Ho già scritto (ma repetita iuvant) che di essi si può fare benissimo a meno. Al massimo sia concesso l'asporto. I ristoranti e i bar piacciono soprattutto ai giovinastri, che sono il maggior veicolo dei contagi nella loro incoscienza. Mi dispiace che Salvini abbia fatto la parte di un imbecille dicendo che il virus non distingue tra pranzo e cena. Sono la sera e la notte che favoriscono gli assembramenti. Si dice che con la cultura non si mangia. Ed è vero. Soprattutto in questo periodo di pandemia è meglio chiudere teatri e cinema. Anch'essi sono inessenziali. Non sono mai stato in un teatro di prosa. Meglio la lettura dei testi rappresentati. I cinema sono essenziali solo per le case produttrici. Sono inessenziali anche i musei, alla faccia dell'urlatore Vittorio Sgarbi. Un lockdwn duro per alcuni serve a ridurre i tempi per una riapertura.
sintesi di questi due mondi, la ristorazione e il mondo del cinema - barra - teatro è la nostrana elena fabrizi, al secolo sora lella. attrice e proprietaria di un ristorante con la famiglia. si può dire che entrambe le attività sono inessenziali ma allora andrebbe anche detto come sistemare queste persone una volta tolto loro il lavoro. cosa facciamo, gli diamo il reddito di cittadinanza ? sarebbe ancora meno dignitoso. se facessimo a meno di queste due attività sarebbe molto difficile riciclare nel mondo del lavoro queste persone perché di solito chi si occupa di questo, e lo dico con tutto il rispetto, raramente ha completato un ciclo di studi. esempio emblematico può essere george clooney, che non è laureato eppure guadagna più di tanti laureati, soprattutto italiani. dunque il problema, se volessimo davvero vietare queste attività ( fermo restando che in una cosiddetta "democrazia occidentale" risulta difficile farlo ) sarebbe come sistemare queste persone una volta tolto loro il lavoro. tutto sommato penso sia meglio che le cose rimangano così, magari inasprendo le sanzioni per chi trasgredisce le regole anti assembramento.
RispondiEliminaCaro Marco
RispondiEliminarimango convinto che i proprietari dei bar e dei ristoranti hanno sbagliato mestiere. Non provo alcuna commozione per le loro condizioni.Nemmeno per coloro che vivono di teatri di prosa. Diverso è il discorso per i teatri lirici e per le sale dei concerti. E' da anni che non frequento più il teatro lirico di Cagliari. Su youtube trovo ormai tutto. E mi ci trovo meglio perché non mi sento inchiodato ad una sedia senza poter canticchiare e gesticolare accompagnando la musica. Che lo Stato finanzi le rappresentazioni senza pubblico come finanzia le rappresentazioni con pubblico. Dei cinema si può fare a meno. Chi vuol vedere gli ultimi film si abboni a Sky, che io non ho e che non mi interessa avere.