mercoledì 30 dicembre 2020

CACCIATORI DISONESTI ALL'1,2% VOGLIONO COMANDARE SU TUTTI

Caro
Massimo Buconi
fattene una ragione.
La caccia è invisa al 98,8% degli italiani, dunque se voi che rappresentate un 1,2% cercate di attaccare chi non la pensa come voi boicottando un programma televisivo, sappiate che se anche uno su dieci tra noi iniziasse a fare l'opposto, gli regalereste ascolti record.
Ora inizierò a seguire Insinna ed i suoi programmi, e come me tanti altri.
È un segno dei tempi che cambiano.
Nel referendum del 1990 che i Verdi (tra gli altri) indissero, voi cacciatori ve la cavaste per il rotto della cuffia, dato che solo per pochi punti non si raggiunse il quorum.
Questa volta però la posta si alza, non è più in discussione la possibilità per i cacciatori di cacciare sui fondi privati (perché oggi possono entrare nel tuo giardino di casa per sparare, anche se sei contro la caccia), ma l'abolizione sarà tout court, verrà abolita la caccia in ogni forma su tutto il territorio nazionale, in linea con quanto si sta deliberando in altri paesi europei.
Finalmente, anni di dure lotte hanno reso le persone più consapevoli, critiche ed informate.
Perché se 30 anni fa i cacciatori erano 1.447.000 e si era lontani dalla coscienza ambientalista e animalista odierna, oggi questi individui che si divertono ad ammazzare sono meno di mezzo milione (470.000), e si stima che molte licenze siano sempre più richieste solo per tenere fucili ereditati o per scopi di difesa.
In quale paese civile lo 0,6% della popolazione tiene in scacco il 99,4%?
L'età media si va alzando, oramai è prossima ai 70 anni, e la cronaca che ci racconta delle inaudite violenze, degli incidenti, delle vite strappate, dei danni, delle continue liti e dei tanti (attivisti e semplici cittadini), che cercano di opporsi a questa barbarie anacronistica, ha relegato questo mondo sull'orlo del baratro.
Cosa occorre per dargli la spallata finale? Il prossimo referendum, che finalmentente ci libererà da questa vergogna e restituirà i nostri boschi e le nostre campagne alla vita che meritano.
Io non sono di quelli che brindano quando un cacciatore muore. La morte è sempre un fatto tragico che necessita di rispetto.
Io sono di quelli che brindano alle vite salvate dall'avere un cacciatore in meno in circolazione.
A differenza dei cacciatori dunque, io non brindo alla morte ma brindo alla vita.
Ma non possiamo aspettare che i cacciatori si estinguono da soli. Dobbiamo porre fine noi cittadini a questa crudeltà.
E farlo in fretta.

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