sabato 17 dicembre 2022

IL FILM LA GRANDE BELLEZZA E' UNA CAGATA PAZZESCA

Stamane sul canale 34 si dava il famoso film LA GRANDE BELLEZZA vincitore del premio Oscar per un film straniero.

Un film ha valore se si ha il piacere di rivederlo. L'ho visto e non ho il piacere di rivederlo. Una noia tremenda. La grande bellezza e una CAGATA PAZZESCA e non per ripetere la famosa frase di Paolo Villaggio. Non vi è una trama. Scene brevi senza alcun collegamento. Film privo di una trama. Parole che non si sentono nei dialoghi affollati.

 

5 commenti:

  1. Condivido. Una scemenza incredibile, non so come abbia potuto guardarlo tutto. L'unica cosa degna sono
    le vedute di Roma. Non vado più al cinema, dei vari festival non m'importa un fico. Eppure continuano a sfornare
    film a getto continuo. È impossibile immedesimarsi nei personaggi dei film, sono troppi. Io ho la mia piccola
    personale cineteca (ho centinaia di videocassette), se ho proprio voglia di vedere un film rivedo uno dei miei
    film preferiti (soprattutto Ingmar Bergman: Scene di un matrimonio, Fanny e Alexander, Le migliori intenzioni,
    Anche Gli emigranti e I coloni di Jan Troell, pure uno svedese (film tratti dalla saga degli emigranti svedesi in
    America nell'Ottocento, autore Vilhlem Moberg).
    Quando ero ragazzo dai salesiani la domenica c'era il film. L'attesa era grande, per un voto di condotta si poteva
    saltare il film, una punizione severa. Oggi si possono vedere film tutti i giorni e tutto il giorno, un rimbecillimento pazzesco.

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  2. Caro Sergio
    dove ha frequentato i salesiani? Io sono stato da interno per 4 anni (sino alla quarta ginnasio) e poi da esterno sino alla terza liceo.Il film veniva proiettato nel salone di ingresso dell'Isituto e ognuno doveva portarsi la sedia dallo studio. Vi erano due studi, uno per i ginnasiali e l'altro per i liceali. Prima del film il consigliere (mi ricordo il nome: don Concas),che era colui che presiedeva alla disciplina e riassumeva i comportamenti della settimana (il film veniva proiettato la domenica) leggeva i nomi di coloro che non potevano lasciare lo studio per andare nel salone a vedere il film. Poche volte ho dovuto saltare il film, che veniva tagliato quando vi era un bacio. Si capiva che vi era stato un bacio e allora si sentiva un coro comico di proteste. Severità estrema: si potevano leggere il Vittorioso e gli albi del Vittorioso, con famosi personaggi. Io dovevo leggere di nascosto Topolino (che allora era MENSILE e aveva racconti meravigliosi). Mi veniva portato da mia zia convivente nella casa paterna essendo nubile e sorella di mio padre). Lo tenevo nascosto. La volta successiva riconsegnavo Topolino a mia zia perché lo conservasse in casa. Una volta mi fu sequestrato nello studio perché non feci in tempo a riporlo nel vano cassetto che ogni allievo aveva. Vi erano due studi: uno grande per i ginnasiali e uno più piccolo per i liceali. Si doveva rispettare il silenzio e un chierico sedeva in alto in una cattedra per avere la visione di tutti. Vi erano due mense separate da un muro in carton gesso. Ai liceali era consentito un bicchiere di vino a pranzo. Durante le grandi feste non natalizie e pasquali (durante le quali gli interni tornvano nelle loro case, provenendo quasi tutti dai paesi, mentre io ero un'eccezione perché abitavo a Cagliari) il muro veniva tolto e si aveva una unica mensa. Ioricordo volentieri quegli anni. Nonostante la messa quotidiana (anche per gli esterni) e due messe la domenica per gli interni.Perché per 4 anni fui interno? Perché non andavo d'accordo con i due fratelli, e il disaccordo finì poi odio reciproco a causa di questioni giudiziarie civili che riguardavano una causa ereditata da mio padre che io vinsi anche in Cassazione nel 1991 (essendo mio padre morto a 86 anni nel 1977). Volevano costringermi a vendere per sanare i loro debiti PERSONALI il locale del cinema Corallo pur avendo io il 66% delle quote sociali. Scriva su Google il mio nome e cognome con qualche parola chiave, come "lettera ad un giudice" oppure cinema Corallo (che cessò l'attività nel maggio del 1998.

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  3. Salesiani di Caserta (1955-58). Disciplina militare, massima severità, oggi non solo impensabile ma persino perseguibile penalmente. Dopo la ricreazione ci si avviava in silenzio allo studio. Qualcuno disse una volta una parola e il prefetto Don Lioy urlò: fermi tutti, fermi tutti, chi ha parlato? Ovviamente il colpevole non si denunciò e don Lioy cominciò a menare ceffoni, e che ceffoni. Colpì anche me e quel ceffone mi brucia ancora. Don Lioy si scusò poi, non con me ovviamente, ma coi miei nonni che venivano a trovarmi. Erano degli aguzzini i salesiani. Fumare una sigaretta significava l'espulsione. Sì, Topolino era vietato, se don Lioy ne trovava uno lo sequestrava e forse stracciava, non erano letture serie ovviamente. Eppure ho nonostante tutto un bel ricordo di Caserta e della sua reggia dove andavamo regolarmente a passeggiare il giovedì pomeriggio. Devo però aggiungere che don Lioy, tuttora vivente, novantenne, è molto cambiato. Lo rividi in circostanze particolari a Roma nel 1974 e mi colpì per la sua umanità (era docente di filosofia molto apprezzato dagli allievi). L'era dei ceffoni era definitivamente passata, oggi per un ceffone si rischia giustamente un processo.

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  4. Concordo una palla di film

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