domenica 7 luglio 2019

DIFFERENZA TRA GIURISTI E GIUDICI

Mio commento e risposta a

mercoledì 3 luglio 2019

COME BISOGNA RIFORMARE LA MAGISTRATURA BASTONANDOLA




Grazie per aver riportato la sua opinione anche su questo blog. Lo stesso meccanismo che lei evidenzia fra i giudici avviene nelle Università per i posti di professore di Prima, Seconda e Terza fascia, ossia tutti, tranne i contrattisti, come me. Saluti, a presto, Alessandro Bertirotti.

Mia risposta 

Ne so qualcosa anch'io. Hanno scoperto l'acqua calda circa le modalità con cui si svolgono i concorsi universitari. Vi è un aspetto positivo quando un professore di chiara fama appoggia un suo allievo. Perché senza appoggi non si diventa di ruolo. Lo si sa da sempre. Ben venga dunque l'appoggio se è fondato sul merito. Perché purtroppo non basta il merito. L'aspetto negativo sta nel far prevalere l'appoggio sul merito. Per ora le posso dire che si tratta di una tradizione medievale dove i professori (come Abelardo e S.Tomaso) venivano chiamati per chiara fama. Ma non esisteva il ruolo. In effetti quando ho detto che i giuristi dovrebbero giudicare i giudici nei concorsi non ho dato per scontato che tutti i giuristi che siano professori universitari siano per questo immuni da giudizi ideologici. Si domandava Giovenale nella VI satira (contro le donne che i mariti facevano custodire da altri se non erano eunuchi): Sed quis custodiet custodes? Parafrasando: chi giudicherà i giuristi? Ma sarebbe comunque una soluzione non peggiore del male che sono i magistrati che si giudicano da se stessi. Psicologicamente perderebbero la loro protervia. Non si sentirebbero più padroni della giustizia e prima di fare certe sentenze ci penserebbero molte volte. Io sono vittima di giudici o pazzi o corrotti in tribunale e in Corte d'Appello in una causa civile che sta durando da 21 anni. Ora sono in attesa di una sentenza in Cassazione. Un professore universitario SPECIALIZZATO in una materia giuridica ne saprà comunque più di un giudice, a cui la legge assegna il compito di essere un TUTTOLOGO, cioè un ignorante. Si pensi che un giudice può passare dal penale al civile e viceversa, nonostante il civile sia così complesso da richiedere una specializzazione. Dal momento in cui superano (magari fortunosamente) un concorso di ingresso nella magistratura (che include la conoscenza della DOTTRINA) possono smettere di aprire un libro per il resto della vita. Diventano spregiatori della dottrina (per cui hanno la puzza al naso e che non citano mai nelle sentenze ) e si attaccano al computer per ricopiare sentenze della Cassazione per casi simili. E spesso vi è un guazzabuglio di sentenze nella stessa Cassazione, per cui questi parrucconi debbono riunirsi nelle Sezioni Unite per dare un indirizzo unitario. E non è detto che le Sezioni Unite garantiscano la migliore soluzione. Ciò è dovuto anche al fatto che i Codici e le leggi sono lacunosi e dunque si dà spazio all'interpretazione. Dove vi è interpretazione vi è lacunosità della legge. Una legge ben fatta non ha bisogno di essere interpretata ma di essere applicata.
Mi farò sentire privatamente anche per dirle del mio concorso a cattedra di storia della filosofia.


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