Papa Francesco ha criticato la LEGGE, che per gli ebrei CREDENTI è la TORAH, cioè l'insieme dei primi cinque libri dell'Antico Testamento. Per secoli la Chiesa cattolica pose il divieto di stampare l'Antico Testamento per paura che i cattolici leggendolo non credessero più nemmeno nei Vangeli, in cui Gesù afferma di non essere venuto per riformare l'Antico Testamento ma per completarlo. Come potesse completarlo è del tutto assurdo. Evidentemente gli ANONIMI estensori dei quattro Vangeli canonici (che non sono Marco, Matteo, Luca e Giovanni a cui falsamente sono stati attribuiti) cercarono di farsi accettare all'interno della popolazione ebraica evitando di porsi contro la tradizione vetero testamentaria. Ma tra l'Antico Testamento e i Vangeli vi è un abisso. Nell'Antico Testamento, in cui si ripropongono racconti di origine mesopotamica (come nel caso dei tre patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe) o di origine egizia (come nel caso di Mosè, mai esistito essendo un personaggio del tutto romanzesco come documentato dai maggiori studiosi mondiali) Jahweh è il dio degli eserciti che scatena delle guerre non solo tra la popolazione ebraica e quelle autoctone della Palestina che vi abitavano ancor prima della discesa degli ebrei dalla Mesopotamia ma anche all'interno della stessa popolazione ebraica che era in origine pagana. Jahweh era infatti in origine un dio pagano, divenuto dio nazionale con la riforma del re Giosia (VII secolo a. C.) e poi dio unico a partire dal 539 con il ritorno degli ebrei dall'esilio in Babilonia dopo che il regno di Babilonia fu ricompreso nell'impero persiano con l'imperatore Ciro il grande, che con un editto permise ai discendenti degli ebrei che erano stati deportati nel 597 in Babilonia dal re Nabuconosor di tornare nel regno di Giuda (con capitale Gerusalemme). Da notare che il libro del Genesi è cronologicamente successivo agli altri quattro libri. Gli anonimi autori dell'Antico Testamento (che ripresero una tradizione orale durata vari secoli) si accorsero tardi della contraddizione inerente alla concezione di un dio nazionale, che presupponeva l'esistenza di altri dèi. Da qui la trasformazione di Jahweh da dio nazionale pagano in dio unico e universale, anche se gli antichi ebrei rimasero sempre gelosi del loro dio, a tal punto che la religione ebraica ancor oggi è priva di proselitismo, al contrario del cristianesimo e dell'islamismo.
Dato
l'abisso tra l'Antico Testamento e i Vangeli (che presuppongono un dio
unico e universale) si spiega il fatto che il papa abbia detto che gli
ebrei non possono pretendere che il loro dio sia un dio attuale anche
per i cristiani, dovendosi ritenere superate le norme che sono comprese
nei primi cinque libri dell'Antico Testamento o Torah, che per gli ebrei
credenti significano la LEGGE. Mai l'avesse detto. Gli ebrei per bocca
dei rabbini israeliani hanno subito protestato dicendo che il papa andava contro il
dialogo interreligioso. Ma che cavolo pretendono questi ebrei? Che i
cristiani debbano credere anche in tutte le escrescenze dell'Antico
Testamento come se anche per i cristiani dovessero valere le loro
scriteriate e mitologiche norme?
Nel mio testo "Scontro tra culture e metacultura scientifica. L'Occidente e il diritto naturale" (900 pagine) ho esposto gli studi dei maggiori studiosi mondiali dell'Antico Testamento. Il risultato è la demolizione di tutto il suo contenuto. Mosè risulta un personaggio mai esistito, tratto da un vecchio racconto egizio. Tanto è vero che i (falsi) profeti ne ignorano l'esistenza, come lo dimostra soprattuto lo studioso J. Alberto Soggin (Introduzione all'Antico Testamento) E se cade Mosè non soltanto cade tutto l'Antico Testamento in relazione soprattutto ai primi cinque libri (TORAH) ma risulta falso il racconto che Gesù abbia parlato con l'anima di Mosè. Si tratta di una invenzione degli evangelisti nel tentativo di farsi accettare presso gli ebrei. IGNORANTI E COGLIONI quelli che rifiutano di prenderne atto perché altrimenti dovrebbero rinunciare a credere.
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