Dal mio libro autobiografico e filosofico
Inoltre, vi è da domandarsi perché non dovrebbe essere un prodigio divino anche l’embrione di un qualsiasi altro animale considerando la comune origine di tutte le forme di vita. Dio posò uno sguardo “benevolo e amoroso” anche sull’embrione di Hitler? E il Dio cristiano posò forse, da masochista, eguale sguardo sull’embrione di Maometto pur vedendone il relativo destino? Dio ama anche gli embrioni dei futuri dannati pur prevedendone la dannazione? O Dio preferisce, comunque, la nascita di un futuro criminale al suo aborto almeno per il piacere di condannarlo? Come si vede, è veramente una grande stronzata (nel senso di Frankfurt: Stronzate, Rizzoli 2005) ciò che il papa ha detto dell’embrione.
Si sta facendo un grande baccano sulle cellule staminali adulte, che sostituirebbero quelle embrionali, che, secondo il papa, contengono già l’anima immortale. Ma si sa che le staminali adulte non sono onnipotenti. Esse sono capaci di riprodurre soltanto cellule delle parti dell’organismo da cui sono state tratte. Dunque le cure genetiche potranno derivare soltanto dalle cellule embrionali. E quel criminale di Bush, il peggiore presidente di tutta la storia degli Stati Uniti (avrebbero dovuto impiccare lui al posto del laico Saddam Hussein) – vietò l’uso delle cellule embrionali, ritardando, come in Italia – a causa del papa – la ricerca scientifica sulle malattie di origine genetica.
Ammesso che nell’embrione vi sia già l’anima immortale, allora questa, una volta utilizzato o distrutto l’embrione, andrebbe subito in paradiso, essendo privo di colpe. Il papa Giovanni Paolo II ha scritto, in un documento (Evangelium vitae) rivolto alle donne che avevano abortito, che i loro mancati figli erano stati ricevuti “nella gloria di Dio”. E allora? Perché Dio dovrebbe punire le donne che hanno abortito e che hanno spedito “nella gloria di Dio” un’altra anima? Forse perché Dio non sopporta di essere fregato da una donna che, abortendo, gli spedisca in paradiso un’anima beata contro la sua volontà perché lo costringerebbe a dipendere dalla decisione di abortire privandolo del sadico piacere di mettere alla prova il nascituro, che, diventando adulto e responsabile, rischierebbe una condanna perpetua, a cui l’anima del feto si sottrarrebbe per furbizia della mancata madre? Dio preferisce che l’embrione dia luogo ad una nascita per il gusto sadico di poterlo condannare a seconda della sua vita da adulto? L’aborto diverrebbe una fabbrica di anime beate se con l’aborto l’anima va direttamente in paradiso e si risparmia al mancato individuo l’esperienza della morte. Chi ha mai chiesto di nascere per fare tale esperienza?
Perciò io avrei preferito che mia madre mi avesse abortito.
Non vi può essere amore per chi non esiste. Dunque non si nasce dall'amore. Questo è un non senso linguistico, un luogo comune di dire, cioè una stronzata.
Gli uomini nascono sempre o per sbaglio o per egoismo dei genitori. E' lo sbaglio che differenzia gli uomini dagli altri animali.
Vale inconsciamente anche la tendenza a sopravvivere nella discendenza oltre al cercare di pensare meno a se stessi e alla morte creandosi delle responsabilità familiari per fornirsi di scopi illusori nella vita, in un circolo vizioso.
Premesso che io penso che la religione è assolutamente vero che sostenga alcuni principi morali e di giustizia, adeguandosi però nel tempo allo svincolarsi dei popoli dal principale scopo di essa: tenere alla briglia tutti quanti, escluso le classi privilegiate. Quindi, alla larga da qualsiasi Dio, peraltro inventato proprio per governare l’ignoranza e la superstizione.
RispondiEliminaTrovo questo articolo, per alcuni aspetti, molto divertente nel mettere in evidenza macroscopiche contraddizioni “di Dio” con una buona dose di sarcasmo.
Bisognerebbe chiedere ai bacchettoni e baciapile come spiegherebbero razionalmente le cazzate che sostengono.
Complimenti
Cordiali saluti