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Leggere in esso tra gli altri gli articoli
IL MASSACRO DEL SISTEMA CARNE
LA CONNESSIONE TRA IL VIRUS E IL CARNIVORISMO
Kant afferma che quando percepiamo una sedia, un albero, un animale, un uomo, una stella vediamo solo l’apparenza, la “cosà in sé” ci sfugge. La vera essenza degli enti è per noi sconosciuta. Intrappolati nello spazio tempo e la causalità non accediamo alla realtà originale. Kant definisce il mondo delle apparenze fenomeno e quello ascoso e irraggiungibile noumeno. Per noi mortali, e per tutti gli abitanti umani o non umani di questa dimensione, la comprensione del sostrato metafisico essenziale è negata. Quello che vediamo e percepiamo transita attraverso i nostri occhi al cervello che è programmato per percepire la realtà filtrata dai nostri sensi. Schopenhauer cerca di capire la natura del noumeno, non crede, come Kant, che la realtà ultima delle cose sia incomprensibile e giunge a una conclusione drammatica. Il filosofo tedesco osserva il mondo e vede lo strazio, vede le guerre, gli stermini, i genocidi, i macelli, le rivoluzioni, la povertà, la miseria che condanna i bambini a prostituirsi, la violenza inaudita verso gli animali. Osserva il carnivorismo universale del tutti che mangiano tutti, la guerra perpetua nella natura, il giardino leopardiano ove si svolge una continuo conflitto e arriva a una conclusione sorprendente. Schopenhauer pensa che i mistici abbiano ragione a pensare che ci sia una realtà ultima come sostrato delle cose ma quella realtà ultima, da loro immaginata, non è la vera realtà.La realtà concepita dalle religioni non è la realtà originale. Per il filosofo tedesco il sostrato metafisico, la realtà ultima, non è il dio aristotelico beato in se stesso e lontano dagli accadimenti universali. Paradossalmente la realtà schopenhauriana fa pensare al Geist hegeliano in continua turbolenza ed ebollizione. Paradossale perché il filosofo tedesco detesta Hegel. La vera realtà è qualcosa di profondamente differente. Il noumeno è un impulso inconscio che mira all’eterno perpetuarsi, alla sua affermazione continua, una forza di pura energia che vuole la vita e il suo moltiplicarsi a ogni costo. Schopenhauer chiama questa energia Wille (Volontà). La Wille è un energia che determina tutto: dalle esplosioni stellari, ai buchi neri, al big bang, alle estinzioni di massa, fino agli insetti, ai microbi, alle rocce. La Wille (un termine inadeguato per molti) determina tutte le cose e si manifesta nel mondo fenomenico attraverso la molteplicità delle individuazioni. L’apparenza fenomenica è il guanto e la mano che lo indossa è la volontà noumenica. Tutto è Volontà, il sole che splende, l’universo espandente, il multiverso, tutto ciò che è organico e inorganico è determinato da una cieca volontà. Un impulso cieco, esterno allo spazio -tempo e alla causalità che si scinde nelle miriadi di individuazioni e si incarna in tutto quello che percepiamo e non percepiamo pur restando unito nella grande dispersione.
Leggere in esso tra gli altri gli articoli
IL MASSACRO DEL SISTEMA CARNE
LA CONNESSIONE TRA IL VIRUS E IL CARNIVORISMO
USA: 2 milioni di animali uccisi e gettati via, il sistema "carne ...
La connessione. Virus, sfruttamento animale e ... - Vegolosi
E poi
IL VIRUS NEI MACELLI
6 giorni fa - I macelli sono luoghi infernali anzitutto per gli animali, dove a causa del ritmo di produzione il livello di sofferenza è spesso spaventoso e di ...
LA GRANDE PANDEMIA CHE VERRA’ SE NON
CAMBIAMO VITA
Secondo un dottore americano,
Michael Greger, è in arrivo un virus letale al cui paragone il covid-19 è uno
scherzo. Un mammasantissima di virus che falcerebbe gran parte dell’umanità. Un
libro di 500 pagine con 3600 note a fondo pagina. Una ricerca accurata. Greger
afferma che se non cambiamo vita questa pandemia apocalittica sarà inevitabile
e originerà dagli orrendi allevamenti intensivi. Occorre un cambiamento
radicale e l’abbandono del carnivorismo o saremo spacciati..
https://www.dailymail.co.uk/news/article-8370969/The-apocalyptic-killer-virus-coming-home-roost.html
https://www.panmacmillan.com/authors/peter-parker ...
Kant afferma che quando percepiamo una sedia, un albero, un animale, un uomo, una stella vediamo solo l’apparenza, la “cosà in sé” ci sfugge. La vera essenza degli enti è per noi sconosciuta. Intrappolati nello spazio tempo e la causalità non accediamo alla realtà originale. Kant definisce il mondo delle apparenze fenomeno e quello ascoso e irraggiungibile noumeno. Per noi mortali, e per tutti gli abitanti umani o non umani di questa dimensione, la comprensione del sostrato metafisico essenziale è negata. Quello che vediamo e percepiamo transita attraverso i nostri occhi al cervello che è programmato per percepire la realtà filtrata dai nostri sensi. Schopenhauer cerca di capire la natura del noumeno, non crede, come Kant, che la realtà ultima delle cose sia incomprensibile e giunge a una conclusione drammatica. Il filosofo tedesco osserva il mondo e vede lo strazio, vede le guerre, gli stermini, i genocidi, i macelli, le rivoluzioni, la povertà, la miseria che condanna i bambini a prostituirsi, la violenza inaudita verso gli animali. Osserva il carnivorismo universale del tutti che mangiano tutti, la guerra perpetua nella natura, il giardino leopardiano ove si svolge una continuo conflitto e arriva a una conclusione sorprendente. Schopenhauer pensa che i mistici abbiano ragione a pensare che ci sia una realtà ultima come sostrato delle cose ma quella realtà ultima, da loro immaginata, non è la vera realtà.La realtà concepita dalle religioni non è la realtà originale. Per il filosofo tedesco il sostrato metafisico, la realtà ultima, non è il dio aristotelico beato in se stesso e lontano dagli accadimenti universali. Paradossalmente la realtà schopenhauriana fa pensare al Geist hegeliano in continua turbolenza ed ebollizione. Paradossale perché il filosofo tedesco detesta Hegel. La vera realtà è qualcosa di profondamente differente. Il noumeno è un impulso inconscio che mira all’eterno perpetuarsi, alla sua affermazione continua, una forza di pura energia che vuole la vita e il suo moltiplicarsi a ogni costo. Schopenhauer chiama questa energia Wille (Volontà). La Wille è un energia che determina tutto: dalle esplosioni stellari, ai buchi neri, al big bang, alle estinzioni di massa, fino agli insetti, ai microbi, alle rocce. La Wille (un termine inadeguato per molti) determina tutte le cose e si manifesta nel mondo fenomenico attraverso la molteplicità delle individuazioni. L’apparenza fenomenica è il guanto e la mano che lo indossa è la volontà noumenica. Tutto è Volontà, il sole che splende, l’universo espandente, il multiverso, tutto ciò che è organico e inorganico è determinato da una cieca volontà. Un impulso cieco, esterno allo spazio -tempo e alla causalità che si scinde nelle miriadi di individuazioni e si incarna in tutto quello che percepiamo e non percepiamo pur restando unito nella grande dispersione.
E qual è la sua natura
essenziale? Non siamo di fronte a un benigno creatore, o al Dio biblico o a
quello coranico, siamo davanti a qualcosa, se giudicata in termini morali,
profondamente malevola. Secondo Schopenhauer il sostrato metafisico determina
un mondo orribile colmo di violenza, guerre, repressioni, genocidi, massacri,
orrori, malattie, e inenarrabile crudeltà verso il mondo non umano; e questo
non riguarda solo il mondo umano, il mondo animale, ove gli esseri si dilaniano
a vicenda e dove i più miti sono pasto dei più feroci, è ugualmente segnato da
una perpetua e selvaggia violenza Tutto divora tutto. La giungla è il luogo ove
la Wille si manifesta nella sua massima ferocia. Non va dimenticato che
Schopenhauer ha vissuto in un tempo tragico. Il filosofo nacque nel 1788 un
anno prima della rivoluzione francese, ma come i tedeschi del suo tempo
assimilò la narrazione storica degli eventi. La rivoluzione e il susseguente
terrore, l’ascesa di Napoleone, le sue guerre e i grandi massacri, la ritirata
dalla Russia che produsse scene orripilanti per uomini e cavalli, il massacro
finale di Waterloo. La vita, secondo Schopenhauer, se noi abbiamo il coraggio
di guardarla in faccia, è qualcosa di terribile e chi la determina è ugualmente
orrendo. Il mondo nel suo orrore - che offusca la sua bellezza - è l’aspetto
fenomenale del noumeno è la sua incarnazione multipla nelle infinite
individuazioni, è il sostrato che diventa quello che siamo e che ci circonda
nel mondo fenomenico. Per Schopenhauer questo sostrato metafisico è, come lo
era per i greci, odioso e inaccettabile. Meglio sarebbe stato non esistere dice
Sileno al re Mida. E il filosofo conferma: meglio non essere mai nati.
L’affermazione di Leibniz che questo “è il migliore dei mondi possibili” - stupendamente contrastata dal Candide di Voltaire - è per il filosofo tedesco
una pura bestialità. Ma da quest’orrore come se ne esce? Negando la Wille con la
Noluntas, con il rigetto della volontà. Schopenhauer ammira l’ascetismo che
rinuncia al mondo e spiega che se ne esce attraverso la compassione verso tutti
i viventi, umani e non umani. Se ne esce attraverso la contemplazione artistica
che ci distoglie dal flusso mondano che come un’onda malefica continuamenteci investe.
Il suo pensiero è vicino al buddismo che nega il dio personale e l’anima
individuale, ma tra il nirvana buddista e la Noluntas, l’estinzione
shopenhaueriana, esistono notevoli differenze. Il rigetto radicale del mondo
del filosofo non approda all’estinzione nirvanica descritta dai testi del
buddismo originale. La sfiora. Schopenhauer ha esperimentato l’orrore da una
posizione di privilegio come Siddhartha Gotama, anche lui ha osservato il
dolore del mondo, la sofferenza dei viventi ed è giunto a conclusioni similari.
Gotama Sakyamuni ha abbandonato la sua vita regale, il filosofo tedesco non ha
rinunciato alla sua vita privilegiata ma ha denunciato l’orrore e come il
Buddha è arrivato alla conclusione che la vita è dolore.
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