venerdì 29 ottobre 2021

SIAMO INVASI DALL' INGLESE E ABBIAMO PERSO MOLTE PAROLE ITALIANE

Green pass. Perché non dire certificato verde? Perché l'invasione dell'inglese? mi sono sempre domandato. Ho cercato di darmi una risposta semplice semplice. Perché l'inglese prima di tutto non ha bisogno della prepososizione del genitivo "del" che allunga l'espressione. Inoltre accorcia le parole che hanno una corrispondenza in italiano. Esempio: people che si pronuncia con due sillabe mentre in italiano ne occorrono tre: popolo. Ancor oggi si usa in farmaceutica cachet, mentre vi è un corrispondente italiano di eguali sillabe: cialda. Il fascismo volle anche eliminare i termini stranieri. Mi ricordo di un film con Manfredi (ma non ricordo il titolo) ambientato nell'epoca fascista dove il farmacista lo rimproverava per aver chiesto un cachet: doveva dire un italianissimo cialdino. Bastava dire cialda. Che cosa salvo del fascismo? L'avanzata legislazione sociale e la magnifica architettura fondata su un neoclassicismo accompagnato ad un razionalismo. Emerse tra tutti gli architetti Marcello Piacentini. Come si riconosce nella trasmissione condotta da Paolo Mieli 

Passato e Presente 2021/22 - Il fascismo e "l'italiano nuovo ...
Il tentativo del regime mussoliniano di forgiare l'"italiano nuovo" attraverso l'educazione e l'ir

33 commenti:

  1. Ancora una volta mio Esimio Collega devo convenire con Te, quello che scrivi è molto vero c' è questa MODA di usare a "sproposito" termini INGLESI, farlo è diventato FIGO o come si dice TRENDY(?), chi NON lo fa è "declassato" come un IGNORANTONE. Vedi ai miei "stagionati" CORSISTI dell' U.T.E.(UniversitàTerzaEtà), li spingo a DIALOGARE possibilmente in ITALIANO,
    e loro mi seguono convinti e soddisfatti, ecco allora che il "break cofee" diventa "pausa caffè", che il GREEN PASS come dici Tu diventa PASSAPORTO VERDE e così via, e le nostre RADICI si rinforzano e propagano nuovamente nella nostra italica SOCIETA' !!!

    SDEI/Sergio

    N.B.: la mia e-mail, che uso è: sergioboschian@alice.it

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  2. ..anche nel caso dei "diversamente trombanti", per usare un'espressione del film "amici miei", si può utilizzare solamente la parola "gay", che è mutuata dalla lingua inglese.

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  3. Grazie Sergio anche per avermi dato il suo indirizzi email

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  4. A Marco
    buona questa direbbe Totò. Notare l'eufemismo gay che significa gioire. Evidentemente i froci gioiscono nell'incularsi. Ma almento si liberano prima il colon per non mettere pericolosamente a contatto il pene con le feci piene di batteri questi ANORMALI che pretendono di essere normali cancellando la distinzione NATURALE tra il culo e la vagina?

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  5. Ricevo nella posta da Riccardo Pellegrino quanto segue, con il permesso di pubblicarlo
    Credo con ferma convinzione che il tizio..Mieloso abbia nulla da insegnarci. Anzi..
    Il suo compito e' di stravolgere la storia a pezzettini , mettendo in bocca a degli sprovveduti ed opportunamente ammaestrati studentini dietro le quinte risposte preconfezionate . Lo scopo e' parallelo alla globalizzazione totale che deve far tabula rasa delle precedenti e storiche convinzioni , per liberare il cervello da vincoli popolari e lasciare spazio ad un nuovo credo
    mondialista. Ho assistito ultimamente ad una trasmissione in cui si condannava Mussolini perche' italianizzava tutte le scritte tipo SESTRIER facendole diventrare Sestriere ecc.., un attaccamento viscerale alla italianita' da reinventare sul momento.Anche io lo condanno , ma solo perche' si e' reso ridicolo di fronte ad un passato che di italiano ha mai avuto nulla se non nella lingua di dante che e' secondo me una lingua artificiale ben riuscita e ben articolata.
    Mi basta il sapere che gli inglesi con una parola sola indicano piu' cose , mentre in italiano ad una cosa sola sappiamo dare piu' parole .

    Resta il fatto per tornare alla invasione della lingua inglese che ho mai voluto studiare per un atavica riluttanza verso quei popoli , non dobbiamo dimenticare che gli schiavi devono sempre studiare la lingua del loro padrone.
    Ammiro fortemente la FRANCIA ed i Francesi che si gli parli in inglese la maggior parte non ti risponde ....
    Ma sulla prevaricazione di tutte quelle parole e semi-frasi in inglese che tutti i giorni sentiamo in ogni dove la vera motivazione e' perfettamente spiegata dalla grande antropologa IDA MAGLI :

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  6. Segue da Riccardo Pellegrino

    IDA MAGLI.

    È stata l'indimenticabile antropologa Ida Magli, una delle più autorevoli e coraggiose intellettuali italiane di ogni tempo, a spiegare che il politicamente corretto è «l'obbligo di acquisire, attraverso le norme linguistiche, un sistema di giudizio non corrispondente alla realtà - alla realtà così come viene automaticamente percepita».

    Secondo la studiosa, il politicamente corretto costituisce «la forma più radicale di "lavaggio del cervello" che i governanti abbiano mai imposto ai propri sudditi», proprio perché esso agisce a partire dal linguaggio. «La corrispondenza pensiero-linguaggio», continua la Magli, «è infatti praticamente automatica. Inserire una distorsione concettuale in questa corrispondenza significa impadronirsi dello strumento naturale di vita cui è affidata la specie umana: l'adeguamento del sistema logico-cerebrale alla percezione della realtà nella formulazione linguistica dei concetti, impedendone così qualsiasi cambiamento e trasformazione».

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  7. Ricevo da RIC
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    1) IDA MAGLI :

    In buona sostanza, modificando il linguaggio si modificano i pensieri delle persone, e in questo modo si cambia radicalmente la loro percezione del mondo esterno, sostituendo alla realtà una costruzione artificiale e artificiosa.

    Se pensate che queste siano soltanto le elucubrazioni da intellettuali con la vocazione al complottismo, forse dovreste dare un'occhiata alla nuova edizione del celebre dizionario italiano Devoto-Oli, pubblicato per la prima volta nel 1967.

    Ieri Repubblica ha dedicato una paginata gonfia d'entusiasmo agli aggiornamenti messi a punto dai gallonati curatori, tra i quali il linguista Luca Serianni e Biancamaria Gismondi, caporedattrice della redazione lessicografica.

    È stata proprio quest'ultima a rilasciare alcune dichiarazioni abbastanza inquietanti: «Il nostro impegno», ha detto, «è di rappresentare la lingua nel modo più completo e politicamente corretto».

    Un atteggiamento condiviso da Serianni: «In questi anni», ha spiegato l'accademico, «abbiamo prestato attenzione a una serie di cambiamenti sociali e culturali: dalle questioni di genere alle discriminazioni razziali, dalle tematiche ambientali all'impatto della tecnologia sulle nostre vite».

    È dunque in ossequio al «politicamente corretto» che, tra i 600 neologismi inseriti nella nuova edizione, compare anche la parola «cisgender», che indica una «persona la cui identità di genere coincide con il sesso attribuito alla nascita».

    Ecco un esempio concreto di costruzione artificiale che sostituisce la realtà. Il termine «cisgender», particolarmente sgraziato, si riferisce a un uomo che si senta uomo o una donna che si senta donna. Cosa che dovrebbe rappresentare la norma. E invece tale norma viene derubricata a «un caso fra tanti», viene riscritta in base a un'ideologia (quella Lgbt, per la precisione).

    Quel che era appunto «normale» e facilmente comprensibile attraverso l'osservazione, perde il suo carattere di immediatezza. Diventa «mediato», cioè viene «corretto» da una visione politica, riadattato in base ai dettami del pensiero dominante.

    Creando una nuova parola, si crea un nuovo modo di pensare e di interpretare il mondo: la realtà viene fatta passare attraverso il filtro politico. Ovviamente, nel Devoto-Oli di fumisterie arcobaleno ce n'è per tutti i gusti: genderqueer, genderless, gender neutral... Un bel campionario di burocrazia applicata alla sessualità.
    Il gi

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  8. 2)

    Tra le altre novità di cui i curatori del dizionario sono particolarmente orgogliosi ci sono poi i cambiamenti a cui è stata sottoposta la definizione di «famiglia». Ecco che cosa si legge sul vocabolario: «Nucleo sociale rappresentato da due o più individui che vivono nella stessa abitazione e, di norma, sono legati tra loro col vincolo del matrimonio o da rapporti di parentela o di affinità». Qui, invece, l'esistenza della norma viene riconosciuta, salvo poi essere artificialmente ampliata in ossequio alla retorica Lgbt. Curiosamente, tra l'altro, questa «nuova» definizione di famiglia confligge in maniera piuttosto netta con quella fornita dalla Costituzione, la quale «riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio».

    I curatori di Devoto-Oli, per non farsi mancare niente, hanno voluto inserire nel dizionario le locuzioni «famiglia arcobaleno» (la famiglia «formata da due genitori dello stesso sesso») e «famiglia di fatto» (quella «formata da due persone non sposate e da eventuali figli»). Inoltre, spiega la caporedattrice Gismondi, «abbiamo eliminato il concetto di famiglia uguale "prendere moglie", retaggio di un tempo in cui l'uomo era il capofamiglia». Nella prossima edizione del vocabolario, conclude la curatrice, assisteremo a una coraggiosa operazione antisessista. Verrà infatti inserito «il femminile di carpentiere», giusto per fare un inchino al femminismo lessicografico.

    Ironia a parte, funziona esattamente come diceva Ida Magli: si cambia il linguaggio per cambiare la realtà. E all'improvviso un autorevole vocabolario italiano diventa il dizionario della neolingua.






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  9. Alcune curiosità che potrebbero sfuggire ad una vista localistica delle questioni.

    La lingua inglese è composta da 490 mila parole di linguaggio corrente mentre l’italiano ne ha soltanto circa 220 mila.

    Di per sé questo divario dovrebbe suggerire agli esperti che sostengono “Mi basta il sapere che gli inglesi con una parola sola indicano più cose, mentre in italiano ad una cosa sola sappiamo dare più parole” che forse non è proprio così.

    Altrimenti a che servono tutte quelle parole?

    Restando sull’esempio di popolo, in inglese si può dire: people, folk, populace, crowd, mob, commons, commonalty. Con buona pace del sig. Pellegrino.

    Non bisogna neppure trascurare che tutte le lingue sono state e sono continuamente contaminate da termini acquisiti da altri linguaggi. Abbiamo in italiano parole provenienti dal greco, dall’arabo, dai celti, dallo spagnolo, dal francese, a da decine di altri idiomi, perciò non comprendo lo scandalo odierno per questa abitudine.

    Come madre lingua, l’inglese è la lingua più parlata al mondo, perciò, dovendo scegliere una lingua generale per comunicare fra vari popoli, non mi meraviglio che la preferenza sia stata per l’inglese.

    Si poteva optare per il mandarino, seconda in classifica come numero dei parlanti, ma questa è una lingua circoscritta alla Cina e, magari, si avrebbero avute parecchie difficoltà con gli ideogrammi e la pronuncia.

    Forse si poteva risolvere con l’esperanto, però sarebbe stata una lingua nuova per tutti.

    E non è vero che “Ammiro fortemente la FRANCIA ed i Francesi che si gli parli in inglese la maggior parte non ti risponde ....” perché io per lavoro sono stato più volte in Francia e con l’inglese non ho mai avuto difficoltà né in albergo né nei rapporti professionali.
    I francesi, come gli italiani, non ti rispondono perché non capiscono quello che gli stai dicendo.

    Cordiali saluti

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  10. Grazie per le informazioni. Ma si tenga conto che la lingua italiana sopperisce dando diversi significati ad una stessa parola. Ora mi sovvengono alcuni esempi. Campagna si riferisce al terreno ma anche alla pubblicità. Albero si riferisce ad una pianta ma può significare anche l'albero della nave e l'albero motore. Credo che la lingua italiana sia la lingua che contenga più parole polisemiche. Per quanto riguarda l'inglese e il francese riesco a leggere i testi senza difficoltà ma non riesco a capire alcunché del parlato. Peggio per l'inglese. La lingua italiana è l'unica lingua che viene parlata come è scritta (un po' anche lo spagnolo e il portoghese).Ecco perché gli stranieri la imparano più facilmente. Si presterebbe più dell'inglese a diventare una lingua internazionale.

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  11. ambrogio negri . questa e' una sua personale opinione .la FRANCIA la conosco meglio dell' italia , e posso dirle che l' italiano per me e' la seconda lingua.
    Che abbiano 490 mila vocaboli , non saprei cosa se ne facciano visto che sovente usano voci onomatopeiche per indicare un oggetto ,come i primitivi. Che sia madre lingua resta in ogni caso un po' bastarda se la parogioniamo alla lingua Greca ,Latina vera madre di tante lingue.
    I francesi sanno benissimo l' inglese , ma non amano usarlo prima di tutto per un sano Campanilismo , secondo perche' le guerre del passato contro gli inglesi hanno lasciato un segno , a cominciare da Giovanna D' arco , patrona di Francia.
    Non le parlo di come in BREATGNA , Normandia , e regioni del Nord Francese , gli inglesi passino ben rasi al muro , con occhi a terra ....
    le ragioni per le quali si parli quella lingua nel mondo sono ragioni per le quali gli inglesi dovrebbero vergognasi di esistere.

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  12. In effetti ha ragione lei sulla presenza di molte parole polisemiche (origine greca) nella lingua italiana, è il sig. Pellegrino che è convinto del contrario.

    Ha pure ragione in merito alla difficoltà di comprendere facilmente il parlato delle lingue, ma questo è valido per i madrelingua, specialmente gli inglesi, che sono proprio stronzi. Più ti vedono in difficoltà più accelerano ed ermetizzano lo “speech”, con quelli di altre lingue è più comprensibile.

    In quanto all’italiano come lingua universale più facile da utilizzare perché di più semplice apprendimento avrei molti dubbi. Credo che nella sua complessità di costruzione, pur essendo di facile scritto = parlato, sia seconda solo al tedesco, di cui personalmente ho uno sgradevole ricordo essendo la prima lingua straniera che mi capitò di studiare alle scuole medie, benché fossi molto portato con il latino che non scherza in quanto a costruzione.

    E poi lei stesso conosce diversi esempi di italiani che sono maestri di strafalcioni. Come il suo collega che ha appena scritto: “Vedi ai miei "stagionati" CORSISTI dell' U.T.E. (UniversitàTerzaEtà), li spingo a DIALOGARE possibilmente in ITALIANO … “
    Notare “ai miei … li spingo” invece di “i miei … li spingo”

    A proposito, dato che sono volontario per il doposcuola per alunni di scuola elementare in difficoltà, posso ritenermi anch’io un collega?

    Approfitto per rimarcare che NON “si cambia il linguaggio per cambiare la realtà”, come sosteneva Ida Magli, ma è più esatto: si cambia linguaggio per adeguarsi alla realtà.

    In caso contrario saremmo ancora all’età della pietra come capacità di comunicazione, perciò in presenza di novità bisogna introdurre il lemma identificativo.

    Cordiali saluti

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  13. Si parla inglese per necessità. Due millenni fa il mondo conosciuto parlava latino. Anche un po' per moda. Come le masserie in Puglia. Caldo infernale in estate, freddo barbino in inverno. Il giorno che comaderanno i Tartari, parleranno tutti il tartaro. Se andranno di moda i cogl**ni, compreranno la masseria cola'

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  14. ambrogio negri : complimenti.. mai sentite tante cavolate tutte assieme.

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  15. Mauro b.: no e' servilismo non necessita'.

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    1. Ancbe RIC, hai ragione. Del resto la necessità è l' anticamera del servilismo. A volte.
      Lingua un pochino ridicola l'inglese. Popolo con scarsa fantasia. Li conosco abbastanza. Particolarmente ridicoli i cognomi.
      George Washington uguale Giorgio Lavaggiotonnellata
      George Bush uguale Giorgio Cespu glio
      Tom Hanks uguale Tomaso Matasse
      Il povero defunto Jack Lemmon uguale Giacomo Spazzatura...
      Curioso. Anche comico.

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  16. @Ambrogio,

    sinceramente NON sapevo che nel BLOG del prof. MELIS, c' è un "raffinato" linguista come Te, esimio Collega almeno di TASTIERA, che sicuramente è socio della prestigiosa Accademia della CRUSCA, comunque Ti ringrazio per le tue CORREZIONI da MAESTRO elementare, hai ragione a farle perche' dalle ns. parti in FVG c' è un detto che recita così: "fino a 6 anni siamo BAMBINI, dopo i 60 si ritorna BAMBINI".

    Visto che è già la seconda volta che mi ONORI sottolineando 2 miei ERRORI, direi abbastanza "veniali", mi hai incuriosito e ho cercato il SIGNIFICATO del tuo NOME, ebbene credo di aver capito almeno in parte la tua NATURA, infatti esso deriva da quello di un importante VESCOVO di MILANO diventato il PATRONO, che era anche TEOLOGO e SCRITTORE ma apri BENE le PUPILLE, sei pure il PROTETTORE delle API "fantastiche" precise e laboriose CREATURE, devo farti i COMPLIMENTI ancora una volta il detto latino "OMEN NOMEN" ha colpito il segno, ma per ESSERE ancora migliore di quello che sei forse Ti manca un po di UMILTA' non trovi !?

    Ad majora

    SDEI/Sergio
    (Il MESTRI-illiterato)

    P.S.: mi dimenticavo all' Università Popolare friulana, insegno Alimentazione-Agricoltura-Ambiente tutte materie tecnico-scientifiche, come leggi un ALIBI ce l' ho anch' Io egregio LETTERATO !!!

    RispondiElimina
  17. @Ambrogio,

    sinceramente NON sapevo che nel BLOG del prof. MELIS, c' è un "raffinato" linguista come Te, esimio Collega almeno di TASTIERA, che sicuramente è socio della prestigiosa Accademia della CRUSCA, comunque Ti ringrazio per le tue CORREZIONI da MAESTRO elementare, hai ragione a farle perche' dalle ns. parti in FVG c' è un detto che recita così: "fino a 6 anni siamo BAMBINI, dopo i 60 si ritorna BAMBINI".

    Visto che è già la seconda volta che mi ONORI sottolineando 2 miei ERRORI, direi abbastanza "veniali", mi hai incuriosito e ho cercato il SIGNIFICATO del tuo NOME, ebbene credo di aver capito almeno in parte la tua NATURA, infatti esso deriva da quello di un importante VESCOVO di MILANO diventato il PATRONO, che era anche TEOLOGO e SCRITTORE ma apri BENE le PUPILLE, sei pure il PROTETTORE delle API "fantastiche" precise e laboriose CREATURE, devo farti i COMPLIMENTI ancora una volta il detto latino "OMEN NOMEN" ha colpito il segno, ma per ESSERE ancora migliore di quello che sei forse Ti manca un po di UMILTA' non trovi !?

    Ad majora

    SDEI/Sergio
    (Il MESTRI-illiterato)

    P.S.: mi dimenticavo all' Università Popolare friulana, insegno Alimentazione-Agricoltura-Ambiente tutte materie tecnico-scientifiche, come leggi un ALIBI ce l' ho anch' Io egregio LETTERATO !!!

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  18. Percghé lei tanto esperto nell'uso della tasiera mi ha inviato lo stesso testo due volte dopo 4 minuti? Naruralmente il primo non l'ho pubblicato.Quali errori sono stati rilevati? E da chi? Scriva senza tanto polemizzare

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  19. @prof. MELIS,

    rispondo per quanto e come posso, alle tue DOMANDE di chiarimento:

    - commento e posto spesso sul BLOG di FREEANIMALS, ma credimi NON mi reputo un ESPERTO informatico, anzi è l' opposto, infatti convinto di NON averti inviato il mio COMMENTO, l' ho ripetuto 2 volte, credo che questa SVISTA non sia tanto grave o mi sbaglio!?;

    - c' è un tuo LETTORE un tale Ambrogio NEGRI, che fa il Maestro ELEMENTARE che per una tipica sua "deformazione" professionale, credendo che Io sia un suo "giovane" SCOLARO(magari !), ha sottolineato in 2 tuoi post 2 miei ERRORI di scrittura, in quello del 24/10 ("parolaccie" invece di parolacce) e del 30/10 ("ai miei..."invece dei "i miei...");

    penso che può succedere di "sbagliare" a chiunque, infatti ne hai fatti 2 anche Tu in questo Commento, e stai ATTENTO in una sola frase essi sono: "Percghè" invece di perchè e "tasiera" invece di tastiera, e allora per questo sei forse, come scrive Ambrogio il CENSORE,un MAESTRO di strafalcioni anche Tu, che invece hai scritto dei LIBRI impegnativi!.

    Pertanto uno che POLEMIZZA non sono Io ma, l'aspirante Premio PULITZER quell' egoico maestrino di Ambrogio NEGRI, mio malgrado nostro Collega perchè è INSEGNANTE pure LUI(maiuscolo), come lo siamo del resto anche Noi !!!

    BUONA PACE e VITA

    SDEI/Sergio
    (Il MESTRI-in lingua friulana)

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  20. Cantava un certo Giorgio Gaber: … Ma per fortuna che c’è il Riccardo …

    In effetti, il mondo senza questi geni dal multiforme ingegno, con profonda conoscenza di ogni campo dello scibile umano, capaci di intrattenersi con i Dottori della legge già dalla loro infanzia, sarebbe preda di gente come me, capace di partorire solo cavolate, e rischierebbe di sprofondare nell’oscurantismo più retrivo.

    Siamo dunque grati a questi fari di conoscenza che illuminano la via verso il sapere e la verità.

    Cordiali saluti

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  21. A Sergio
    NOn si preoccupi perché io ogni tanto ho talvolta dei dubbi sulle doppie. Ma lei in che cosa è lauerato se è laureato? BUONA PACE si augura ai morti. Tocchi palle menagramo!

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  22. ambrogio negri : non merita risposta.

    RispondiElimina
  23. @Pietro,

    dopo avermi, su tuo consiglio, toccato i ZEBEDEI ti rispondo volentieri, mi SONO diplomato come Perito Agrario nel prestigioso e antico ISTITUTO AGRARIO di PADOVA, poi su Consiglio di mio PADRE invece di laurearmi ho preso 3 importanti SPECIALIZZAZIONI, che mi hanno permesso di ESSERE assunto come FUNZIONARIO TECNICO AGRARIO nelle Regione Autonoma del FVG.

    In pratica seguo con PASSIONE l' AGRICOLTURA, ma anche l' AMBIENTE, con grande SODDISFAZIONE UMANA E PROFESSIONALE da più di 50 anni, dal 2000 "godo" di una PENSIONE "dignitosa" che mi permette di VIVERE bene, impegno il mio TEMPO sia nell' INSEGNAMENTO volontario in un U.T.E. "friulana", che come SINDACALISTA dei PENSIONATI, ma anche in ATTIVITA' regionali di DIFESA ambientale e animale, molto IMPEGNO lo dedico alla mia COMUNITA' dove vivo in un PAESE vicino alla storica AQUILEIA.

    Come leggi SONO un PENSIONATO molto attivo, in quanto credo che ognuno DEVE, lo sottolineo, DONARE il suo TEMPO e la sua ESPERIENZA di VITA, alla COMUNITA' dove VIVE con la sua FAMIGLIA, questo modo di PENSARE e di ESSERE l' ho ereditato da mio PADRE e dai miei NONNI, tutti dei SEMPLICI cittadini ma mossi da grandi VALORI sia ETICI che MORALI, così è !!!

    MANDI

    SDEI/Sergio
    (Il MESTRI-austrofriulvenetogiuliano)

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  24. @Ambrogio,

    visto che "ormai" hai un conto aperto con un mio Collega di TASTIERA, il RIC, che come Me commenta con assiduità il BLOG di VERITAS VINCIT, Ti propongo di "cimentarti" anche la come qua, sappi Ti avverto che TROVERAI come si suol dire "PANE per i tuoi DENTI".

    In particolare con il ns. POETA il "fiorentino" Mauro b., forza fatti AVANTI vediamo se hai le PALLE(licenza "poetica del MELIS), vedrai che da un DIALOGO "franco" ma anche "colorito" con dei "motivati" LETTORI, alla FINE dell' INCONTRO/SCONTRO ne uscirai credimi, più FORTE ed AGGUERITO che mai !!!

    Ad majora,
    Ti aspettiamo

    SDEI/Sergio
    (Il MESTRI-tentatore)

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  25. Al simpatico Sergio (SDEI), non per sottovalutare le Sue competenze in fatto di agronomia (non si può fare a meno degli agronomi mentre si può fare a meno dei filosofi) perché mi ha sempre chiamato collega se non è nemmeno laureato ed io sono stato professore universitario per 40 anni? Non me ne voglia. Le do del lei perché preferisco che nel mio blog non ci sia del tu.

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  26. @Pietro MELIS;

    sottolineo per CHIAREZZA che NON sono un AGRONOMO(=laureato) bensì un Perito AGRARIO(= diplomato), la LAUREA ad HONOREM l' ho ricevuta dalla più PRESTIGIOSA UNIVERSITA' del Pianeta TERRA, ed è quella di MADRE TERRA e NATURA che mi hanno INSEGNATO ad AMARE la VITA
    di ogni ESSERE vivente !!!

    Riguardo al fatto che Ti ho chiamato Collega deriva dalla CONVINZIONE che TUTTI gli INSEGNANTI, di qualsiasi GRADO e FUNZIONE sono per Me dei COLLEGHI, ad esempio anche Tu che come Me sei ORA un PENSIONATO dell' INPS, Ti considero alla stregua di un COLLEGA, se ciò Ti disturba perchè Ti senti "declassato", è un tuo PROBLEMA certamente NON mio.

    Lo stesso ragionamento vale per il Tu o il Lei, essendo Io di estrazione POPOLARE tendo a dare e a farmi dare del Tu, ma se le REGOLE della tua CREATURA=BLOG sono per il Lei, visto che SONO solo un OSPITE più o meno "gradito", eviterò di postare QUI da Te oppure lo farò ugualmente e Tu mi "cancellerai".

    Sappi da SPIRITO libero, che NON cambierò certo le mie CONVINZIONI e il mio STILE di VITA, solo per COMPIACERE a chicchessia NON sono e mai diventerò un ruffiano IPOCRITA, in questo credo che ci assomigliamo almeno un pò, mi sbaglio forse !?

    BUONA VITA e TANTA SALUTE

    SDEI/Sergio
    (Il MESTRI-sincero)

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  27. Mauro B. mi permetto di segnalarle il seguente link : Che cognome orribile! (cognomix.it)

    A guadagno di tempo le segnalo alcuni cognomi italiani che possono competere con quelli inglesi da lei segnalati: Bocchino e simili, Caccavalle, Cacchio, Cagarelli, Cagossi, Cantacesso, Castrati, Cazzaro, Culetto, Culò e Culotta, Ficarotta e Ficarrotta, Frocione, Lapuzza, Lo Stimolo, Mastronzo, Minchio, Mona, Pippa, Pirlone, Piscia e Pisciottu, Pittana, Pompini, Recchione e Ricchione, Scazzino, Sederino, Stronziero, Uccello, Vagina, Zoccolante.

    Cordiali saluti

    RispondiElimina
  28. E aggiunga il giornalista Cazzullo e l'economista Cazzola, noti personaggi della TV. Il mio cognome, il più diffuso in Sardegna (ma non ho parenti da parte di mio padre, morto a 86 anni e 4 mesi nel 1977) pare che derivi (diceva mio padre) da melis taxus, tasso del miele. Un Melis si trova nel 1300 nella guerra tra Pisa e Genova (Storia di Sardegna di Giuseppe Manno, tra i libri di mio padre).Mi rincresce che mio padre non abbia tramandato ai figli il doppio cognome Melis Auda, anche visto che le famiglie di mio padre e di mia madre erano lontanamente imparentate perché mio padre e mia madre avevano lo stesso cognome materno: AUDA, forse di origine valdostana.Avrei dovuto suggerirglielo io e invece non ci pensai mai. Peccato.Anche se si era fatto un biglietto da visita con scritto:
    Ing. Antonio Melis Auda

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  29. @ Ambrogio Negri

    Grazie. Certo che anche noi.... Mi sono fatto due risate di gusto.
    Saluti

    RispondiElimina
  30. @Ambrogio,

    mi associo al mio grande AMICO e COLLEGA di tastiera il Mauro b., hai fatto SORRIDERE di gusto anche Me, vedi che se scendi dal PIEDISTALLO sai anche ESSERE spiritoso e ironico, doti ormai piuttosto rare in questa nostra "degradata" SOCIETA', continua così stai recuperando diversi PUNTI esimio COLLEGA(!?), dopo lo sfortunato tuo "presuntuoso" SCIVOLONE iniziale !!!

    BUONA VITA

    SDEI/Sergio
    (Il MESTRI-accomodante)

    RispondiElimina
  31. @Pietro MELIS,

    sottolineo che NON essendo laureato in AGRARIA ma solo DIPLOMATO, non posso ESSERE un AGRONOMO bensì un PERITO AGRARIO seppur con delle importanti SPECIALIZZAZIONI, a mio AVVISO poi sono molto UTILI anche i FILOSOFI che ti "insegnano" i valori della MENTE e quindi del VIVERE comune terrestre;

    essendo "socialmente" di estrazione familiare POPOLARE, sono portato a dare e anche ricevere del TU, tanto più che indipendentemente dal TITOLO dal ruolo e luogo, SIAMO entrambi degli INSEGNANTI quindi dei COLLEGHI, come del resto ora anche come PENSIONATI iscritti entrambi all' INPS, se poi il Tu ti "imbarazza" o pensi "svalorizzi" il tuo RUOLO e la tua PERSONA, è un PROBLEMA solo tuo NON certamente mio, ciò vale anche per il BLOG !

    CORDIALMENTE
    MANDI

    SDEI/Sergio
    (Il MESTRI-popolare)




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  32. Ad ambrogio Negri
    Ho scoperto alla TV che esiste un giornalista TV e professore a contratto di filosofia che si chiama Andrea Scazzola. Tanto per rimanere in termini.

    andrea scazzola | Facoltà di Lettere e Filosofia
    https://www.lettere.uniroma1.it › users › andrea-scazzola
    andrea scazzola. andrea.scazzola@uniroma1.it. Convenzione. ING-INF/05 ( ). Filosofia. Telefono (+39) 06 49911. Ricevimento.

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