sabato 26 novembre 2022

NON SI PUO' COMBATTERE POLITICAMENTE LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

Altrimenti la politica dovrebbe essere capace di cambiare il carattere di un individuo. Il carattere è iscritto nel DNA di ciascuno. Su questo argomento vale considerare quanto scrisse Schopenhauer (Il fondamento della morale) che osservò che cercare di cambiare il carattere di un individuo è come pretendere di cambiare la natura di un serpente velenoso estraendogli il veleno. E' del tutto inutile perché il veleno si riforma. Pertanto mi lasciano del tutto indifferente le iniziative politiche con la loro propaganda contro la violenza sulle donne, per esempio illuminando di rosso il palazzo Chigi con tutti i 104 nomi delle donne uccise. E il 2022 non è finito. Per questi assassini vale come unica risposta la pena di morte. Potrei citare i nomi di tanti illustri pensatori favorevoli alla pena di morte. Da Platone al papa Pio XII, passando per S. Agostino, S. Tomaso, Rousseau, Montesquieu, Locke, Kant, Hegel, Domenico Romagnosi, Gaetano  Filangieri. Poi sulla giustizia prevalse la morale del sentimento, che uccide la giustizia.   

Gaetano Filangieri (Scienza della legislazione, 1781-88), riprendendo il pensiero di Locke sullo stato di natura, in cui ognuno ha il diritto di punire i delitti (II Trattato del governo, II, 11), osserva, contro Beccaria (Dei delitti e delle pene, 1764), che nello stato di natura si perde il diritto alla vita quando la si toglie ad altri, perché ognuno ha il diritto di uccidere il suo ingiusto aggressore, e, se rimane ucciso, il suo diritto si trasferisce da lui alla società. D’altra parte, non si aggiunge mai che Beccaria continuò a giustificare la pena di morte per quei delitti che minano l’ordine sociale. Riferimento odierno potrebbero essere le organizzazioni a delinquere come la mafia, contro cui si devono usare leggi di guerra, non di pace, sospendendo le garanzie costituzionali, conservando le quali si ha soltanto uno Stato imbelle e buffone, se non colluso. Combattere la mafia (che impiega la pena di morte) con il garantismo delle leggi di pace, e senza applicare la pena di morte, significa cercare di contrastare un esercito dotato di artiglieria pesante con un esercito equipaggiato al massimo con fucili.               

1 commento:

  1. No, non si può combattere politicamente...... Concordo. Un tempo si cercava, in seno alla famiglia, protezione, cura e conforto. Adesso si rischia brutto anche nel domestico, tra sbarbati tossici che pretendono con la violenza il denaro per la dose, per lo spritz (perché abbiamo permesso che i nostri cuccioli fossero corrotti e rovinati dalla droga, perché?) eccetera. Ovvero capifamiglia maneschi, violenti, che non accettano la fine di un rapporto, che arrivano ad uccidere, oltre alla ex pure i figli per far dispetto alla compagna fedifraga, oppure giustamente stufa di un buono a nulla tra i piedi. E poi, e poi..

    E poi ci andiamo a prendere in carrozza quote di appartenenti a popolazioni dalle costumanze rozze e crudeli, che non rispettano le nostre donne, che hanno un senso dell'onore, delle "tradizioni" tutto loro....

    Fa caldo a Montpellier, in estate. Il quartiere musulmano è ben delimitato e circoscritto. I francesi tengono sovente alto il volume della TV, per coprire le urla, le grida, i pianti, le invocazioni di aiuto che provengono dal vicino quartiere musulmano. Basta poco. Il caffè troppo freddo, qualche marachella dei bambini, per scatenare la violenza dei mariti crudeli e tiranni, dei padri padroni. A volte fino alle estreme conseguenze, per un nonnulla!

    RispondiElimina