppo la scuola è scaduta nella partigianeria della politica. 
Accostare le leggi razziali del fascismo al decreto di sicurezza voluto da Salvini è uno degli esempi più gravi di partigianeria.  La pseudo insegnante, bugiarda, ha detto che non poteva impedire l'espressione dell'opinione dei suoi studenti. FALSO. E non si dica che siano stati dei ragazzini a farlo di loro iniziativa. Ammesso, e non concesso, che non sia stata lei la suggeritrice, avrebbe dovuto spiegare che essi non potevano permettersi di introdurre a scuola la politica.  L'insegnante sospesa per due settimane e messa a metà stipendio è stata certamente la suggeritrice di questo grave falso parallelo. La scuola non deve entrare nella politica. Quell'insegnante per un fatto così grave avrebbe meritato il licenziamento. Che c'entrava poi l'insegnamento dell'italiano con la storia? Insegni a quei deficienti, se ne è capace, ad usare, per esempio, il congiuntivo, che pare sia ormai scomparso nelle proposizioni che introducono una interrogativa indiretta  o che introducono un dubbio. E così, anche a causa di insegnanti ignoranti, si continua a dire: "non se se tu sai che...", invece di "non se tu sappia che...". Ho sentito poco fa (Matrix, canale 5) un europarlamentare della Lega (Marco Zanni) dire: "Chi crede che il problema può essere risolto...". NO, ignorante! Si dice: "Chi crede che il problema possa essere risolto...". Proposizione dubitativa. Altro esempio: "Gli ho chiesto se aveva intenzione di...". NO. Si dice: "Gli ho chiesto se avesse intenzione di...". Interrogativa indiretta. Nonostante l'uso comune (anche ai giornalisti,  principali colpevoli) abbia introdotto in modo scorretto l'indicativo.      
Ha fatto male Salvini a voler giustificare l'insegnante facendo finta che non fosse lei la colpevole diretta. In questo modo ha voluto far prevalere la sua magnanimità nei riguardi di questa miserabile donna. Puro opportunismo politico sotto elezioni. A scapito della serietà dell'insegnamento.     

6 giorni fa - Lo scorso 11 maggio un'insegnante di italiano dell'istituto industriale Vittorio Emanuele III di Palermo è stata sospesa per due settimane ...

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