Due omosessuali si lasciano andare in pubblico ad effusioni baciandosi. Un passante li vede e, sentendosi schifato, li rimprovera dicendo: vergognatevi. Uno dei due risponde: e a te che ti frega? Come se uno non avesse il diritto di provare schifo. E per risposta ripresero a baciarsi. Un fatto chiaramente provocatorio. Esasperato per la risposta provocatoria viene alle mani. Ammesso che avese esagerato bisognerebbe riconoscergli tutte le attenuanti. Un tempo era passibile di multa una coppia di uomo e donna che si baciasse in pubblico. Ora pare che non sia multabile neppure una coppia di omosessuali che si baci in pubblico provocando una reazione di schifo. Pretendono in questo modo di sdoganare pubblicamente la loro anormalità che induce a pensare che cosa fanno in privato.
Cosa dice l’art. 527 c.p.? Punisce con la reclusione da tre mesi a tre anni chiunque, in luogo pubblico o aperto al pubblico, compie atti osceni, mentre l’art. 529 c.p. precisa che, agli effetti della legge penale, si considerano osceni gli atti che, secondo il comune sentimento, offendono il pudore.
Occorre, quindi, chiedersi, prima di tutto, che cosa sia il comune sentimento del pudore. La giurisprudenza, nel corso degli anni, ci viene in aiuto e ci spiega che il pudore si esprime in una reazione emotiva, immediata ed irriflessa, di disagio, turbamento e repulsione in ordine a organi del corpo o comportamenti sessuali che, per ancestrale istintività, continuità pedagogica, stratificazione di costumi ed esigenze morali, tendono a svolgersi nell’intimità e nel riserbo (Corte di Cassazione, sentenza n. 1809 del 1979).
Il pudore è, quindi, strettamente correlato alla morale sessuale. La giurisprudenza ha, quindi, precisato che, per atto osceno si deve intendere un atto che, avendo connotazione sessuale, tenuto conto della sensibilità dei consociati di normale levatura morale, intellettuale e sociale nell’attuale momento storico, suscita nell’osservatore rappresentazioni e desideri erotici ovvero cagiona una reazione emotiva immediata di disagio, turbamento e repulsione (Corte di Cassazione, sentenza n. 37.395 del 2004).
Nella fattispecie, trattandosi di baci tra omosessuali non si può non ritenere che essi possano offendere il comune senso del pudore. Nel suddetto filmato, infatti, si vede quella che è indubbiamente un'aggressione, ma i motivi possono essere i più disparati. Come sempre, la tecnica di questi cialtroni che si fregiano immeritatamente del titolo di giornalisti è sempre la solita: si prende un emerito sconosciuto- inquesto caso clandestino (Jean Pierre Moreno, rifugiato straniero, vale a dire clandestino, che racconta di essere stato picchiato per strada da uno sconosciuto) - si butta in pasto al pubblico la sua storiella strappalacrime, storiella che ovviamente non prevede alcun contraddittorio, alcuna testimonianza, ma si basa unicamente su ciò che viene detto dalla presunta vittima dell'aggressione e si utilizza la sua commovente testimonianza per raggiungere l'obbiettivo politico. In questo caso, nemmeno a dirlo, l'introduzione della legge Zan, il disegno di legge che prevede delle aggravanti nel caso di una aggressione condotta per motivi omofobi.
Ora, è quasi imbarazzante affermare l'ovvio: tutte le aggressioni sono da condannare, a prescindere dal motivo per il quale vengono compiute, e il nostro ordinamento prevede già delle pene in questi casi.
LO SCOPO E' SEMPRE LO STESSO: RENDERE GLI OMOSESSUALI UNA CATEGORIA PRIVILEGIATA.
eh va be'..c'è a chi piace la patata e a chi piace la carota ! culattoni con due t comunque. in ogni caso capisco il suo risentimento. noi etero dobbiamo non solo non provare ribrezzo ma approvare ed elogiare ogni tipo di comportamento omosessuale che ci capita di vedere. è la cosiddetta difesa delle minoranze. che sarebbe anche giusta finché non si pretenda di dire che è l'eterosessualità il comportamento "sbagliato". ma di questo passo ci arriveremo. tutti a in*****si allegramente e con la benedizione di papa Francesco !
RispondiEliminaHo dovuto togliere, come vede, certi termini perché Google ha certamente un algoritmo che impedisce l'uso di determinati termini. Infatti nell'articolo non appare la pubblicità. Mentre appare in tutti gli altri articoli. Google dà una miseria per ogni clic sulla pubblicità. Soldi che vanno automanticamente sul conto corrente di una associazione animalistica. Mi dica se anche a lei non appare la pubblicità per l'articolo incriminato e se appare per gli altri come a me. Io naturalmente non posso cliccare sulla pubblicità altrimenti Google mi sospende per un mese.
RispondiEliminain questo momento neanche sugli altri articoli vedo pubblicità. non si faccia paranoie. è vero, google usa un algoritmo ma penso per articoli diffamatori. non credo sia il suo caso.
RispondiEliminaStrano. Io vedo la pubblicità per tutti gli altri post tranne che per il penultimo e per l'ultimo (sulle ONG) Esempio di pubblicità in questo momento : Come ringiovanire il viso? Una 73enne ha scoperto casualmente uno strano metodo che
RispondiEliminaaiuta a ringiovanire il viso. Come commento ad una foto che è impossibile riprodurre.