martedì 25 aprile 2023

SE ACCUSATE IL FASCISMO ACCUSATE IL POPOLO ITALIANO

Si abbia il coraggio di dirlo. Dopo il 25 luglio 1943, quando cadde il governo Mussolini, era meglio che quel popolo italiano che l'aveva osannato stesse fermo con un vantaggio per tutti. Si sarebbero risparmiate tutte le rappresaglie naziste perché si sarebbe lasciata la resistenza agli angloamericani, che avrebbero evitato di bombardare le città aggiungendo altre morti. Non si vuole ammettere che la resistenza è stata strumentalizzata dai comunisti che volevano approfittare dell'occupazione tedesca per impossessarsi del governo in Italia. Per essi la partigianeria era in funzione del possesso del potere e non in funzione della libertà. Non si parli oggi dell'ideale di libertà fatta propria dalla partigianeria, a cui premeva soltanto altro, il potere e nulla di più. D'altronde quel popolo italiano che dopo l'8 settembre del 1943 credeva che la guerra fosse finita e buttava giù le statue di Mussolini era lo stesso popolo che della libertà se ne faceva nulla durante il ventennio perché altrimenti vi sarebbe stata una rivoluzione di popolo contro il fascismo. Non vi è stata. Gli italiani erano quasi tutti fascisti o filofascisti. Date ad un popolo una sicurezza economica e lasciate che si nutrano retoricamente degli ideali di libertà gli intellettuali o i giornalisti per campare, coloro che oggi hanno un potere e lo giustificano soltanto con il loro antifascismo, perché sembra che nel loro programma non vi sia altro per giustificare il potere, oltre al loro giustificare l'invasione dei cosiddetti migranti. E voi credete di avere oggi la libertà solo perché vi concedono di votare per uno dei tanti partiti e partitini che vogliono partecipare alla torta del potere, anche stando all'opposizione. Un uomo qualunque poteva essere ascoltato durante il fascismo. Me lo disse mio padre che da colonnello antifascista sino ad essere scampato per fortuna alle Fosse Ardeatine perché disobbediente all'ordine di portarsi a nord nella costituita R.S. I. dandosi poi alla clandestinità nella cantina dell'Istituto di suore Stella Matutina, da cui ogni tanto usciva per incontrare futuri noti politici (come Emilio Lussu), ebbene, proprio mio padre, che dopo la guerra si iscrisse al P.C.I., scrisse una volta a Mussolini (non ricordo il motivo) ed ebbe una risposta da parte del segretario ma con firma non prestampata di Mussolini. Ogni tanto gli arrivava una cartolina in cui gli si ordinava l'iscrizione al partito. Mio padre la stracciava ma riconobbe che non ne ebbe mai alcuna conseguenza. Se siete un signor nessuno scrivete oggi ad un politico e potete anche crepare in attesa di una risposta. Il popolo va dove viene allettato con promesse elettorali oppure non va più a votare perché disgustato, non perché richieda libertà, di cui non sa che cosa farsene. Domandate a quei milioni di italiani poveri (e non di poveri italiani) se preferirebbero una dittatura che assicuri loro un lavoro o questa decantata libertà con cui rimane povero. La sconfitta del nazifascismo fu nell'Occidente non comunista la vittoria del liberismo capitalistico contro una economia statalistica. Non ho mai capito l'opposizione tra comunismo e fascismo, perché l'opposizione esiste tra fascismo e liberismo. Il fascismo e il nazismo furono un accordo imposto tra capitale e lavoro, in Italia con il tanto ingiustamente criticato corporativismo. E' il capitalismo che comanda ai governi negli Stati in cui si dice viva la libertà. No! E' il capitale che comanda al governo. Negli Stati fascista e nazista erano i governi che comandavano al capitale. Vi hanno plagiato il cervello parlando di libertà. Di libertà non si campa. Sapete chi era Nicola Bombacci? Era con Gramsci uno dei fondatori del Partito Comunista e delegato a rappresentare il partito ai funerali di Lenin. Come mai divenne fascista? Perché aveva capito che il fascismo ingabbiava il capitale. Mussolini, che non cessò mai di sentirsi socialista, sperava di realizzare nella R.S.I. ciò che non aveva potuto realizzare prima perché era stato portato al potere anche dalla borghesia. Ma liberatosi della borghesia ebbe in programma la socializzazione delle imprese nella R.S.I. Bombacci promosse la partecipazione degli operai all'utile di impresa. Visitava le fabbriche chiamando compagni e non camerati gli operai. Ebbene, il cieco fanatismo dei comunisti non lo risparmiò quando a Dongo fu fucilato insieme a gerarchi fascisti. Morì gridando: viva il socialismo, viva l'Italia. Di questo dovrebbero parlare gli imbroglioni del 25 aprile cessando di distrarre il popolo dalla verità storica.  

3 commenti:

  1. Caro Professore, quanta verità nelle sue parole.Peccato che a leggerle siamo soltanto in pochi.
    Un caro abbraccio da Roma.

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