domenica 24 gennaio 2021

ANCORA SULLA FOLLIA DI EMANUELE SEVERINO

caro melis,

buongiorno! secondo me severino era semplicemente un paranoico, attaccato con unghie e denti a un'unica idea fissa. il problema però non è suo, ma di coloro che l'hanno preso sul serio, a partire da cacciari e galimberti, che sono i suoi due difensori di ufficio. per non parlare di conte, che è andato addirittura a intervistarlo, come avrà visto su youtube: 


per me, la cosa migliore è lasciarlo riposare in pace. meno se parla, e prima lo si dimentica. 

a presto, e buon lavoro

pg

ps. sul fatto di tradurre un verbo greco con un sostantivo, la cosa non mi sembra così campata in aria, però. in greco la maggioranza dei sostantivi sono appunto di derivazione verbale, a differenza che nel latino, dove avviene il contrario. 

Il giorno dom 24 gen 2021 alle ore 02:17 Pietro Melis ha scritto:

Caro Odifreddi

ho scritto a Fusaro ma sinora non ha risposto. Forse perché conobbe personalmente Severino e non accetta che qualcuno lo consideri un folle nonostante Severino definisca "follia" il concepire il divenire invece che l'eternità degli essenti. E' il caso di dire "De te fabula narratur". Mi sembra che solo Lei abbia rilevato la "truffa" messa in atto da Severino nell'avere trasformato il verbo essere (che non appare in Parmenide) in un sostantivo.

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28 nov 2016 · Caricato da CulturaProhairesis

-------- Messaggio Inoltrato --------
Oggetto: SEVERINO
Data: Sat, 23 Jan 2021 05:12:22 +0100
Mittente: Pietro Melis 
A: fusaro@filosofico.net

Caro Fusaro

Mi spieghi una cosa, visto che debbo riscrivere alcune frasi comprese in due pagine dedicate al folle Severino. Secondo questo folle dopo lo sparire dalla visibilità tutti gli enti (essenti) dovranno secondo il cerchio della necessità ritornare nella visibiltà o rimanere eternamente nell'invisibilità? Le invio in allegato il testo che sto correggendo con fatica perché era stato scritto circa 10 anni fa e poi "abbandonato alla critica roditrice dei topi" (Marx). In allegato la provvisoria frase su Severino che precisa quanto si trova scritto nel mio testo. Sono in ritardo con un noto editore perché ho dovuto correggere molti errori di battitura e aggiungere alcune frasi al testo già inviato per email all'editore. Per Severino vada alla p. 237 da riscrivere allungandola per precisazioni. Severino ha scritto ripetitivamente sino alla nausea che gli enti debbono provenire dall'invisibile per arrivare al visibile prima di tornare all'invisibile. Ma gli enti eterni sono stati sostituiti  arbitrariamente all'essere di Parmenide. Si noti poi che Parmenide non usa il termine essere (EINAI) ma il sostantivo EON (eòn), ente. Einai si identifica con NOEIN (pensare). Cfr. Parmenide. Testimonianze e frammenti (a cura di Mario Untersteiner, La Nuova Italia).  Severino ha illecitamente tradotto un verbo in un sostantivo. E nessuno glielo ha fatto notare. Le invio dal mio blog un mio articolo distruttivo su Severino, che contiene il rinvio ad altri articoli miei su Severino. 

L'ULTRAPARMENIDEO ... -

21 gen 2020 — L'ULTRAPARMENIDEO EMANUELE SEVERINO NON E' MORTO. E' semplicemente passato dal visibile all'invisibile. Così secondo la sua ...

Sono stato professore ordinario di storia della filosofia (ora in pensione) nella Facoltà di Scienze della formazione di Cagliari (ora Facoltà di studi umanistici che ha assorbito la Facoltà di Lettere e filosofia).      

Ho letto quanto lei ha scritto nel suo sito

Da lì ebbe inizio la sua avventura filosofica. La filosofia di Emanuele Severino si innesta nel dibattito ontologico avviato da Heidegger e, tuttavia (a differenza di ...

Ma per trovare l'articolo su Severino ho dovuto scrivere su Google filosofico.net severino. Domanda: entrando nel sito sotto quale voce si trova l'articolo su Severino come quello sulla disputa tra Bontadini e Severino?
Severino ha detto che dopo la sua morte ritroverà la moglie. Ma dovranno riapparire tutti e due nel visibile e diverranno nuovamente marito e moglie? E quando? Sono tutti i visibili costretti dal cerchio della necessità a tornare come prima? Se la conseguenza è ridicola vuol dire che è folle tutto ciò che ha scritto Severino, che avrebbe potuto scrivere anche un solo libro per esternare la sua follia invece di scriverne 30.    
Se ascolta questa intervista andando a ore 1.11.39 si accorgerà che Severino dice esplicitamente che "tutto ciò che non appare più è destinato a ritornare". Mi domando: quando e come ritornerà? Nello stesso modo? In ciò che ha scritto su Severino non è esplicitato il ritornare degli enti (essenti) come essi erano prima conservando le loro passare esperienze e le passate relazioni con gli altri.  

1 commento:

  1. Emanuele Severino ha avuto - credo da giovane - un'intuizione o una rivelazione: l'eternità del tutto. Tutto è da sempre e per sempre. E per tutto devono intendersi tutti, assolutamente tutti gli enti (o essenti) o fenomeni, dal più umile (per es. un moscerino) al più nobile o immenso (per es. una galassia). La follia, la più grande follia, è credere che gli enti escano dal nulla e ritornino nel nulla. È questa la follia estrema dell'occidente. La colpa sarebbe dei Greci, dei filosofi greci, che hanno oscurato la verità con la loro folle idea della credenza che le cose oscillino tra il niente di prima e il niente di dopo: vengono dal nulla e ricadono nel nulla. Assurdo (dice Severino). Per fortuna arrivò Severino a ristabilire la verità dopo 2500 anni di follia. Dopo essere stato folgorato dalla Verità assoluta, l'eternità del tutto, Severino ha passato il resto della sua esistenza a scrivere libri noiosi, pesanti, semi incomprensibili in cui ha cercato di dimostrare la sua verità: una cinquantina di libri (chissà forse ci ha fatto anche dei soldi). Ma il mondo ha preferito le tenebre.
    Quello che io non ho mai capito è che cosa cambi nella vita se accettiamo o riconosciamo questa verità suprema. Anche per Severino noi agiamo per raggiungere degli scopi, per realizzare dei progetti. Lo scopo o il progetto ci appaiono appetibili e sono magari anche necessari (io lavoro per guadagnarmi lo stipendio e da vivere). L'umanità colonizzerà Marte o la Via Lattea per sopravvivere. Ecc. ecc. Ma non sappiamo se riusciremo a realizzare i nostri progetti. La realizzazione o la mancata realizzazione sono enti o fenomeni che non conosciamo. Severino adombra persino la possibilità che vinca, s'imponga l'islam. La vittoria dell'islam sarebbe in questo caso un eterno che non possiamo impedire, anche se noi operiamo perché non si realizzi (perché a noi non piace). Dunque non conosciamo il futuro pur potendo immaginarcelo.
    Insomma, cosa cambia, signor Melis, me lo può spiegare?
    Tuttavia devo dire che le analisi di Severino della situazione italiana e internazionale sono molto acute (per tre terzi, poi alla fine ricade ogni volta nel filosofese, rimanda alla sua filosofia). Ho apprezzato anche i suoi "Pensieri sul cristianesimo". Non dimentichiamo che la Chiesa ha condannato Severino in quanto la sua filosofia rappresenta il più radicale ateismo (Severino fu costretto a lasciare la Cattolica). Per Severino Dio non esiste, ma esiste l'idea, il concetto erroneo dell'esistenza di un tale essere, idea (fenomeno, ente) che sorge, si manifesta in un certo momento della storia.
    Ma se il fantomatico Dio non esiste, esiste indubitabilmente l'universo con tutti i suoi fenomeni, compresi noi stessi.

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